25
Mag
2013

L’economia è un surplus — di Gerardo Coco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco.

Nella storia i progressi non avvengono secondo una linea retta ascendente ma seguono un movimento a spirale interrotto da ritorni retrogradi. Nella nostra epoca viviamo uno di questi ritorni. Il pensiero economico è ripiombato al livello di quattrocento anni fa, ai tempi del peggiore mercantilismo, quando si sviluppò “l’analisi scientifica” degli affari pubblici che stabiliva prima di tutto che l’economia era troppo importante per essere lasciata solo nelle mani dei privati. Questo concetto oggi si è di nuovo imposto generando lo stesso arsenale programmatico di divieti, restrizioni, legislazioni minuziose e farraginose, pratiche redistributive e sussidi con il corollario di un apparato pianificatore, una burocrazia ufficiale parassitaria, il cui sostentamento richiede una tassazione oppressiva. E’ il modello dello stato interventista, oggi diventato europeo e che ha finito per fare dei governi i comproprietari dei nostri beni visto che la pressione fiscale reale è quasi ovunque del 50%. Jean-Baptiste Colbert ministro delle finanze di Luigi XIV, che avrebbe voluto stabilire cosa e come si doveva produrre (“le politiche industriali”) fino ad arrivare a prescrivere ai fabbricanti la foggia dei loro tessuti, era, comunque, in confronto agli attuali reggitori dell’economia, un modello di comportamento liberale: non si sarebbe mai azzardato a mettere le mani direttamente nei conti bancari come è avvenuto di recente in Europa e come probabilmente si ripeterà in futuro. Per quanto riguarda la teoria, l’analogia con il periodo mercantilista sta nel considerare  “primum mobile” dello sviluppo l’espansione monetaria sempre confusa con quella del capitale, equivoco che impedisce di capire perché, ad un certo punto, il sistema non funzioni più, entri in crisi e ci rimanga. Oggi poi, col denaro prodotto direttamente dai governi, il problema si è enormemente aggravato rendendo le crisi, una volta periodiche, ora strutturali.

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25
Mag
2013

Se il legislatore non impone, ma sembra suggerire.

Con il decreto legislativo luogotenenziale n. 74 del 10 marzo 1946 venne attribuito alle donne il diritto di elettorato passivo, ma evidentemente il legislatore ritiene che un’effettiva parità di genere nell’ambito considerato non sia ancora stata raggiunta. Oppure il problema è terminologico, sì che è necessario preliminarmente precisare come tale parità debba essere intesa. Se si reputa che essa identifichi analoghe possibilità, per esponenti di entrambi i generi, di essere eletti in rappresentanza di coloro che esprimano un voto in loro favore e così, parimenti, fruire dell’opportunità di accedere alle cariche previste, non si comprende di quali ulteriori tutele le donne avessero bisogno.
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24
Mag
2013

Referendum scuola a Bologna: Friedman, Gramsci e don Milani votano B

Domenica a Bologna ci sarà un referendum consultivo per scegliere se lasciare una parte di finanziamento pubblico alle scuole paritarie (opzione B) o se toglierlo per darlo alle scuole comunali e statali (opzione A). La situazione è questa: a Bologna ci sono 27 scuole private di cui 25 cattoliche (è questo il vero problema per i promotori) che rappresentano circa il 20% dei posti disponibili e che ottengono circa il 3% dei finanziamenti pubblici (1 milione di euro), mentre le scuole comunali e statali rappresentano l’80% dei posti ed ottengono il 97% dei finanziamenti. È evidente che se qui c’è una discriminazione, quella è a danno della famiglie che scelgono una scuola privata e che ottengono in servizi molto meno delle tasse che pagano.

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24
Mag
2013

Riscossione dei tributi: la risoluzione della Commissione finanze sia il primo passo per tornare allo Stato di diritto

La Commissione finanze della Camera dei deputati ha inaugurato la sua attività di legislatura mostrando una particolare sensibilità intorno alla questione centrale del rapporto tra fisco e contribuente. Nella seduta del 22 maggio, ha approvato all’unanimità una risoluzione per una maggiore flessibilità dei meccanismi di riscossione coattiva dei tributi con la quale ha posto all’attenzione del governo la necessità di introdurre nel campo tributario elementi di flessibilità e maggiore equità che consentano, specie in quadro economico difficile come l’attuale, di contemperare la tutela degli interessi erariali con la sopravvivenza economica di famiglie e imprese. Read More

24
Mag
2013

Scuola: il buon esempio della formazione professionale

A distanza di qualche anno dalle ultime riforme,  è possibile riflettere sui numeri e sui dati dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). E’ quello che fa Giacomo Zagardo in un recente paper Isfol nel quale si intravedono i vantaggi di un sistema formativo che si sta modellando nel nome della sussidiarietà orizzontale e del pluralismo.  Read More

21
Mag
2013

Passaggi a Livello Photoreddizzati H24 — di Ivan Beltramba

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Ivan Beltramba.

Il rapporto dell’ANSF sulla sicurezza della “Infrastruttura Ferroviaria Nazionale concessa in gestione a Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.” recentemente pubblicato punta il dito, tra l’altro, sui Passaggi a Livello. Recentemente RFI, come provvedimento di “mitigazione” del rischio ha anche proposto di realizzare a propria cura e spese e con l’accordo degli Enti proprietari delle strade, dei “dossi rallentatori” prima dei PL, un pò come se la colpa degli investimenti fosse del treno. Vari aneddoti narrano anche di P.M. che chiedevano al macchinista il perché non avesse frenato per non investire veicoli fermi tra le sbarre (sic!).

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19
Mag
2013

L’ottusità fiscale accelera la corsa del debito

Quanto hanno compreso i capi di governo europei delle questioni relative alla sostenibilità dei debiti pubblici? Temo molto poco, dovendo constatare come un rigore fiscale solo apparente, imposto per rendere più sostenibili gli alti debiti pubblici di alcuni paesi,  finisca in realtà con l’accelerare la crescita del rapporto debito/Pil e dunque per renderli meno sostenibili. Si dovrebbe allora più correttamente parlare di ottusità fiscale, anziché di rigore fiscale. Read More

15
Mag
2013

Serial killer — di Gerardo Coco

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco

In questi ultimi anni i maggiori istituti di emissione hanno attuato una politica di tagli sistematici ai tassi di interesse per stimolare l’economia e anche la BCE si è pedissequamente adeguata. Con l’ultimo suo intervento all’inizio di questo mese ha ridotto il tasso da 0.75 a 0.5. E’ inutile ripetere che queste manovre non hanno stimolato e mai stimoleranno le economie. Al massimo beneficiano chi si è indebitato a tasso variabile o ne alleggeriscono la situazione debitoria. Ma quest’ultimo effetto è solo apparente perché in realtà queste riduzioni seriali aggravano il peso del debito, devastano il capitale industriale e aumentano la disoccupazione. Come è possibile che la riduzione dei tassi di interesse possa nuocere al sistema economico? Non è forse abbassando questo costo che se ne migliora la condizione? Accade invece, per quanto possa sembrare paradossale, esattamente il contrario. Il fenomeno non ha nulla di ovvio o intuitivo e prima di spiegarlo con qualche esempio, sono opportune alcune brevi osservazioni.

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