La ricerca e la burocrazia. Storie da un paese vocato all’autodistruzione
Potrà sembrare una questione di poco conto, ma sono piccole storie come questa che rendono il senso e la misura di un paese vocato all’autodistruzione. Per farla breve, domani mattina a Viterbo inizierà la distruzione di alcuni appezzamenti dell’azienda agraria dell’Università della Tuscia, sui quali erano stati piantati olivi, ciliegi e kiwi transgenici. La ricerca in campo aperto era stata regolarmente autorizzata nel 1999 per una durata di dieci anni, e allo scadere il prof. Eddo Rugini, che ha condotto le sperimentazioni, ha chiesto una proroga, per fare in modo che le piante avessero il tempo di crescere e di mostrare risultati apprezzabili. Si tratta di piante resistenti ad alcuni agenti patogeni, che potrebbero permettere una riduzione del rilascio di pesticidi nell’ambiente, e dei costi per le imprese agricole.