22
Mar
2012

Quattro giorni in montagna, in estate, per chi non crede nello Stato

Passare quattro giorni in un alberghetto di montagna per discutere di Stato, proprietà privata, teologia politica, libero mercato, federalismo e altro: è questo il pacchetto predisposto dal gruppo di amici riuniti attorno al sito Storia Libera (www.storialibera.it), in collaborazione con Tea Party Italia (www.teapartyitalia.it), con l’obiettivo di creare un’occasione di approfondimento di taglio universitario ma aperta a tutti. Read More

20
Mar
2012

Mercato del lavoro, una svolta con due errori

Il governo ha fatto una scelta di metodo saggia, sulla riforma del mercato del lavoro. Confronto a oltranza sì, fino a giovedì. Potere di veto ad alcuno, no. Se la Cgil non convergerà per la nuova disciplina dell’articolo 18, come non converge e lo ha messo a verbale, il governo procede comunque. E’ giusto così, dopo tanti anni di immobilità. E visto che sul mercato del lavoro italiano continuano a vivere totem derivanti da un passato che non passa, molto ideologico. Da questo punto di vista, il superamento del tabù dell’articolo 18 è epocale. Dopo la riforma delle pensioni che è stato grande merito del governo Monti varare di corsa, è proprio la riforma del mercato del lavoro quella più utile a sbloccare. Nell’indice di competitività globale elaborato dal World Economic Forum, nel 2011 l’Italia è al 43° posto su 142 Paesi, stabile o in discesa da anni. Ma nel mercato del lavoro siamo 123esimi su 142. Solo per crimine organizzato e costo e trasparenza della regolazione pubblica, siamo più in giù. Siamo al 134° posto per flessibilità dei salari, al 126esimo per le politiche di assunzione e licenziamento, al 125° sia per reddito da lavoro rispetto al peso preponderante del cuneo fiscale, sia per proporzione tra salario di produttività e quello complessivo. Detto questo, la riforma appena illustrata das Monti e Fornero, per chi la pensa come noi ha dei difetti di fondo. Pesanti. Read More

20
Mar
2012

Scandali pubblici: una sola reazione ha senso economico

Le cozze pelose del sindaco progressista di Bari, Emiliano, e i palazzi venduti a giudici e politici.  I pacchi di milioni della Margherita, spariti non si sa dove. Quelli che mancherebbero nel contro incrociato tra An e i due tronconi derivanti, dopo la rottura tra Fini e Berlusconi. Gli avvisi di garanzia al Consiglio regionale della Lombardia, e le indagini sulle tangenti Pdl-Lega. Il sospetto che lambisce anche l’integerrimo Errani, per un milione di euro dato dall’Emilia Romagna 7 anni fa a una cooperativa guidata dal fratello per un progetto industriale. La retata in provincia di Napoli che spalanca le porte del carcere a 16 giudici tributari. Mi fermo alle ultimissime di cronaca, a quelle dell’ultima settimana. Che il presidente della Repubblica abbia sentito l’urgenza di un appello al ritorno della moralità dei partiti e della politica, è quasi scontato oltre che giusto, visto che i casi incrociano l’intero asse destra-centro-sinistra. Oltre a investire, tutte le volte che le indagini coinvolgono assessori e presidenti, apici e pezzi della pubblica amministrazione al servizio della discrezionalità politica. A questo fior fior di coinvolgimenti in inchieste per malversazioni pubbliche, diciamo che le reazioni possono essere di almeno tre diversi tipi. Una sola, però, è quella che economicamente ha senso. Read More

18
Mar
2012

Per una disciplina unica del licenziamento individuale ingiusto

Le ipotesi di riforma dell’articolo 18 che sono circolate nei giorni scorsi convergono su un punto: distinguere tre diverse tipologie di licenziamento. Il licenziamento impugnato dal lavoratore e ritenuto ingiusto in sede giudiziaria verrebbe dunque sanzionato con tre diverse modalità: (1) se il giudice rileva discriminazione resterebbe l’obbligo di reintegro del lavoratore discriminato, (2) nel caso in cui il licenziamento sia stato motivato da ragioni disciplinari verrebbe data al giudice la facoltà di decidere tra il reintegro e un risarcimento e, infine, (3) se il licenziamento è stato motivato da ragioni economiche il giudice potrebbe soltanto notificare un risarcimento (il cui ammontare sarebbe già stabilito in funzione dell’anzianità). Nelle righe che seguono riassumo quali sono le conseguenze negative dell’articolo 18 e perché un intervento simile sarebbe poco efficace sulle stesse.  Read More

16
Mar
2012

Perché vendere Alfa a VW sarebbe buona cosa

Se fossi a Palazzo Chigi all’incontro tra governo Monti e Fiat, chiederei se non  fose il caso che Torino vendesse prima che sia tropo tardi Alfa Romeo a Vw. Perché la sovraccapaità europea non dà scampo agli stabilimenti italiani del gruppo. Perché Chrysler-Fiat è giustamente di chi ha messo i soldi, cioè americana. Perché Alfa non ha possibilità di salire a 300mila unità vendute come da sempre vanamente promesso da Fiat che non vi ha investito né può. Perché a Chrysler i denari servon o per crescere in Cina, India e Russia, dove non c’è.-E perché l’Italia deve aprirsi prima che mai a stabilimenti di montaggio di altri gruppi, meglio se leader mondiali ncome VW. Questi sono i n umeri alla base del ragionamento. Altro che polemiche sulla Fiom. Read More

16
Mar
2012

Quante tasse paghiamo?

Si avvicina il momento della dichiarazione dei redditi. Nicolò sente incombere su di sé il peso minaccioso di quel Codice Fiscale che lo Stato, per una volta fin troppo solerte, ha pensato bene di spedirgli a casa lo scorso maggio, quando aveva appena un mese di vita. Per scacciare la paura, ma purtroppo con esiti finali niente affatto tranquillizzanti, Nicolò ha pensato bene di mettersi a far di conto, per cercare di comprendere meglio quante tasse lo Stato pretenderà da lui. Ovviamente sono i conti di un infante, fatti a matita sul retro di un bavaglino. Ma l’ordine di grandezza dovrebbe essere quello giusto. Read More

15
Mar
2012

Corrado Clini e gli OGM: lo scandalo del buon senso

Ci sono argomenti che per i politici fanno l’effetto di una manciata di puntine da disegno gettate sulla sedia. Gli Organismi Geneticamente Modificati sono tra questi, a giudicare dalla levata di scudi seguita all’intervista rilasciata dal ministro dell’ambiente Corrado Clini al Corriere della Sera. Digitando “clini ogm” su Google News ci si può fare un’idea piuttosto precisa della cosa, dato che appaiono decine e decine di dichiarazioni furibonde e allarmate (i più infuriati di tutti sembrano essere quelli del PD e della Lega Nord). Ma cosa avrà mai detto di così scandaloso il ministro dell’ambiente?

Nulla di nuovo, in realtà, per chi conosce da tempo le posizioni del ministro, esplicitate in più occasioni quando ancora le sue dichiarazioni non avevano il potere di scatenare simili tsunami, e per chi gli riconosce la coerenza di non assumere posizioni “di comodo”, quelle posizioni tipiche di chi, una volta assunte cariche pubbliche, preferisce non esprimersi su temi considerati “caldi” dal punto di vista ideologico e potenzialmente divisivi. Corrado Clini ha semplicemente denunciato il clima che non permette “di aprire una seria riflessione che deve coinvolgere la ricerca e la produzione agricola sul ruolo dell’ingegneria genetica e di alcune possibili applicazioni degli OGM“, ed ha parlato di alcuni benefici che le biotecnologie possono portare in settori “no food” della produzione agricola, non in concorrenza con le varietà alimentari, non prima di aver saggiamente rammentato che il miglioramento genetico è alla base di tutte le specie vegetali che fanno oggi parte della nostra dieta, anche di quelle tipiche e tradizionali.

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15
Mar
2012

La libertà, la legge e la rivolta dei musicoterapisti

Alcuni giorni fa, l’Istituto Bruno Leoni ha pubblicato un suo “Focus” (PDF) che rappresenta ormai una spiritosa e immancabile tradizione annuale: l’hit parade delle iniziative legislative più pazze dell’anno, selezionate dal nostro Silvio Boccalatte. Ne hanno parlato, fra gli altri, La Stampa e Il Sole 24 Ore. Quest’anno, al decimo posto figura in classifica una proposta di legge per la disciplina della musicoterapia e l’istituzione della figura professionale del musicoterapista. “Ringraziando i nostri lungimiranti legislatori per l’attenzione che anche nel futuro riserveranno a questo fondamentale argomento”, scriveva Silvio, “confidiamo che sapranno risolverci un dubbio inter-infra-trans-ortografico: si è scelta la dizione ‘musicoterapista’ per poi poter lasciare lo spazio per un’ulteriore – distinta – specializzazione, quella del ‘musicoterapeuta’?” Apriti cielo. Silvio è stato inondato di commenti poco lusinghieri, provenienti dalla comunità dei musicoterapisti. I quali sono rimasti seccati per l’ironia di Boccalatte. E paiono genuinamente convinti che il loro lavoro abbisogni di appropriata “bollinatura” per via legislativa.

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