5
Lug
2012

Un paio di riflessioni sul LIBOR truccato

Ci risiamo. Le banche, a quanto pare prevalentemente inglesi, hanno di nuovo fatto le furbe. Si sono fabbricate addosso un tasso interbancario a seconda delle comodità, più basso quando c’era da raccogliere denaro, più elevato quando si trattava di prestarlo, il denaro.
Giusta indignazione e grande levata di scudi. Evviva, un altro buon argomento con cui indignarci in questi giorni così densi di materia prima.
Però, c’è un però: come risolvere il problema e come sanzionare i comportamenti scorretti? E qui un pò tutti hanno dato “il meglio” di sè: aumentare la regolamentazione; controllare più da vicino; imporre una superauthority; emanare sanzioni a ogni piè sospinto; e via così.
Insomma, la solita minestrina di chi ormai ha rinunciato a pensare e ha abdicato il pensiero e l’azione ad altri.
Allora, lasciatemi lanciare qualche piccola provocazione:
1) possibile soluzione del problema 1: e se invece di aumentare i controlli e fare la voce cattiva, si aumentasse il numero di partecipanti al panel delle banche che suggeriscono quotidianamente il prezzo del LIBOR (e dell’EURIBOR)? Invece di scappare dal mercato, forse sarebbe meglio inspessirlo; sarebbe forse un’alternativa da prendere in considerazione;
2) possibile soluzione del problema 2: e se invece del calcolo della media, si calcolasse la maediana dei valori? Tutti quelli che masticano un pò di statistica sanno che con la mediana si toglierebbe di mezzo il problema degli “outlier”: così, se una banca, per proprie convenienze momentanee, dovesse proporre un valore palesemente “fuori mercato” vedrebbe la propria proposta evaporare grazie all’utilizzo della mediana;
3) meccanismo sanzionatorio: qualcuno mi spiega per quale sia il vantaggio di erogare multe alle banche? a chi giova? chi incassa questo denaro? I veri danneggiati, i piccoli mutuatari, in realtà non ne traggono alcun beneficio. E si provasse a trovare qualche meccanismo che in qualche modo “retroceda” questi indebiti vantaggi a coloro che nei giorni di alterazione del mercato dei tassi hanno subito un danno?

5
Lug
2012

In Usa c’è chi finanzia la politica a carte scoperte.

Si stanno scaldando i motori per le presidenziali americane di novembre e uno degli aspetti su cui media e opinione pubblica prestano maggiore attenzione è la raccolta fondi dei candidati. Ha suscitato scalpore la donazione da 10 mln di dollari di Sheldon Adelson, il re delle case da gioco di Las Vegas, ad un superPAC che sostiene Mitt Romney (i superPAC sono organizzazioni di pressione politica che possono accettare donazioni senza limiti). Il New York Times ha subito mostrato il “ditino alzato” per stigmatizzare la figura di Adelson, “il magnate dei casinò che negli ultimi tre anni ha fatto più soldi rispetto a qualsiasi altro americano. Egli è la perfetta illustrazione dello squallido stato della politica del denaro, sborsare la maggiore donazione politica nella storia per far avanzare la propria agenda personale, ideologica e finanziaria, che è selvaggiamente in contrasto con le esigenze della nazione” (dove per “esigenze della nazione” si devono intendere le idee e gli interessi patrocinati dal NY Times). Read More

4
Lug
2012

Sanità. The first cut isn’t the deepest

La “spending review” è uno strumento di importanza cruciale, se pensiamo che anche la spesa pubblica non sfugga alla regola del conoscere per deliberare: è necessario capire dove e come effettivamente lo Stato spende, per potere tagliare con efficacia.

L’obiettivo di lungo periodo dovrebbe essere quello di una spesa più leggera e quindi più sostenibile, coerente con una riduzione del raggio d’azione del pubblico. L’obiettivo di breve del governo è mostrare risultati tangibili nei prossimi mesi. I due collidono.

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4
Lug
2012

Un’associazione per la trasparenza– di Massimo Famularo

Riceviamo e volentiari pubblichiamo da Massimo Famularo.

Portare a termine concretamente un programma di privatizzazioni è un affare spinoso. Occorrono meccanismi di dismissione che siano al tempo stesso efficaci e trasparenti in modo da non penalizzare la parte cedente, ma che riescano comunque a produrre un’offerta attraente per gli acquirenti. Neanche a dirlo, dove opportuno, occorre liberalizzare i mercati di riferimento onde evitare la semplice trasformazione di Monopoli pubblici in monopoli privati.

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3
Lug
2012

Barclays, il mercato falsato, e il manipolatore peggiore di Barclays

Allo scandalo che travolge Barclays, molti reagiscono “ci risiamo, le solite banche anglosassoni”. In realtà le 22 banche consultate quotidianamente, per indicare i tassi medi di mercato per 15 scadenze in 10 diverse valute, sono le maggiori del mondo avanzato. Che il Libor si valuti a Londra, dipende dal fatto che la British Banking Association fu storicamente la prima a porsi il problema di un lead ai tassi di mercato globale. E in materia le autorità di mercato britanniche e americane sono leader, perché è lì che si svolge il più delle transazioni mondiali. La manipolazione del Libor va al cuore del problema della finanza: se il regolatore pubblico debba prevalere e in che limiti, o se più efficiente sia l’autoregolazione. Materia delicatissima. Per chi la pensa come noi, è motivo per non unirsi al coro imperante sui media. Il che non significa plaudire ai manipolatori del mercato. Ma, al contempo, guardarsi da un manipolatore peggiore. Anche se, lo do per certo, ora fioccheranno per quel che dico critiche e attacchi. Read More

3
Lug
2012

Perché penso che balleremo ancora: lo scudo è fallato

Cerco qui di spiegare perché, malgrado l’euroconsiglio europeo del 28 giugno scorso, personalmente mi aspetto comunque un attacco dei mercati internazionali allo spread italiano. Monti ha appena finito di illustrare al Senato italiano la posizione tenuta e ciò che si è ottenuto all’eurovertice, e al di là della dichiarazione “ora gli eurobond non sono più un tabù”, ha prudentemente definito “una riserva d’attesa” quella ottenuta da Italia e Spagna sullo scudo anti spread. Copme si capisce benissimo, una riserva d’attesa significa che lo scudo non c’è.  Non si tratta di criticare Monti per come si è comportato al vertice, altrove ho già scritto l’indomani che ha coraggiosamente giocato una carta assai rischiosa e di solito negata all’Italia, il veto in caso di mancato recepimento di un principio che riguarda il nostro interesse nazionale. Solo con una forte credibilità europea e internazionale Monti poteva assumere una posizione tanto rischiosa e aliena dalla tradizione italiana, e solo scommettendo davvero che Spagna e Francia ci avrebbero seguito il rischio diventava ragionevole, cioè elevato ma mettendo in conto che Berlino alla fine non potesse che cedere. Ma lo scudo non c’è. E non perché Finlandia e Olanda hanno detto no, ieri. Read More

3
Lug
2012

Il blocco delle tariffe e altre sottigliezze metafisiche

Può apparire presuntuoso suggerire al professor Mario Monti di ripassare (o far ripassare ai suoi colleghi) l’abc dell’economia, disponibile a sua scelta anche in video o su Wikipedia, ma quando ci vuole, ci vuole. E quando si sente parlare di tariffe bloccate, ci vuole.

UPDATE Fortunatamente la smentita inequivoca che auspicavo quando ho scritto questo post è arrivata dal ministro Passera, come riferisce Paolo Baroni sulla Stampa.

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