25
Giu
2012

Growsterity

Il perdurare della crisi economica e lo stallo della situazione greca mettono sul banco degli imputati le ricette di austerità. La stessa espressione, austerity, è ambigua. Con austerità si indica genericamente un programma che tende alla riduzione del rapporto tra deficit e Pil e tra debito e pil. Per raggiungere questo obiettivo gli Stati possono fare due scelte: aumentare le entrate o diminuire le uscite. È evidente però che fra l’una cosa e l’altra passa una certa differenza: non è la stessa cosa abolire le province o alzare l’Iva, privatizzare le municipalizzate o introdurre l’Imu, alienare il patrimonio pubblico o tassare con nuove accise. La verità è che in Europa l’austerità è stata imposta più al privato che al pubblico, è stata più sbilanciata sul versante delle entrate che sul lato della spesa (l’Italia è l’esempio più paradigmatico). Il nostro “consolidamento fiscale” è stato del genere “cattivo”, per parafrasare il Presidente della BCE Mario Draghi.

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25
Giu
2012

PrivaTopia esiste! Come prosperare spellando lo Stato tass-e-spendi

Leggete qua. Sandy Springs, suburbio di Atlanta, Georgia. Nel 2005, vinte le elezioni dai repubblicani, un fan di Hayek e Reagan, Oliver W. Porter, convince i concittadini a farla finita con la vecchia concezione del potere municipale, la sua pletora di dipendenti, società pubbliche e via cantando.  Perché continuare a dare 190 milioni di dollari l’anno alla Contea di Fulton, per servizi municipali gestiti innanzitutto nell’interesse delle piante organiche dei suoi dipendenti e dirigenti a tempo indeterminato? Da allora, Sandy Springs ha fatto una scelta radicale: come un’impresa privata, il comune si è dato una mera forma societaria, come fosse un fascio di contratti. E’ diventata Priva-Topia. E ha dato tutto in outsorcing, dalla manutenzione delle strade al centralino 911 per le emergenze, dalla gestione delle licenze commerciali a quelle edilizie. Per ciascun settore gare aperte a privati, con le due società prime perdenti legate da un rapporto di immediato subentro se chi vince non offre esattamente ciò a cui si è impegnato, in termini di efficienza e contenimento di costo. Solo per polizia e pompieri i costi comparati delle gare a compagnie private hanno sconsigliato l’offerta pubblica gestita da pubblici dipendenti: ma tutti a tempo determinato, valutati su performance annuali, a cominciare dal cità manager scendendo. Come vedete, si può fare eccome. 90 milioni su 190 sono la capienza finanziaria apertasi rispetto alle vecchie imposte, con un comune in forma di società privata.  Sandy Springs prospera assai più delle altre municipalità vicine che sono rimaste pubbliche, e c’è la fila per andarci a vivere rispetto alle distressed areas afroamericane della Georgia. Non è vero che non si può fare, il punto è liberarsi dello Stato tass-e-spendi!

25
Giu
2012

Nel motore della propaganda c’è benzina ENI?

Anche nel secondo weekend, la campagna “Riparti con Eni” – lo sconto di 20 centesimi sui prezzi self lanciato dal market leader per tutti i fine settimana estivi – è stata un successo. La mia personale statistica nel comune dove vivo è che, nella mattinata di domenica, uno dei due distributori aderenti aveva già esaurito il gasolio; l’altro, era assediato dagli automobilisti. Non dubito che le cose siano andate ovunque in modo analogo. Gli azionisti Eni dovrebbero gioire o lamentarsi?

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22
Giu
2012

Berlusconi e le palle. Viva la Germania!

Incredulo che persino il direttore del Sole 24 ore abbia chiesto che stasera l’arbitro di Italia-Germania agli europei invochi il metodo Moggi e fischi rigori a iosa per far vincere la Grecia, mi son detto che era uno scherzo da non prendere troppo sul serio. Nello sport come nel mercato come nella vita, è sano credere che debbano vincere i migliori, è insano invocare che accada il contrario truccando le regole. A furia di trucchi e di azzardo morale, l’Europa sta come sta: cioè a tocchi. Ma ora sto ascoltando Berlusconi che parla ai giovani de Pdl, e ha appena finito di dire che la colpa dello spread italiano sta tutta nell’ostilità tedesca a una banca centrale che stampi moneta per tutti, a faccia da garante di ultima istanza al nostro debito pubblico, “che non è affatto al 120% del Pil” secondo il neo-sempre leader del partito che ha fondato 18 anni fa. Perciò, ha detto, o i tedeschi sse ne convincono, oppure bisogna costringerli a uscire dall’euro. Oppure dobbiamo uscirne noi, ha aggiunto confermando che il 15 luglio di questo parleranno economisti invitati in Italia da Antonio Martino per incontrare Berlusconi.  Non una parola sul problema numero uno consegnato dalla politica – destra e sinistra, uniti, hanno fatto la stessa cosa  – agli italiani in questi 18 anni: la spesa pubblica che sta al 60% del Pil legale, la pressione fiscale che sta al 53,8% del Pil legale, il totale delle entrate che sta al 58%. E’ oper questo che l’Italia sta in ginocchio, euro o non euro. Credere che la Bce stampa-moneta risolva il problema, è la solita via di fuga delle svalutazioni monetarie della vecchia liretta. Non a caso citata con rimpianto dal Cavaliere, aggiungendo che è del tutto falso che il ritorno alla vecchia valuta comporterebbe abbattimenti nell’ordine del 30-40% del valore reale di risparmi e patrimoni italiani, rispetto al valore dell’euro-forte o del dollaro: altra palla che magari farà pure presa, ma è naturalmente del tutto infondata.  Ad Antonio Martino ci lega una comune visione del mercato. e una comune condivisioen del monito che su un euro a mercati divisi venne da studiosi come Friedman e Feldstein. Ma se Antonio perdona a Berlusconi la spesa e le tasse che pure lo spinsero a protestare da solo inParlamento contro il centrodestra, io penso sia un grave errore. Dopo 18 anni, può e deve bastare. E allora mi sono detto: scriviamolo, va, un post che dichiari il tifo per ilpiù forte, nella partita di stasera e in Europa, senza truccare le regoler per favore, e senza raccontare palle. Al di là del calcio,  di cui mi frega poco o zero tranne che per i suoi bilanci scassati, viva la Germania con la sua serietà, e la sua forza economica costruita tirandosi su le maniche, abbassando spesa e tasse dello Stato, e rilanciando la produttività privata. Non mitizzo: anche i tedeschi commettono errori. Ma se il vecchio-nuovo leader dei moderati italiani ricalca la scena con palle di quest’ordine, spianerà la strada alla sinistra che almeno è sincera, nel dire viva lo Stato e fermiamo il mercato. E di conseguenza chiunque abbia a cuore impresa e lavoro ora dovrà scegliere, come opporsi per renderlo impossibile.

22
Giu
2012

L’ambiguità della libertà politica: l’esempio del Cile – di Michele Silenzi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Michele Silenzi.

Nella prefazione all’edizione del 2002 di Capitalism and Freedom, Milton Friedman lamenta

l’inadeguatezza della disamina del ruolo della libertà politica, che in determinate circostanze può favorire le libertà economiche e civili, mentre in altri casi, al contrario, può soffocarle.

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22
Giu
2012

Europeisti, cioè socialisti e “no global” – di Dario Ciccarelli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Dario Ciccarelli.

Il mercato globale sta dimostrando ogni giorno, in modo sempre più eloquente, che la costruzione comunitaria, così com’è, non ha senso. Di fronte a tale consapevolezza, in Italia gli europeisti, il Presidente Monti e il Presidente Napolitano in primis, affermano con convinzione che l’Italia non ha altra strada che spingere verso la costruzione di uno Stato europeo. I non-europeisti, dal prof. Savona all’on. Berlusconi, dal canto loro si mostrano orientati a percorrere la strada che porterebbe l’Italia a riprendersi la propria autonomia monetaria, politica e giuridica e quindi, recuperando in pieno lo status di nazione, a legarsi alle altre nazioni non attraverso il sistema UE (fondato sulla centralità della tecnostruttura della Commissione Europea) ma attraverso le Organizzazioni Inter-nazionali (fondate sugli accordi tra le Nazioni).

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21
Giu
2012

Mercato e responsabilità della scienza agli esami di maturità

Tra i documenti suggeriti nella traccia del tema di maturità di ambito tecnico-scientifico (oggi si chiamano “saggi brevi”, ma credo cambi poco), c’è anche un estratto di un articolo di Pietro Greco sull’Unità del 7 luglio 2001. Complimenti innanzitutto a chi ha serbato memoria di un articolo del genere per ben 12 anni, per citarne oggi un brano insieme ad altri, un po’ più consistenti, di Hans Jonas, Primo Levi, Leonardo Sciascia e Margherita Hack. L’argomento del tema non è banale, anche se si presta facilmente a banalizzazioni, ed è “la responsabilità della scienza e della tecnologia“.

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19
Giu
2012

Produttori di ricchezza di tutto il paese unitevi!

Sabato scorso a Venezia Tea Party Italia ha organizzato il suo NoImuDay (nulla a che vedere con le imitazioni su cui stanno lavorando alcuni esponenti della maggioranza politica che ai suoi tempi introdusse l’Imu). È stata una bella giornata e un coraggioso tentativo di portare letteralmente in piazza le idee della libera concorrenza e del rispetto dei diritti di proprietà. Read More