Società di capitali e professione forense, tra divieti e desideri
Nell’estate scorsa, mentre gli ordinamenti professionali venivano riformati da un regolamento della presidenza della Repubblica (d.P.R. 7 agosto 2012, n 137), in Parlamento tornava accesa la discussione sulla riforma dell’ordinamento forense, ora in terza e probabilmente definitiva lettura in Senato.
La legge, che nel testo originario ricalcava le posizioni più conservatrici del mondo forense, in primo luogo quelle dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura e del Consiglio nazionale forense, torna a sottolineare una presunta specificità dell’avvocatura rispetto alle altre professioni, giustificando in tal modo una serie di limiti, restrizioni e prerogative utili, secondo i soggetti innanzi detti, a tutelare il prestigio, la dignità e la serietà professionale.