9
Ago
2021

La proprietà intellettuale? Cambierà, ma è molto più efficiente del populismo vaccinale

Il percorso per l’immunità della popolazione mondiale contro il Covid ha avuto, tra i suoi momenti chiave, l’annuncio dato dal presidente Joe Biden lo scorso maggio sull’appoggio americano alla “sospensione temporanea” dei diritti di proprietà intellettuale legati a questo scopo.

Ben prima che dei vaccini fossero pronti per essere inoculati nelle braccia delle persone, IBL aveva sostenuto che non è proclamando il vaccino bene comune che se ne sarebbe potuto garantire un accesso più diffuso: semmai, era vero anzi il contrario. Ebbene, anche adesso nei paesi più avanzati l’accesso al vaccino è ormai universale, la soluzione per altre regioni del mondo non sembra affatto passare dalla sospensione dei diritti di proprietà intellettuale. 

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4
Ago
2021

Il Rapporto WTO 2021 e il futuro dell’Italia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Dario Ciccarelli

La stampa italiana ne parlerà poco o nulla, ma invece il WTO Report 2021, dedicato alle attività svolte dall’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2020 e nella prima parte del 2021, è una lettura illuminante.
Il Rapporto tratta del funzionamento degli organi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, degli argomenti su cui nel periodo in esame hanno lavorato le delegazioni degli Stati membri, delle attività di assistenza tecnica e di supporto al commercio svolte a beneficio dei paesi in via di sviluppo, dell’impatto del Covid sul commercio internazionale (“La produzione di vaccini è supportata da catene del valore complesse …. Un tipico impianto di produzione di un vaccino utilizza materiali … provenienti da circa 300 fornitori, attraverso circa 30 diversi paesi”), dell’organizzazione del Segretariato dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e delle relazioni attive tra l’Organizzazione Mondiale del Commercio, la società civile, la business community e i rappresentanti parlamentari nazionali.

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2
Ago
2021

Una scelta “sui generis”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Francesco Provinciali. Questo articolo dà seguito alla discussione sul ddl Zan e l’identità di genere avviato da Giuliano Cazzola su Leoni Blog

Sull’home page di RADfem Italia – solo con donne, che si definiscono “femministe radicali gender critical italiane, contrarie all’autocertificazione di genere” e che si oppongono “a qualsiasi forma di sfruttamento sessuale e commerciale e a ogni manipolazione dei corpi di donne e bambine/-i”, è ancora visibile una notizia pubblicata in data 8 aprile u.s.: California: 261 detenuti che “si identificano” come donne chiedono il trasferimento in carceri femminili. Segue un articolo con testimonianze argomentate sulle conseguenze che questa “autopercezione vera o presunta” ha determinato sulle condizioni di vita delle donne nelle carceri femminili: viene tra l’altro ripreso e citato il caso del Canada, dove ”il trasferimento in carceri femminili di uomini self-identificati come donne ha comportato un netto peggioramento delle condizioni di vita delle detenute. Ci sono stati casi di stupro e perfino di gravidanze indesiderate. Là dove le legislazioni introducono l’identità di genere – come nel caso del ddl Zan in discussione al Senato – la condizione delle donne peggiora drasticamente. In fondo alla strada c’è questo. L’impatto di queste leggi su molti aspetti della vita delle donne è drammatico”. La citazione è meritevole della massima attenzione poiché proviene da un sito che ospita resoconti ed espone riflessioni a difesa delle donne e quindi della specificità non negoziabile dell’identità femminile.

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1
Ago
2021

Solitudine e intransigenza di Margaret Thatcher a confronto

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Amedeo Gasparini

Si dice che uno dei difetti dei grandi leader politici sia che spesso siano solitari; tuttavia, si dimentica che è proprio quella solitudine che può dar loro forza. Se però la solitudine è mischiata all’intransigenza e alla durezza nel trattare i propri collaboratori, le critiche di terzi sono potenzialmente dietro l’angolo. Il che non è un problema, se il leader in questione è un personaggio vincente, ma appena le sue fortune si eclissano, ecco che tutti coloro che avevano tollerato un un’attitudine intransigente, si vendicano. Successe così all’inizio degli anni Novanta a Margaret Thatcher. Allora, il Primo Ministro britannico aveva governato per oltre un decennio sia il paese che il Partito Conservatore con successo, fermezza e intransigenza. In politica estera, la Lady di Ferro era realista: a tratti radicale, dal momento che non voleva né smantellare né ridurre l’apparato nucleare nazionale perché credeva che le armi atomiche fossero la migliore premessa per la pace globale.

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30
Lug
2021

Il ddl Zan e i nuovi diritti civili

Il ddl Zan ha riaperto il dibattito sui “nuovi” diritti civili dando corso ad un ulteriore episodio di quel “dirittismo” (copyright Alessandro Barbano) nel senso che quei diritti sono diventati princìpi guida delle società, facendo emergere anche il loro lato oscuro, favorito oggi dallo sviluppo di innovazioni tecniche che aprono inedite prospettive.

Proprio la visione di queste nuove possibilità amplia lo spazio delle aspirazioni del singolo e dei gruppi, facendo perdere di vista il limite etico insito nel concetto stesso di libertà. Se nella storia i diritti dell’individuo si sono affermati nella legislazione degli Stati moderni, oggi è divenuto legittimo il dubbio che siano appunto le leggi a trasformare comportamenti in diritti. Per dirla con Dante lo Stato è sempre più disponibile a seguire il seguente principio: libito fé licito in sua legge.

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29
Lug
2021

Malagodi e la politica della grappa. Un ricordo personale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Robert Nef

Alla fine degli anni Ottanta ho avuto l’onore di invitare a Zurigo per una conferenza, con l’aiuto del caporedattore della Neue Zurcher Zeitung, Willi Bretscher, il senatore Giovanni Malagodi. Fece un impressionante discorso, in tedesco, nella antica casa “Zunfthaus zur Schmiden”. Purtroppo non ne abbiamo né il testo né una registrazione. Willi Bretscher, a causa della sua situazione di salute, non riuscì poi a partecipare.

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9
Lug
2021

Qua nessuno è superfisso!

I pericoli di un modello che disabitua alla gestione del rischio

“È difficile fare previsioni, soprattutto sul futuro.”
Questa frase è stata attribuita al fisico danese Niels Bohr, premio Nobel nel 1922 nonché padre fondatore della meccanica quantistica. Molto probabilmente, però, non fu lui il primo a utilizzare l’espressione: alcuni la attribuiscono al poeta Piet Hein o al fumettista Storm P (anche loro danesi), mentre invece per altri sarebbe stata pronunciata dal ricevitore dei New York Yankees Yogi Berra. Potremmo dire, facendo eco: è difficile attribuire correttamente le citazioni, soprattutto nel passato.

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30
Giu
2021

Perché il profitto di uno è (ancora) il profitto di un altro. Bastiat 220 anni dopo

La libertà ha avuto tanti campioni. Uno dei più “simpatici” è stato un economista, giornalista e uomo politico francese, vissuto nella prima metà dell’Ottocento. Nato in provincia esattamente 220 anni fa, Frédéric Bastiat ha avuto una vita pubblica breve, appena sette anni, interrotta dalla prematura morte, avvenuta a Roma nel 1850.

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