31
Lug
2022

Oltre la siccità. Abbandonare il dirigismo in agricoltura

Per il Nord Italia l’estate del 2022 si sta rivelando molto calda, con temperature di maggio e giugno simili a quelle del torrido 2003. Inoltre un’analisi pluviometrica svolta dal 1902 ad oggi indica che il 2022 è l’anno più povero di precipitazioni in assoluto, a pari merito con il 1922 e seguito da 1990, 1944 e 1938. Gli effetti delle anomalie termiche e idriche sulla produzione agricola sono evidenti. In alcune aree – specie in Pianura Padana – le produzioni appaiono già compromesse, in altre la situazione è molto difficile, anche alla luce di previsioni meteo non incoraggianti. Si prospetta un quadro complesso e delicato, tra le comprensibili preoccupazioni (e talvolta le lagnanze) degli agricoltori che rischiano di veder compromesso il loro lavoro senza particolare speranza di ristoro (i fondi stanziati per le “calamità naturali” sono poco più che irrisori) e la necessità di salvaguardare le scarse risorse idriche e di mantenere un equilibrio precario (basti pensare all’avanzata del “cuneo salino” nell’asta del Po). 

La concomitanza di circostanze avverse (ivi comprese le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina) può rappresentare un rischio per la nostra stessa sicurezza alimentare e per la tenuta di alcune filiere. Quella del riso è in ambasce per la sicura perdita di produzione, potenzialmente drammatica alla luce di qualche decisione tecnicamente discutibile dei consorzi di irrigazione su cui infuriano polemiche degne dei manzoniani “polli di Renzo”. A rischio pure le filiere zootecniche, strette tra scarsità dei mangimi (oltre al mais ucraino mancherà pure gran parte di quello nazionale) ed aumento dei costi energetici. 

Tuttavia, ogni crisi dovrebbe indurre alla riflessione per meglio programmare il futuro (Est Sesia, il più grande consorzio irriguo italiano, nacque dopo la siccità del 1922; canali irrigui come Regina Elena o Diramatore Alto Novarese furono messi in opera dopo le siccità del 1944 e 1965). In ogni caso servirebbero una visione sistemica, una gestione più equilibrata delle riserve, e sistemi irrigui ad alta efficienza che tuttavia non alterino un equilibrio fondato sulla ricarica delle falde. Serve più libertà di ricerca, per ottenere anche attraverso le nuove tecnologie genetiche, piante più “resilienti”. Servono scelte pragmatiche che non ripetano errori altrui (si pensi alla drammatica situazione in atto in Sri Lanka a seguito della decisione ideologica di imporre ope legis il “biologico” vietando l’uso dei moderni mezzi di nutrizione e protezione delle colture). Servirebbe un Politica Agricola Comunitaria meno dirigista, che tuteli i produttori con un agile meccanismo di assicurazione del reddito, non un sistema di contributi che senza ironia si definiscono “a pioggia”, sotteso da elefantiaco e paralizzante apparato di norme spesso assurde dettate da burocrazia e malinteso “ambientalismo”. Perché, come diceva Eisenhower, “l’agricoltura sembra terribilmente semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a migliaia di miglia da un campo di grano”.


Flavio Barozzi e Luigi Mariani, Società Agraria di Lombardia

30
Lug
2022

Quali interventi per metano ed elettricità?

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Ivan Beltramba

Sembra che il metano serva SOLO a fare energia ELETTRICA ma non è così, il metano serve per riscaldamento civile e, soprattutto, per usi termici nell’industria, e un po’ per autotrazione. Con sprechi notevoli. Quindi concentrarsi solo sulla generazione di EE è un po’ riduttivo e criminalizza un uso efficiente e non preponderante.

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20
Lug
2022

Consigli di lettura per l’estate 2022

Quali libri mettere in valigia per le proprie vacanze? Anche quest’estate l’Istituto Bruno Leoni propone i suoi tradizionali consigli di lettura, spaziando dai classici ad alcuni saggi di recente pubblicazione. Ecco le segnalazioni di membri del team IBL e collaboratori dell’Istituto, undici libri per riflettere sulle idee della libertà.


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20
Lug
2022

Il Cile e il progetto di una Costituzione “miracolosa”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Carlos Di Bonifacio

Nel 2019 diverse manifestazioni e proteste esplosero nel Cile di Sebastián Piñera. In un primo momento sembrava che tali agitazioni popolari fossero dovute a un aumento del costo del trasporto pubblico e che la situazione non fosse altro che una piccola azione di un gruppo di studenti. Dopo poco però, la situazione divenne incendiaria, con migliaia di manifestanti e decine di “leader politici” scesi in strada in tutto il paese. Sin dall’inizio però era evidente che ci fosse un problema con questa “rivoluzione”: non si sapeva per cosa si stesse manifestando. Certo, molte di queste persone davano risposte: si manifestava contro “il sistema capitalista”, “contro il neoliberismo selvaggio”, “per la giustizia sociale”, insomma, il sistema che c’era in Cile era cattivo e doveva essere sostituito con uno più “giusto”, più “buono”, più “sociale”.

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6
Lug
2022

Il dilemma latino-americano: un passo avanti e un salto indietro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Carlos di Bonifacio

Forse non c’è una regione nel mondo che abbia generato nella storia recente così maestose aspettative e così profonde disillusioni. Centinaia di intellettuali, attivisti, artisti e politici hanno lasciato affogare le loro speranze di un nuovo e miglior mondo nel paradiso perduto dell’America Latina. Insomma, Il Sudamerica è la regione delle speranze perse.

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2
Lug
2022

Addio a Stefano Monti Bragadin

Un altro liberale di quelli di una volta se n’è andato. Ieri si è spento Stefano Monti Bragadin, scienziato della politica, già professore all’Università di Genova, ma soprattutto uno dei pochi che ebbero il coraggio e l’intuizione di tenere accesa la fiammella della libertà individuale quando la notte delle idee era più buia e tempestosa.

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15
Giu
2022

Quella burocrazia che soffoca e limita la nostra vita

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Francesco Provinciali

A forza di elaborare costrutti mentali con i quali vorremmo favorire il progresso e semplificare le nostre relazioni sociali finiamo per incrementare una deriva di iperproduzione normativa che ci imprigiona.

Dobbiamo regolamentare tutto, prevedere tutto, pianificare, salvare i diritti di ciascuno e per far questo costruiamo una babele di regole che spesso finiscono per cozzare tra loro e allora ne inventiamo altre per correggere, dirimere incomprensioni, conflitti , per riempire i vuoti che si creano quando risolvere sulla carta un problema finisce per generarne uno nuovo.

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5
Giu
2022

Sergio Ricossa, 95 anni dalla sua nascita. Un ricordo

Il 6 giugno 1927 nasceva Sergio Ricossa. Fra i maggiori economisti italiani del secondo Novecento, accademico dei Lincei, ha insegnato Economia politica all’Università di Torino. Scrittore brillantissimo, è stato editorialista de La Stampa e poi de Il Giornale. Per lunghi anni è stato l’alfiere solitario, nel nostro Paese, di quelle stesse idee che oggi l’Istituto Bruno Leoni fa proprie e cerca di far crescere. Al momento della fondazione dell’IBL accettò di esserne Presidente onorario.

Un ricordo completo di Sergio Ricossa, venuto a mancare nel 2016, è disponibile cliccando qui. In occasione del novantacinquesimo anniversario della nascita, lo ricordiamo con un’interessante intervista da lui realizzata nel 1980, a pochi mesi dalla vittoria elettorale della signora Thatcher, con Ralph Harris (1924-2006), fondatore dell’Institute of Economic Affairs.

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