11
Mar
2013

Lo Stato invasore e la città responsabile — di Damiana Conti

La questione dello Stato minimo è assai dibattuta e controversa. In America, dove lo Stato è meno invasivo nei confronti del “diritto dei privati”, comunità contrattuali come le homeowners associations o le neighborhood association (fatte le dovute differenze tra le diverse realtà) sono fiorenti e rappresentano un modo “alternativo” di vivere il contesto urbano, con il fine di massimizzare i benefici che l’individuo e, conseguentemente, la comunità traggono dalla condivisione degli spazi pubblici. In Italia una tale prospettiva non sembra essere possibile, tuttavia può esistere un modo di vivere le città più responsabile. Read More

8
Mar
2013

Disparità non è sempre sinonimo di discriminazione

Le opinioni sono espresse a titolo personale e non coinvolgono in alcun modo l’ente di appartenenza (Consob)

L’uso delle parole e l’attribuzione alle stesse di significati univoci serve a conferire senso a quanto intendono rappresentare. Ciò è tanto più necessario quando si parla dei diritti della persona e delle violazioni che a danno dei medesimi possono essere operate: perché se si vuole incidere effettivamente sulla realtà, operando le trasformazioni necessarie a un sempre più elevato grado di civiltà, occorre che la realtà stessa venga correttamente esposta. Specificamente, in materia di parità di trattamento tra i generi, non sempre il concetto di “disparità” è sinonimo di “discriminazione”.

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8
Mar
2013

Grillonomics: la Gaia decrescita

In generale le forze di centrodestra propongono riduzioni della spesa pubblica e abbattimento pressione fiscale, mentre i partiti di centrosinistra sono per aumenti della spesa da finanziare con più tasse. La proposta economica di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle invece consiste in più spesa pubblica e meno tasse: la trasformazione del piombo in oro. Ovviamente il programma è realizzabile solo nel mondo di Gaia della Casaleggio Associati e non nell’Italia di oggi con tasse, spesa e debito alle stelle.

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7
Mar
2013

Microsoft e Commissione: ancora tu?

Quanto vale una singola riga di codice? Una sola. Nella maggior parte dei casi, nulla. Per un programmatore talentuoso, potrebbe forse valere un’assunzione. Per uno Zuckerberg, magari centinaia di migliaia di dollari. Solo per la Commissione Europea, però, una riga di codice può valere 561 milioni di euro. A tanto ammonta la multa rifilata dal vice presidente Almunia a Microsoft: una sanzione che porta il saldo dell’azienda di Redmond con gli sceriffi della concorrenza in Europa – prima dello spagnolo, furono Mario Monti e Neelie Kroes a incrociare le armi con la creatura di Bill Gates – a 2,2 miliardi, in meno di 10 anni.

Nel 2009 Microsoft ratificò un accordo con la Commissione: in cambio della chiusura delle indagini sull’offerta congiunta del sistema operativo Windows e del browser Internet Explorer, avrebbe equipaggiato tutte le proprie macchine di un browser ballot: un meccanismo tale da consentire all’utente che per la prima volta accedesse ad internet di scegliere e scaricare un software di navigazione alternativo. Microsoft ottemperò – e tuttora ottempera – a tale prescrizione, destinata ad esaurirsi l’anno venturo; ma non incluse il ballot nel primo Service Pack di Windows 7. Un errore tecnico, secondo l’azienda: il sistema percepisce questo genere di aggiornamenti come installazioni ex novo: pertanto, sarebbe servito un esplicito comando per attivare la schermata di scelta. Una riga di codice, appunto.

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7
Mar
2013

Gli otto punti del Pd e il ruggito del giaguaro

Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ha proposto una “agenda di governo” in otto punti per superare l’apparente stallo parlamentare e promuovere “lo sviluppo, la crescita e il cambiamento”. Questi punti sono largamente indipendenti da quanto si poteva leggere nel programma sulla base del quale il Pd ha chiesto i voti agli elettori (qui valutato dallo staff IBL), ma si giustificano in base alla necessità di fornire una base politica alle alchimie dalle quali sortirà (?) il nuovo esecutivo. Tuttavia, questi punti sono quello che serve al paese, o almeno vanno nella direzione giusta?

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2
Mar
2013

La rivoluzione preindustriale del Movimento 5 Stelle

Questo articolo è pubblicato oggi su Il Foglio.

Delle mooncup non sapevo nemmeno l’esistenza, anche se la loro invenzione e messa in commercio è coeva a quella degli assorbenti (http://www.mum.org). Non credo di essere l’unica a non conoscerle, considerando che non è proprio semplice trovarle nelle parafarmacie o nei supermercati. Questo vuol dire che forse non sono un prodotto straordinariamente utile, una di quelle cose che se non ci fossero bisognerebbe inventarle, come si è dimostrato invece per altri, più comuni strumenti di igiene femminile.

In Italia, sono diventate un argomento di discussione da quando il Movimento 5 stelle ne ha fatto un’esempio di virtù ecologista. Non solo Grillo le ha sponsorizzate, a quanto si legge, nei suoi tour, ma gli e le aderenti al suo partito ne incentivano l’uso (così Federica Daga, capolista in Lazio; e Michele P, nel blog di Grillo).

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27
Feb
2013

Crowdfunding: le contraddizioni dello Stato e l’intelligenza della crowd

Le opinioni sono espresse a titolo personale e non coinvolgono in alcun modo l’ente di appartenenza (Consob)

Il decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 (c.d. “decreto crescita bis”, convertito con modifiche nella legge n. 221 del 17 dicembre 2012) ha introdotto nell’ordinamento italiano l’istituto del crowdfunding.[1]

Diffusa inizialmente come donation o reward-based crowdfunding (o crowdfunding basato su ricompense), questa modalità di finanziamento (funding) mediante raccolta di capitali dal pubblico (crowd) si è progressivamente diffusa in tutto il mondo anche come equity-based crowdfunding (o crowdfunding basato su strumenti finanziari). Non è ancora disciplinata nei singoli Paesi Europei – ove alcune Autorità di vigilanza (UK, Belgio, Germania), mediante iniziative di moral suasion, riconducono il fenomeno nell’ambito delle disposizioni in materia finanziaria – mentre è stata solo recentemente regolamentata tramite il “JOBS Act” (Jumpstart Our Business Startups Acts) negli USA, ove entro la metà del 2013 si prevede venga adottata la relativa disciplina secondaria da parte della SEC.

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20
Feb
2013

Centri per l’impiego

Fino a venti anni fa in Italia era inconcepibile che soggetti privati di occupassero della mediazione del lavoro. Oggi, pur avendo superato il monopolio pubblico, i Centri per l’Impiego occupano quasi 10.000 persone per svolgere un lavoro il cui risultato, relativamente alla mediazione del lavoro, appare molto modesto. Quali motivi impediscono di immaginare che lo Stato, un giorno, rinunci ad occuparsi di questa funzione?

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