11
Dic
2011

Salari pubblici e privati sotto esame

In un’intervista al “El Mundo” dell’altro ieri, Robert Solow, premio Nobel per l’economia nel 1987 ha affermato che Italia e Spagna devono abbassare i salari. Un’affermazione in linea con quanto detto su queste colonne nelle settimane scorse.

Il premio Nobel per l’economia ha anche mostrato il suo scetticismo sulla sopravvivenza dell’Euro. A suo parere i leader dei Governi Europei si stanno concentrando da troppo su pareggio di bilancio, golden rule e tassazione esasperata, invece di guardare all’elemento essenziale: la crescita economica.

La zona Euro per l’economista è troppo frammentata, nel senso che la produttività è troppo differente tra i paesi “virtuosi” quali la Germania e quelli della sponda sud del Mediterraneo. Per troppi anni i salari di Italia, Spagna e Grecia sono cresciuti in completo disallineamento rispetto all’incremento della produttività.

Proprio su questo fronte, quello della produttività, è necessario essere realisti.

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10
Dic
2011

In ricordo dell’Euro

L’Euro Vertice ha partorito un accordo. Debole, come giustamente ritiene anche Oscar Giannino su queste colonne. La domanda da porsi è: perché i mercati dovrebbero credere questa volta a quegli stessi leader che da due anni fanno promesse e non le rispettano?

Se l’Unione Europea saprà rispondere con convinzione a questa domanda, l’Euro potrebbe salvarsi, altrimenti la moneta unica rischia di diventare un ricordo lungo solo dieci anni. Read More

10
Dic
2011

Manovra Monti: lo scudo fiscale tra inaffidabilità e incertezza

La manovra Monti applica un’imposta dell’1,5% sulle attività finanziarie e patrimoniali che sono state oggetto di rimpatrio o regolarizzazioni in occasione dello “scudo fiscale” del 2009, la cui memoria è ancora viva nella mente degli italiani, e di un assai precedente condono fiscale di attività estere contenuto nel decreto legge n. 350/2001, approvato in vista dell’introduzione dell’euro. Read More

9
Dic
2011

L’euroscelta che obbliga allo scetticismo: miracoli in tre mesi dopo anni di vizi?

L’Unione europea distinta dall’euroarea non c’è più, dopo l’accordo della notte scorsa. Nove Paesi dell’Ue dei 10 che non aderiscono alla moneta unica hanno accolto la proposta tedesca di impegnarsi duramente insieme ai 17 dell’eurozona per far nascere insieme entro pochi mesi l’abbozzo di una vera Unione Fiscale Europea. Il Regno Unito è rimasto fuori. Non è stato l’accordo che salva l’euro una volta e per sempre. Restano delusi sia i sostenitori degli eurobond per dar corpo immediatamente a politiche comuni, sia coloro che invocavano subito una BCE pronta a monetizzare i debiti pubblici. L’accordo prevede esattamente quanto Angela Merkel aveva illustrato con chiarezza a tutti gli altri governi. La Germania non ha ceduto di un millimetro. In 10 anni di euro, troppi governi hanno approfittato dei bassi tassi garantiti dalla moneta comune per rinviare riforme incisive e necessarie, sia per mettere in equilibrio e sicurezza la finanza pubblica sia per accrescere la produttività dell’economia reale. Ora, per la Germania credibilità ed esistenza stessa dell’euro si salvaguardano solo imparando la lezione. E la lezione si impara facendo in fretta e con procedure ferree le riforme mancate da ciascuno in ambito nazionale. E’ una scelta molto rischiosa, giusta ma rischiosa. Non so quanto davvero la politica nazionale europea ne sia in grado. A me, pare di no. In quel caso l’euro salta. Read More

9
Dic
2011

Gli aeroporti sono troppi?

“Gli aeroporti sono troppi”. Con questa frase il neo Ministro ai Trasporti, alle Infrastrutture e allo Sviluppo Economico ha paventato davanti alla Camera una riduzione del numero degli scali. È un’idea vecchia, che non si discosta troppo da quella dei predecessori, sia l’ex Ministro del Governo Berlusconi Altero Matteoli che l’ex Comunista Alessandro Bianchi del Governo Prodi.

Ma davvero sono troppi gli aeroporti? Questa critica al sistema aeroportuale di solito è accompagnata da una frase di rito: “da Cuneo a Trieste ci sono ben dieci scali aeroportuali”.

La frase sarebbe esatta con l’aggiunta di una sola parola: pubblici. Ci sono troppi aeroporti pubblici. Se fossero tutti aeroporti a gestione privata il problema non si porrebbe. Il problema nasce dalla gestione pubblica di questi scali, che troppe volte è fonte di sussidi e perdite. Read More

9
Dic
2011

E se la fine dall’euro non fosse l’opzione peggiore? – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

Non sappiamo quando, ma succederà: la dissoluzione dell’eurozona. Anche al profano non è sfuggito che il progetto di integrazione monetaria più ambizioso della storia, è andato in crisi dopo appena dieci anni di operatività. Un record di velocità fallimentare. Nel corso dei secoli non c’è unione monetaria che sia sopravvissuta senza che i suoi confini combaciassero con quelli delle aree politiche, salvo appunto quella degli Stati Uniti d’America che pure ha impiegato ben due secoli prima di funzionare. Read More

8
Dic
2011

Si ballerà eccome e comunque, dopo l’eurovertice

Ammettiamo per ipotesi che l’eurosummit di stasera e domani vada al meglio. Che il six pack, i sei punti convenuti – conven uti davvero? -tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy a inizio settimana vengano condivisi entusiasticamente da tutti. Che il Protocollo 12 – come i tedeschi definiscono con disprezzo la proposta minimalista di van Rompuy avanzata ieri – venga scartato, in nome di una modifica vera e rapida ai Trattati per far nascere l’Unione fiscale. Non ci credo ma immaginiamo che accada davvero, e che inizi il complesso processo di ratifica a tappe forzate dei Trattati, a favore di procedure di bilancio “blindate” e con ruolo ispettivo e sanzionatorio della Corte di giustizia europea. Che l’Esm sostituisca l’Efsf già entro il 2012. Ammettiamo tutto questo per ipotesi. La domanda diventa: quanto durerà il test dei mercati sulla solidità, tempestività ed efficacia di tali nuovi determinazioni? che cosa avverrà, nel frattempo? E’ possibile immaginarlo senza la pretesa di voler fare gli auguri che interrogavano con il volo degli uccelli la volontà dei dei, superni o inferi a seconda di quale fosse il quadrante da cui i pennuti si manifestavano? Con una certa approssimazione, certo che è possibile immaginarlo. Nel senso che i politici e tantissimi con loro possono forse immaginare che come ad opera di una bacchetta magica il selling colossale di asset europpei si arresti, il beta e la volatilità dei mercati si plachi,gli spread convergano di nuovo come ai vecchi tempi, e tutti vissero felici e contenti. Naturalmente, però, l’esperienza ci dice che molto probabilmente non sarà così. Per diverse ordini di ragioni. Read More

8
Dic
2011

Manovra Monti: Liberalizzazione della vendita dei farmaci: contrordine compagni!

È veramente fastidioso notare come le norme in materia di decreto-legge siano sistematicamente violate: nello specifico, un testo approvato dal Consiglio dei Ministri subisca ampie e svariate mutazioni dopo il voto del Consiglio dei Ministri e prima di ottenere l’agognata firma del Presidente della Repubblica. Ma non si potrebbe!
Andiamo al caso concreto. Read More

7
Dic
2011

Manovra Monti: liberalizzazione del commercio

Le reazioni alla manovra Monti, comprese quelle manifestate nella serie di post in questo blog, hanno sostanzialmente sottolineato il dato che nel decreto legge ci sono molti sacrifici, ma poche prospettive di crescita e sviluppo.Si salva da questo giu dizio un articolo che riguarda una questione solo apparentemente marginale e che, nel chicago-blog, è stata spesso affrontata: la liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali. Read More