7
Apr
2011

La guerra italo-francese e il rischio degli aerei di Stato

Siamo un popolo strano, noi italiani. Copiamo sempre gli esempi peggiori. La Francia, con la quale è iniziata una vera battaglia economica, persegue una politica di difesa delle aziende strategiche e noi seguiamo i cugini transalpini. Poco importa che la difesa (settore strategico in Francia) sia diverso dallo yogurt (settore strategico in Italia?); ciò che importa è considerare l’intervento dello Stato come salvifico dall’invasore straniero. La storia si ripete. Esattamente tre anni fa, il clima pre-elettorale stava portando ad uno degli scempi più grandi registrati nel nostro Paese: la difesa dell’italianità di Alitalia. Non si volevano i francesi di AirFrance-KLM allora, come non li si vogliono ora per il caso Lactalis-Parmalat. Quali “vantaggi” portò l’italianità? Oltre tre miliardi di euro di costi diretti per il contribuente, oltre ad una chiusura del mercato aereo che ancora oggi provoca danni per i viaggiatori aerei italiani. Read More

5
Apr
2011

E se la Taylor-Rule fosse incoerente?

Ho criticato più volte, anche in commenti qui su Chicago Blog, la fiducia che molti, perfino menti che stimo, hanno accordato alla Taylor-Rule. La critica concerne il fatto che tale regola sia vista come un modo di “limitare” la discrezionalità della Banca Centrale, imbrigliandola in un meccanismo conosciuto; il mainstream ne fa discendere una possibilità di ancoraggio delle aspettative di inflazione dei prezzi (senza più sorprese – grazie alla regola la politica monetaria sarebbe del tutto prevedibile), e i liberisti (tra cui austriaci e austrofili) vi vedono la fine della discrezionalità monetaria e quindi degli stimoli ad hoc forieri di ciclicità.

Oltre a criticare questa visione, porto qualche numero che mi fa dubitare ancora di più della significatività di questa regola.

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5
Apr
2011

Politiche industriali: la dottrina dei fatti – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

Recentemente, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha auspicato il ritorno a IRI e Mediobanca come modelli in grado di “organizzare e difendere il sistema” da piani antiscalate estere. Il Ministro è sempre stato ideologicamente incline a riservare allo Stato un ruolo di indirizzo dello sviluppo industriale includendolo tra le forze economiche decisive del sistema sociale. Tempo fa invitò il pubblico ad acquistare i titoli di stato come la “cosa più buona che ci sia”. Read More

4
Apr
2011

Cosa succede a mettersi contro lo Stato

Non credo che occorrano molte parole per ripercorrere le tappe della vicenda giudiziaria di cui è protagonista Giorgio Fidenato, il quale ha seminato lo scorso anno una varietà di mais geneticamente modificato regolarmente autorizzato nell’UE sui suoi terreni in provicia di Pordenone. Chi legge abitualmente queste pagine ne sa già abbastanza. Per gli altri basti dire che il mais Mon 810 è regolarmente iscritto al catalogo comune delle varietà ammesse al commercio e alla coltivazione in Europa, e che l’Italia non ha mai chiesto la “clausola di salvaguardia”, ovvero non ha mai messo in atto l’unica procedura riconosciuta dall’UE per poter vietare sul proprio territorio la semina di una varietà geneticamente modificata, procedura che consiste nel presentare evidenze scientifiche che dimostrino la sussistenza di pericoli per la salute o per l’ambiente.

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4
Apr
2011

Keynes e il buon moltiplicatore della…mafia!

D’accordo, lo so, molti economisti arricceranno il naso a questo post. Li rassicuro del fatto che anche noi seguiamo con accaninmento e sincera dedizione il maxi dibattito planetario in corso nella comunità degli economisti sulla stima del moltiplicatore della spesa pubblica nella grande crisi dal 2008 in avanti,  e personalmente mi convincono più i lavori di Bob Barro che quelli di Christina Rohmer o di Corsetti, Ilzetzki e Nakamura. Ma non ho potuto fare a meno di approfittare per un post al volo, appena scorso questo articolo dei professori Antonio Acconcia, Saverio Simonelli e Giancarlo Corsetti. E’ una ripresa divulgativa di un precedente paper di Acconcia e altri, in cui il moltiplicatore verniva valutato in Italia tra 1,4 e 2, dunque molto alto, assumendone impatto e stima sulla spesa pubblica per lavoro aggiuntivo a livello locale. Ora io non intendo minimamente mancare di rispetto ai tre economisti, che per primi riconoscono che la stima del moltiplicatore vari da tipo di crisi a tipo di crisi, e si dimostri assai opinabile ex post una volta intrecciato con l’andamento del ciclo. Quel che mi colpisce è la stima a conferma del multiplo così elevato nella realtà pubblica locale italiana, utilizzando in questo caso gli effetti ex post misurabili di freno alla crescita per effetto di scioglimenti coatti delle amministrazioni locali colluse con mafia e camorra. L’effetto paradossale è che il moltiplicatore keynesiano funziona assai meglio con  la mafia al comando: non so quanto si debba prenderlo come puro strumento analitico, a me sembra un potente elemento di riflessione in sé e per sé. Se posso aggiungere: con un amaro sorriso sulle labbra, visto che poi ci interroghiamo sul come e perché mafia e camorra sembrino e siano più efficienti in tanta parte d’Italia rispetto all’ordinamento costituito.

3
Apr
2011

Sintesi del 2010: poveri e tartassati

Lo scorso primo marzo l’Istat ha comunicato i dati ufficiali sul Pil del 2010 e un preconsuntivo dei dati di finanza pubblica. In attesa del conto consolidato della P.A. per il IV trimestre 2010 e per l’intero anno, che sarà pubblicato lunedì 4 aprile, è tuttavia utile commentare due dati del 2010 i quali appaiono positivi a un primo esame e assai meno  dal secondo in avanti.  Uno di essi è la crescita del Pil reale: se è vero che il +1,3% dell’Italia è comunque distante dall’1,7% dell’euroarea, dall’1,8% dell’UE27 e dal 2,8% degli USA, esso è pur sempre maggiore di qualche decimo di punto di quanto ci aspettavamo sino a pochi mesi fa. La seconda notizia positiva è la riduzione della pressione fiscale: secondo l’Istat si sarebbe infatti attestata nel 2010 al 42,6%, mezzo punto al di sotto dell’anno prima. Read More

3
Apr
2011

Treni e rinnovabili: IBL sfida Legambiente

La pubblicazione dell’ultimo rapporto IBL sul costo dei sussidi verdi (qui lo studio e qui l’articolo del Sole 24 Ore che ne anticipava i risultati) ha suscitato polemiche di vario tipo. In particolare i nostri numeri hanno fatto arrabbiare Legambiente. Tuttavia l’organizzazione ecologista non ci rivolge critiche specifiche, scegliendo piuttoso una risposta benaltrista: è “ben altro” che fa lievitare i costi delle bollette, a partire dai sussidi a Trenitalia. Se fosse una partita a poker, rilancerei.

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3
Apr
2011

La mappa dell’evasione, trappola dell’induzione

So di essere minoranza. Ma mi ha vivissimamente contrariato,  l’apertura del Corriere della sera di oggi con le estrapolazioni e la mappa dell’evasione fiscale predisposta come ultima trovata dall’Agenzia delle entrate del dottor Befera. Si tratta dell’ennesimo aggiornamento della collaudata strategia di successo mediatico perseguita dallo Stato in materia fiscale: alimentare la guerra sociale tra italiani alla ricerca dell’evasore della porta a fianco, per far dimenticare l’intollerabile crescente livello della spesa pubblica e della pressione fiscale, in cambio dell’ inefficienza e discrezionalità pubblica che tasse e spesa pubblica alimentano. E’ quello il vero scandalo, non la riscoperta dell’acqua calda e cioè che esiste la path dependence e dunque anche la tax compliance dipenda da fattori di lungo periodo storico-culturali, per cui ovviamente nel Sud il problema è molto più elevato, sino a 6 volte rispetto ad aree del Centronord. Solo che se leggete le istruzioni per l’uso elaborate dall’ineffabile team di estrapolatori di Befera, vi si dice che al Sud l’evasione sarà pure percentualmente più alta ma il reddito è molto più basso e dunque anche l’imposta dovuta coi relativi accertamenti più difficili, mentre naturalmente al Nord la propensione a evadere è in effetti molto minore ma il reddito e l’imposta dovuta salgono di molto, e dunque il problema vero per lo Stato che deve recuperare da affamato cronico qual è gettito aggiuntivo sarebbe al Nord. Se invece leggete il quaderno di ricerca del servizio studi di Bankitalia a cura di Stefano Manestra che vi ho messo prima in link, troverete VERE considerazioni scientifiche sulle serie storiche, sui problemi tecnici che restano molto seriamente aperti per stimare il gettito aggiuntivo dovuto visto che i criteri per il calcolo di cifra d’affari, reddito ricavato e imposta dovuta lo Stato li elabora per i fatti suoi per autonomi e professionisti e piccole imprese, nonchè sul fatto che in realtà storicamente   il problema dell’evasione fiscale in Italia – una piaga sin dall’inizio del claudicanmte edificio statuale unitario , e preesistente nei precedenti ordinamenti territoriali – è IN CONTRAZIONE e non in espansione, A DIFFERENZA DI QUANTO SOSTENGONO TUTTI COLORO CHE NE FANNO UNA CLAVA DI CONSENSI A FINE DI MAGGIOR SPESA PUBBLICA E PIU’ ALTO PRELIEVO. E se il tasso di abbattimento dell’evasione resta ancora lento , ciò si deve alla complessità, tortuosità e discrexioalità della legislazione vessatoria posta in essere dallo Stato: la Banca d’Italia correttanmente lo ammette, gli angeli dell’Agenzia funebre tributaria di Stato se ne guardano naturalmente bene. Read More

31
Mar
2011

L’avvelenata liberista: no al Fondo sovrano, no alle tasse

Viviamo tempi tumultuosi. Ma volte mi sembra che il sovvrapporsi degli eventi, dal 2008 a oggi, ci impedisca di tenere l’occhio fermo su alcune coordinate di fondo, del nostro Paese, della sua economia, e della condizione delle imprese e del lavoro. Mi limito a fare quattro numeri. Ma prima vado dritto al punto. Anche per questi quattro numeri, sono as-so-lu-ta-men-te contrario a due novità di giornata.

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