24
Gen
2012

La protesta TIR figlia dello statalismo

La protesta dei TIR sta creando gravi problemi in Italia. I blocchi si stanno estendendo e anche la benzina inizia a scarseggiare. Una protesta che nasce non tanto dal pacchetto liberalizzazioni, quanto dal malcontento per il prezzo troppo elevato del carburante.

Sul prezzo troppo elevato alla “pompa” non si può discutere molto. Se si prende a confronto uno stesso camion che opera in Spagna (non un Paese dell’Est Europa) i costi legati al rifornimento in Italia sono superiori di circa il 35 per cento. In un’economia sempre più integrata come quella europea, questo svantaggio competitivo è pagato a caro prezzo.

Come risolvere il problema sollevato dai camionisti? Semplice: l’abbassamento delle accise è necessario e la liberalizzazione deve essere più forte e stringente al fine di migliorare il sistema distributivo dei benzinai italiani.

Ma non è tutto qua. La protesta che è degenerata in un blocco della mobilità è un chiaro non rispetto della libertà di movimento dei cittadini. Così facendo c’è il rischio di limitare uno dei diritti di ogni cittadino che è quello di potersi muovere liberamente.

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24
Gen
2012

Il Fmi ha parlato, lo Stato non faccia l’indiano a spese nostre: venda!

Da Tempi

Oggi dal Fmi è venuta una frasetta che spiega perché contuinuo a tenere da settimane come primo post quello del suo arrivo in Italia. Da Washington hanno poi corretto, ma come certo sapete il direttore degli Affari Fiscali del Fondo, Carlo Cottarelli, aveva testualmente detto una grande verità: “l’Italia non può farcela da sola”. Partiamo da qui. Per spiegare che un modo ci sarebbe. Se qualcuno desse retta. Diversi lettori reagiscono alla proposta qui avanzata  – bisogna abbattere il debito pubblico lavorando sugli stock e non sui flussi, perché gli avanzi primari a spesa pubblica pressoché intatta nella sua crescita inerziale non fanno altro che ammazzare il paese con pressione fiscale sempre più record – chiedendomi di documentare meglio le basi documentali sulle quali insisterebbe la proposta. Giusta osservazione. A maggior ragione visto che lunedì il Corriere della sera ci ha rivelato che sarebbe allo studio una proposta che dell’attivo pubblico farebbe tutt’altro utilizzo. Oggi per fortuna liquidata dal ministro Corrado Passera.
Partiamo dai numeri, dunque. Read More

24
Gen
2012

Decreto Liberalizzazioni: serve un governo “politico”?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Antonio Masala.

Pochi dubbi che, per chi nel mercato ci crede davvero, queste liberalizzazioni sono un debole palliativo. A essere onesti tuttavia ci si deve anche chiedere cosa era lecito aspettarsi da un governo come questo. Al di là della cultura economica (notoriamente incline ad esaltare il ruolo delle “buone regolamentazioni” statali) dei suoi principali esponenti, non si deve dimenticare che si tratta di un governo che non è nato da un consenso popolare a favore di grandi cambiamenti liberali, ma che esiste e opera solo perché la “crisi” ce lo impone.

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24
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: l’illusione bancaria

I commenti di chi mi ha preceduto nell’analizzare su Chicago Blog il decreto immaginificamente battezzato “Cresci Italia” – più che un invito, un’implorazione – hanno messo in luce la forte tensione tra la relazione al provvedimento e la sua caratterizzazione – per così dire – ideologica, da un lato, e molte delle sue previsioni concrete, dall’altro; in altre parole, la contraddizione tra vere e false liberalizzazioni. Le misure in materia bancaria, concentrate negli articoli 28 e 29, non sembrano sfuggire a questa ambiguità.

L’articolo 28 interviene sulla disciplina dei sistemi elettronici di pagamento (nonché, en passant, sui conti correnti). Si prevede un meccanismo di concertazione a supervisione pubblica al fine di «assicurare una riduzione delle commissioni interbancarie a carico degli esercenti in relazione alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento». Non vi è chi non colga la relazione causale tra questo intervento e i sempre più stringenti limiti alla diffusione del contante. L’Esecutivo ha, cioè, imposto una misura (la proibizione all’utilizzo del cash per pagamenti oltre i 1000 euro) senza valutarne attentamente le controindicazioni non tanto qui in tema di libertà personale, bensì quanto allo sbilanciamento della relazione contrattuale tra esercenti ed intermediari finanziari; e tenta così di ovviare con un’ulteriore vulnerazione della libertà economica, secondo lo schema classico dello statalismo circolare. L’archiviazione del tetto esplicito alle commissioni praticabili – affermato dal decreto “Salva Italia” nella misura dell’1,5% – è un miglioramento marginale che non altera la valutazione sulla misura.

L’articolo 29 prescrive, per le banche e gli intermediari finanziari che condizionino la concessione di un mutuo alla contestuale conclusione di un contratto di assicurazione, l’obbligo di presentare al cliente non meno di due preventivi, provenienti da due gruppi diversi. Si tratta di un onere che ricalca quello a carico delle imprese di assicurazione, alla cui analisi si può rimandare. Aggiungo qui un paio di considerazioni. In primo luogo, la norma appare ancor più invasiva perché interviene principalmente non su una relazione di agenzia, ma su rapporti organici di dipendenza: e cioè non solo mira a modificare i modelli commerciali del settore, ma effettivamente costringerebbe un soggetto a promuovere prodotti di aziende concorrenti. Inoltre, la portata pro-concorrenziale del divieto in discorso – che, peraltro, l’Antitrust avrebbe potuto imporre puntualmente in presenza di abusi conclamati – appare discutibile allorché si ragioni su un suo prevedibile effetto: quello di incentivare tra i gruppi bancari e assicurativi forme di collaborazione speculare e reciproca orientate al rispetto della mera lettera della norma.

24
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 11 – A chi giovano i dazi doganali?

La solita rete di errori determinati dalla miopia intellettuale e dalla pressione di interessi particolari fa sì che le teorie contrarie ai dazi doganali siano spesso ignorate.

Hazlitt sostiene che quelle protezionistiche sono barriere arbitrarie, schierate a tutela di alcune minoranze e a danno della maggioranza. Infatti, per ogni industria che viene protetta (o creata) con il mantenimento (o la creazione) di un dazio, ne vengono danneggiate altre 100 poiché, tramite i dazi, i consumatori sovvenzionano alcune industrie e impediscono lo sviluppo di molte altre, nazionali e straniere. Read More

23
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: se lo Stato riafferma il suo monopolio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Raimondo Cubeddu.

In coerenza con la cultura economico-politica di tanti degli esponenti di questo governo, le tanto attese ed enfatizzate liberalizzazioni si sono in realtà rivelate come un insieme di nuove ed ulteriori norme di provenienza politica che dovrebbero ‘regolare’ alcune professioni, alcune attività economiche private e, solo marginalmente, alcune attività gestite più o meno direttamente dallo stesso stato.

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23
Gen
2012

Hazlitt. Capitolo 10 – Il feticismo della piena occupazione

In questo capitolo Hazlitt evidenzia come la piena occupazione fine a stessa sia un obiettivo antieconomico. Piuttosto sono da perseguire, insieme, sia la piena occupazione che la massima produzione, tenendo ben presente però che la prima è uno strumento, non sempre necessario, al raggiungimento della seconda, che è il fine imprescindibile. E questo perché una piena occupazione improduttiva, di tutta evidenza, non ha senso alcuno. Read More

22
Gen
2012

Decreto liberalizzazioni: La velocità zero delle riforme ferroviarie

I gestori delle autostrade non posseggono i tir che vi circolano, i gestori portuali non sono i proprietari delle navi che vi attraccano e quelli aeroportuali non controllano le compagnie aeree che vi atterrano e decollano. L’Enel non possiede più da tempo la grande rete di trasmissione elettrica, affidata a Terna, e persino l’Eni dovrà privarsi, a seguito del decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti, del controllo di Snam Rete Gas. Sul connubio rete ferroviaria-treni nell’holding FS invece nulla di nuovo sotto il sole. Read More