22
Dic
2022

Il trionfo dell’Argentina globale, aperta e universale

di Loris Zanatta

La “selección” ha vinto il Mondiale, l’Argentina è sul tetto mondiale del calcio. I giocatori sono stati fantastici, una stupenda combinazione di estro ed organizzazione, tattica ed inventiva: da applausi. E che coach! Trionfo sportivo, è stato anche un trionfo morale. Fin qui, tutti d’accordo. Poiché però in questo momento esser meno che trionfalista suona a guastafeste, metto le mani avanti: io parlo per invidia, non fatemi caso. La mia nazionale, la nazionale italiana, nemmeno s’è classificata per i mondiali! E poi lo ammetto: dipendente dall’adrenalina del basket, trovo un po’ soporifero il football. Un’eresia, mi rendo conto. Me la cavo meglio con Ginobili, insomma, che con Messi.

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21
Dic
2022

Consigli di lettura per il 2023 (prima parte)

Anche quest’anno, in prossimità del Natale, l’IBL propone alcuni consigli di lettura, da regalare in occasione delle festività oppure da regalarsi per iniziare il nuovo anno in buona compagnia. Libri che hanno a cuore le nostre libertà, che ci aiutano a non dimenticare le lezioni della Storia e che possono farci riflettere sui problemi e le questioni che caratterizzano i nostri tempi.

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21
Dic
2022

Fisco: questa volta, per favore, facciamo sul serio

Newsletter IBL, 17 dicembre 2022

Giorno più o giorno meno, emendamento più o emendamento meno, ma salvo sorprese, dopo l’approvazione della Commissione Europea, il varo della legge di bilancio dovrebbe essere ormai cosa fatta. E, di conseguenza, si può cominciare a guardare più in là. Al 2023, alle tante incertezze che ancora lo segnano ma anche alle iniziative che – dopo una legge di bilancio necessariamente allestita in fretta e in furia – la nuova maggioranza dovrà prendere se vuole – come certamente vuole – lasciare un qualche segno del proprio passaggio. E non a caso, quindi, il Governo ha annunciato per la metà del prossimo febbraio la presentazione del progetto di riforma complessiva del fisco.

Da quanto è dato sapere, la riforma prenderà le mosse dalla legge delega, poi decaduta, varata dal Governo precedente e oggetto di un ampio e approfondito lavoro istruttorio da parte delle Commissioni Finanze delle due Camere. Rispetto all’impianto previsto da quella ipotesi di riforma – per stare alle dichiarazioni del vice-ministro Maurizio Leo – la nuova proposta dovrebbe precisare i tanti aspetti sfumati della precedente e, sotto profili importanti, superarla ipotizzando per l’imposta personale – con la necessaria gradualità e nel rispetto degli equilibri di bilancio – “un sistema a tre aliquote”, senza escludere nel corso della legislatura anche ipotesi più radicali: “un meccanismo flat, che però rispetti la progressività con meccanismi di detrazioni e deduzioni, senza metterci in contrasto con la Carta Costituzionale”. Sarebbe confermato il definitivo superamento dell’Irap mentre ancora nessun orientamento sarebbe emerso circa le modalità del trattamento tributario dei nuclei familiari.

Che il Governo intenda mettere mano in tempi brevi alla riforma complessiva del sistema fiscale è cosa molto positiva. Il tema – l’IBL lo ha segnalato fino alla noia – è non solo rilevante ma anche urgente. Il sistema attuale è infatti ormai ingestibile ed incomprensibile. Fonte di inefficienza e di iniquità. Che il Governo intenda muoversi verso una revisione della struttura delle aliquote dell’imposta personale è altrettanto positivo: l’IBL – come si ricorderà – non ha mancato, già cinque anni fa, di avanzare proposte dettagliate e specifiche a questo proposito con il suo 25% per tutti. Che il Governo si proponga una revisione complessiva del sistema è essenziale: i problemi – tanti – del sistema attuale sono in larga misura la conseguenza di interventi spot adottati sulla scorta dell’emergenza (politica, più che economica) e privi di una qualunque logica sistemica. L’esempio di quel che in materia fiscale – dove la trasparenza, la stabilità e la semplicità dovrebbero essere i principi di fondo – non si dovrebbe mai fare.

Nel fisco si concretizza il rapporto fra Stato e cittadino. E di conseguenza è un processo, quello accennato dal Governo, che l’IBL – nei limiti delle sue possibilità – intende seguire da vicino eventualmente aggiornando il lavoro degli scorsi anni che, ad oggi, rimane l’unica compiuta e dettagliata ipotesi di riforma sul tavolo.

19
Dic
2022

Volete meno corruzione? Ci vuole meno Stato

Lezioni dal Qatargate

Editoriale IBL, 13 dicembre 2022

Il Qatargate domina da qualche giorno le cronache dei giornali europei. Molti dettagli non sono ancora chiari, ma il caso è già percepito come uno dei peggiori scandali nella storia del Parlamento Europeo. La ragione è intuitiva: la corruzione scuote alle fondamenta la fiducia nelle istituzioni, con il risultato di indebolire la pretesa morale al rispetto dell’obbligazione politica.

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14
Dic
2022

Autonomia differenziata: più parole che fatti

Newsletter IBL, 9 dicembre 2022

Una delle esigenze cruciali – e indifferibili – è quella di introdurre nel nostro ordine politico una maggiore responsabilizzazione di ogni attore (comune o regione) e una vera competizione istituzionale. Disegnata fin dalle sue origini sulla base di modelli giacobini, l’Italia si trova con un sistema di finanza derivata che porta ogni amministrazione locale a spendere il più possibile, confidando che altri pagheranno. Una vera autonomia non comporterebbe soltanto una gestione amministrativa più in sintonia con le preferenze dei diversi territori, ma obbligherebbe le varie realtà a gestirsi in modo responsabile.

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12
Dic
2022

Carlo Nordio: la giustizia e il modo d’intenderla della magistratura

Di Pietro Di Muccio de Quattro
Questo articolo è stato originariamente pubblicato su L’Opinione del 12 dicembre 2022.

Il nuovo ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha esordito con un encomiabile atto di riguardo verso il Parlamento. Ha comunicato in dettaglio al Senato ed alla Camera le riforme che il Governo intende apportare all’ordinamento giudiziario e ai codici. Contrariamente a certi suoi predecessori, i quali o esponevano fumisterie generali o proponevano minute variazioni, egli ha argomentato un corposo programma di modifiche idonee a raddrizzare le principali storture del sistema italiano.

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12
Dic
2022

Rete unica: ora basta

Editoriale IBL, 7 dicembre 2022

Per l’ennesima volta, il progetto di creare, sotto il controllo statale, un’unica rete a banda larga si è arenato. È da anni che l’infrastrutturazione digitale del paese è ostaggio di un’ambizione che non riesce a tradursi in realtà. Ogni volta si punta il dito contro le cause contingenti – da ultimo, il cambio di governo e il mutato orientamento del nuovo esecutivo – ma sarebbe meglio guardare al problema nella sua interezza. E prendere atto che si tratta non solo di una strada estremamente ardua (altrimenti si sarebbe già raggiunto il risultato). È, anche e soprattutto, una strada sbagliata.

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11
Dic
2022

Corrado Sforza Fogliani, l’ultimo einaudiano

L’episodio della sua vita che egli più amava raccontare, con ogni probabilità, riguarda l’incontro che ebbe con Luigi Einaudi. L’anziano ex presidente si era ormai ritirato nel Cuneese ed egli andò a rendergli omaggio: in quello che fu quasi un pellegrinaggio. Quando Einaudi morirà, nel 1961, Corrado Sforza Fogliani aveva soltanto 22 anni: con tutta l’esistenza dinanzi a sé. Ma ora che se n’è andato, sappiamo che in qualche modo egli è stato l’ultimo einaudiano, ossia l’ultimo interprete di un liberalismo capace di unire principi universali, razionalità economica, un particolare attaccamento alla propria terra e anche a una certa idea assai concreta di proprietà privata.

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5
Dic
2022

Il disordine fiscale: l’esempio della tassazione sul tabacco

Editoriale IBL, 29 novembre 2022

La legge di bilancio presentata dal governo Meloni ha un merito: tenta di coniugare i legittimi obiettivi politici della maggioranza con i vincoli di bilancio. Così, non contiene misure plurimiliardarie e, anzi, cerca di mettere la mordacchia a quei provvedimenti – dal superbonus 110 per cento al reddito di cittadinanza – che determinano oneri eccessivi per l’erario o che rischiano di produrre un disincentivo al lavoro. Tuttavia, per far tornare i conti, si ricorre a qualche trucco: per esempio si mette mano ad alcuni tradizionali “bancomat” del fisco.

Un esempio è l’incremento delle accise sui prodotti a base di nicotina. Come sappiamo bene, lo stesso Stato che fa di tutto per dissuaderci dal fumare poi lucra sul consumo di sigarette: posizione complicata, giustificata con la complessa aritmetica del servizio sanitario nazionale, ma controversa agli occhi di molti. È vero che le imposte sono un mezzo decisamente più efficace per disincentivare i consumi rispetto ad altre iniziative pure spettacolari come il divieto di esposizione dei pacchetti di sigarette o l’obbligo di un pacchetto “generico”. Purtroppo però l’idea che dal momento che a essere tassato è un vizio lo si può spremere senza ritegno finisce per giustificare approcci scarsamente consapevoli di quei problemi che riguardano le imposte sul tabacco esattamente come tutte le altre.

Attualmente, le accise italiane sono tra le più alte in Europa, e si collocano a un livello ben superiore ai minimi stabiliti a livello europeo (anche tenendo conto degli incrementi proposti nell’ambito della revisione della direttiva sulla tassazione del tabacco). Inoltre, le imposte sono differenziate tra le diverse tipologie di prodotti, in modo tale da riflettere la diversa dannosità derivante dal loro utilizzo. Non solo: la disciplina in vigore prevede un percorso di graduale incremento, noto ex ante a consumatori e produttori. Per effetto degli aumenti già programmati, nel 2023 era atteso un maggior gettito di circa 100 milioni (a carico soprattutto del tabacco riscaldato). Adesso, i rincari complessivi salgono a 180 milioni di euro, prevalentemente a carico delle sigarette tradizionali. Oltre tutto, gli aumenti non sono in alcun modo legati a una qualche stima del danno, ma colpiscono le sigarette in modo differenziato in ragione delle fasce di prezzo.

Insomma: la manovra mette mano, per l’ennesima volta, a un settore che aveva trovato un equilibrio. Equilibrio che è necessario per programmare investimenti e strategie, per chi fa e vende tabacco come qualsiasi altra cosa. E tutto ciò senza che vi sia neppure un qualche presunto beneficio in termini di salute pubblica. Questo è solo un esempio – se ne potrebbero fare altri – di come interventi disordinati possano complicare la vita a consumatori e operatori nel nome di un gettito irrisorio, per il quale sarebbe meglio trovare copertura attraverso interventi mirati sulla spesa pubblica.