13
Giu
2011

L’inizio della fine dei sussidi ai biocarburanti?

Non se ne parla (ancora) molto, ma è appena uscito un rapporto sulle crisi alimentari e sulla volatilità dei prezzi delle materie prime agricole che potrebbe rappresentare un punto di svolta importante sia per quanto riguarda le politiche agricole che quelle energetiche nel prossimo futuro. Le fonti sono piuttosto autorevoli, dato che il rapporto è il frutto di un lavoro comune che ha coinvolto appena 10 organizzazioni sovranazionali tra cui la Banca Mondiale, l’OCSE, il WTO, la FAO ed altre agenzie delle Nazioni Unite.

La novità è che si invitano con decisione i governi del G20, ai quali il rapporto è indirizzato, a

“rimuovere le disposizioni delle attuali politiche nazionali che sovvenzionano la produzione o il consumo di biocarburanti”

In subordinata ipotesi, i governi dovrebbero almeno sviluppare piani di contingenza per sospendere temporaneamente i sussidi ogni volta che il gap tra produzione e consumi dovesse provocare repentini aumenti nei prezzi dei generi alimentari.

13
Giu
2011

La bruciante sconfitta è di chi legifera e sparisce

Non ho sbagliato il pronostico sul referendum, come non l’avevo sbagliato da mesi sulle amministrative.  Gli evidenti segni di crisi di consenso nelPaese al governo Berlusconi hanno portato prima alla sconfitta in città simbolo come Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Novara e via continuando, e ora hanno riportato dopo 26 anni il quorum referendario di molto oltre il 50%. Non aver capito da mesi e mesi che questa era l’aria che tirava nel Paese verso il governo e il suo leader, oppure – ciò che è peggio – averlo capito ma non esser riusciti ad articolare un minimo di reazione politica per timore delle sue reazioni, è il segno ormai conclamato di una gravissima crisi politica del centrodestra e innanzitutto del suo leader. Per conto mio, qualunque sia la – ovvia – volontà di sopravvivenza del governo,  mi riesce assai difficile immaginare atti politici di portata tale da invertire il segno e risalire la china. Vedremo la Lega che deciderà, vista la protesta da mesi montante nella sua base. Di fatto, la mia sintesi a oggi è questa: Berlusconi è politicamente ferito a morte perché privo di reazione, e al suo fianco – come si vede dai quesiti e come si è visto nella campagna referendaria – la sinistra riformista di governo è politicamente sconfitta.  Il principio delle gare di evidenza pubblica nell’affidamento dei servizi locali – il primo quesito sull’acqua indebitamente e vergognosamente gabellato per privatizzazione – è entrato nella legislazione e nel dibattito italiano grazie ai riformisti del Pd, fin dai tempi di Giorgio Napolitano ministro dell’Interno. Ma il Pd su questo – come sul ripensamento in materia di no al nucleare che aveva avviato in primis lo stesso Bersani – è stato letteralmente travolto.  In nome del no a un  Berlusconi minaccia per la democrazia e soprattutto ridotto – autoridotto, verrebbe da dire – a barzelletta di sesso-dipendenza, e alla semplifgicazione radicale e antagonista di ogni scelta concreta, sintetizzata in parola d’ordine ideologica. Read More

13
Giu
2011

Il buco nell’acqua (con una proposta per uscire dal guado)

Non c’è dubbio: per chi crede nel mercato, il voto di ieri e oggi è una cattiva notizia. Il raggiungimento del quorum, con l’ovvia vittoria dei “sì”, ai due referendum sull’acqua ci riporta indietro di molti anni, e da molti punti di vista. Anzitutto riporta indietro il settore dei servizi pubblici locali: con quali possibili conseguenze, lo abbiamo discusso qui assieme a Serena Sileoni (ci tornerò alla fine di questo post, con una proposta). Riporta indietro la discussione su concorrenza e mercato, visto che, per la prima volta da molti anni, ci siamo trovati di fronte a un’opinione pubblica che ha esplicitamente preferito l’inefficienza del pubblico ai profitti del privato (il che è vero soprattutto sul piano dei simboli e della comunicazione politica). Riporta indietro la qualità del dibattito pubblico, perché abbiamo affrontato una campagna elettorale brutta, alimentata da slogan ultrasemplificati, e dove per giunta il contenuto tecnico dei quesiti è stato sacrificato al messaggio politico che tramite essi si voleva mandare al Cav. Ma questa è una scusa molto parziale e non cancella il danno.

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13
Giu
2011

Oro e debiti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

“Chi scava una fossa ci casca dentro e chi demolisce un muro è morso da una serpe” Ecclesiaste X,8

“Deteniamo oro perché non abbiamo fiducia nel governo”, recita un vecchio proverbio anglosassone. È infatti il rischio governo in ogni paese a far salire il valore del metallo. Il rischio governo è quello associato ad un contesto economico caratterizzato da valori economici negativi: inflazione, crescita esponenziale dei debiti, dei derivati, svalutazioni competitive, tassi di interesse reali negativi. Il rialzo dell’oro dal prezzo di 250 dollari di dieci anni fa a quello corrente di oltre 1500 misura l’entità del disfacimento delle economie. Anzi il metallo è ancora a buon mercato se si considera lo stato fallimentare dei governi. Ci si prepari a impennate improvvise. Read More

12
Giu
2011

Quand‘ie gratìs: iungeme tutt’! Di A. Sileo

Riceviamo da Antonio Sileo e volentieri pubblichiamo.

Come rispondere ad una domanda secca? Be’, come tutti dovrebbero sapere, le risposte possibili sono (solo) tre:  sì, no e non so. Poi, si può essere d’accordo o meno sulla domanda in quanto tale e quindi non dare risposta alcuna. Ecco, secondo me, i due quesiti referendari sull’acqua chiamano in causa l’intera gamma delle risposte.  Perché i soli due quesiti dell’acqua? Perché nella demagogica “semplificazione” che ne è stata fatta credo ci si sia distaccati davvero troppo dalle norme che si vorrebbero abrogare.

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11
Giu
2011

Servizi pubblici locali: così va il mondo. Di M. Repetti

Riceviamo da Matteo Repetti e volentieri pubblichiamo.

Con il primo quesito referendario si chiede l’abrogazione dell’art. 23 bis, D. L. n. 112 del 2008, che prevede due modalità di affidamento dei servizi pubblici locali, ovvero dei servizi forniti all’intera collettività dei cittadini quali il trasporto pubblico, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la fornitura di elettricità e di gas, ecc.: quindi, non corrisponde affatto al vero che si tratti di un quesito relativo specificamente al servizio idrico.

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11
Giu
2011

L’acqua e l’abuso del referendum. Di F. Bassanini

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo di Franco Bassanini, scritto originariamente per i siti www.firstonline.it e www.astrid.eu.

I due referendum “sull’acqua” rappresentano – purtroppo –  un pessimo esempio di abuso di una importante istituzione democratica quale è il referendum abrogativo. E’ molto probabile che la stragrande maggioranza degli italiani voteranno Si o NO nella convinzione di decidere se l’acqua deve restare un bene comune pubblico o no. Lo stesso titolo del primo dei due referendum  (“referendum sulla privatizzazione dell’acqua”) conforta questa convinzione.

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