3
Apr
2012

Un corso di formazione non si nega a nessuno

Ennesima trovata dell’Ufficio Complicazione Affari Semplici, impersonificato per l’occasione dalla Conferenza Stato-Regioni:

Il presente accordo costituisce attuazione dell’articolo 73, comma 5 del D.Lgs. n. 81/2008, ove si demanda alla Conferenza Stato, Regioni e Province autonome l’individuazione delle attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori, ivi compresi i soggetti di cui all’articolo 21, comma 1 del D.Lgs. n. 81/2008, e delle modalità per il riconoscimento di tale abilitazione nonché la individuazione dei soggetti formatori, della durata, degli indirizzi e dei requisiti minimi di validità della formazione.

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3
Apr
2012

Troppi ricchi in Italia? Come i media fabbricano mostri, e stuprano Bankitalia

Ho dedicato stamane la “versione di oscar” su radio24 al tema che ieri campeggiava sui media italiani. E che mi è sembrato un ottimo, ennesimo esempio di come sui temi economici l’informazione fabbrichi mostri accarezzando il pelo del luogocomunismo ideologico. Questa volta, riuscendo anche a stuprare Bankitalia, facendo dire a un suo occasional paper l’esatto opposto di quel che dice.   Read More

30
Mar
2012

Pagare i debiti della P.A. (come maxi manovra keynesiana)

Non si può che essere d’accordo con le dichiarazioni seguenti del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera in audizione alla Camera (tratte da Repubblica del 29 marzo):

Passera rileva che l’ammontare del “non pagato” da parte della Pubblica amministrazione alle imprese, tra crediti pubblici e privati raggiunge i 100 miliardi. Una somma, avverte, che si traduce in indebitamento bancario. Su questo versante Passera indica l’impegno ad “adottare la direttiva europea dei pagamenti: magari non saranno 30 giorni ma quand’anche fossero 90, sarebbe un miglioramento clamoroso”. Secondo il ministro “se riuscissimo, nei prossimi mesi, a rimettere in moto una metà dello scaduto, sarebbe in termini di impatto sulla finanza e sui conti economici, perché 100 miliardi di indebitamento ai tassi attuali sono una cifra enorme di oneri finanziari, metteremmo in moto molto”.

A rafforzamento della necessità di pagare rapidamente i debiti della P.A. verso i fornitori si possono aggiungere le seguenti considerazioni:

  1. Ragioni di equità impongono che il settore pubblico provveda a pagare i suoi debiti con lo stesso rigore e tempestività con cui chiede ai cittadini  il pagamento delle imposte.
  2. I debiti verso fornitori sono già debito pubblico ed è irrilevante ai fini della sostanza della finanza pubblica che essi assumano una forma diversa rispetto al debito verso i sottoscrittori di titoli.
  3. Una più corretta contabilizzazione del debito pubblico imporrebbe di tener conto di entrambe le tipologie.
  4. Pagare i debiti della P.A. attraverso una maggiore emissione di titoli non accresce pertanto il debito pubblico complessivo ma sposta semplicemente valori da una tipologia di debito a un’altra (con la differenza non irrilevante che i crediti dei fornitori verso lo stato sono involontari mentre quelli dei sottoscrittori del debito sono volontari).
  5. Pagare rapidamente i debiti della P.A. rappresenterebbe l’equivalente di una manovra keynesiana di stimolo della domanda.
  6. E’ l’unica manovra ammissibile con i vincoli europei alla finanza pubblica nazionale.
  7. Dati gli importi indicati dal Ministro Passera sarebbe anche una maxi manovra.
  8. Essa non peggiora di un euro il saldo di bilancio della P.A. (indebitamento) in quanto è riferita al mancato pagamento di spese a suo tempo autorizzate e contabilizzate. L’Europa non può quindi dire nulla al riguardo.
  9. E’ evidente che essa aumenta tuttavia il fabbisogno e il ricorso al mercato, determinando un equivalente incremento dei titoli che debbono essere collocati.
  10. Il governo che decidesse di attuare questa atipica manovra ‘keynesiana’ potrebbe tuttavia compensarla con un equivalente programma di dismissione di asset pubblici.
  11. Anche se il timing fosse sfasato (dismissioni molto più lente del pagamento dei debiti) sono certo che gli effetti, economici, finanziari e non finanziari risulterebbero cospicui.
  12. L’incremento di reputazione a seguito di un’operazione del genere avrebbe evidenti effetti benefici ai fini della riduzione dello spread e del costo del debito negli anni successivi.
29
Mar
2012

Treni rumorosi? Ma anche no! – di Ivan Beltramba

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Ivan Beltramba.

Ovvero come agevolare i treni merci silenziosi a costo zero e riavviare un settore industriale in crisi

La normativa UE sul rumore ambientale (Direttiva 2002/49) e le leggi italiane sull’inquinamento acustico, a cominciare dalla “Quadro” 447/1995, passando dal DPR 459/1998 per finire al D.Lgs 194/2005, imporrebbero il risanamento acustico delle infrastrutture lineari di trasporto. Quindi anche delle ferrovie.

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28
Mar
2012

Né privatizzatori né tagliatori di spesa. Allora, ristrutturazione straordinaria del debito

“Il peggio deve ancora  venire”. Così si è espresso lo scorso 22 marzo, parlando dell’eurocrisi, non proprio l’ultimo degli sprovveduti. E’ infati l’opinione di Willem Buiter, chief economist di Citigroup. Ma soprattutto economista, visto che per anni ha servito Bank of England nel suo Monetary Commitee,  e non proprio un banchiere d’assalto, visto che pochi mesi prima di assumere l’incarico in Citi a fine 209 nel suo blog l’aveva descritto come “un conglomerato dedito alle peggiori pratiche lungo l’intero spettro dell’intermediazione finaziaria”. Perché Buiter ha questa opinione, mentre gli spread sono scesi di centiniaia di punti rispetto al picco della crisi, tre mesi fa? Perché stiamo tirando il fiato illudendoci di esser tornati a guardar le stelle, ma in realtà non stiamo traendo la giusta lezione dalla crisi greca. Read More

27
Mar
2012

Stagione delle riforme: già finita?

Da Tempi

Se nel suo tour in Asia il premier Monti ha dovuto iniziare ad affermare “nel caso in cui il Paese non fosse pronto, possiamo anche andarcene”, se Pierferdinando Casini sin da domenica scorsa ha lanciato l’allarme crisi di governo possibile, è il segno che sulla riforma del mercato del lavoro qualcosa di rilevante si è inceppato, nel meccanismo sin qui quasi perfetto che rendeva il governo di emergenza padrone dell’agenda nazionale. Dico “quasi” perfetto perché una prima avvisaglia c’era stata sul decreto liberalizzazioni, di molto modificato in parlamento. Ma, si sa, le liberalizzazioni fanno molto parlare noi tifosi del mercato, purtroppo non colpiscono molto l’immaginario popolare. Cosa tutt’affatto diversa è la questione dell’articolo 18 e della minor rigidità in uscita dal mercato del lavoro, dopo 40 e più anni di immobilismo conservativo. Read More

27
Mar
2012

Spending review & mental review

In un recente post Alberto Mingardi ha svolto una riflessione sulle proposte di legge più pazze dell’anno selezionate da Silvio Boccalatte. Dopo aver commentato le bizzarre richieste di regolamentazione di professioni ed esercizi, Mingardi ha concluso affermando che la deriva pianificatrice della Repubblica italiana rischia di arrivare al punto di compromettere lo stato mentale dei suoi cittadini.

Il tema classico del liberalismo sul rapporto tra Stato e individuo ha per davvero un aspetto psicologico fondamentale. Read More

26
Mar
2012

2000 miliardi di debito pubblico. Alcuni chiarimenti

Sabato 24 marzo, il quotidiano “Repubblica” ha pubblicato un articolo che ipotizza, sulla base del nostro contatore, che lo stock del debito pubblico raggiungerà la cifra record di 2000 miliardi di euro il prossimo 28 aprile. In realtà, è assai improbabile che ciò si verifichi.

L’orologio rappresenta un tentativo di stimare il debito, in tempo reale, alla luce degli andamenti mensili osservati negli ultimi dieci anni. L’ipotesi di fondo è che, in media, il paese continuerà a emettere o ripagare titoli di debito nel futuro come ha fatto nel passato.

Le nostre stime vengono costantemente allineare ai dati forniti da Bankitalia su base mensile. Nel primo anno e mezzo di attività abbiamo riscontrato una buona aderenza delle nostre stime ai valori effettivamente osservati, con una lieve tendenza a sottostimare il debito.

L’orologio, tuttavia, ha una funzione indicativa, e non pretende di avere un valore previsivo. Pertanto, rispetto all’ipotesi del quotidiano di Largo Fochetti, sulla base degli andamenti storici non crediamo probabile che si raggiungano i 2000 miliardi già a fine aprile, o comunque nella prima metà dell’anno. Infatti, la velocità di crescita dell’indebitamento è tipicamente più pronunciata nel primo che nel secondo trimestre.

È plausibile, dunque, che il tetto dei 2000 miliardi sarà infranto tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, a meno di aggiustamenti molto significativi nei saldi del bilancio pubblico.