Gli immigrati regolari delinquono meno?—di Edoardo Garibaldi
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Edoardo Garibaldi.
L’immigrazione è un tema problematico, una questione sulla quale i pregiudizi sono determinanti per le politiche dei governi, anche perché tali pregiudizi sono generati dalle paure legittime di coloro che periodicamente vanno a votare e temono ciò che non conoscono. Ma la paura, purtroppo, non è buona consigliera: appartiene all’irrazionale e lasciare che determini le scelte dei politici non è auspicabile. Luigi Einaudi scriveva nel saggio “Conoscere per deliberare” che la ricerca del vero non può essere affidata al dottrinario, colui che non ragiona sul fondamento dei dati, ma si abbandona al punto di vista della “sua fede sociale e politica”.
I politici, stando a quello che dichiarano, sembrano comportarsi in questo modo, e a ruota vanno gli elettori. Casa Pound e la Lega di Matteo Salvini hanno riempito piazza Duomo a Milano al grido “Stop all’invasione” degli immigrati che rubano il lavoro agli italiani. Dall’altra parte c’è chi insorge, come Sel e parte del Pd, che fa del terzomondismo la sua bandiera e auspica l’apertura delle frontiere. È lecito domandarsi, però, se entrambi gli schieramenti abbiano mai cercato di andare oltre gli slogan.