“È per il vostro bene. E adesso zitti e in gabbia!” — di Damiana Conti
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Damiana Conti.
«Se scoraggiare consumi significa promuovere uno stile di vita più razionale e sobrio non è un risultato malvagio; la preoccupazione economica non ha fondamento… il valore importante è far riflettere su necessità di abitudini alimentari migliori specialmente per i più giovani». Questa la motivazione data dal Ministro Balduzzi a supporto della paventata proposta di legge per tassare le bibite gassate in Italia: la proposta è stata ritirata, ma la questione della tassazione selettiva su vizi e consumi voluttuari merita una riflessione più approfondita, poiché insiti in tale questione sono i risvolti “paternalistici” (che siano essi deboli o forti) di uno Stato sempre più influente, quando non vincolante, nelle libere scelte dei cittadini.
Poiché per lo Stato è dispendioso provvedere alla salute dei propri “sudditi”, interesse (apparente) dello Stato è ridurre i fattori di rischio proibendone o disincentivandone il consumo. Il proibizionismo, come la storia ha dimostrato, non ha portato ai risultati auspicati dai legislatori, perché è stato percepito come una limitazione alla libertà individuale non accettabile e perché ha alimentato i traffici della malavita offrendo un nuovo mercato (nero) in cui inserirsi.