Se sul clima l’Europa ignora i costi marginali—di Angelo Spena
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Angelo Spena.
Ma lo sanno anche i bambini che più marmellata rubi più diventa probabile che mamma se ne accorga. Nel mondo i fenomeni lineari sono pochi. Nelle nostre Università – finché funzioneranno con libera lucidità – la teoria dei costi marginali applicata ai processi energetici insegna[1] (con tanto di dimostrazioni matematiche, che qui vi risparmio) che migliorando efficienze già elevate si ottengono vantaggi via via più piccoli: che cioè con la stessa spesa intervenire su un sistema più efficiente fa conseguire benefici in quantità minore di quelli ottenibili su un sistema in partenza meno efficiente. Questo vale sia per i consumi che per l’inquinamento, poiché essi crescono o diminuiscono – anche se, appunto, non linearmente – generalmente nello stesso verso.