8
Ott
2011

Contro il debito più voti ai giovani

Nicolò si è appassionato all’Ipad del suo babbo. Vi trova un sacco di apps divertenti. Ma Nicolò utilizza l’Ipad anche per cose più serie. Ad esempio è lì che controlla i commenti ai suoi post. Ha così scoperto, e se ne è sorpreso, di essere un po’ troppo liberista. Ogni volta, mentre controlla i commenti, si sofferma anche, e con preoccupazione, sul contatore del debito pubblico che scorre minacciosamente.

Nicolò ha provato a chiedersi come si ritrova quei quasi 32 mila euro di debito che il contatore gli assegna. E’ vero che latte e pannolini sono cari, e che lui, essendo di buon appetito, fa un uso largo dell’uno e degli altri, ma non gli pare possibile essere arrivato a quel livello di debito.

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8
Ott
2011

La “Repubblica degli struzzi” malata di ipertensione fiscale

Non sarà una “Repubblica delle banane” (come dice l’On. Calderoli), ma è di certo una “Repubblica degli struzzi” che cercano nel buio con la testa infilata sotto la sabbia e non si vogliono rendere conto che il problema principale di questa nostra Italia è il Fisco prepotente, ossessivo, oppressivo, prevaricatore ed irrispettoso della dignità dei Cittadini.

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5
Ott
2011

Giù le mani dal web

I governi sono sempre più interessati alla rete: sebbene in Italia questa notizia non abbia avuto molto spazio nei principali canali di informazione, l’Economist vi ha invece dedicato più di un articolo. Vediamo, in breve, cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere in futuro. Read More

4
Ott
2011

Privatizzare treni e postini per ridurre lo spread

Le privatizzazioni hanno molti vantaggi e tra essi i proventi che possono apportare alle casse pubbliche non stanno ai primi posti. Le privatizzazioni servono in primo luogo a rimettere ordine nei relativi mercati, a far uscire il settore pubblico dalle gestione e a ricondurlo al ruolo esclusivo di arbitro, a realizzare un effettivo meccanismo di concorrenza nel mercato su basi paritetiche tra i diversi operatori. Per quanto riguarda i proventi, quelli diretti, cioè i ricavi della vendita vera e propria, non rappresentano, pur di ammontare previsto non trascurabile, gli effetti economici più consistenti.   Read More

4
Ott
2011

Indignados a Wall Street, Tea parties e media con gli occhiali

Dal prossimo numero di Panorama Economy

I media italiani – in minor misura quelli europei – sono impazziti di gioia all’idea che gli indignados siano anche a Wall Street. Si sprecano i paragoni tra i protestatari nel distretto finanziario di New York e quelli di piazza Tahrir al Cairo, si inneggia al fatto che il cuore pulsante del malandato capitalismo finanziario mondiale registri finalmente grida come quelle riservate a Mubarak, Assad, Gheddafi o Ben Alì. Lasciamo perdere poi la ventata d’indignazione quando la polizia di New York, violato l’impegno da parte dei manifestanti di continuare a stare sui marciapiedi per non intralciare il traffico, ha per ore arrestato tutti coloro che trasgredivano. Manco si trattasse delle botte al G8 di Genova! Mentre a New York in caso di intralcio al traffico si viene fermati sì dalla polizia, ma rilasciati dopo poco con un biglietto pubblico di ammenda, che attesta la tua violazione e che resta nell’archivio che ti riguarda, dovesse far precedente a reati più seri della mera contestazione amministrativa. Per quel che conosco dell’America e di Nerw York, mi pare che l’enfasi di questi echi mediatici italo-europei scambi – capita spesso – ciò che si vede con ciò che si vorrebbe. Read More

4
Ott
2011

Questa sì che è bella / 3. La privatizzazione delle società pubbliche

Alcuni giorni fa, si è svolto al ministero dell’Economia un seminario da cui, secondo il mito corrente, è uscito un grande piano di privatizzazioni. Siamo finalmente arrivati al momento in cui i colossi pubblici diventano privati?

Terzo di una serie di post: il primo sulla “privatizzazione” della CO2 è disponibile qui, il secondo sugli immobili si trova qui.

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3
Ott
2011

Inflazione o deflazione?

Da quando è scoppiata la crisi si è parlato o di inflazione o di deflazione, e non solo le analisi degli economisti ma anche i livelli dei prezzi non sono riusciti ad accordarsi su quale fosse l’evoluzione più probabile della situazione dei mercati. Ci sono motivi teorici dietro questa confusione? Sì, e soprattutto ci sono cattive spiegazioni da eliminare per fare un po’ di chiarezza. Read More