Scandali pubblici: una sola reazione ha senso economico
Le cozze pelose del sindaco progressista di Bari, Emiliano, e i palazzi venduti a giudici e politici. I pacchi di milioni della Margherita, spariti non si sa dove. Quelli che mancherebbero nel contro incrociato tra An e i due tronconi derivanti, dopo la rottura tra Fini e Berlusconi. Gli avvisi di garanzia al Consiglio regionale della Lombardia, e le indagini sulle tangenti Pdl-Lega. Il sospetto che lambisce anche l’integerrimo Errani, per un milione di euro dato dall’Emilia Romagna 7 anni fa a una cooperativa guidata dal fratello per un progetto industriale. La retata in provincia di Napoli che spalanca le porte del carcere a 16 giudici tributari. Mi fermo alle ultimissime di cronaca, a quelle dell’ultima settimana. Che il presidente della Repubblica abbia sentito l’urgenza di un appello al ritorno della moralità dei partiti e della politica, è quasi scontato oltre che giusto, visto che i casi incrociano l’intero asse destra-centro-sinistra. Oltre a investire, tutte le volte che le indagini coinvolgono assessori e presidenti, apici e pezzi della pubblica amministrazione al servizio della discrezionalità politica. A questo fior fior di coinvolgimenti in inchieste per malversazioni pubbliche, diciamo che le reazioni possono essere di almeno tre diversi tipi. Una sola, però, è quella che economicamente ha senso.