4
Lug
2012

Un’associazione per la trasparenza– di Massimo Famularo

Riceviamo e volentiari pubblichiamo da Massimo Famularo.

Portare a termine concretamente un programma di privatizzazioni è un affare spinoso. Occorrono meccanismi di dismissione che siano al tempo stesso efficaci e trasparenti in modo da non penalizzare la parte cedente, ma che riescano comunque a produrre un’offerta attraente per gli acquirenti. Neanche a dirlo, dove opportuno, occorre liberalizzare i mercati di riferimento onde evitare la semplice trasformazione di Monopoli pubblici in monopoli privati.

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3
Lug
2012

Barclays, il mercato falsato, e il manipolatore peggiore di Barclays

Allo scandalo che travolge Barclays, molti reagiscono “ci risiamo, le solite banche anglosassoni”. In realtà le 22 banche consultate quotidianamente, per indicare i tassi medi di mercato per 15 scadenze in 10 diverse valute, sono le maggiori del mondo avanzato. Che il Libor si valuti a Londra, dipende dal fatto che la British Banking Association fu storicamente la prima a porsi il problema di un lead ai tassi di mercato globale. E in materia le autorità di mercato britanniche e americane sono leader, perché è lì che si svolge il più delle transazioni mondiali. La manipolazione del Libor va al cuore del problema della finanza: se il regolatore pubblico debba prevalere e in che limiti, o se più efficiente sia l’autoregolazione. Materia delicatissima. Per chi la pensa come noi, è motivo per non unirsi al coro imperante sui media. Il che non significa plaudire ai manipolatori del mercato. Ma, al contempo, guardarsi da un manipolatore peggiore. Anche se, lo do per certo, ora fioccheranno per quel che dico critiche e attacchi. Read More

3
Lug
2012

Perché penso che balleremo ancora: lo scudo è fallato

Cerco qui di spiegare perché, malgrado l’euroconsiglio europeo del 28 giugno scorso, personalmente mi aspetto comunque un attacco dei mercati internazionali allo spread italiano. Monti ha appena finito di illustrare al Senato italiano la posizione tenuta e ciò che si è ottenuto all’eurovertice, e al di là della dichiarazione “ora gli eurobond non sono più un tabù”, ha prudentemente definito “una riserva d’attesa” quella ottenuta da Italia e Spagna sullo scudo anti spread. Copme si capisce benissimo, una riserva d’attesa significa che lo scudo non c’è.  Non si tratta di criticare Monti per come si è comportato al vertice, altrove ho già scritto l’indomani che ha coraggiosamente giocato una carta assai rischiosa e di solito negata all’Italia, il veto in caso di mancato recepimento di un principio che riguarda il nostro interesse nazionale. Solo con una forte credibilità europea e internazionale Monti poteva assumere una posizione tanto rischiosa e aliena dalla tradizione italiana, e solo scommettendo davvero che Spagna e Francia ci avrebbero seguito il rischio diventava ragionevole, cioè elevato ma mettendo in conto che Berlino alla fine non potesse che cedere. Ma lo scudo non c’è. E non perché Finlandia e Olanda hanno detto no, ieri. Read More

3
Lug
2012

Il blocco delle tariffe e altre sottigliezze metafisiche

Può apparire presuntuoso suggerire al professor Mario Monti di ripassare (o far ripassare ai suoi colleghi) l’abc dell’economia, disponibile a sua scelta anche in video o su Wikipedia, ma quando ci vuole, ci vuole. E quando si sente parlare di tariffe bloccate, ci vuole.

UPDATE Fortunatamente la smentita inequivoca che auspicavo quando ho scritto questo post è arrivata dal ministro Passera, come riferisce Paolo Baroni sulla Stampa.

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2
Lug
2012

Il governo di internet

Che differenza c’è tra government e governance? Potremmo riscoprirlo nel prossimo dicembre, quando i rappresentanti dei paesi membri dell’International Telecommunication Union – l’agenzia ONU responsabile delle politiche ICT – si riuniranno a Dubai per rinegoziare, a un quarto di secolo dall’adozione, il trattato noto come International Telecommunication Regulations.

Se nel 1988 l’accordo pose le basi per una più completa integrazione dei servizi di telecomunicazioni nei diversi paesi e contribuì alla sorgente vena di liberalizzazioni nel settore, la sua ridiscussione porta oggi con sé il rischio di tradire quell’eredità preziosa. Allora la voce era l’unico servizio pensabile; oggi la commutazione di pacchetto rende le telecomunicazioni ubique e trasversali. Allora si trattava di sovrintendere l’operato dei monopolisti pubblici; oggi di disciplinare la concorrenza tra operatori diversi, innovativi e non riconducibili ad un profilo unico. Read More

1
Lug
2012

La sentenza “Pomigliano” e la cecità della politica e della Fiom

La Fiat è un’azienda sempre più globale e l’Italia rischia di diventare per l’azienda torinese una “palla al piede”. Questa considerazione, molto dura ma reale, è ancor più vera dopo la sentenza del giudice di Roma che obbliga il gruppo guidato da Sergio Marchionne ad assumere 145 operai perché iscritti alla FIOM.

La sentenza avviene in seguito alla “battaglia” di Pomigliano, dove l’azienda in cambio di maggiore flessibilità e produttività, aumentava i salari degli operai. C’era una maggiore responsabilizzazione da parte degli operai, ma questa veniva ripagata con premi.

Si è creato a “Pomigliano” un contratto di secondo livello, che aveva addirittura portato fuori da Confindustria l’azienda torinese. Un contratto che è tipico nel mondo teutonico, dove ormai più del 40 per cento dei contratti è siglato in questo modo.

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29
Giu
2012

La vittoria dei due Mario Bail-out-elli

Ok, stamane travolto nel mio filogermanesimo da migliaia di mail prorotte da petti gonfi di orgoglio nazionale, ho dovuto cominciare a radio24 con l’inno di Mameli. Di calcio m’intendo e m’appassiono poco, ergo auguri all’Italia in finale con la Spagna e buona sbornia a tutti i tifosi. Quanto alla vittoria all’eurovertice di Mario Monti, tre considerazioni secche in attesa di conoscere il testo concreto, peché il diavolo sta nei dettagli. Un bravo, un ma, e un dunque.  Read More

28
Giu
2012

Nella partita per l’NGN la grande esclusa è la concorrenza

L’avevamo sperato, persino noi di Chicago Blog, che il sostegno della Cassa Depositi e Prestiti a Metroweb e al suo piano di sviluppo della rete in fibra potessero finalmente innescare gli investimenti di cui la banda larga ha bisogno e che da troppo tempo si fanno attendere. Certo, destava qualche preoccupazione l’ipotesi che un organismo sostanzialmente pubblico assumesse una posizione tanto definita nel mercato: ma ciò appariva come un problema superabile al cospetto del perdurante immobilismo del settore. Senonché l’evoluzione del dibattito ha presto dimostrato che le crisi di coscienza dei liberisti telematici potevano essere archiviate.

Prima è stato il turno di Carlsten Schloter, che in un’intervista al Corriere Economia ha mostrato per il piano di Telecom Italia un favore che non ci si sarebbe attesi dal presidente di Fastweb, nonché azionista di Metroweb. Poi ha gettato acqua sul fuoco Franco Bassanini, presidente di CDP, aprendo all’impegno della Cassa anche nel progetto dell’ex monopolista. Quindi l’abboccamento è proseguito con le dichiarazioni di Marco Patuano e Franco Bernabè, che in una magistrale interpretazione del paradigma “poliziotto buono, poliziotto cattivo” hanno mostrato la disponibilità dell’incumbent a scendere a patti, ma alle sue condizioni. Infine è giunto il suggello del ministro Passera, che ha auspicato la massima sinergia tra gli investimenti. La querelle si è rivelata, insomma, per quello che è: l’ennesimo episodio di quella grande commedia dell’arte che sono le telecomunicazioni italiane. Read More