Oro: quello che si deve sapere — di Gerardo Coco
Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Gerardo Coco.
Come il fantasma dell’Amleto, l’oro ritorna sulla scena monetaria per svelare cosa ci riserva l’avvenire. Da qualche anno una corrente d’oro fluisce da Occidente a Oriente. La Cina ne sta accumulando tante tonnellate che presto diventerà il maggiore detentore di riserve. Se si considera che l’oro viene acquistato regolarmente anche dall’India, Russia e Turchia, oggi il continente asiatico, ad esclusione del Giappone, rappresenta il 75% della domanda mondiale. Il fatto che metà del mondo lo stia rastrellandolo e che il paese più popolato ne incentivi l’acquisto fra i civili è forse un evento che si può ignorare? Le implicazioni geopolitiche sono incalcolabili. Perché questo appetito per il metallo giallo?
Si supponga di consolidare i bilanci dell’intero settore bancario globale: da una parte gli attivi, rappresentati tutti, oro escluso, da diritti di credito e dall’altra i passivi cioè i debiti. In caso di catastrofe finanziaria, l’insolvenza dei secondi annullerebbe il valore dei primi ad eccezione di uno solo: l’oro, l’unico attivo, nel consolidato, a sopravvivere alla bancarotta globale e a ristabilire la liquidità.
A differenza dei crediti che possono svanire perché coincidono con le passività di terzi insolventi, l’oro resta sempre in esistenza. Se questo si verificherà, domani, fra qualche anno o fra dieci anni, sarà la Cina a dettare le regole di un nuovo assetto monetario per esercitare una leadership simile a quella che ebbe l’Olanda nel XVIII secolo, l’Inghilterra nel XIX e gli USA fino al 1971, che si basarono tutte sul sistema aureo. Nel XX secolo il sistema monetario internazionale ha subito tre shock: nel 1914, nel 1939 e nel 1971, ogni volta che l’oro ne è stato rimosso. È iniziata la fase terminale di quello attuale? L’assorbimento sistematico dell’oro da parte di una metà del mondo che è creditrice dell’altra metà avvalora l’ipotesi.
Soltanto la Cina ha accumulato tre trilioni di riserve nella forma di titoli di credito in dollari la cui esposizione al rischio di svalutazione è enorme. Ci sarebbe un solo modo per scongiurare la catastrofe: ricapitalizzare con l’oro tutto sistema bancario. Eppure quello occidentale continua a sopprimerne il prezzo per paura che i rialzi minino la fiducia nelle valute sulle quali è stato eretto il castello di carte dell’economia. Ma truccando un barometro non si scongiura una tempesta imminente perché, come si capirà nel proseguo, il prezzo dell’oro non ha nulla a che fare con il suo valore.
L’ironia è che il dumping sul metallo consente all’Asia di comprarlo a prezzo scontato. Ma i fautori del sistema aureo vengono ancora dileggiati come “metallisti” il che riflette solo l’avversione ideologica dei suoi detrattori. Per Lenin l’oro doveva servire a piastrellare le latrine e per Keynes era un feticcio da eliminare per salvare il capitalismo. Questa propaganda ha contagiato generazioni di economisti che senza peritarsi di studiare la storia, inebetiti dalle parole d’ordine della macroeconomia, hanno ripetuto come pappagalli tutti luoghi comuni sulla circolazione aurea, riconducibili a due convinzioni: la sua insufficienza a soddisfare le esigenze di economie sviluppate e il suo pernicioso potere deflazionistico (ma allora la crisi attuale, in sua assenza, da che cosa sarebbe determinata?). Non solo i governi hanno rimosso l’oro dal sistema monetario ma anche dalla mente degli economisti il cui deficit di conoscenza sull’argomento è spaventoso. I cinesi avrebbero il diritto di rivolgere loro l’aforisma di Ludwig Wittgenstein: “su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere”.
I fondamentali dell’oro
L’obiezione immediata alla tesi dell’insufficienza dell’oro nel regolare gli scambi è che ignora la teoria del valore. Se la sua quantità fosse espandile a piacere il metallo cesserebbe di far parte dei beni economici caratterizzati dall’utilità e dalla scarsità in rapporto ai bisogni. Il valore dell’oro è elevato in ragione di questa sproporzione. Ma non è esattamente la teoria della domanda ed offerta, convenzionalmente intesa, a spiegarne il valore. Un bene funge da moneta se è mezzo di pagamento, ha valore stabile ed è sufficientemente elastico da proporzionarsi al volume degli scambi. Ora l’oro ha una prerogativa che nessun altro bene possiede: non è scarso come si crede ma è la sostanza più abbondante della terra e allo stesso tempo di valore più stabile. Come è possibile? Il valore di qualsiasi bene deriva dal rapporto tra stock esistente (offerta) e nuova produzione. Per prodotti come rame e ferro, ad esempio, questo rapporto è pari a 0,25 il che significa che lo stock è equivalente a tre mesi di produzione, scorta necessaria per far fronte alle esigenze del consumo industriale. Nel caso dell’oro il rapporto è enormemente superiore, pari a 65, il che significa che ci vorrebbero 65 anni di estrazione al ritmo corrente per ottenere tutto l’oro attualmente in esistenza, stimato in 170.000 tonnellate. La produzione dell’oro a differenza degli altri metalli non viene tutta assorbita dall’industria ma è tesaurizzata e lo stock esistente in superficie è sempre sovrabbondante rispetto alla nuova produzione che si aggira sulle 2500 tonnellate annue, irrisoria rispetto all’offerta (1.5%). Se quella del ferro e del rame fosse un multiplo così elevato rispetto alla produzione, il loro prezzo crollerebbe perché la quantità sopravanzerebbe di gran lunga la domanda. Ma questo non accade per l’oro perché, a differenza di tutti gli altri beni, ha un’utilità marginale praticamente costante, cioè all’aumentare dell’offerta il suo valore non diminuisce. Più precisamente: ogni grammo aggiunto ad una scorta esistente non diminuisce il valore di tutti i grammi della scorta e questo fenomeno sta a significare che la sua utilità marginale (l’utilità di ogni incremento), non diminuisce al crescere della quantità posseduta. Ogni ulteriore grammo d’oro mantiene la stessa utilità di quelli già presenti nella scorta mantenendo l’utilità sempre proporzionale alla quantità. L’oro e’ l’unica sostanza al mondo ad avere questa proprietà ed è per questo che è diventata moneta per eccellenza. Per concludere: il valore dell’oro si basa sul rapporto stock produzione. L’oro vale perché la sua produzione annua è irrilevante rispetto allo stock esistente. Tutti i beni con questa caratteristica hanno un valore di scambio elevato cioè al crescere della quantità l’utilità marginale rimane stabile rispetto a quella degli altri beni; il loro valore è il meno variabile e pertanto hanno la proprietà latente di diventare moneta cioè prezzo e potere di acquisto di tutti gli altri beni.
Il valore dell’oro
Il grande economista austriaco Carl Menger (1840- 1921) la cui pietra tombale avrebbe meritato lo stesso epitaffio di quella di Isaac Newton, “Humani generis decus”, nello sviluppare la teoria del valore descrisse l’origine della moneta come la ricerca e selezione della sostanza più vendibile. Il grado di vendibilità, equivalente a quello di liquidità, è sinonimo di utilità marginale praticamente costante e ogni bene con questa caratteristica si candida ipso facto a diventare strumento monetario. Nei campi di concentramento le sigarette erano moneta proprio per questo motivo. Un bene diventa moneta in virtù delle preferenze del pubblico nell’assegnargli un’utilità marginale costante, non in virtù di un atto d’imperio. Ai governi spetta solo sancire questa prerogativa attribuitagli dal mercato spontaneo. Un bene di caratteristiche monetarie diventa liquido, trasferibile e tesaurizzabile. L’uomo della strada che non ha una conoscenza teoretica del valore ma ne ha l’istinto, non tesoreggerebbe mai un bene la cui utilità marginale decresca rapidamente come avviene per i beni ordinari, ad es. l’acqua. A meno naturalmente di non trovarsi nel deserto. Nell’antichità la moneta era rappresentata dal sale e dal bestiame. Non è difficile scoprirne il motivo. Il sale era l’agente di conservazione degli alimenti che manteneva “stabile” il loro valore nel tempo. Da cui il termine salario. Il bestiame (pecus, da cui la parola pecunia) caratterizzato dalla naturale mobilità nello spazio e dal basso costo unitario lungo le grandi distanze, veniva trasferito dove si verificavano le carestie per fronteggiare la scarsità e rendere “liquidi” i valori. Al pari dell’oro, non si verificavano surplus di sale o di bestiame che ne avrebbero destabilizzato il valore e il motivo è sempre da ricercarsi nel rapporto tra quantità esistente e nuova produzione.
Trasferibilità nel tempo, mobilità nello spazio con minime perdite di valore e liquidità sono attributi monetari. Non esistono surplus o deficit d’oro. La quantità esistente è sempre sufficiente a soddisfare la domanda perché lo stock del bene non è assorbito dalla produzione e rimosso dal mercato come altre materie prime ma serve allo scambio, a far circolare tutti i beni esistenti.
Scarsità fisica ed economica
L’oro è il bene fisicamente meno scarso della terra. Ma non lo è economicamente, cioè in rapporto agli altri beni. Per ottenerlo bisogna cedere ricchezza in altra forma. Per produrlo, occorre capitale, lavoro e tecnologia che i proprietari di miniere sono disposti ad impiegare solo in cambio di altri beni e servizi. Non accade così per la moneta creditizia: il costo di produzione di uno, cento o un miliardo di euro o dollari è sempre lo stesso perché è una semplice registrazione contabile nel computer di una banca. Ma produrre una, cento, o migliaia di once richiede, al pari di ogni altra ricchezza, l’impiego proporzionale di fattori produttivi. L’oro è la ricchezza che va prodotta per essere permutata contro ogni altra ricchezza. Inoltre, è una merce il cui valore intrinseco non può mai essere a lungo né superiore né inferiore a quello del suo uso monetario. Se non lo fosse e ad esempio il valore del metallo risultasse superiore a quello della moneta coniata converrebbe fonderla per ricavarne il metallo di maggior valore. Se avvenisse il contrario, converrebbe vendere il metallo e coniare monete. Ma questi arbitraggi ristabilirebbero immediatamente l’equilibrio perché facendo l’una cosa o l’altra, per la legge della domanda e offerta, si ritornerebbe all’eguaglianza di valore fra i due beni. L’oro, pertanto, non può essere oggetto di bolle inflazionistiche che sono, per definizione la conseguenza di una quotazione esagerata di beni al di sopra del loro valore intrinseco.
Il gold standard
Il principio fondamentale del sistema a base aurea è che l’unità monetaria è uno specifico peso d’oro e le valute circolanti sono la denominazione di questo peso certificato dai governi. L’oro non garantisce la moneta: è la moneta stessa, il mezzo di pagamento universale e di conservazione di tutti i valori. Il cambio tra due valute è il rapporto fra le quantità d’oro che contengono e questo cambio si dice “alla pari”. Nei primi anni del secolo XX, ad esempio, la pari tra sterlina e dollaro era 4.86 perché la prima conteneva 113 grani d’oro fino e il secondo 23,22. Tuttavia ai fini del sistema aureo non occorre la circolazione effettiva di monete d’oro, potendo queste essere surrogate dalle valute come titoli di credito convertibili a prima richiesta nelle prime e purché il valore della loro emissione sia equivalente a quello dell’oro coniato. L’assenza di questa condizione spingerebbe a contraffare la circolazione che, per funzionare, richiede solo quella quantità d’oro necessaria a saldare i debiti. Questa quantità è la riserva aurea e il compito e l’abilità di una banca centrale sta nel tenerne una proporzione minima rispetto al circolante economizzando così l’oro. Per cui è inesatta la dottrina che propone il 100% di riserva aurea. L’essenziale è che quest’ultima e il medio circolante realizzino sempre l’equilibrio finanziario, cioè l’equivalenza tra debito (credito) creato e debito (credito) estinto.
Vita e morte del denaro
Da qui la differenza abissale tra un sistema monetario basato sull’oro e quello basato sulla moneta emessa dalle banche centrali che non può realizzare questo equilibrio per cui il sistema dei pagamenti di cui è base è perennemente insolvente. Essa è infatti uno strumento di credito, uno standard di pagamento incapace di compiere la funzione più importante inerente alla moneta aurea: estinguere i debiti in via definitiva. Il credito infatti è un diritto al pagamento e il debito un’obbligazione al pagamento. Ma entrambi non sono “il pagamento”. Fondamentalmente quest’ultimo è cessione di ricchezza. L’oro salda i debiti e rimborsa i crediti perché è l’equivalente di ogni ricchezza ceduta o acquistata. Se il medio circolante è credito e il debitore è insolvente, la quantità corrispondente all’insoluto deve essere rimossa dalla circolazione. Pertanto, se è vero che la moneta creditizia può essere emessa senza limiti perché svincolata dal costo di produzione, è altrettanto vero che durante una crisi di insolvenza viene distrutta senza limiti. Paradossalmente è la sua mancanza di vincoli a renderla scarsa. Poiché l’oro, come abbiamo visto, resta sempre in esistenza, la liquidità non scompare mai. Per questo rappresenta l’antidoto alla deflazione, purché non se ne manipoli il prezzo. Infatti la quotazione al di sopra o al di sotto del cambio alla pari, ne provocherebbe, come per qualsiasi altro bene, scarsità o surplus. Nel primo caso si avrebbe deflazione, nel secondo, inflazione. La caratteristica del prezzo dell’oro in un contesto manipolato è la volatilità, quella del suo valore, la stabilità. Il primo non ha nulla a che fare col secondo.
La circolazione aurea, quindi, è la più efficiente e la più elastica in assoluto perché ne è necessaria una quantità minima per servire il maggior numero di transazioni e allo stesso tempo regolare i pagamenti in via definitiva. Senza la presenza dell’oro i crediti non vengono mai riscossi e i debiti mai pagati, entrambi si cumulano senza più alcun rapporto con una base di ricchezza esistente, fino alla brusca svolta, quando la liquidità scompare di colpo. Nei momenti di crisi tutti i valori si rapportano a quello dell’oro che, diventando comparativamente superiore agli altri, emigra dove è maggiormente valutato. Questo spiega il suo esodo verso l’Asia e si capisce come, ad onta di tutte le manipolazioni, sia rimasto il fondamento occulto del sistema monetario internazionale.
Leggo: “Trasferibilità nel tempo, mobilità nello spazio con minime perdite di valore e liquidità sono attributi monetari“.
Il mio pensiero è corso agli strutturati che inglobavano in modo quasi mai trasparente crediti solvibili e crediti subprime, usati come moneta fra le banche fino allo scoppio dell’ultima bolla. Primo risultato: anche la parte sana del credito rappresentato da questi strumenti è diventata istantaneamente illiquida. Secondo risultato: oggi siamo alla bolla dei debito pubblici, esplosi per “ridare liquidità ai mercati” e “stimolare (?)” l’economia reale.
Secondo lei, professore, è sensata questa correlazione?
Egregio Professor Coco,
stavo aspettando con ansia un’altra delle Sue illuminanti e mai scontate analisi.
Premetto che anch’io ritengo, come, mi sembra d’aver capito, anche Lei, che l’oro sia destinato ad apprezzarsi molto.
Le chiederei questo: in un’ottica d’investimento Lei consiglia dunque di puntare sull’oro?
Se sì, quale strumento consiglia di usare?
Io, ad esempio, circa un anno e mezzo fa ho acquistato un ETC sull’oro confidando sul fatto che, nel clima di turbolenze finanziarie in cui ci troviamo, esso si sarebbe apprezzato.
In realtà è avvenuto il contrario perché, come tutti sappiamo, il valore dell’oro si è nel frattempo ulteriormente deprezzato.
Alla luce di ciò Lei cosa mi consiglierebbe? Di continuare a puntare sull’ETC, confidando che prima o poi vi sarà un’inversione di tendenza? Oppure mi consiglia altri strumenti? Oppure ancora mi consiglia di rimanere per il momento “alla finestra” perché dovrà passare ancora un bel pò di tempo prima che il prezzo dell’oro aumenti significativamente?
Aspetto una Sua cortese risposta.
Cordialmente.
Rossi
Bell’articolo, ma non trovo una giustificazione valida sulla necessità dell’esistenza di una banca centrale in un regime aureo se non come centrale di contraffazione economica, così come il commento sulla riserva frazionaria: quando si parla di abilita della banca a me sembra pura contraffazione sull’esistenza di beni fungili.
Ottimo articolo, come sempre, complimenti;
io ricorderei anche che l’Impero Bizantino è durato 800 anni e se non sbaglio in quel periodo il potere d’acquisto del Solido rimase pressochè costante. C’è una forte correlazione fra stabilità del valore (che esprime anche la stabilità del rispetto dei diritti di proprietà?) e stabilità dell’entità “Stato”.
@ Francesco P.
Purtroppo, nel sistema attuale nessun credito è sicuro perchè basato sulla solvibilità altrui sempre a rischio e quindi come Lei afferma è illiquido. Poichè la moneta è sostanzialmente debito (è una pasività delle Banche Centrali), come fa il debito ad estinguere altro debito? Il debito (credito) può essere soltano trasferito, mai saldato.
@Signor Rossi
L’ETC o ETF (l’investimento in un indice del prezzo del metallo o in stock azionario) è un modo di comprare l’oro in pochi secondi senza il problema di custodirlo e trasportarlo, capitalizzando sui suoi movimenti. Quindi il vantaggio sarebbe quello della liquidità. Ma tali strumenti rappresentano oro “cartolare” (paper credit) non oro fisico, cioè un diritto all’oro, un certificato o pezzo di carta soggetto al rischio della controparte emittente. Possedendo oro fisico, invece si è immuni da tale rischio (default emittente) e da ogni manipolazione. Il rischio è che i certificati sono emessi allo scoperto, su base frazionaria senza possedere l’oro. Se per ipotesi se ne richiedesse il pagamento in massa, non sarebbe disponibile. E’ insomma un derivato e comporta tutti i rischi connessi a questo strumento. In caso di crisi finanziaria il titolare si troverebbe con un pezzo di carta privo di valore. Meglio attivi tangibili e azioni con prospettive reddituali (la rimando al mio vecchio post: La guerra all’oro).
@ Folletto
Osservazione giusta sulla banca centrale. Ma io mi riferivo al concreto funzionamento del sistema aureo puro, quello che fu in vigore fino al 1914. Se le banche avessero tentato di contraffare la circolazione, avrebbero perso tutte le riserve auree perchè l’oro sarebbe fuggito in altri paesi. Per questo il sistema funzionava.
Il Gold Standard è morto e sepolto; oggetto di dotta ricerca x gli storici. Riproporre una qualsiasi forma di”metallismo” in economia è l’esatto equivalente della difesa di Tolomeo in astronomia, della riproposizione della teoria dell’etere x spiegare la propagazione delle onde elettromagnetiche e/o del rifiuto dell’evoluzionismo darwiniano in biologia da posizioni “creazioniste” . Popper defininirebbe tutto ciò “congetture confutate”; Lakatos “programmi di ricerca superati”.
@Wittgenstein
E’ oggi che siamo in epoca tolemaica se pensiamo che l’economia possa ruotare attorno ad una banca centrale.
Aristarco da Samo, 500 anni aveva capito che era la terra a ruotare attorno al sole. Ma all’epoca di Tolomeo era morto e sepolto…
Articolo bellissimo, complimenti.
Vorrei avere più tempo per commentare i tanti interessantissimi spunti.
Scusate se mi inserisco nella discussione tra il Dott. Coco e il Dott. Wittgenstein, ma da radicale empirista credo che la risposta definitiva sul ritorno al Gold Standard sarà data dai fatti. Non credo dovremmo aspettare molto.
Personalmente penso sia molto, molto improbabile il ritorno ad un sistema monetario abbandonato -nei fatti- da un secolo. La circolazione “forzosa” del denaro sotto la guida delle banche centrali si è dimostrato -in tutto questo tempo- estremamente duttile, resistente alle crisi e capace di assecondare il ciclo di crescita economica e innovazioni tecnologica (xx secolo) più vigoroso di tutta la storia umana.
Salve, Complimenti per l’articolo!!
Una domanda: e l’Argento come si colloca all’interno di questo ottimo ragionamento?
Grazie.
Caro professore fino al 1913 non esisteva la banca centrale americana, e quindi si trattava di sistema aureo senza prestatore di ultima istanza per lo meno nella patria della rivoluzione industriale, in cui l’utilizzo della riserva frazionaria da parte delle banche commerciali era molto molto rischioso (Newton come master of the Mint fece tenere la riserva aurea al 40% del circolante stampato dalla banca centrale inglese) e quindi usato con parsimonia differente da ora dove la riserva in Europa grazie al Target-2 diventa pari a zero e zero/infinito è un’operazione molto molto pericolosa.
La rivoluzione industriale in IOUSA si è sviluppata di fatto senza una banca centrale, che venne abolita per ben due volte. Credo sia molto importante comprendere gli sviluppi della Conferenza Internazionale di Genova del 1922 come esplicitati dal Jacques Rueff, poète de finance, nel fondamentale e poco conosciuto libro http://library.mises.org/books/Jacques%20Rueff/The%20Monetary%20Sin%20of%20the%20West.pdf
Per chi invece parla del Gold Standard senza comprendere che ve ne sono di molti tipi, consiglio queste letture introduttive
http://archive.lewrockwell.com/north/north1009.html
http://archive.lewrockwell.com/north/north177.html
@Simplicio
Da empirista deve riconoscere che il grande progresso umano è avvenuto tra il 1815 e il 1914 epoca del Gold standard puro, continuata sotto il Gold exchange standard (uno sistema adulterato) che durò fino al 1971,quando cominciò l’era delle valute fluttuanti. Il periodo fu caratterizato da diverse rivoluzioni industriali: era meccanica, elettrica, atomica, l’era elettronica, l’invenzione delle ferrovie, dei viaggi transoceanici, l’invenzione dell’auto, del volo, dei raggi X, della chimica, del telefono, delle telecomunicazioni ecc. ecc. Sono i passi da gigante che hanno portato all’era internettiana.
Oggi invece siamo nell’epoca della deindustrializazione e della disoccupazione strutturale (vedi USA e Europa). Non ho detto che si ritornerà al gold standard classico, ma un nuovo sistema monetario dovrà tenere conto dell’oro. Per cosa crede che gli asiatici ne stiano ammassando tonnellate? Che siano tutti stupidi e non abbiano capito nulla? Quella che lei chiama circolazione duttile è proprio quella che impedisce la crescita e provoca i cicli economici.
@Flavio
In periodi di crisi si investe anche in preziosi di cui l’argento fa parte. Ma l’oro ha un valoro specifico molto superiore ed è più sicuro. Bisogna ricordarsi che per le banche centrali l’oro è denaro, infatti è compreso nelle loro riserve e viene regolarmente prestato (gold lease), mentre l’argento non ne fa parte. Tuttavia nell’ipotesi in cui l’oro, in qualche forma, riprendesse il suo ruolo monetario ufficiale, verrebbe affiancato dall’argento. Se uno dovesse investive in argento dovrebbe farlo in ragione di 1/15 rispetto all’oro.
x Wittgenstein : il grandissimo filosofo che portava il suo nome diceva : la Logica è Radicale Necessità, il Mondo dei Fatti è Radicale Accidentalità.. il lungo articolo di Coco cerca di Dimostrare Logicamente (Necessariamente) ciò che dipende dalla Volontà (Accidentale) di qualche decina di banche centrali e d’affari che a loro volta influenzano Volontà di qualche miliardo di persone.. x 10 anni han convinto gente che era salvezza contro fallimenti, moneta iperstampata e inflazione.. ora che gli hanno affibbiato il cerino li lasceranno consumar valor x prox 15 anni come fecero dopo il botto di metà anni ’70.. inflazione anni ’80 nn servì a far ripartire l’oro così come la prox inflazione lo manterrà in un range tra i 1200 $ e gli 800 $ per molto tempo..
le banche centrali quando l’oro saliva lo vendevano.. ora che scende han ripreso a comprare.. peccato che loro target temporali di breve di misurano decenni.. un pò troppo x dei singoli individui.. ai risparmiatori (e nn agli ideologizzati) dico : ORA RIMBALZA E VENDETELO.. ai più tecnici se qui ce ne sono dico : quando Fed ha annunciato x finta il Tappering l’Oro è caduto.. quindi.. quando Tappering lo farn per davvero (nel 2015 ?) l’oro andrà giù..
x Simplicio : boom 800 nn dipese da oro ma da boom tecnologia.. ora tecnologia si chiama moneta computerizzata.. quando Coco dice debiti nn si pagano ma trasferiscono secondo me ha ragione (anche se poi lui ne conclude che è male).. in questo decennio e nei prox anni finiranno di trasferire iperdebiti cioè ipercrediti cioè ipersquilibri (sia privati sia pubblici) nei computer banche centrali.. per poi di fatto annullarli senza dirlo.. palla lunga e pedalare..
PS: tra i radicali empiristi alla Hume e i radicali Idealisti alla Fichte.. la via di mezzo del Criticismo Kantiano è per me preferibile..
@Piero
Mi sembra di capire che anche Lei considera improbabile una riesumazione del Gold Standard (o qualcosa di simile agganciato a qualcha altro metallo pregiato).
Le rivoluzioni tecnologiche della fine del XX secolo sono grandi quanto l’invenzione della ruota, delle corde, della leva e della stampa. Dai circuiti integrati, figli della ricerca aerospaziale, a internet figlio del sistema di comunicazioni militari, fino alle nano e bio tecnologie. Hanno appena iniziato a cambiare il mondo.
Queste grandi innovazioni hanno tutte un comune denominatore: ricerca teorica ed applicata, cioè “capitali veri”. L’abolizione del gold standard del 1971 ha permesso 30 anni di espansione a costo dell’esaurimento della spinta che veniva dal sano capitalismo. A sua volta l’abolizione del gold standard fu una mossa per far fronte alla crisi finanziaria dello Stato americano per via delle spese della guerra in Indocina, guerra peraltro condotta secondo strategie e tattiche del tutto inadeguate. Sta di fatto che il nuovo sistema monetario permise una espansione monetaria senza la percezione del rischio sottostante fino all’inizio di questo secolo. Infatti, la “moneta virtuale” creata dal debito può espandersi a piacimento, basta abbassare i requisiti di solvibilità. Così si ha l’illusione di diventare più ricchi mentre in realtà è vero il contrario. Stavamo sognando così bene, e invece…
Il moderno “debitismo” ha raggiunto uno stadio tale che non si sta più creando nuova ricchezza, bensì distruggendo la liquidità creata in modo virtuale a causa dell’incertezza della solvibilità del debito/credito su cui si fonda. Oggi il grande malato è proprio il debito pubblico che rischia di far collassare l’intera economia globale; basta un default un po’ importante (es. Italia) e il collasso si propaga con un effetto domino.
Certo che è dura cambiare, anche per il fatto che la spesa discrezionale ed improduttiva degli Stati è aumentata, trovando giustificazione nelle teorie neo-keynesiane, cioè di coloro che “sono persino riusciti ad inflazionare Keynes“. Purtroppo, più alta è la spesa pubblica improduttiva, maggiori sono le resistenze al cambiamento da parte degli apparati e dei clientes.
Rimane dunque aperto il dibattito su come tornare ad un sistema monetario più stabile e non basato sull’effimera natura del debito.
In realtà il boom dell’800 fu dovuto alla corretta allocazione dei capitali favorita dalla quasi assenza di interventismo statale che in gran parte dipese a suo volta dall’assenza di politica monetaria dovuta al sistema auero classico. Anzi se ci fosse stato il gold standard con riserva 100% sarebbe andato tutto ancora meglio http://www.cobdencentre.org/2013/04/thorsten-polleit-on-the-gold-standard-that-never-was/
x Folletto : oro c’è sempre stato.. c’era anche prima.. senza salto tecnologico imparagonabile a passato (altro che fuoco o ruota e ferro) la mera divisione lavoro e allocazione capitali (e sfruttamento operai che qui fate finta di dimenticare, e che portò a reazione terribile del marxismo rosso ed alle controreazioni nei nazzifascismi neri : orrori e colori a confronto) il capitalismo rimaneva poco più che nano.. vero è che dopo capitalismo ha prodotto tecnica in grandissima accelerazione (senza di esso nn ci sarebbe mai stata).. sino ad arrivare alla sovracapacità produttiva attuale senza precedenti storici che falsa i paragoni col passato (cosa che nn capiscono nè i liberisti nè i sindacati di sinistra : entrambi “vecchi”)..
x investitori (no ideologi): se fanno un pò di casino in America ed oro ha ulteriore fiammata sfruttatela x liquidare etf/etc (sia con sottostante future sia con sottostante fisico).. teorie van bene x blog e bar..
Gent.mo prof. Coco, come nel Cinquecento il copernicanesimo quale perdita di centralità della Terra aveva motivato un interrogativo ansioso circa la possibilità di un nuovo centro, così, oggi, essere ‘copernicani’ in economia e finanza significa porre al centro l’azione umana al modo di von Mises. Purtroppo la resistenza da parte delle istituzioni e della mentalità comune è fortissima: basti pensare, da un lato, al ruolo delle banche centrali e dei governi e, dall’altro. constatare che mentre le valute flat hanno perso nel XXI sec. 81% del loro valore rispetto all’oro, l’asset espresso in oro fisico nel mondo è di appena l’1%. Grazie della Sua attenzione.
Al termine di questa dottissima esposizione non ho capito se per un privato è conveniente o no acquistare oro fisico e dismettere i mezzi di pagamento cartacei comunque denominati . Grazie per la risposta