Sanità, scandali e federalismo differenziato
Da Tempi
Monta lo scandalo, l’ennesimo, sulla sanità romana e sulle condizioni posti-letto e pronto soccorso offerte da alcuni primari poli ospedalieri della Capitale. Dopo servizi televisivi e visite non preannunciate di parlamentari della città, il ministro Balduzzi ha disposto l’invio di ispettori. In alcuni casi, stupiti dello stupore, i diretti responsabili affermano trasecolati che è ordinaria amministrazione e non scandalo, che affetti da coma profondo o rianimati stiano per giorni su barelle nei corridoi. Gli ispettori accerteranno, il polverone è assicurato. Vorrei evitarmi parole inutili. Per andare a una questione più di fondo. Oltre a verificare responsabilità precise e più o meni gravi nei casi in oggetto, possiamo comunque pensare che nel medio periodo sarà abbastanza rassicurante, l’effetto combinato delle misure di federalismo fiscale applicate alla sanità su cui si è a fondo discusso nei primi tre anni della legislatura in corso? E cioè che potremo contare con buona probabilità sul fatto che insieme si abbattano molto significativamente le intollerabili deviazioni da criteri di efficienza rispetto alla congruità delle risorse disponibili, e insieme quelli di efficacia rispetto a standard di qualità convergente a fronte di costi sotto controllo? No, purtroppo la risposta è no.