14
Ago
2021

Curare le PMI si deve. Ma CDP dovrebbe starne lontana

A far ripartire le aziende dopo la pandemia non basta il credito bancario: perché riprendano a investire è necessario che venga ricostituito il capitale bruciato. Per le grandi aziende, è perlopiù possibile fare il necessario aumento di capitale senza che vengano rovesciati gli assetti proprietari. Invece per le PMI sorgono problemi, rilevanti per le maggiori, le cosiddette multinazionali tascabili.

I loro problemi sono problemi per il Paese: perché è grazie a loro che il Paese è riuscito a stare a galla durante la ricadute europee della bolla dei subprime, e poi a crescere sui mercati esteri. I loro proprietari o ne sono anche i gestori o ne controllano, anche gelosamente, gestione e strategie: un aumento di capitale rischia di turbare equilibri delicatissimi.

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13
Ago
2021

Francesco vs Benedetto? La Chiesa nella trappola del relativismo

Nei giorni scorsi Il Foglio ha ospitato una lettera ‘‘speciale’’ che un gruppo di credenti ha indirizzato a Papa Francesco. La lettera – finita presto nell’oblio – è un’implacabile requisitoria nella quale vengono stigmatizzate scelte ed omissioni compiute sotto l’attuale Pontificato, per concludere con un giudizio che lascia interdetti (ciò non significa che non sia condivisibile): ‘’La Chiesa è oggi un vero “ospedale da campo” zeppo di feriti, che ha urgente bisogno non tanto di discorsi sulla misericordia, ma di misericordia vera, reale, concreta. Di vera pace”.

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9
Ago
2021

La proprietà intellettuale? Cambierà, ma è molto più efficiente del populismo vaccinale

Il percorso per l’immunità della popolazione mondiale contro il Covid ha avuto, tra i suoi momenti chiave, l’annuncio dato dal presidente Joe Biden lo scorso maggio sull’appoggio americano alla “sospensione temporanea” dei diritti di proprietà intellettuale legati a questo scopo.

Ben prima che dei vaccini fossero pronti per essere inoculati nelle braccia delle persone, IBL aveva sostenuto che non è proclamando il vaccino bene comune che se ne sarebbe potuto garantire un accesso più diffuso: semmai, era vero anzi il contrario. Ebbene, anche adesso nei paesi più avanzati l’accesso al vaccino è ormai universale, la soluzione per altre regioni del mondo non sembra affatto passare dalla sospensione dei diritti di proprietà intellettuale. 

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4
Ago
2021

Il Rapporto WTO 2021 e il futuro dell’Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Dario Ciccarelli

La stampa italiana ne parlerà poco o nulla, ma invece il WTO Report 2021, dedicato alle attività svolte dall’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2020 e nella prima parte del 2021, è una lettura illuminante.
Il Rapporto tratta del funzionamento degli organi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, degli argomenti su cui nel periodo in esame hanno lavorato le delegazioni degli Stati membri, delle attività di assistenza tecnica e di supporto al commercio svolte a beneficio dei paesi in via di sviluppo, dell’impatto del Covid sul commercio internazionale (“La produzione di vaccini è supportata da catene del valore complesse …. Un tipico impianto di produzione di un vaccino utilizza materiali … provenienti da circa 300 fornitori, attraverso circa 30 diversi paesi”), dell’organizzazione del Segretariato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e delle relazioni attive tra l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la società civile, la business community e i rappresentanti parlamentari nazionali.

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2
Ago
2021

Una scelta “sui generis”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Francesco Provinciali. Questo articolo dà seguito alla discussione sul ddl Zan e l’identità di genere avviato da Giuliano Cazzola su Leoni Blog

Sull’home page di RADfem Italia – solo con donne, che si definiscono “femministe radicali gender critical italiane, contrarie all’autocertificazione di genere” e che si oppongono “a qualsiasi forma di sfruttamento sessuale e commerciale e a ogni manipolazione dei corpi di donne e bambine/-i”, è ancora visibile una notizia pubblicata in data 8 aprile u.s.: California: 261 detenuti che “si identificano” come donne chiedono il trasferimento in carceri femminili. Segue un articolo con testimonianze argomentate sulle conseguenze che questa “autopercezione vera o presunta” ha determinato sulle condizioni di vita delle donne nelle carceri femminili: viene tra l’altro ripreso e citato il caso del Canada, dove ”il trasferimento in carceri femminili di uomini self-identificati come donne ha comportato un netto peggioramento delle condizioni di vita delle detenute. Ci sono stati casi di stupro e perfino di gravidanze indesiderate. Là dove le legislazioni introducono l’identità di genere – come nel caso del ddl Zan in discussione al Senato – la condizione delle donne peggiora drasticamente. In fondo alla strada c’è questo. L’impatto di queste leggi su molti aspetti della vita delle donne è drammatico”. La citazione è meritevole della massima attenzione poiché proviene da un sito che ospita resoconti ed espone riflessioni a difesa delle donne e quindi della specificità non negoziabile dell’identità femminile.

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1
Ago
2021

Solitudine e intransigenza di Margaret Thatcher a confronto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Amedeo Gasparini

Si dice che uno dei difetti dei grandi leader politici sia che spesso siano solitari; tuttavia, si dimentica che è proprio quella solitudine che può dar loro forza. Se però la solitudine è mischiata all’intransigenza e alla durezza nel trattare i propri collaboratori, le critiche di terzi sono potenzialmente dietro l’angolo. Il che non è un problema, se il leader in questione è un personaggio vincente, ma appena le sue fortune si eclissano, ecco che tutti coloro che avevano tollerato un un’attitudine intransigente, si vendicano. Successe così all’inizio degli anni Novanta a Margaret Thatcher. Allora, il Primo Ministro britannico aveva governato per oltre un decennio sia il paese che il Partito Conservatore con successo, fermezza e intransigenza. In politica estera, la Lady di Ferro era realista: a tratti radicale, dal momento che non voleva né smantellare né ridurre l’apparato nucleare nazionale perché credeva che le armi atomiche fossero la migliore premessa per la pace globale.

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30
Lug
2021

Il ddl Zan e i nuovi diritti civili

Il ddl Zan ha riaperto il dibattito sui “nuovi” diritti civili dando corso ad un ulteriore episodio di quel “dirittismo” (copyright Alessandro Barbano) nel senso che quei diritti sono diventati princìpi guida delle società, facendo emergere anche il loro lato oscuro, favorito oggi dallo sviluppo di innovazioni tecniche che aprono inedite prospettive.

Proprio la visione di queste nuove possibilità amplia lo spazio delle aspirazioni del singolo e dei gruppi, facendo perdere di vista il limite etico insito nel concetto stesso di libertà. Se nella storia i diritti dell’individuo si sono affermati nella legislazione degli Stati moderni, oggi è divenuto legittimo il dubbio che siano appunto le leggi a trasformare comportamenti in diritti. Per dirla con Dante lo Stato è sempre più disponibile a seguire il seguente principio: libito fé licito in sua legge.

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29
Lug
2021

Malagodi e la politica della grappa. Un ricordo personale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Robert Nef

Alla fine degli anni Ottanta ho avuto l’onore di invitare a Zurigo per una conferenza, con l’aiuto del caporedattore della Neue Zurcher Zeitung, Willi Bretscher, il senatore Giovanni Malagodi. Fece un impressionante discorso, in tedesco, nella antica casa “Zunfthaus zur Schmiden”. Purtroppo non ne abbiamo né il testo né una registrazione. Willi Bretscher, a causa della sua situazione di salute, non riuscì poi a partecipare.

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