10
Lug
2012

Neanche in Danimarca la cura dimagrante è quella giusta

In Danimarca si sta prendendo in considerazione l’idea di abolire la tassa sui cibi grassi e sugli zuccheri aggiunti sostituendo il gettito mancante con l’aumento dell’aliquota base delle imposte sul reddito. La proposta arriva dai Social Democratici, che si oppongono al balzello sul junk food in quanto danneggia il mondo del lavoro nell’industria alimentare e agricola (si stimano circa 2000 posti di lavoro in meno) e, in generale, l’economia: com’è inevitabile che sia, infatti, ad un aumento del costo di alcuni cibi i danesi reagiscono acquistandoli all’estero, favorendo quindi l’economia oltre i confini del proprio Paese. Read More

10
Lug
2012

Terremoto. Le scosse d’assestamento (fiscale)

I disastri naturali e le distruzioni umane non creano ricchezza. Da sempre i primi erano considerati punizioni divine e per quanto riguarda le seconde gli uomini avrebbero dovuto capire da tempo che commerciare è più conveniente che fare la guerra, cooperare è preferibile a distruggere e lanciare Opa è meglio che lanciare bombe. Eppure non sono poche le persone convinte che guerre, terrorismo, terremoti e persino invasioni aliene, spingendo i governi a fare spesa pubblica, producano crescita economica. Read More

9
Lug
2012

Picco del petrolio: apocalisse rimandata, come sempre

Pochi, in Italia, si sono resi conto della rivoluzione che sta attraversando il mondo petrolifero. Si è molto discusso – et pour cause – della rivoluzione dello “shale gas“, e molto meno di quella dello “shale oil” o, più precisamente, delle produzioni non convenzionali di gas e olio. Le conseguenze di questa rivoluzione sono enormi e di lungo termine, e non riguardano solo la capacità della produzione di greggio di tenere il passo di una domanda che, nel lungo termine, è comunque destinata a crescere. Ora, la pubblicazione di un nuovo rapporto curato da Leonardo Maugeri per il Belfer Center dell’Università di Harvard rende pubblici dati nuovi, e fa crollare miti vecchi. Come quello del “picco del petrolio”.

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9
Lug
2012

I tagli alla ricerca sono una bestemmia? — di Giovanni Federico

Ripubblichiamo questo post di Giovanni Federico, direttore dello European Research Council Project on Market Integration and the Welfare of Europeans presso lo European University Institute, originariamente pubblicato sul blog noiseFromAmerika.

NfA ha sempre sostenuto la necessità di tagliare la spesa pubblica e quindi non può che accogliere con favore il recente decreto. Ma, si sa, il diavolo è sempre nei dettagli e quindi è opportuna un’analisi più approfondita. Questo post si occupa dei tagli all’università e alla ricerca

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9
Lug
2012

Spending review a tempo scaduto?

Se una famiglia tagliasse di 15 euro il suo budget mensile di 1500 euro, sarebbe un “macelleria sociale” o una “riforma epocale” dello Stato?

Quando parliamo della spending review è bene comprendere quale sia il livello di spesa raggiunto e di quanto siano i tagli. Infatti la spending review vede una diminuzione reale di circa l’1 per cento della spesa pubblica. Ancora troppo poco, visti i circa 800 miliardi di euro che lo Stato si trova a spendere ogni anno.

Non è questione di populismo o meno, ma è necessario guardare i dati. Tra il 1995 e il 2010 l’Italia ha accumulato oltre 650 miliardi di deficit e il rapporto debito su prodotto interno lordo ha ormai superato il 120 per cento.

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9
Lug
2012

Critiche e spread, Monti ha torto ma Squinzi…pure

Trovo risibile l’argomento di Monti “chi critica alza lo spread”.  Dice solo implicitamente che intende candidarsi in ploitica, e non c’è nulla di male, basta saperlo. Ma l’argomento l’abbiamo già udito letteralmente da Berlusconi e altri suoi predecessori. Se questo fosse il criterio, prima di Confinduistria dovremmo bandire innanzitutto la Cgil. E se siete benpensanti che di Monti apprezzano comunque che la colpa del disastro italiano non sia sua – vero! – e pensate che Confindustria in ogni caso sia più “istituzione” della Cgil e dunque dovrebbe naturalmente moderare le parole, non so dovre andremmo a finire se usassimo lo stesso metro per molti pm o per Repubblica. Il punto dunque non è questo, anche se ovviamente molti industriali pensano legittimamente che Confindustria debba avere rapporti istituzionali corretti coi governi in carica e debba dare comunque una mano a un governo che ha credito in sede internazionale, e per questo hanno risposto affermativamente alla chiamata contro Squinzi che Montin ha lanciato. Il punto è che se a noi sembra che Monti abbia torto nel modo e nella forma, Squinzi con le sue dichiarazioni alla Cgil ha invece …. torto nella sostanza! Read More

9
Lug
2012

Grazie Monti!

In un periodo in cui la disoccupazione ha raggiunto il livello record del 10,1% con una incidenza sul comparto giovanile del 36,2% la novella disciplina del lavoro contribuirà certamente ad incrementare la folla degli inoccupati. È la conseguenza inevitabile della presupponenza di chi non ha la più pallida idea di cosa significhi aver bisogno di trovare un lavoro, qualunque lavoro, purché si possa portare a casa qualche soldo.

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9
Lug
2012

Se la spending review è macelleria sociale anche per confindustria – di Enrico Zanetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Enrico Zanetti.

La revisione della spesa cui sta dando corso il Governo è tardiva e insufficiente.

È tardiva perché doveva essere il primo degli interventi, lo scorso gennaio, dopo la paurosa mazzata di tasse, introdotte nel semestre precedente per far fronte, alla meno peggio, alle esigenze di immediato risanamento del bilancio pubblico.

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7
Lug
2012

Tagliaspese: l’aritmetica dice no

Ci sono tante cose buone e guste nel taglia spese? L’ho già scritto subito e anche qui ieri sera, certo che sì, a cominciare dai 295 uffici giudiziari in meno. a tante altre cose. Desidero però richiamare l’attenzione di tutti su un punto essenziale, almeno per me. E’ il primo punto di fondo. Per il quale se cambiate nome al provvedimento, alla va bene e c’intendiamo. Altrimenti no, ed è abile truffa verbale statalista. Or che abbiamo letto le tabelle riepilogative del decreto, sappiamo che la somma totale di tagli di spesa triennale  è pari a circa 26 miliardi. Ma di questi 26 miliardi, 22,76 vanno a copertura di nuova spesa. Il contenimento reale di spesa è dunque pari  a 3,2 miliardi IN TRE ANNI! Chiamiamolo cambia-spresa, non taglia-spesa, il decreto, e allora va bene. Plaudiamo al fatto che spendere meno in microuffici giudiziari e centralizzare procedure di procurement su piattraforme tecnologiche è cosa buona e giusta. Anche se la solita taglia sull’industria farmaceutica è una roba da selvaggi comunisti. Ma la spesa pubblica sarà TAGLIATA quando qualcuno la farà davvero SCENDERE per meno tasse A LAVORO E IMPRESA.  Altrimenti, lo Stato continuerà a dire che l’anno prossimo vi mette una nuova tassa, per coprire il cui gettito che serve a coprire spesa crescente ci sarà un governo che tecnico e illuminato che vi venderà come tagli alla spesa ciò cjhe serve ad evitare la tassa agguntiva, mm nel frattempo la spesa non scende affatto e le tasse restano da assassini. Non è di questo, che c’è bisogno. E se pensate che sia pregiudizio verso Monti o nostalgis di Berlusca, sbagliate due volte.