4
Dic
2012

L’insostenibile leggerezza di un Paese con troppe regole e nessuno che le rispetta – di Massimo Brambilla

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Brambilla.

La vicenda dell’ILVA di Taranto, oltre alle molte considerazioni sul fallimento del modello di politica economica ed industriale  in Italia negli ultimi decenni, ispira una riflessione su come dietro alla crisi del nostro Paese, vi sia una motivazione che si pone bel al di là di errate scelte economiche o di una pessima classe politica. Si tratta del deteriorarsi del concetto di regola e della necessità che, in un gruppo sociale organizzato, le regole, per quanto possano essere messe in discussione o modificate qualora vengano percepite come non piú giuste, razionali, legittime o coerenti con l’evoluzione del contesto esogeno e della società, siano da rispettarsi fino a quando in vigore.

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3
Dic
2012

Italia. La visione industriale che non c’è – di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Guai a chiamarla politica industriale. È rétro e sa di dirigismo. Allora parliamo di visione industriale. In Italia, semplicemente, non c’è. Chi può, fa da solo lobby, spesso altrove. I big del vecchio continente (dovremmo esserci anche noi, ma non è così) hanno fatto le loro scelte da decenni, le hanno imposte all’Europa e le esportano nel mondo. Tanto per fare un esempio, cos’altro è il tautologico totem del target 20-20-20 ? Chi lavora nel comparto, sa con quanta spregiudicatezza i tedeschi usino le normative ambientali che riescono a introdurvi, per acquisire vantaggi competitivi in specifici settori industriali. Per tacere dell’imbarazzante flop dell’emergenza “buco dell’ozono”. Eppure quelli che contano ci hanno fatto ottimi investimenti.

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3
Dic
2012

Internet, occhio a Dubai dove si decide di libertà e OTT

Amici della rete, occhio a quel che succede a Dubai dal 3 al 14 dicembre. L’ITU, Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, riunisce in sessione i suoi 193 Paesi membri, e tra le mille altre cose ha all’ordine del giorno un paio di proposte che potrebbero scardinare alcune delle regole che sin qui hanno presieduto alla libertà della rete. In teoria tutto il mondo libero dovrebbe fare blocco comune, contro le proposte dei “cattivi”. Ma il diavolo vuole che a fianco dei maggiori controlli nazionali sulla libertà di traffico ci sia anche una proposta che fa gola alle grandi telcos europee, e cioè che gli Over the Top paghino nazionalmente per il traffico che originano dagli USA. Vedremo se la libertà occidentale farà fronte comune, oppure se le grandi compagnie telefoniche romperanno la linea, in nome dei propri bilanci. Read More

3
Dic
2012

L’Italia dovrebbe chiedere aiuti e dire sì al veto Ue sui bilanci

Il dibattito politico, le primarie delPd e l’autodafé del Pdl e Berlusconi oscurano sui media ogni attenzione sui temi dell’eurocrisi. E’ un errore. L’Italia si compiace del suo corridoio basso di spread.  Come fosse acquisito per sempre.  Come il debito pubblico non stesse ancora salendo, per effetto del mix sbagliato di politiche fiscali seguite da centrodestra e tecnici, in totale continuità e con cosneguente maggior perdita di Pil e reddito.   L’Italia dovrebbe chiedere essa per prima gli aiuti europei secondo lo schema OMT varato da Draghi: sono totalmente d’accordo con l’analisi e la proposta di Luigi Zingales.  E non mi persuade affatto il no di Monti alla proposta tedesca, avanzata al Consiglio europeo del 18 ottobre scorso. Il veto europeo ai bilanci nazionali è concetto che andrebbe appoggiato, non respinto. Read More

3
Dic
2012

A Torino un pieno senza accise — di Davide Mazzarelli

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Davide Mazzarelli.

Domani il Tea Party Piemonte offre la benzina al netto delle accise: un gesto simbolico contro il governo e per sensibilizzare i cittadini-automobilisti

Martedì 4 dicembre a Torino, presso il distributore “Tamoil” in Corso Svizzera 184, dalle ore 10.00, il Tea Party Piemonte e la sua giovanissima coordinatrice Giulia Bonaudi – in collaborazione con l’associazione “Insieme è domani” – ha deciso, in segno di protesta nei confronti di questo governo, di non far pagare agli automobilisti le accise sul carburante*.

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3
Dic
2012

Con Bersani, vincono patrimoniale e vecchi apparati

 

In molti ci avevamo sperato. Eccome. Ma Matteo Renzi ha perso. E’ stato molto coraggioso, ha posto i due problemi giusti. La necessità di una discontinuità seria rispetto ai vecchi apparati, figli dell’evoluzione diretta dal pci nella doppia matrice cultural-politica e organizzativista, e intorno ai quali si sono accampati nel tempo anche i più degli ex margheritici, per rendita di posizione. E un secco no alla patrimoniale di Bersani-Vendola, una svolta per il merito anche nella pubblica amministrazione. Ma la reazione degli stati maggiori centrale e periferici del Pd è stata durissima. Tutte le regole delle primarie sono state congegnate a questo scopo. Confermare in Bersani il principio dell’unzione carismatica dall’alto, a costo di respingere migliaia e migliaia di elettori nuovi che appoggiavano Renzi per ragioni esattamente opposte. Quali conseguenze, ora?

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3
Dic
2012

Spagna e Italia, lo spettro farlocco della sanità “privata” – di Lucio Scudiero

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Lucio Scudiero

La scorsa settimana le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Mario Monti, avevano richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica italiana sulla necessità di trovare un modello sanitario economicamente sostenibile. Una banalità – a dire il vero – contro la quale l’intellighenzia di sinistra unita aveva prontamente protestato, al grido di «Allarme, allarme, il governo privatizza la Sanità». Un bluff, chiaramente, che riporta la memoria indietro ai referendum sciagurati di un anno e mezzo fa, quando per non “privatizzare” l’acqua gli italiani mandarono al macero una normativa partorita nel solco delle leggi europee che avrebbe consentito di affidare i servizi pubblici locali attraverso meccanismo di competizione. Read More

29
Nov
2012

Tasse à la carte – di Massimo Famularo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Massimo Famularo.

A prima vista, leggendo  l’intervento di Warren Buffet su Repubblica dello scorso lunedì (l’originale era stato inizialmente pubblicato sul New York Times) sembrerebbe che l’oracolo di Omaha (come talvolta viene chiamato il magnate che da molti anni è  ai primi posti nella classifica di Forbes degli uomini più ricchi del mondo) sia d’accordo con i sostenitori italici del tassa e spendi.

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