8
Mag
2013

Il muro di gomma del Potere

Mai come negli ultimi anni il legislatore ha tentato di sostanziare i principi di efficienza ed efficacia che, ai sensi dell’art. 97 Cost., devono improntare l’attività della Pubblica Amministrazione, in relazione alle esigenze della collettività. La crisi economica ha da ultimo non solo caratterizzato una realtà in evoluzione, ma soprattutto e in modo sempre più rilevante evidenziato nuove istanze di tutela dei cittadini nei riguardi dello Stato e la necessità di interlocutori idonei a soddisfarle.

Eppure, lodevoli intenti normativi, ispirati a finalità di trasparenza, semplificazione, definizione precisa dei soggetti pubblici e dei relativi ruoli nel rapporto con il soggetto privato, non risultano tali da indurre la P.A. a condotte connotate dagli stessi principi, quasi che la conservazione di un qualche margine di opacità sia comunque funzionale alla tutela del Potere. Così l’innovazione tecnologica, strumento essenziale perché qualunque riforma della P.A. possa tradursi in un agire concretamente efficiente ed efficace, finisce per costituire il veicolo nuovo di una realtà amministrativa vecchia: sempre uguale a se stessa per l’incertezza normativa, l’apatia operativa, i risultati insoddisfacenti e talora iniqui.

 

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7
Mag
2013

Cosa si è rotto nel mercato della politica? — di Diego Valiante

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Diego Valiante.

La politica, come altre forme di mercato senza scambio diretto di moneta, è basata su un  sistema di principali (elettori) e agenti (classe politica) che si rapportano tra di loro sulla base di un delicato mix di incentivi a comportarsi bene o a disobbedire. La “proposta choc” di restituire l’IMU pagata nel 2012, insieme ad altre proposte “indecenti” presentate da altri leaders di partito, sfrutta un problema di incentivi noto da 40 anni in teoria economica e che oggi mostra gli effetti più deleteri nel mercato della politica italiana.

È noto a tutti che l’Italia vive un momento delicato della sua storia e della sua politica economica e gli spazi per l’abolizione di una tassa introdotta, proprio per stabilizzare i conti pubblici nel lungo termine, sono minimi. Per quale motivo allora queste proposte riescono ancora una volta ad attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica?

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5
Mag
2013

SOS bollette — di Angelo Spena

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Angelo Spena.

Ancora aggravi per le rinnovabili. Chi tutela consumatori e famiglie?

Senza troppo clamore, risulta (Il Sole24Ore, 27 aprile 2013) che “il ministro uscente Passera ha trasmesso all’Authority per l’energia i criteri per la rimodulazione della componente A3 della bolletta elettrica con attenuazione, per le imprese energivore, degli oneri di sistema per gli incentivi alle rinnovabili elettriche … Confindustria esprime apprezzamento … una parte degli aggravi compensativi sarà a carico delle utenze domestiche”. Trattasi di regolamento attuativo dell’art.39 del Decreto Sviluppo del giugno 2012, varato in extremis dal governo uscente. Nella partita – in Italia già asimmetrica e impari – tra produttori e consumatori di energia elettrica, di metano, di benzina, di gasolio, un potere dello Stato nei minuti di recupero entra a gamba tesa sui consumatori, mentre tutti guardavano da un’altra parte.

Pagheranno ancora le famiglie, con ulteriori aggravi in bolletta?

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4
Mag
2013

Ma il vero problema non è il debito — di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

La famosa coppia di economisti  statunitensi Ken Rogoff and Carmen Reinhart pubblicavano nel 2008 un libro di successo This time is different. Eight Centuries of Financial Folly (2009). Ripercorrendo 800 anni di storia finanziaria gli autori hanno mostrato che 250 casi di crisi da debito in 66 paesi e 5 continenti si sono conclusi con la bancarotta. In ogni epoca i leader politici ed economici hanno ignorato quanto era accaduto in quella precedente illudendosi che ciò che aveva causato le catastrofi nel passato non era operante nel loro tempo e quindi… via a manetta col debito nella convinzione che “questa volta è diverso”. Ma ogni volta l’epilogo e stato lo stesso: il default.

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2
Mag
2013

Proibire costa

Il tema delle droghe può essere affrontato sotto molteplici prospettive, tante quante sono le sfaccettature del fenomeno. La verifica dei costi che complessivamente la loro proibizione comporta sembra essere il metodo più equidistante dai vari profili della materia. E’ altresì quello più trasparente, in quanto idoneo a portare in rilievo gli eventuali elementi di natura morale o ideologica che concorrono al processo di valutazione. Di seguito, quindi, verranno esclusivamente esposte le differenze nei metodi di esame adottati.

 

Fino a tempi recenti, le analisi operate al riguardo risentivano dell’impostazione della Convenzione Unica sulle Droghe Narcotiche, firmata nel marzo del 1961, che obbliga tutti gli stati delle Nazioni Unite a porre in essere politiche di proibizione di una serie di sostanze stupefacenti[1], considerate pericolose per la salute pubblica. Tali analisi, partendo dai danni causati dalle droghe, erano prevalentemente orientate a fornire evidenza della mole dei mezzi usati per debellare il fenomeno, unico obiettivo prefissato. Il fine era, quindi, di dimostrare che le ingenti risorse impiegate trovavano giustificazione negli altrettanto ingenti sociali costi che le droghe comportano.

 

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1
Mag
2013

Inutile legge(re): primo bilancio della disciplina del prezzo dei libri

Nel settembre 2011 è entrata in vigore la legge sul prezzo dei libri, cd. legge Levi, che ha imposto vincoli agli sconti e alle promozioni di vendita.

Come già sostenuto in occasione della petizione al Presidente della Repubblica , è convinzione di chi scrive che un tetto asgli sconti e alle campagne promozionali sarebbe stato non solo genericamente lesivo della libertà di concorrenza, ma, soprattutto, non avrebbe portato a quegli obiettivi dichiarati all’art. 1 della legge di “promozione del libro e della lettura” e “diffusione della cultura”.

L’impressione è condivisa dall’Antitrust, che – nelle proposte di riforma concorrenziale ai fini della legge annuale per il mercato e la concorrenza per l’anno 2013 – ha auspicato l’abrogazione della legge ritenendo che le sue disposizioni non fossero “né necessarie a salvaguardare le finalità di tutela del pluralismo e dell’informazione, né tali da produrre benefici per i consumatori, risultando unicamente di ostacolo all’introduzione di servizi innovativi che il mercato dovrebbe essere lasciato libero di promuovere”.

A quasi due anni dall’entrata in vigore della legge, si può tentare di verificare se tale diffidenza fosse giustificata. Read More