3
Set
2012

Carbosulcis, il teatro dell’assurdo – di GB Zorzoli

Ripubblichiamo questo articolo di GB Zorzoli, comparso sull’edizione odierna della Staffetta Quotidiana .

Non fosse per il dramma di 463 lavoratori (e delle loro famiglie) che vedono a rischio il posto di lavoro, la vicenda della Carbosulcis potrebbe essere assimilata a una piéce del teatro dell’assurdo o, per quanto riguarda la mia esperienza professionale, anche a un remake di un film di successo, “Ritorno al futuro”.

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2
Set
2012

Anidride solforosa e politica

Anidride solforosa e politica, questi i due semplici ma insuperabili problemi che caratterizzano la miniera di Nuraxi Figus e la stessa Carbosulcis. Questi i due motivi per cui, pur con rispetto e dispiacere, non riesco a essere troppo solidale con i minatori sardi asserragliati a 373 metri di profondità; ci sarebbero anche le modalità della protesta ma si tratta di un altro discorso.

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31
Ago
2012

Accise carburanti: per limite il cielo?

Sterilizzare le accise sui carburanti è uno dei mantra più ripetuti dalla politica italiana, quando è in animo di fare promesse populiste che verranno disattese prima ancora di essere dimenticate. Non si sottrae il governo tecnico guidato da Mario Monti che ancora una volta, complici i prezzi record del pieno, garantisce che “si stanno valutando” misure del genere. Peccato che la sterilizzazione sia – nell’ordine – complicata, inutile e dannosa.

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31
Ago
2012

Perché fermareildeclino si può e si deve – di Alessandro De Nicola

Questo testo è stato pubblicato su L’Espresso del 30 agosto 2012.

Nelle pieghe dell’estate della crisi, si è infilata la pubblicazione di un Manifesto sottoscritto da sette promotori (tra cui, oltre a Boldrin, Brusco, Giannino, Moro, Stagnaro e Zingales, anche chi scrive) e 250 primi firmatari, esponenti di quella che si suole chiamare la “società civile” (espressione un po’ stucchevole, ma che aiuta a semplificare). Il manifesto si intitola “Fermare il declino” e si articola in un ulteriore decalogo di 10 proposte, sintetiche ma nette.

In buona sostanza, il manifesto parte dalla premessa che, salvo alcune eccezioni individuali, la classe politica emersa nel 1992-1994 ha fallito. Inoltre, constata che in Italia non esiste un’offerta politica adeguata per coloro i quali si richiamino ai principi di merito, concorrenza, trasparenza, mercato, legalità, libera iniziativa e reclamino meno spesa pubblica, meno debito e meno tasse.

Le 10 proposte cercano di indicare percorsi chiari affidandosi anche ai numeri: ridurre la spesa pubblica per un ammontare pari al 6% del PIL in 5 anni e nello stesso periodo le imposte per un valore pari al 5% del PIL, abbattere il debito pubblico attraverso vere dismissioni sia di immobili che di aziende pubbliche, liberalizzare l’economia, sostenere i redditi di chi perde il lavoro e non le imprese decotte e così via (si può consultare tutto sul sito www.fermareildeclino.it). Read More

31
Ago
2012

Il Sulcis paradigma e sfida se l’Italia vuole fare sistema – di Angelo Spena

La progettualità come metodo e l’esigenza di investitori di lungo termine

Riceviamo da Angelo Spena e volentieri pubblichiamo. La questione del Sulcis è particolarmente complessa e va affrontata con attenzione. La tesi di questo articolo non è necessariamente condivisa da Chicago-blog ma riteniamo utile aprire un dibattito. Nelle prossime ore ospiteremo anche altri punti di vista.

Spariranno dalle tasche degli italiani che accendono la luce, più di duecento miliardi di euro nei prossimi venti anni per pagare la convulsa una tantum per le rinnovabili del vento e del fotovoltaico. Un prelievo forzoso spintosi al di là di ogni previsione, innescato dalla beffa fatta al decreto “salva-Alcoa” nell’estate 2010 da politici oggi immemori. Bene per i capitalisti delle rinnovabili, ma i lavoratori Alcoa sono tutt’altro che salvi.

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30
Ago
2012

L’Italia porterà i “libri in tribunale”?

I mercati hanno paura del ritorno della politica o hanno semplicemente paura della classe politica che ha portato l’Italia sull’orlo del baratro? Ne parlavo ieri su Raitre  e sembra davvero che questa classe politica non abbia compreso la gravità della situazione.

Vi sono alcuni dati chiari che non permettono di restare tranquilli.

In primo luogo la forte recessione in cui l’Italia è caduta; tutte le stime parlano di una contrazione dell’economia di oltre 2 punti percentuali nel 2012 e una recessione che continuerà anche nel prossimo anno.

Il secondo dato che non fa dormire sonni tranquilli i mercati, ma che non dovrebbe fare dormire sonni tranquilli a tutti gli italiani è il debito pubblico. Siamo arrivati al 123 per cento del prodotto interno lordo, vale a dire circa 30 mila euro a testa per ogni italiano (bambini e anziani compresi). Un livello mai raggiunto prima, nemmeno negli anni ’90.

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30
Ago
2012

Monti e la Guerra Santa all’evasore – di Aldo Canovari

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Aldo Canovari .

 “Penso che l’Italia si trovi in uno stato di difficoltà soprattutto a causa dell’evasione fiscale” (Dalla recente intervista a “Famiglia cristiana”).

Ma è concepibile che un Presidente del consiglio, per di più addottorato in economia, rilasci simili dichiarazioni ad un Paese massacrato dagli sperperi degli apparati pubblici, rapinato dagli Enti impositori statali, regionali, provinciali, comunali…, un Paese letteralmente schiacciato dal Fisco, con una pressione fiscale superiore al 50% e un total tax rate sulle imprese di circa il 70%! Un Paese in cui il Fisco 6 volte su 10 emette accertamenti illegittimi, poi regolarmente annullati dagli organi del contenzioso tributario. Un Paese in cui i Governanti, nel comunicare i dati relativi alle tasse falsificano la realtà, continuando a presentare come REDDITI EVASI quelli “ACCERTATI”, cioè quelli “PRETESI” dal Fisco, omettendo di precisare che nella maggior parte dei casi questi “accertamenti” sono infondati perché solo frutto di arbitrarie presunzioni.

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29
Ago
2012

Una proposta per migliorare l’offerta formativa delle nostre università – di Massimo Famularo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Famularo (@massimofamularo).

Discutere in modo obbiettivo delle condizioni attuali e delle possibili aree di miglioramento del nostro sistema universitario è un’operazione particolarmente complicata. Il numero chiuso è un filtro di efficienza oppure una barriera all’entrata nelle mani degli incumbent? Occorre destinare più fondi e/o utilizzare meglio quelli esistenti? Quali indicazioni dovremmo trarre dal numero elevato dei fuori corso?

Di seguito provo a suggerire un miglioramento che, pur incrementando l’efficienza del sistema, non dovrebbe incontrare resistenze di tipo ideologico o strategico.

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