Finanziamento pubblico ai partiti: serviva decreto, tagli e altra visione
Mi pare singolare e stupefacente, che il trio A-B-C Alfano Bersani Casini possa davvero pensare di uscire come si è letto dalla crisi verticale di credibilità del finanziamento pubblico ai partiti dopo l’uno-due Lusi-Belsito. Far restare i contributi intatti per almeno qualche anno, certificazione esterna dei bilanci, e barocca commisisone fatta da presidenti di Corte dei Conti, Cassazione e altri pennacchi di Stato con sanzioni affidate però ai presidenti delle Camere cioè a uomini politici, è a mia modestissiam opinione ri-di-co-lo. Io, al posto di Monti, sarei intervenuto per decreto legge tagliando i contributi, e senza ledere le prerogative dei partiti. Aggiungo due considerazioni su come dovrebbe funzionare un “altro” sistema, rispetto allo schifo di questi anni, avvenuto in pieno disprezzo del referendum e del voto degli italiani in materia, nel 1993.