24
Mag
2012

Dai decreti per le imprese la prova di un governo vestale dello status quo – di Enrico Zanetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Enrico Zanetti.

Il Governo ha finalmente dato attuazione alla possibilità per le imprese di compensare i debiti iscritti a ruolo con i crediti che esse vantano nei confronti della pubblica amministrazione per le forniture eseguite e non pagate.

È una buona notizia.

Eppure, il suo retrogusto è molto amaro.

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23
Mag
2012

Il “dominio” di Google: abuso di posizione dominante o eccellenza di mercato?

Di Emilio Rocca e Serena Sileoni

La Commissione europea, investita dei suoi poteri di vigilanza antitrust, ha inviato ieri una lettera alla società Google, che fa seguito a una nota procedura di indagine aperta nel novembre del 2010 per abuso di posizione dominante. Le questioni sottolineate dal vice presidente della Commissione europea Almunia, che, da un punto di vista procedurale, servono come monito alla società a conformarsi al diritto europeo prima di dover ricorrere a più lunghe e severe procedure per la violazione del diritto europeo, sono quattro: il sistema di indicizzazione dei risultati, favorevoli ai propri servizi a scapito di quelli offerti dai concorrenti; le modalità di riproduzione dei contenuti di altri motori; gli accordi per la pubblicizzazione sul motore di ricerca e la portabilità delle campagne di pubblicità.

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22
Mag
2012

Bollo, bolli, e bollicine: le tasse stupide sono inevitabili? – di Mario Dal Co

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Dal Co.

“È stupida una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita” Carlo M. Cipolla.

Parafrasando Cipolla si può dire che è stupido un aumento delle aliquote delle imposte, o l’introduzione di nuove tasse, tale da ridurre la base imponibile in misura tale che  il gettito risulti inferiore al livello precedente. È l’effetto descritto dalla famosa curva di Laffer, per cui continuando ad aumentare le aliquote, da un certo punto in avanti il gettito diminuisce (insieme al reddito e all’occupazione). Questo rischio nel nostro paese è rilevante, perchè il gettito si riduce non solo per effetto della contrazione del reddito, ma anche per l’aumento dell’evasione, che è conseguenza immediata della perdita di competitività del settore emerso rispetto al settore sommerso.

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21
Mag
2012

Il dovere delle tasse

Nonostante le apparenze il titolo di questo post non si riferisce al dovere del contribuente di pagare le tasse, così frequentemente ricordato dal Presidente del Consiglio oltre che dal Presidente della Repubblica. Monti: ”Inaccettabile che la politica inciti a non pagare le tasse”; Napolitano: “Chi evade le tasse non merita di essere italiano”. Ancora Monti, in visita a Equitalia/Agenzie delle Entrate: ”Voi non fate altro che applicare la legge – ha detto rivolgendosi all’auditorio – pagare le tasse e’ un dovere” (Ag. ASCA, 17 maggio 2012). Certo è la legge che ci impone di pagare le tasse ed è giusto che i cittadini rispettino la legge. Ma la legge può stabilire qualsiasi cosa ed è sempre giusto che i cittadini la rispettino? E’sufficiente scrivere una (qualsiasi) legge (nel caso specifico una legge fiscale) per generare automaticamente un dovere da parte dei cittadini? Possibile che i cittadini abbiano solo doveri (verso la legge e verso le tasse)? E che le leggi e le tasse abbiano solo diritti? Possibile che non esista anche un dovere delle leggi e un dovere delle tasse nei confronti dei cittadini? Read More

21
Mag
2012

Tre fenomeni dalle urne

Abitualmente, sul blog qui evitiamo commenti solo politici, ci concentriamo sull’economia e dunque sulle politiche economiche. Ma mi pare che per una volta si debba far eccezione. Il ballottaggio delle amministrative ha confermato e amplificato il primo turno. Tutto potete dire e pensare, tranne che esserne rimasti stupiti se leggete – non ho detto se condividete, ma se leggete – quanto da mesi scrivo su queste colonne. Chiunque abbia un minimo di antenne sensibili per cogliere ciò che si muove di recente sempre più tumultuosamente nella testa, nella pancia e nel portafoglio degli italiani, non credo possa dire “non me l’aspettavo”. Leggendo le migliaia di lettere che mi arrivano – sono diventate davvero migliaia dacché abbiamo lanciato l’iniziativa disperatimai@radio24.it – e le centinaia di telefonate, personalmente avevo avere dubbi. In sintesi, e lasciando a ciascuno il pieno diritto di spaccare il capello per cogliere questo o quel dato a mio giudizio più di contorno, siamo in presenza di tre macrofenomeni. Uso questo termine perché cambiano il quadro della politica italiana. Nel senso che la seconda Repubblica come l’abbiamo conosciuto è fi-ni-ta. Era già finita politicamente dopo una troppo lunga agonia che non ha fatto bene al Paese, mentre l’euro si avviava a propria volta a diventare un Vietnam. Ma ora è definitivamente sepolta, per espresso e inequivocabile segnale degli italiani. Read More

21
Mag
2012

Perché la Merkel è brutta e cattiva. Un caso di psicologia keynesiana

Dopo la settimana della spending review, quella trascorsa è stata la settimana dell’“austerity”.

In tutti i talk show si sono visti politici e opinionisti di ogni parte ringalluzziti dalla vittoria di Holland in Francia e dalla sconfitta della Merkel in Germania, gioiosi della eminente ribalta della linea anti-rigorista promossa dai socialisti francesi trionfanti e dell’ala massimalista dei socialdemocratici tedeschi che hanno battuto il partito della cancelliera nelle recenti elezioni regionali.

E così è andato di moda il coro: “basta con il rigore e l’austerity, si passi alla crescita”, partendo da una assunzione falsa (rigore=austerità) e traendone una conseguenza illogica ma comoda: crescita=aumento di spesa pubblica. Read More

21
Mag
2012

La legge delle conseguenze non previste – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

Quando la regina Elisabetta I d’Inghilterra chiese al suo consigliere economico, Thomas Gresham di raccontarle come mai erano diminuite le riserve di metalli preziosi nel regno provocando una crisi valutaria, il ministro le spiegò che era stata la conseguenza della politica monetaria attuata dal padre Enrico VIII, il quale, per finanziare il governo senza ricorrere a tassazione diretta, aveva deciso di riconiare lo scellino con un contenuto d’argento minore. Imprenditori e mercanti fusero le vecchie monete, esportarono il metallo dove era maggiormente quotato e utilizzarono all’interno del paese la moneta “depravata”. La scomparsa del metallo era dovuta alla sua differenza di valore, l’aggio, con la nuova moneta legale. Quando due monete di pari valore nominale entrano in circolazione con cambio non fisso e con differente titolo, quella che ha potere d’acquisto minore finisce per eliminare dal mercato l’altra con potere maggiore. La spiegazione prese il nome di legge di Gresham, secondo la quale “la moneta cattiva scaccia quella buona”. L’iniziativa di Enrico VIII provocò una reazione inaspettata e opposta a quella che si era proposto aggravando la crisi finanziaria del paese.

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