28
Set
2012

A tale of two companies. Non è un paese per il mercato – di Massimo Brambilla

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Brambilla.

Nella cacofonia mediatico/politica seguita alle parole di Marchionne sulla sostenibilità del progetto Fabbrica Italia così come disegnato solo due anni fa alla luce dell’evoluzione del mercato europeo, quella che è mancata, salvo rari ed isolati casi come, per esempio, l’articolo di Oscar Giannino su questo blog, è stata una seria riflessione su come la vicenda Fiat/Fabbrica Italia sia paradigmatica di come ogni allocazione di risorse non effettuata per mezzo dei meccanismi di mercato ma da parte di un pianificatore centrale per il tramite di strumenti di politica economica sia inefficiente e non porti altro che a bruciare risorse e perdere opportunità. Read More

27
Set
2012

Disavanzo che trovi, inefficienza che paghi

La Relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni pubblicato dalla Corte dei Conti mostra che il 75% della spesa regionale è costituita da quella sanitaria: un livello enorme che le regioni fanno fatica a sostenere, come rivelano i disavanzi. È proprio nelle regioni con i più elevati disavanzi di gestione che si concentra una scarsa qualità e inappropriatezza dei servizi erogati, che rivela quindi la presenza di sprechi per coprire i quali si fa ricorso alle tasche dei cittadini. Read More

26
Set
2012

Il pompiere Monti – di Costantino De Blasi

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Costantino De Blasi.

Il mio lavoro è fare il risk manager. Per esperienza so che quando si sviluppa un incendio in un capannone industriale il danno maggiore, in valore assoluto, paradossalmente, è quello provocato dai vigili del fuoco che intervengono sul posto per sedare le fiamme.

La circostanza è statisticamente così rilevante che esistono società specializzate nel recupero e ripristino dei macchinari, i più importanti fattori della produzione, a seguito di bagnamento.

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26
Set
2012

No ai ladri, e anche al TitoloV della Costituzione

La catastrofe morale della Regione Lazio e l’evidenza del mangia-mangia diffuso nella maggioranza delle Regioni italiane è un lavacro salutare. E se i vecchi partiti – a cominciare ovviamente dal centrodestra che offre la galleria  di comportamenti piu’ nauseanti, ma in realtà riguarda tutti, l’acquiescienza alla delibera del’ufficio di presidenza per la quale i denari dei gruppi andavano in tasca ai consiglieri procapite – credono ancora volta di uscirne con la recita dello scaricabarile, ebbene s’illudono. Ci sono almeno tre questioni investite da questa colata di fango. La prima, ovviamente, è etica. La seconda, istituzionale. La terza, il rimedio alla seconda. Read More
26
Set
2012

I mandarini pubblici, veri eredi del monarca assoluto

Passano solo 40 anni, dal Leviatano di Thomas Hobbes del 1651, e i Due trattati sul governo di John Locke. Eppure, di mezzo c’è la differenza tra la notte e il giorno. Nel primo si descrive la convenienza di essere sudditi, affidandosi allo Stato per evitare i danni di un conflitto sociale rischioso. Nel secondo, il diritto e il vantaggio di essere cittadini, associandosi sulla base del consenso fra uomini liberi, ciascuno depositario di diritti naturali incomprimibili alla vita, alla libertà, alla proprietà. In Italia, la Repubblica è nata promettendo quest’ultima cosa. Nei fatti, ha invece inverato la prima: lo Stato fa quel che vuole, e noi siamo sudditi. E’ così in materia fiscale, perché nessun Paese avanzato ha adottato il favor fisci come criterio orientativo della giurisprudenza costituzionale e di Cassazione, e solo Paesi totalitari hanno come da noi un giudice tributario che non è terzo, ma appartiene alla stessa amministrazione che presume di conoscere lei la tua cifra d’affari, il tuo imponibile, la tua imposta, e che si è dato anche il potere di entrare nei tuoi conti, bloccandotela e spezzando la continuità della tua impresa. E’ così nella giustizia civile, perché lo Stato aspetta anche sei o sette anni per il primo grado mentre il tuo diritto economico svanisce, a differenza di un anno al massimo negli Usa. E’ così nell’urbanistica, nelle infrastrutture, nelle liste d’attesa della sanità pubblica. O nella previdenza, in cui per volontà dello Stato 513mila italiani hanno pensioni retributive – cioè regalate rispetto ai contributi versati – superiori ai 4mila euro al mese e che costano 9miliardi e mezzo l’anno, mentre i più giovani non ne avranno mai neanche una da mille. Come difendersi? La giustizia, scassata com’è, serve a poco. Di referendum alla svizzera, neanche a parlarne. L’accesso diretto dei cittadini alla Corte costituzionale, come in Germania, da noi è vietato. Come è avvenuto? L’Italia è diventata Stato dei partiti nella prima Repubblica, e Stato dei vertici della PA nella Seconda. Chi occupa protempore i poteri dello Stato, se non ha selezione dal basso in base al merito e alla temporaneità dell’incarico, sia politico oppure burocrate, persegue il proprio interesse a darsi ragione e ad amministrare sempre più risorse, non quello della libertà. E ci riesce rinfacciando ai cittadini, di non essere all’altezza del loro dovere civico. Come avviene sulle tasse: non conta quanto lo Stato dilapidi, la colpa è di chi tenta di sottrarvisi. Per tornare a essere cittadini non basta il voto alle urne. Occorre smascherare dovunque la falsità di un’etica pubblica che spaccia per valore civile l’interesse dei mandarini pubblici, i veri eredi del monarca assoluto.

26
Set
2012

I “fondamentali” dell’Europa – di Gianni Pardo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gianni Pardo.

In economia i “fondamentali” sono i dati di base. Immaginiamo che una banca abbia un credito di un milione di euro e che alla scadenza l’industria debitrice non possa restituirglielo. La banca esamina seriamente la situazione dell’azienda e se la sua incapacità di restituire il milione è il sintomo di una situazione degradata che porterà al fallimento, si rassegna. Se viceversa si accorge che l’impresa ha i conti in equilibrio e quell’incapacità di restituire il denaro dipende da una serie di temporanee circostanze negative, può prolungare i termini per la restituzione del debito o addirittura concedere un nuovo mutuo. Nel primo caso i “fondamentali” sono negativi, nel secondo positivi. La domanda è: i fondamentali dell’Europa sono positivi o negativi?

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