6
Dic
2021

Domanda e offerta per banchieri centrali

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Geoffrey Wood

Molti anni fa ho avuto una discussione con Alan Meltzer su come scegliere tra i candidati per l’ammissione ai corsi post-universitari di specializzazione in economia. Alan suggerì di fare una domanda molto adatta a valutare la loro comprensione del pensiero economico, più che la padronanza degli strumenti tecnici.

La domanda, semplicemente, era: “Cosa accadrà alla quantità di un bene venduto quando il suo prezzo sale?”

I banchieri centrali di tutto il mondo hanno dovuto venire alle prese con una versione di questa domanda e molti di loro non hanno saputo rispondere correttamente.

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9
Nov
2021

Rischi e potenzialità dell’amministrazione giudiziaria

A partire da una recente decisione del Tribunale di Milano

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Arbotti

I. Come è noto, le più recenti linee di politica criminale per il contrasto dell’infiltrazione criminale nell’economia lecita paiono aver (almeno in parte) superato l’obiettivo di un’ablazione patrimoniale definitiva coûte que coûte, attraverso la valorizzazione di strumenti maggiormente flessibili in grado di adattare l’intervento preventivo alla specificità della situazione contingente, in una logica di minore invasività possibile della reazione statale.

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8
Nov
2021

Digitalizzare la PA: la sfida dei processi e delle competenze

La digitalizzazione della Pubblica Amministrazione è il santo graal di tutte le riforme finalizzate a migliorare l’efficienza e la qualità dei servizi pubblici. Lo stesso Piano nazionale di ripresa e resilienza impegna nella PA circa un quarto delle risorse assegnate alla digitalizzazione nel suo complesso (9,75 miliardi di euro su un totale di 40,32).

Se guardiamo la situazione di partenza, vediamo luci e ombre: sotto alcuni profili la nostra PA ha fatto passi da gigante, sotto altri richiede sforzi ulteriori. Che sia la volta buona? Per rispondere, dobbiamo anzitutto capire dove intervenire e come. La Commissione europea da anni pubblica un indice sull’economia e la società digitale, Desi, che misura tanto la diffusione delle nuove tecnologie quanto il loro effettivo utilizzo. Ebbene, il nostro paese è un apparente paradosso: da un lato (e forse contro le aspettative) la PA appare sorprendentemente digitalizzata; dall’altro (e questo conferma l’esperienza quotidiana) i servizi di e-government non sembrano avere quei tassi di utilizzo che ci si potrebbe aspettare. Infatti, la valutazione per quanto riguarda la completezza dei servizi digitali è del 92% rispetto al punteggio massimo, i servizi digitali per le imprese arrivano addirittura al 94%, in entrambi i casi nettamente al di sopra della media Ue. Come si spiega, allora, questo disallineamento tra quello che (apparentemente) è e quello che tutti percepiamo? E come mai, se le cose stanno come sembrano stare, non c’è governo che non metta in campo un proprio programma di informatizzazione della PA?

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22
Ott
2021

Il neoliberismo fortuna della sinistra. La curiosa ossessione di Letta e Prodi

Enrico Letta pensa che l’esito delle consultazioni amministrative nelle grandi città e la sua elezione a Siena siano una conferma della linea che punta alla costruzione di un’area larga a sinistra (con il M5S ridotto a soggetto gregario) in grado di dire agli elettori “o di qua o di là” in contrapposizione al centrodestra. Ovviamente il successo di questa strategia richiede che la nuova alleanza abbia un’agenda autonoma (anche se non contrapposta) rispetto a quella di Mario Draghi e un “pensiero” politico che riscopra i valori “autentici” della sinistra (nonostante che essa abbia vinto grazie ai voti dei quartieri ZTL).

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21
Ott
2021

Il digitale a scuola: cosa abbiamo imparato e come possiamo utilizzarlo

L’esperienza della pandemia ci ha costretti a scoprire le opportunità e i limiti della didattica a distanza. Se sapremo farne tesoro, potremo offrire ai nostri giovani un’esperienza formativa migliore e più estesa.
Questo è uno dei campi in cui l’innovazione digitale ha avuto un impatto maggiore e più visibile. Senza le piattaforme online, i ragazzi avrebbero perso letteralmente mesi e mesi di scuola, in una fase dello sviluppo in cui ogni giorno è cruciale. Contemporaneamente, abbiamo potuto cogliere l’importanza della didattica in presenza e, su un piano differente, la pervasività del digital divide che deriva non solo dalle disparità nell’accesso alla banda larga, ma anche nella disponibilità di device adeguati e di competenze digitali. 

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11
Ott
2021

Transizione 4.0: non bastano i soldi, serve l’attenzione delle imprese

Secondo il Digital Economy and Society Index (Desi), l’Italia è il terzultimo Stato membro dell’Ue per diffusione delle tecnologie digitali. Uno degli indicatori nei quali il nostro paese ha una performance peggiore è quello relativo al loro uSecondo il Digital Economy and Society Index (Desi), l’Italia è il terzultimo Stato membro dell’Ue per diffusione delle tecnologie digitali. Uno degli indicatori nei quali il nostro paese ha una performance peggiore è quello relativo al loro utilizzo da parte delle imprese, sia nei loro processi produttivi, sia come strumento per commercializzare i loro prodotti. Nel primo caso l’Italia ottiene un punteggio pari a 20,5 su 100, nel secondo addirittura 10,8 su 100, contro una media europea di 25,3 e 16 punti, rispettivamente. Da cosa dipende, cosa comporta, e come può essere superato questo scollamento?

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22
Set
2021

Rifiutare la neutralità tecnologica: un modo per far male i calcoli

“Calculemus!”
Gottfried Willhelm von Leibniz – Dissertatio de arte combinatoria

Come si fa a trasformare la scienza in ideologia? A volte, non servono i gesti eclatanti: è questione di semplici parole. Un esempio (non completamente) a caso: si può decidere di estromettere dalla proposta di Piano per la transizione ecologica, creata dal Cite (Comitato interministeriale per la transizione ecologica) e attualmente discussa in Parlamento, il principio della “neutralità tecnologica”.

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9
Set
2021

Netflix e quote d’investimento

Da anni ormai l’Unione Europea ha previsto un sistema di quote per favorire la produzione e la diffusione di opere audiovisive europee. E l’Italia si è sempre contraddistinta per un eccesso di zelo nell’attuare queste norme. Lo stesso schema si sta ripetendo in questi giorni, a seguito dell’emanazione da parte del governo di uno schema di decreto legislativo in attuazione della direttiva (UE) 2018/1808.

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