11
Dic
2022

Corrado Sforza Fogliani, l’ultimo einaudiano

L’episodio della sua vita che egli più amava raccontare, con ogni probabilità, riguarda l’incontro che ebbe con Luigi Einaudi. L’anziano ex presidente si era ormai ritirato nel Cuneese ed egli andò a rendergli omaggio: in quello che fu quasi un pellegrinaggio. Quando Einaudi morirà, nel 1961, Corrado Sforza Fogliani aveva soltanto 22 anni: con tutta l’esistenza dinanzi a sé. Ma ora che se n’è andato, sappiamo che in qualche modo egli è stato l’ultimo einaudiano, ossia l’ultimo interprete di un liberalismo capace di unire principi universali, razionalità economica, un particolare attaccamento alla propria terra e anche a una certa idea assai concreta di proprietà privata.

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5
Dic
2022

Il disordine fiscale: l’esempio della tassazione sul tabacco

Editoriale IBL, 29 novembre 2022

La legge di bilancio presentata dal governo Meloni ha un merito: tenta di coniugare i legittimi obiettivi politici della maggioranza con i vincoli di bilancio. Così, non contiene misure plurimiliardarie e, anzi, cerca di mettere la mordacchia a quei provvedimenti – dal superbonus 110 per cento al reddito di cittadinanza – che determinano oneri eccessivi per l’erario o che rischiano di produrre un disincentivo al lavoro. Tuttavia, per far tornare i conti, si ricorre a qualche trucco: per esempio si mette mano ad alcuni tradizionali “bancomat” del fisco.

Un esempio è l’incremento delle accise sui prodotti a base di nicotina. Come sappiamo bene, lo stesso Stato che fa di tutto per dissuaderci dal fumare poi lucra sul consumo di sigarette: posizione complicata, giustificata con la complessa aritmetica del servizio sanitario nazionale, ma controversa agli occhi di molti. È vero che le imposte sono un mezzo decisamente più efficace per disincentivare i consumi rispetto ad altre iniziative pure spettacolari come il divieto di esposizione dei pacchetti di sigarette o l’obbligo di un pacchetto “generico”. Purtroppo però l’idea che dal momento che a essere tassato è un vizio lo si può spremere senza ritegno finisce per giustificare approcci scarsamente consapevoli di quei problemi che riguardano le imposte sul tabacco esattamente come tutte le altre.

Attualmente, le accise italiane sono tra le più alte in Europa, e si collocano a un livello ben superiore ai minimi stabiliti a livello europeo (anche tenendo conto degli incrementi proposti nell’ambito della revisione della direttiva sulla tassazione del tabacco). Inoltre, le imposte sono differenziate tra le diverse tipologie di prodotti, in modo tale da riflettere la diversa dannosità derivante dal loro utilizzo. Non solo: la disciplina in vigore prevede un percorso di graduale incremento, noto ex ante a consumatori e produttori. Per effetto degli aumenti già programmati, nel 2023 era atteso un maggior gettito di circa 100 milioni (a carico soprattutto del tabacco riscaldato). Adesso, i rincari complessivi salgono a 180 milioni di euro, prevalentemente a carico delle sigarette tradizionali. Oltre tutto, gli aumenti non sono in alcun modo legati a una qualche stima del danno, ma colpiscono le sigarette in modo differenziato in ragione delle fasce di prezzo.

Insomma: la manovra mette mano, per l’ennesima volta, a un settore che aveva trovato un equilibrio. Equilibrio che è necessario per programmare investimenti e strategie, per chi fa e vende tabacco come qualsiasi altra cosa. E tutto ciò senza che vi sia neppure un qualche presunto beneficio in termini di salute pubblica. Questo è solo un esempio – se ne potrebbero fare altri – di come interventi disordinati possano complicare la vita a consumatori e operatori nel nome di un gettito irrisorio, per il quale sarebbe meglio trovare copertura attraverso interventi mirati sulla spesa pubblica.

3
Dic
2022

Il ritorno di Alessandro Manzoni

di Pietro Di Muccio de Quattro

L’anno prossimo, 2023, cadranno i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, avvenuta a Milano il 22 maggio 1873. Sarà dunque un anno manzoniano, che celebrerà solennemente, sono certo, l’autore del nostro romanzo più bello e più “italiano”. Il prossimo anniversario mi ha richiamato in mente il centenario che cadde nel 1973. Di quell’anno, tra le tante iniziative per rendere il dovuto omaggio al grande scrittore desidero ricordarne una in particolare e riproporla in quest’altra occasione altrettanto solenne.

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25
Nov
2022

Antonin Scalia e lo spirito della democrazia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gemma Mantovani

Se credete di non sapere chi sia il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Antonin Scalia (Trenton, 11 marzo 1936-Shafter, 13 febbraio 2016) leggete il bellissimo libro di Giuseppe Portonera Antonin Scalia (IBL Libri, collana “Classici contemporanei”, 2022). Ma vi accorgerete che vi sbagliavate, perché di vista lo conoscete benissimo. Era uguale all’attore Paul Sorvino, il volto dell’italo-americano del cinema e delle serie di Hollywood; quello stesso Paul Sorvino che un giorno, per difendere la figlia da un ex fidanzato che l’aveva rinchiusa in una stanza d’albergo nel tentativo di ucciderla, si presentò per liberarla, arrivando prima della polizia, con un’arma da fuoco, legittimamente detenuta. Dietro questo gesto, c’è il giudice Scalia.

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22
Nov
2022

C’è troppo inglese nelle università?

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Eva Forslund e Magnus Henrekson.

I docenti e ricercatori colombiani competono a livello globale con altri ricercatori e studiosi. Per farlo, usano l’inglese, anche quando non è la loro lingua madre. Ma chi compie questa scelta in campo accademico fa il bene del proprio Paese? Fa inoltre il bene dei propri studenti?

L’inglese sta debordando in Colombia, nei Paesi Bassi, in Giappone, in Italia… e non è un fenomeno limitato ad un contesto particolare. In alcuni Paesi il passaggio all’inglese forse non è abbastanza diffuso. L’inglese apre comunque le porte allo scambio internazionale di conoscenze, ma in molti Paesi l’utilizzo di questa lingua in ambito accademico è andato troppo oltre.

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16
Nov
2022

Rete: una e pubblica oppure due in concorrenza?

La prima ipotesi, quella di un’unica rete pubblica, l’aveva tuonata Grillo nel 2020; la seconda (due reti in concorrenza) pare trovasse i favori del ministro Colao. Ma sostanzialmente il governo Draghi la questione l’ha lasciata come l’aveva trovata. Eppure da questa scelta dipende il futuro di una delle poche grandi aziende che ci sono rimaste, “ci” per modo di dire, perché a controllarla è la francese Vivendi.

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16
Nov
2022

Davvero il liberalismo classico deve aggiornarsi?

di Pietro Di Muccio de Quattro

L’Istituto Bruno Leoni, che tanto merita per la riaffermazione e la diffusione del liberalismo classico, ha pubblicato il breve saggio del professor Aldo Rustichini “La libertà e il potere” nella collana “Ibl Occasional Papers”. Nel saggio vengono riproposti, aggiornati, taluni dei pericoli che però la libertà affronta da secoli nella lotta contro il potere. L’Autore intravede oggi il maggior pericolo nel “cambiamento demografico della società” piuttosto che nell’ideologia del progressismo che pure mina la stabilità del sistema politico liberale.

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11
Nov
2022

Se io fossi Carlo Nordio

di Pietro Di Muccio de Quattro

Se io fossi Carlo Nordio, non aspetterei che la finestra di opportunità si chiudesse alle spalle come la porta del ministero. Sarei ben consapevole d’incarnare la speranza. Da trent’anni fanno a cornate garantisti e giustizialisti, due categorie sbagliate perfino nei nomi che non significano nulla e dicono nulla se non ai tifosi dei due tori da talk-show. Chi mi conosce e mi apprezza, nutre verso di me i migliori sentimenti e la migliore predisposizione. La mia vita di magistrato, quello che ho detto e scritto, dentro e fuori delle sentenze, sta lì a comprovare che bisogna poter credere alla giustizia come essa è rappresentata dalla statua nei palazzi dei tribunali: una dea bellissima, bendata, che impugna una spada e regge una bilancia. Ebbene la bellezza, la dea italica l’ha persa da un pezzo; la benda le consente di vederci bene o nient’affatto, a discrezione; la spada è sdentata o tagliente a seconda dove colpisce; la bilancia, ah la bilancia, è un vero problema!

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5
Nov
2022

Un insegnamento di Franco Tatò

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Dal Co

Franco Tatò si è spento il 2 ottobre lasciando nel dolore le persone a lui più vicine e molti che hanno avuto l’onore di lavorare con lui. Non c’è lo spazio e non ho le competenze per ricordare tutti i successi manageriali raccolti nella sua lunga vita professionale. Mi limiterò quindi ad alcuni aspetti dell’esemplare processo di privatizzazione dell’Enel, che egli seppe condurre con mano ferma, raggiungendo risultati di grande rilievo, che possono riassumersi nella riduzione di 3 punti del debito pubblico italiano per effetto degli incassi che lo Stato fece con il solo primo collocamento, nel 1999, del 30% delle quote in mano pubblica.

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