Indignados a Wall Street, Tea parties e media con gli occhiali
Dal prossimo numero di Panorama Economy
I media italiani – in minor misura quelli europei – sono impazziti di gioia all’idea che gli indignados siano anche a Wall Street. Si sprecano i paragoni tra i protestatari nel distretto finanziario di New York e quelli di piazza Tahrir al Cairo, si inneggia al fatto che il cuore pulsante del malandato capitalismo finanziario mondiale registri finalmente grida come quelle riservate a Mubarak, Assad, Gheddafi o Ben Alì. Lasciamo perdere poi la ventata d’indignazione quando la polizia di New York, violato l’impegno da parte dei manifestanti di continuare a stare sui marciapiedi per non intralciare il traffico, ha per ore arrestato tutti coloro che trasgredivano. Manco si trattasse delle botte al G8 di Genova! Mentre a New York in caso di intralcio al traffico si viene fermati sì dalla polizia, ma rilasciati dopo poco con un biglietto pubblico di ammenda, che attesta la tua violazione e che resta nell’archivio che ti riguarda, dovesse far precedente a reati più seri della mera contestazione amministrativa. Per quel che conosco dell’America e di Nerw York, mi pare che l’enfasi di questi echi mediatici italo-europei scambi – capita spesso – ciò che si vede con ciò che si vorrebbe.