14
Lug
2011

Nessuno tocchi i privilegi

Riceviamo e volentieri diffondiamo il testo di un volantino che un lettore di Chicago-blog ha appeso nella propria parafarmacia. La sorte dei due emendamenti alla manovra – quello sulla liberalizzazione delle professioni e quello sui costi della politica – è un segnale indicativo di quanti sia forte la resistenza da parte di caste e corporazioni. Sono proprio queste caste e corporazioni, però, col loro peso, a rallentare la crescita economica italiana. Finché non sapremo intervenire con forza, ci saranno poche speranze di miglioramento.

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14
Lug
2011

Chi l’ha detto a proposito di chi? Concorso a premi

Il primo che trova la soluzione, riceverà una copia omaggio del libro di Richard Epstein, Mercati sotto assedio.

Dicono che l’onorevole G. sia uomo di poche letture. Del che si deve dargli molta lode perché i grandi pensatori ed i grandi statisti mai sempre si curarono poco di inutili ed ingombranti letture, remora al pensiero ed impedimento all’azione. Talvolta però lo scarso leggere induce lo statista, assai più del pensatore, a credere d’aver fatto cosa che sarà giudicata mirabile dagli storici dell’avvenire come quella che precorreva i tempi nuovi ed incanalava su nuove vie la politica ed il movimento sociale del tempo. Oggi si chiama grande ‘fatto storico’ la chiamata di un socialista a dar parere sulla situazione politica (…) Si consenta ad un dottrinario di confessare candidamente il suo smarrimento mentale a sentir dire che quello dell’onorevole G. fu un atto od un desiderio destinato a rimanere nella storia. Poiché fatto storico pare che sia soltanto quello dello statista grande, che figge lo sguardo nel futuro e chiama a sé i rappresentanti delle idee nuove destinate a rivoluzionare il mondo, a gittare un germe di rinnovamento in una società in dissoluzione. Invece l’onorevole G. ha guardato indietro, verso il passato, ed ha chiamato o desiderato di chiamare a sé il rappresentante di idee, che ignoro se siano mai esistite, ma che adesso sono ben morte.

13
Lug
2011

Il debito e i cialtroni

E vi stupite che i mercati scommettano contro l’Italia? Nel pomeriggio di oggi il governo ha svelato i suoi due “piani” per tornare a privatizzare e liberalizzare. Due tardivi ritorni di fiamma, della serie: non sappiamo più che pesci pigliare. Privatizzazioni e liberalizzazioni, però, non si fanno di norma perché l’ha ordinato il dottore. Si fanno perché, perdonate la frase da libro Cuore, uno ci crede. Si fanno perché rientrano nella visione complessiva che del futuro di un Paese hanno le forze politiche cui è toccato in sorte di governarlo. Si fanno perché si è capito che a frenare la crescita non è quanto sopravvive in Italia di un’economia privata, ma il socialismo introdotto surrettiziamente nel sistema. Read More

13
Lug
2011

Dice Der Spiegel: punire l’Italia è del tutto ragionevole

Istruttiva intervista dello Spiegel a Hans-Peter Burghof. I politici italiani farebbero bene a leggerla. La tesi è chiara: punire l’Italia è del tutto ragionevole. Il premier? E’ lui il primo a indebolire l’Italia con le sue “reckless chatters”. Tremonti? Convincente quando parla incessentamente per primo di tagli alla spesa e riforme, un po’ melodrammatico quando identifica il suo destino personale con la solidità dell’Italia, ma…

It doesn’t make Italy any more credible when Berlusconi cracks jokes about him.

Aiutare la Grecia sì e l’Italia no? Ha senso, proprio perché l’Italia è un’economia grande e forte di un proprio solido apparato industriale. Ma anche Schauble dice che non è come la Grecia? Ha torto il superministro tedesco, perché l’Italia ha un debito pubblico al 120% e ora il mercato fa bene a chiedersi se prestare soldi alla Repubblica Italiana abbia senso. Ma non è tutta colpa della speculazione? Niente affatto, sono i politici a cedere che il mercato sia fatto da bambini capricciosi che qualche parolina basta a sedare, ma sbagliano i politici perché il mercato evidenzia ragionevolmente le sue preoccupazioni, come fanno le persone adulte. Ma l’euroarea non va difesa in quanto tale? No, ogni Pasese risponde del suo debito, e finché sarà così tutto il mondo fa bene a distingere ogni singolo Paese dell’euro dall’altro. Semplice, lineare, e tagliente come un coltello. Non so dirvi se il rafforzamento della manovra in corso, con le annunciate liberalizzazioni e privatizzazioni che giudicheremo solo quando ci saranno note, sia da considerare davvero adeguato. Né come vada letta politicamente l’espressione usata usata da Tremonti, quando ha detto di una manovra rafforzata “accompagnata da chi l’ha varata”, parole ben diverse da quelle di Berlusconi che vuol restare in sella fino al 2013.  Ma il giudizio dello Spiegel dovrebbe essere scolpito nella testa dei politici italiani, in queste ore decisive. Altrimenti ogni persona ragionevole non potrà avere dubbi. Tra la continuità del governo e un governo diverso, se i mercati bocceranno clamorosamente la neomanovra, bisogna preferire un governo diverso, se naturalmente nascesse sulla base di misure più adeguate di ciò che non fosse bastato.

13
Lug
2011

Liberalizzazione del commercio: 8 italiani su 10 favorevoli

Un interessante sondaggio di IPSOS su un campione di 1000 persone (margine di errore compreso fra +/- 0,6% e +/- 3,1) rivela che 8 italiani su 10 sono favorevoli alla liberalizzazione del commercio, di cui ci siamo occupati a più riprese.

Le persone sarebbero quindi liete di poter scegliere quando fare acquisti, di “negoziare” implicitamente con i commercianti le ore migliori della giornata in cui alzare le saracinesche e, se turisti, di poter avere un servizio aggiuntivo al loro svago, mentre, se residenti, di poter fare la spesa in orari più comodi. Read More

12
Lug
2011

Contro il default vendere vendere vendere

I mercati finanziari non ci stanno dicendo nulla che non sapessimo. Ci ricordano, dolorosamente, che un individuo, una famiglia, un’azienda o uno Stato non può, contemporaneamente, essere sommerso dai debiti e continuare a spendere più di quel che guadagna. Ci ricordano, cioè, che abbiamo due problemi: l’eccesso di debito e l’eccesso di spesa (non dico, per ovvie ragioni, deficit di entrate). I due problemi si intrecciano – lo sbilancio di un anno è l’aumento del debito dell’anno successivo – ma vanno tenuti separati. Anche le soluzioni si intrecciano – meno spesa oggi vuole dire meno debito domani, e meno debito oggi vuol dire meno spesa per interessi domani – e pure loro vanno tenute separate. Per risolvere il problema della spesa, c’è l’imbarazzo della scelta. Per risolvere il problema del debito, una persona, una famiglia, un’azienda o uno Stato deve anzitutto fare una cosa: vendere il suo attivo patrimoniale per estinguere il debito.

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12
Lug
2011

Antonio Martino diventi il leader dell’attività riformatrice della maggioranza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gionata Pacor.

Ho avuto solo una volta l’occasione d’incontrare il Prof. Antonio Martino, ad un evento organizzato da Daniele Capezzone il 29 settembre 2007 a Milano, nel quale si parlava, guarda caso, di flat tax al 20%. Dopo 4 anni il tema è tornato attuale e sia Martino che Capezzone parlano di flat tax sulla stampa. Read More