Addio a Giuseppe Pennisi
Giuseppe aveva mandato l’ultimo messaggio qualche giorno fa, e lo aveva terminato con un’immagine bergmaniana, l’arrivo dell’uomo del “settimo sigillo” al quale, scrisse, «non chiederò di fare una partita a scacchi». Una punta di ironia, che lo caratterizzava e che non l’aveva abbandonato nemmeno con l’approssimarsi della sua dipartita dai suoi cari e da noi tutti che lo conoscevamo. Ironia che andava di pari passo con la sua gentilezza. Lo avevo sentito di recente al telefono, aveva bisogno di un’informazione ma non aveva mancato di chiedermi notizie sulla famiglia, sui bambini, e le sue non erano mai domande di circostanza: ti ascoltava e s’interessava, partecipava sinceramente alla tua vita.