Casse previdenziali e INPS. Un caso: la cassa forense—di Francesco G. Capitani
Le pericolose convergenze tra Casse previdenziali dei professionisti e INPS
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Francesco G. Capitani.
Entro il prossimo 4 febbraio verrà emanato il regolamento attuativo dell’art. 21 della l. professionale n. 247 del 2012, che prevede la contestuale iscrizione alla Cassa Forense di ogni avvocato iscritto all’albo, a prescindere dai valori reddituali individuali, bensì imponendo un contributo minimo soggettivo in misura fissa. La norma interessa ben sessantamila legali non ancora iscritti alla Cassa, ed insiste su quanti fra i già iscritti – di cui ben quarantamila i morosi – continueranno a pagare la già elevata contribuzione minima, nonostante la fotografia reddituale forense descriva redditi in picchiata ed una forbice reddituale in deciso incremento. La modifica del 2012 pare tracciare un solco fra vecchie e nuove generazioni forensi, sulle quali gravano pesi previdenziali iniqui e, forse, insostenibili. Ma, soprattutto, la modifica interviene sottilmente ad arginare il grado di apertura concorrenziale nel settore forense.