16
Nov
2011

Gli ordini professionali: cosa c’è di selvaggio nella liberalizzazione?

Due giorni fa è stato approvato il nuovo ddl stabilità dove, all’articolo 10, si avvia un possibile percorso di liberalizzazione degli ordini professionali. Le opportunità e i rischi di tale misura saranno approfonditi in un Focus di Silvio Boccalatte dedicato al tema. Ciò che si intende esaminare qui sono gli effetti benefici, che già si vedono, di quella che viene invece definita una “liberalizzazione selvaggia”. Read More

12
Nov
2011

Il programma europeo del (nuovo) governo

Entro venerdì scorso il Ministro dell’Economia avrebbe dovuto rispondere a 39 dettagliati quesiti formulati dal Commissario U.E. agli Affari economici Olli Rehn in una lunga lettera dello scorso 4 novembre ma dato che il governo è dimissionario è probabile che l’incombenza passi al governo entrante (*). I 39 quesiti sono tuttavia importanti perchè essi rappresentano una sintesi delle cose che avrebbero dovuto essere fatte negli scorsi anni e che non essendo state fatte e neppure tentate si dovrà cercare di realizzare a tappe forzate nei prossimi mesi. La lettera di Rehn è una sorta di negativo, come ai tempi della vecchia fotografia su pellicola,  di un impegnativo programma di governo. Basta stamparne il positivo, le risposte che sono in gran parte implicite nelle domande, ed ecco che il programma viene fuori.

In sintesi l’Italia ha bisogno di un governo che non ha bisogno di scrivere un programma (economico) perché questo è già il suo programma. E non si dica che si tratta di un commissariamento, trattandosi di provvedimenti ovvi che avremmo dovuto prendere spontanemente nel nostro interesse da molto tempo.

Quello implicito nella lettera di Rehn è un “programma europeo” in un triplice significato:

  1. E’ indispensabile all’Italia per continuare a stare in Europa e nella moneta unica.
  2. Ce lo impone l’Europa che non vuole rischiare di fallire trascinata dal nostro fallimento.
  3. E’ il programma che qualsiasi paese europeo in cui abbia prevalso il buonsenso economico (e quindi con pochissime eccezioni) ha già realizzato. 

(*) AGGIORNAMENTO: Il Ministero dell’Economia ha in realtà risposto ai 39 punti della lettera di Rehn. Lo riporta il Sole 24 Ore pubblicando sul sito il testo integrale della lettera inviata dal MEF a Bruxelles. Sul Sussidiario.net ho formulato proposte per riforme future su alcuni dei 39 punti.

9
Nov
2011

Attenti a ciò che rischiamo! Già 50 miliardi di oneri e sarà peggio

Gli spread stanno impazzendo, tra poche ore rischiamo di essere a quota 600, l’intera curva dei rendimenti per ogni scadenza è sopra il 7%. L’Italia rischia non la misisone ordinaria di monitoraggio del Fmi entro fine mese, ma dopodomani una squadra speciale del Fondo che sbarchi dagli elicotteri e ci imponga la secessione temporanea dai mercati, vincoli di capitale obbligatori e sanguinose manovre di ripresa di contatto con la realtà reale: il mondo non intende farsi coinvolgere nella follia di un’Italia che non è la Grecia ma non per quello che crede la sua classe politica, cioè troppo grande per fallire, ma non lo è appunto perché siccome siamo una fonte di contagio enorme il mondo interverrà con la cavalleria aerea per sbatterci alle corde, finché cambiamo marcia e disinnestiamo il pedale dell’irresponsabilità. Forse è bene porsi una domanda precisa. Quanto costa all’Italia, la drastica accelerazione del rischio di insolvenza pubblica che i mercati hanno iniziato a stimare da luglio ad oggi? E’ un esercizio contabile che vale la pena di fare, anche se pone rilevanti problemi economico-statistici, visto che le cifre su cui si può lavorare sono per lo più da stimare per approssimazione. Tuttavia dovrebbe rappresentare un esercizio obbligato per tutti i cittadini italiani, lavoratori e imprenditori, risparmiatori e contribuenti, in modo da sottoporre a un preciso rendiconto le responsabilità politiche di ieri, oggi e domani. E’ comprensibile che vasta parte degli italiani tenda a graduare le proprie valutazioni riferendosi al tradizionale asse valoriale destra-centro-sinistra. Ma non è male tentare anche di appoggiare il proprio ragionamento a qualche numero che si riferisca anche ai valori economici. Ieri sera  ci ho provato, quando lo spread era a 495 e non a 563 dove svetta ora che posto. Read More

8
Nov
2011

Oro alla patria? no grazie, ecco perché

Ma è davvero appropriato e giusto, chiedere che gli italiani mostrino il loro patriottismo correndo a sottoscrivere titoli del debito pubblico? L’appello lanciato da Giuliano Melani sul Corriere della sera ha fatto proseliti. E’ piaciuto alle grandi banche italiane, che hanno annunciato che rinunceranno alle commissioni sui titoli in occasione di un vero e proprio BTp Day. E’ è stata rilanciata da organi di stampa nel Nordest e molti presidenti di Unioni territoriali di Confindustria del Veneto hanno sottoscritto, tra il plauso di esponenti politici. Mi rendo conto che è assai scivoloso, rompere il coro pressoché unanime di consensi che si è levato in favore dell’iniziativa. Eppure penso sia giusto farlo. Read More

8
Nov
2011

L’Opera al cinema: diffondere cultura e fare quattrini

Ignaro della durata del Siegfried ho accettato l’invito a prendere parte a questo bellissimo esperimento sbarcato quest’anno anche in Italia: la programmazione del Metropolitan Opera di New York in HD in diversi cinema del nostro Paese. Contenuti del Met e distribuzione di Nexo Digital.
Oltre a ignorare la durata dell’opera (5 ore e 30 minuti!) le mie conoscenze su Richard Wagner erano molto limitate. Per me Wagner è: il protagonista di una splendida battuta pronunciata in un film di Woody Allen (“Quando vado all’Opera a vedere Wagner proprio non ce la faccio: dopo 10 minuti mi viene voglia di invadere la Polonia”) e l’autore de “La cavalcata delle Valchirie”, musica che accompagna l’arrivo degli elicotteri in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola.
Detto questo, sulla qualità della produzione mi limito a riportare i giudizi dei presenti in sala: superba, straordinaria, ecc. Per quanto mi riguarda, invece, sposterei l’attenzione non su considerazioni di carattere “estetico” (che lascio per mia incompetenza ai musicologi) ma sull’evento in sé. Da alcuni anni il Met ha chiuso accordi per proiettare in diversi Paesi la propria programmazione. In totale 54 Paesi. I cinema nel mondo che ieri hanno proiettato il Siegfried sono stati 1600, di cui 40 in Italia. Una platea incredibile… Read More

4
Nov
2011

Arriva pure il Fmi, il governo non lo sa. Anche a noi tocca decidere

Mi sono astenuto dal seguire sul blog giorno per giorno l’andamento “obbligato” della perdita di credibilità italiana, l’ho fatto ogni giorno su radio24. Alla componente di credibilità soggettiva – che riguarda personalmente Berlusconi in maniera crescente da due anni a questa parte, ed è irreversibile a mio giudizio da tempo – si è aggiunta in sede internazionale e in maniera conclamata da luglio quella oggettiva, che riguarda la politica economica del governo. E’ una perdita di credibilità che investe Berlusconi e Tremonti insieme, anzi aben guardare dovrebbe riguardare  più il secondo del primo.

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3
Nov
2011

Il denaro a nudo – di Gerardo Coco

Gli ultimi quarant’anni anni sono storia di crisi finanziarie succedutesi con sempre maggiore frequenza ed intensità, iniziate dopo il crollo dell’ordine monetario stabilito a Bretton Wood alla fine della seconda guerra mondiale. Quest’ordine era basato sulla convertibilità del dollaro in oro e nelle valute dei maggiori paesi industriali secondo cambi fissi. Il sistema si disintegrò per il deliberato default degli Stati Uniti. Quando i paesi partner, allertati dalla progressiva svalutazione della valuta americana dovuta al crescente indebitamento ne chiesero la conversione in oro, gli USA
risolsero unilateralmente l’accordo dichiarando il dollaro inconvertibile. Da un “sabotaggio” come questo non poteva svilupparsi un mondo sano. La fine del sistema di Bretton Woods spegneva per sempre la stella polare dell’attività finanziaria e creditizia mondiale e da quel momento le principali valute svincolate dalla disciplina del sistema aureo cominciarono a circolare come una muta di cani sciolti creando il marasma degli squilibri globali, della spesa incontrollata, delle perturbazioni, svalutazioni e del debito esponenziale.
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