3
Feb
2011

Troppe persone vanno al cinema, tassiamole!

Con un gennaio scoppiettante, grazie alle uscite dei film con Checco Zalone e Antonio Albanese, la quota di mercato del cinema italiano nel solo primo mese del 2011 è stata del 65%. Un dato che doppia ampiamente la media degli ultimi anni. Ovviamente, sarà impossibile mantenere queste percentuali, ma almeno ci permette per un po’ di non sentire le solite lagne: nei cinema vengono proiettati solo film americani, i multiplex non tengono in considerazione quelli italiani. E se non si poteva esultare per l’andamento del cinema italiano se a sbancare il botteghino era il cinepanettone di Natale, con Zalone e Albanese ci è concesso (trattasi di comicità più rispettabile e meno volgare, così ci viene detto). Read More

3
Feb
2011

Autorità energia. Se il cane (a sei zampe) non abbaia, morde

Sulla separazione di Snam Rete Gas dall’Eni, si delinea il primo cambiamento di rotta della nuova Autorità per l’energia, se anche la Camera confermerà il “via libera” dato dal Senato alla cinquina. Una presa di distanze dalle posizioni attuali dell’Aeeg, dunque, e un segnale importante di “normalizzazione” del suo ruolo. Dobbiamo dunque attenderci un’Autorità più sensibile alle sollecitazioni del governo e degli incumbent, e meno rigorosa nella difesa delle istituzioni del mercato?

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3
Feb
2011

De Profundis per l’economia – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco:

Le economie dei G20 ristagnano da tre anni senza che le colossali manovre monetarie e altre misure interventistiche statali abbiano minimamente avuto effetti sul miglioramento delle capacità produttiva dei rispettivi paesi. E’ infatti l’incremento della produzione e della produttività e non quella dei consumi, a caratterizzare una autentica ripresa. Su questo aspetto le grandezze macroeconomiche nominali dei PIL sono fuorvianti. Read More

2
Feb
2011

Il bestiario delle tasse e l’avvelenata fiscale

“Le tasse sono come la droga, ne paghi una e alla fine non smetti più. Ti sembra sempre più bello, fino a che muori”. Il copy è di Antonio Albanese, ma a riderci sopra si finisce con l’amaro in bocca. Da una parte c’è il fiorire rigoglioso delle proposte di imposta patrimoniale hanno clamorosamente confermato una solida tradizione: la sinistra politica e intellettuale, accademica e mediatica, pensa che il problema del’Italia si risolva con più tasse, addirittura con una bella potata straordinaria di 20 o 30 punti di Pil dalle tasche degli italiani e dei proprietari di case. Dall’altra, però, c’è la presa per i fondelli di 16 anni passati solo a parlarne, di energico abbattimento di spesa e imposte. La spesa è cresciuta,la pressione fiscale pure. Vedremo che cosa ci riserva la svolta liberalizzatrice annunciata per venerdì al Consiglio dei ministri. Ma lo sappiamo tutti benissimo, che per Tremonti non si può e forse non si deve, abbassare spesa e tasse come per noi è giusto e possibile – basta leggere un terzo dei post di questo blog per averne dimostrazione. E allora dico io leggete questo meraviglioso documento, e ditemi se non siete d’accordo sulla proposta che lancerò in trasmissione venerdì mattina: distribuirlo in tutte le scuole, volantinarlo fuori le fabbriche ai cambi turno, regalarlo nelle corsie degli ospedali e a chi è in fila agli uffici postali, affiggerlo nelle bacheche dele università, ingrandirlo e tappezzarci le mura perimetrali di ogni ufficio pubblico a cominciare dalle sedi dell’Agenzia delle entrate e di quella macchina del terrore chiamata aulicamene Equitalia. E soprattutto: violare con un elicotero noleggiato lo spazio aereo proibito sopra Camera e Senato e palazzo Chigi, e lanciare tonnellate di queste apparentemente inoffensive 24 cartelle foglio per foglio, ciascuna delle quali anche da sola fa rivoltare l’anima a chiunque  ne abbia ancora una e mantenga un senso di dignità e libertà, nei confront di questa follia divoratrice di risorse appellata Stato italiano. Read More

2
Feb
2011

Nucleare. Dalla Consulta una decisione equilibrata

La Corte costituzionale ha respinto la maggior parte dei ricorsi delle regioni sul nucleare, accogliendo solo – parzialmente – un’eccezione di costituzionalità relativa all’articolo 4 del decreto 15 febbraio 2010, n.31. Si tratta, a mio avviso, di un giudizio equilibrato che, pur presentando dei risvolti di rischio per il futuro del nucleare in questo paese, ristabilisce un principio di equità che il percorso disegnato dal governo rischiava di calpestare.

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2
Feb
2011

Liberalizzache? Sul risparmio, la politica si fa ras

di Oscar Giannino e Camilla Conti

Il futuro di Pioneer, il maggior gestore di risparmio gestito con passaporto italiano messo in vendita da Unicredit, ormai è diventata una questione “di sistema”, come si suol dire in Italia quando s’intende che entrano in gioco fattori preminenti non di schietta natura economica dal punto di vista della massimizzazione del vantaggio per gli azionisti . Essendo tre operatori stranieri (i francesi Amundi e Natixis e la britannica Resolution) in short list per rilevare la società di gestione di Piazza Cordusio, la valorizzazione di Pioneer potrebbe concludersi con la migrazione all’estero di una parte consistente del risparmio degli italiani. Ipotesi che ha suscitato timori e mobilitato reazioni di peso e sostanza. 

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1
Feb
2011

La grande stagnazione USA: figuriamoci la nostra!

Ogni tanto bisogna occuparsi di problemi di fondo e di lunghe prospettive. Non perché avesse torto Keynes che chiedeva risultati a breve, visto che tra ics decenni saremo comunque morti, ma perché è solo un’occhiata al lungo termine alle nostre spalle quella che ci fa capire meglio quali nuovi errori evitare. Da questo punto di vista, c’è un e-book che consiglio, vale a mio giudizio per intero i 4 dollari che vi costerà scaricarlo. Si intitola The Great Stagnation: How America Ate All The Low-Hanging Fruit of Modern History,Got Sick, and Will (Eventually) Feel Better. L’ha scritto Tyler Cowen, un economista libertario-cane-sciolto non meno critico verso i repubblicani che i democratici, che insegna alla George Mason, scrive per il New York Times, e insieme al collega Alex Tabarrok dal 2003 col loro blog Marginal Revolution è la seconda stella del firmamento internettiano economico con Paul Krugman (io tifo per Cowen, ovvviamente). E’ un libro che parla di America, ma utilissimo anche a noi. Il problema centrale: perché il reddito medio dei cittadini non cresce più come nei tumultuosi decenni del dopoguerra e fino alla fine anni Settanta? Read More

31
Gen
2011

Agenda digitale per l’Italia

Sono tra i cento sottoscrittori del manifesto per dare all’Italia un’agenda digitale, pubblicato a pagamento proquota a nostro carico sul Corriere della sera a pagina 8 stamane. E’ un’idea che alcuni di noi hanno maturato a fine anno scorso, di fronte allo stallo in cui reiteratamente si era bloccato ogni tentativo di adottare una direttrice nazionale condivisa per superare uil gap di infrastruttu8re e investimenti sulle reti di nuova generazione e sulle ITC. Al di là dell’agenda per la digitalizzazione della PA propugnata dal ministro Brunetta, in realtà  tresta del tutto irrisolto il contrasto d’interessi tra il più lungo possibile sfruttamento residuo della rete in rame Adsl dell’incumbenti Telecom Italia, rispetto alla maggior rete in fibra ptresente tra tutti i Paesi europei, quella di Fastweb, che giocoforza in questi ultimi anni ha proceduto a rallentare gli investimenti. Il memorandum of understanding sottoscritto da tutte le maggiori aziende telefoniche e di TLC operanti in Italia lo scorsop novembre lascia del tutto irrisolto il problema. E si continua a con fondere l’obiettivo minimale di colmare in qualche modo il digital divide che ancora grava su vasta parte del territorio italiano e che offre a cittadini e imprese che vi risiedono 70 o 150 kbps – cosa che per scaricare un video o megtterlo in rete comporta decine di minuti – rispetto a come impostare il problema di promuovere bandaultralarga al più presto. Non si tratta di chiedere allo Stato di sostituirsi al mercato e agli operatori – almeno dal mio punto di vista, ma tra i firmatari ci sono tuitti i CEO= delle maggiori aziende di settore italiane e non possono che pensarla così, al netto degli incentivi che naturalmente ai loro occhi non guasterebbero. Ma resta il fatto che ancora una volta la questione televisiva – specificamente la transizione al digitale terrestre – ha finito per bloccare e ritardare ogni altra priorità per questioni politiche, stnte la natura proprietaria dei due maggiori competitor, uno di Berlusconi e l’altro pubblico con Sky terzo incomodo in crescita.  Sul sito www.agendadigitale.org trovate oggi approfondimenti e particolari dell’iniziativa e dei sottoscrittori. Terremo un primo incontro il 9 febbraio a Roma, partiranno in qyuesti giorni circa 10 milioni di mail e contatti sulla rete, verranno lanciati vide virali con alcuni artisti sottoscrittori del manifesto. Berlusconi oggi nel suo articolo sul Corriere – il mio giudizio secco sulla proposta di un copinvolgimento offerto all’opposizione per una comune strategia di crescita fondata sulle liberalizzazioni è: non avrà seguito, vista l’atmosfera politica pressoché totalmente compromessa – avanza la proposta di un sottosegretario a Internet. ma qui si tratta di tutt’altro, non di un sottosegretario in più o in meno. Read More