13
Lug
2011

Dice Der Spiegel: punire l’Italia è del tutto ragionevole

Istruttiva intervista dello Spiegel a Hans-Peter Burghof. I politici italiani farebbero bene a leggerla. La tesi è chiara: punire l’Italia è del tutto ragionevole. Il premier? E’ lui il primo a indebolire l’Italia con le sue “reckless chatters”. Tremonti? Convincente quando parla incessentamente per primo di tagli alla spesa e riforme, un po’ melodrammatico quando identifica il suo destino personale con la solidità dell’Italia, ma…

It doesn’t make Italy any more credible when Berlusconi cracks jokes about him.

Aiutare la Grecia sì e l’Italia no? Ha senso, proprio perché l’Italia è un’economia grande e forte di un proprio solido apparato industriale. Ma anche Schauble dice che non è come la Grecia? Ha torto il superministro tedesco, perché l’Italia ha un debito pubblico al 120% e ora il mercato fa bene a chiedersi se prestare soldi alla Repubblica Italiana abbia senso. Ma non è tutta colpa della speculazione? Niente affatto, sono i politici a cedere che il mercato sia fatto da bambini capricciosi che qualche parolina basta a sedare, ma sbagliano i politici perché il mercato evidenzia ragionevolmente le sue preoccupazioni, come fanno le persone adulte. Ma l’euroarea non va difesa in quanto tale? No, ogni Pasese risponde del suo debito, e finché sarà così tutto il mondo fa bene a distingere ogni singolo Paese dell’euro dall’altro. Semplice, lineare, e tagliente come un coltello. Non so dirvi se il rafforzamento della manovra in corso, con le annunciate liberalizzazioni e privatizzazioni che giudicheremo solo quando ci saranno note, sia da considerare davvero adeguato. Né come vada letta politicamente l’espressione usata usata da Tremonti, quando ha detto di una manovra rafforzata “accompagnata da chi l’ha varata”, parole ben diverse da quelle di Berlusconi che vuol restare in sella fino al 2013.  Ma il giudizio dello Spiegel dovrebbe essere scolpito nella testa dei politici italiani, in queste ore decisive. Altrimenti ogni persona ragionevole non potrà avere dubbi. Tra la continuità del governo e un governo diverso, se i mercati bocceranno clamorosamente la neomanovra, bisogna preferire un governo diverso, se naturalmente nascesse sulla base di misure più adeguate di ciò che non fosse bastato.

13
Lug
2011

Liberalizzazione del commercio: 8 italiani su 10 favorevoli

Un interessante sondaggio di IPSOS su un campione di 1000 persone (margine di errore compreso fra +/- 0,6% e +/- 3,1) rivela che 8 italiani su 10 sono favorevoli alla liberalizzazione del commercio, di cui ci siamo occupati a più riprese.

Le persone sarebbero quindi liete di poter scegliere quando fare acquisti, di “negoziare” implicitamente con i commercianti le ore migliori della giornata in cui alzare le saracinesche e, se turisti, di poter avere un servizio aggiuntivo al loro svago, mentre, se residenti, di poter fare la spesa in orari più comodi. Read More

12
Lug
2011

Contro il default vendere vendere vendere

I mercati finanziari non ci stanno dicendo nulla che non sapessimo. Ci ricordano, dolorosamente, che un individuo, una famiglia, un’azienda o uno Stato non può, contemporaneamente, essere sommerso dai debiti e continuare a spendere più di quel che guadagna. Ci ricordano, cioè, che abbiamo due problemi: l’eccesso di debito e l’eccesso di spesa (non dico, per ovvie ragioni, deficit di entrate). I due problemi si intrecciano – lo sbilancio di un anno è l’aumento del debito dell’anno successivo – ma vanno tenuti separati. Anche le soluzioni si intrecciano – meno spesa oggi vuole dire meno debito domani, e meno debito oggi vuol dire meno spesa per interessi domani – e pure loro vanno tenute separate. Per risolvere il problema della spesa, c’è l’imbarazzo della scelta. Per risolvere il problema del debito, una persona, una famiglia, un’azienda o uno Stato deve anzitutto fare una cosa: vendere il suo attivo patrimoniale per estinguere il debito.

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12
Lug
2011

Antonio Martino diventi il leader dell’attività riformatrice della maggioranza

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gionata Pacor.

Ho avuto solo una volta l’occasione d’incontrare il Prof. Antonio Martino, ad un evento organizzato da Daniele Capezzone il 29 settembre 2007 a Milano, nel quale si parlava, guarda caso, di flat tax al 20%. Dopo 4 anni il tema è tornato attuale e sia Martino che Capezzone parlano di flat tax sulla stampa. Read More

11
Lug
2011

L’Italia è nel fuoco, rispondere si deve: su-bi-to

Scrivo alla chiusura di Borsa di lunedì, ed è stato un nuovo bagno di sangue, con un meno 4% che è il peggio nell’eurozona. peggiore. Lo spread sui decennali pubblici tedeschi è oggi salito di 70 punti base totali rispetto a dove stava all’inizio della seduta di venerdì. Intesa e Unicredit si sono alternate tutto il giorno nella sospensione al ribasso. La Spagna ci ha risuperati nel differenziale sui Bund, zompando oltre quota 300 punti base. Ci siamo, c’è poco da fare. Per un anno e mezzo l’Italia ci era riuscita, a non entrare nella lista dei Paesi sfiduciati nell’euroarea, Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna. Tre grandi fattori internazionali, e tre circostanze italiane, in pochi giorni hanno fatto convergere i propri effetti. E’ il quadro è cambiato. Purtroppo per noi. O si risponde subito col massimod ella serietà, o è solo l’inizio di altri peggiori guai. Read More

10
Lug
2011

Dovremmo davvero mettere al rogo gli speculatori?

Da qualche giorno circola con sempre più insistenza la tesi secondo cui la speculazione starebbe mettendo in ginocchio le banche italiane e minaccerebbe addirittura la stabilità del bilancio statale. Se con l’espressione speculazione ci si riferisce al mercato finanziario internazionale, è sicuramente vero che nell’ultima settimana i titoli di Unicredit e di Intesa hanno ceduto molte posizioni, proprio mentre lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi (ad esempio) cresceva in maniera significativa.

Quando si usa il termine “speculazione”, però, s’intende dire assai di più. Read More