23
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 10 – Il feticismo della piena occupazione

In questo capitolo Hazlitt evidenzia come la piena occupazione fine a stessa sia un obiettivo antieconomico. Piuttosto sono da perseguire, insieme, sia la piena occupazione che la massima produzione, tenendo ben presente però che la prima è uno strumento, non sempre necessario, al raggiungimento della seconda, che è il fine imprescindibile. E questo perché una piena occupazione improduttiva, di tutta evidenza, non ha senso alcuno. Read More

22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: La velocità zero delle riforme ferroviarie

I gestori delle autostrade non posseggono i tir che vi circolano, i gestori portuali non sono i proprietari delle navi che vi attraccano e quelli aeroportuali non controllano le compagnie aeree che vi atterrano e decollano. L’Enel non possiede più da tempo la grande rete di trasmissione elettrica, affidata a Terna, e persino l’Eni dovrà privarsi, a seguito del decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti, del controllo di Snam Rete Gas. Sul connubio rete ferroviaria-treni nell’holding FS invece nulla di nuovo sotto il sole. Read More

22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni e notai: chiamatela pianificazione, non liberalizzazione!

Il notaio, come noto, è una di quelle figure professionali classiche protette da un ordinamento proprio, incluso ma separato da quello generale, ordinamento che costituisce, rispetto alla collettività esterna all’ordine medesimo, una barriera di protezione sia per l’esercizio dell’attività notarile che per l’ingresso alla professione.

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22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: Quale spinta per l’economia dall’aggiunta di 5000 farmacie? – di Fabrizio Gianfrate

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Fabrizio Gianfrate.

Come si realizza il risparmio per il cittadino e su quale classe di farmaci, aumentando di 5000 unità il numero delle farmacie? Non certo su quelli a carico del Ssn, avendo questi i prezzi fissati per legge dallo Stato e quindi devono restano gli stessi. Costituiscono la metà del mercato della farmacia.

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22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: la fragilità del diritto di iniziativa economica

Nel nuovo decreto Monti ci sono due articoli degni di nota che vanno letti in combinato disposto.

Il primo è l’articolo di apertura del decreto stesso, il quale, come varie volte si era tentato invano di codificare, rende più cogente il diritto all’iniziativa economica privata sancito dall’art. 41 Cost. L’articolo abroga infatti le norme che pongono limiti, programmi e controlli all’iniziativa economica privata incompatibili o irragionevoli o non proporzionati rispetto alle esigenze di tutela dei valori costituzionali, incidendo sulla libertà e sulla parità di trattamento tra operatori presenti e futuri. Ciò non si tradurrà in una totale libertà di attività economica, ma conferirà ad essa – se l’articolo sarà correttamente rispettato – un senso più pieno e coerente con l’art. 41 Cost., rendendo possibili i soli limiti compatibili e proporzionali alle esigenze di tutela di altri valori costituzionali, come, ad esempio, salute e sicurezza. Via, dunque, autorizzazioni, licenze o nulla osta all’avvio di un’attività che non superino il test di proporzionalità e ragionevolezza, così come divieti e restrizioni ad attività già iniziate che impongono la programmazione o la pianificazione territoriale o temporale di determinate categorie di attività economica, o ancora le norme che impediscono, condizionano o ritardano l’ingresso di nuovi operatori economici.

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22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: La riforma delle professioni: il ballo sulla mattonella

La montagna ha partorito un topolino? Sì, e per giunta un topolino gracile. In estrema sintesi, e con un’espressione un po’ colorita, è questa la valutazione che si può offrire sulle norme in materia di servizi professionali contenute nel decreto sulle liberalizzazioni.

Tre sono i punti su cui il testo governativo vuole intervenire: le tariffe professionali, il preventivo e il tirocinio.

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22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: Il tribunale per le imprese: nulla di nuovo, nulla di utile

Manipolare e modificare la procedura applicabile ai processi in materia di diritto societario è diventato praticamente l’hobby dei nostri legislatori: siccome la memoria è sempre troppo corta, giova proporre un breve riassunto.

Nel 2003, il Governo Berlusconi II approvava un decreto legislativo recante un’intera procedura parallela applicabile in tutti i procedimenti in materia societaria: ovviamente si moltiplicavano i problemi inerenti il regime transitorio, nonché tutte le questioni pratiche relative all’applicazione di un rito effettivamente innovativo. Per sicurezza, nel febbraio 2004 il medesimo governo modificava e integrava tale decreto legislativo sul “rito societario”, e, per non farci mancare nessuna emozione, un’altra quota di modifiche veniva aggiunta con un successivo decreto legislativo del dicembre del 2004.

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