Occupare legalmente una casa è possibile?
L’economista peruviano Hernando De Soto è famoso per le sue battaglie contro la povertà condotte attraverso la rivalutazione degli assets a disposizione dei poveri – la tutela del diritto di proprietà permette ad un povero abitante di una favelas di ottenere il capitale necessario per di uscire dalla trappola della povertà.
Questo processoè dato per scontato dall’autore nell’Occidente (“By this process the West injects life into assets and makes them generate capital”), ma è probabile che una conscenza della realtà italiana lo farebbe ricredere – è balzato agli onori della cronaca locale il caso di una donna incinta, con due figli al seguito, che ha occupato una casa privata, mentre la legittima proprietaria era fuori di casa. La polizia si è dichiarata impossibilita a procedere in quanto la donna era “in stato di necessità” e così la legittima proprietaria è stata costretta a lasciare casa sua, i suoi oggetti, per riparare in albergo. Ho letto e riletto l’articolo più volte, consultando più giornali, per essere sicuro, ma questa è l’attuale versione dei fatti. Nel passato avevo letto di casi di occupazione di alloggi popolari (nel qual caso, l’ente pubblico non procedeva perché guai a far rispettare la legge se c’è di mezzo la politica) ma qui la situazione è diversa: una signora, che non conosco ma che potrebbe essere mia madre o mia nonna, è in mezzo ad una strada – magari avrà lavorato tutta una vita per comprare quella casa, pagato salatissime bollette e utenze, e adesso non ha nulla, se non la vaga speranza che tra x mesi (o anni), un tribunale le darà ragione. Da una rapida ricerca su internet ho scoperto che casi del genere non riguardano solo la mia città, Palermo, ma l’intero Paese.
La vicenda è inquietante per un paese civile, specie in un momento di profonda crisi economica, con famiglie sull’orlo del lastrico, e crea un pericoloso precedente: se cittadini inermi sanno che è inutile rivolgersi alle forze dell’ordine, e che dovranno affrontare un processo per riottenere ciò che gli spetta di sacrosanto diritto, temo che il passo alla giustizia privata sia solo questione di tempo.
Due considerazioni:
1) perché gli agenti della polizia non hanno accompagnato l’occupante in una struttura di accoglienza, o in Commissariato, in un albergo, o financhè in una parrocchia, in ogni caso, liberando immediatamente la casa occupata? Errore degli agenti oppure, ipotesi terrificante, la polizia è impotente?
2) Se lo Stato non è in grado di garantire i servizi minimi (ordine interno, rispetto delle leggi..), e un welfare state che offra un tetto, nel momento del bisogno, ad una madre incinta con due figli, c’è molto che non va in questo Paese, specie a fronte di una spesa pubblica che è pari alla metà del PIL – lasciare questa indignazione alla portata di Grillo e dei grillini è un clamoroso errore di valutazione da parte dei partiti “istituzionali”.
Oltre agli attacchi “diretti” dell’IMU/IMP, Equitalia, e tentazioni di patrimoniali più robuste da parte di ragionieri-prestigiatori, dobbiamo temere anche il nostro vicino?
Non è una cosa nuova in Italia
Gli agenti non hanno “accompagnato” la signora fuori dalla casa perché era gravida e, dio non voglia, dovesse succedere qualche cosa al bambino mentre la accompagnano fuori, sarebbero ritenuti responsabili sempr e comunque dai nostri cari giudici. Anche se solo uno su dieci dei giudici fosse portato a fare così, nessuno accetterebbe il rischio di agire sotto la sua responsabilità. Ne lo farebbero i loro superiori. Ed ovviamente i magistrati sono troppo occupati per agire e decidere per non parlare delle loro visioni ideologiche.
Ovviamente, per ottenere giustizia uno deve rivolgersi a metodiche extra-legali oppure subire l’ingiustizia e la beffa.
Ovviamente queste donne cercano delle vittime deboli e sole (le donne anziane sole sono vittime più facili). Questa è gente che agisce sapendo bene cosa fa e contro chi. Ma, sopratutto, non vuole l’aiuto dello stato.
Anche questa inefficienza dello stato non fa altro che rafforzare la mafia, un tribunale del popolo italiano impiegherà anni per sancire il leggittimo diritto a questa donna, il mafioso di zona risolve il problema in pochi minuti…
Questo è il baratro su cui siamo finiti a forza di tutelare “i più deboli” che ora sono diventati “i più prepotenti”.
Ricordo un episodio di vita vera: mia figlia, 6 anni, scuola pubblica, in classe due zingarelli, maschio e femmina, che allungavano entrambi le mani, promiscuamente e indifferentemente come nelle loro abitudini che sono diverse dalle nostre.
Alle mie legittime lamentele presso la maestra mi è stato risposto: “Metta i pantaloni a sua figlia, invece della gonna”.
La scuola pubblica si è piegata alle prepotenze degli zingarelli e io che dovevo fare?
Tolta la figlia e iscritta in una scuola di suore.
Gli zingari l’hanno avuta vinta e hanno imperversato per altri 4 anni mettendo le mani addosso a tutta la classe e insultando i maestri.
@Claudia
Queste sono le cose che bisognerebbe registrare e mettere su YouTube.
Sig. Luciano Lavecchia,
in Lombardia ho vissuto l’esperienza in prima persona, io proprietario dell’appartamento, alcuni anni fa.
Sono andato alla locale stazione dei Carabinieri, i quali non sono nemmeno venuti sul posto a veder e mi hanno suggerito di fare denuncia per occupazione abusiva.
I Carabinieri mi hanno ben spiegato che la denuncia non avrebbe sortito alcun pratico risultato; l’unica cosa da fare era intentare una causa civile per sfratto.
Come suggerito qui (copio il link inserito da Lei)
http://www.anconanetwork.it/occupazioni_abusive.php
io ho agito come al punto 2.
Gli okkupanti hanno chiamato i Carabinieri, che questa volta sono venuti a vedere (umiliante).
La faccenda si è conclusa settimana scorsa ed il risultato è che devo pagare agli okkupanti 13.000 euro di danni.
…e ci raccontano che viviamo in un paese civile…mavaffan….
Salut
AlxGmb
@AlxGmb
I danni?E quale sarebbe la delirante motivazione della sentenza atta a giustificare la richiesta di danni?
@AlxGmb: ha provato ad occupare la casa del giudice che l’ha condannata a ripagare i danni?
Gli okkupanti hanno fatto denuncia ai carabinieri dichiarando che io, nel movimentare i loro vestiti e bagagli, avrei sottratto loro beni in oro e gioielli per complessivi 70.000 euro, da qui la motivazione del giudice di determinare i 13.000 euro.
NON c’è stata indagine tesa a verificare la veridicità di quanto dichiarato dagli okkupanti, ma il giudice mi ha chiaramente detto che dovevo subire una condanna e dovevo pagare dei danni e, o accettavo così, o rincarava la dose.
Devo concludere che la proprietà privata non vale una cicca e qualsiasi giudice può bellamente decidere che la “parte debole” deve essere sempre protetta…con i soldi e le proprietà degli altri.
…ah, dimenticavo, dandolo per scontato, io non ho preso oro e gioielli ovviamente.
Mi faccio un antiemetico per non vomitare e mi prendo una camomilla tripla per non farmi venire un ictus.
Dovrebbe fare ricorso e denunciarlo ai giornali. Queste cose sono inaccettabili.
O all’indignato speciale.
Ma se hanno dichiarato di possedere 70.000 euro di gioielli, come ha fatto il giudice ad accettare l’affermazione che erano in reale stato di necessità? Le due cose sono in contradizione!
I cattivi maestri contro la proprietà
C’è chi parla di «occupazione legittima» negando la Costituzione
«È così, per esempio, che il diritto costituzionale d’accesso alla casa di abitazione si può emancipare dal ruolo subordinato alla presenza delle condizioni economiche dichiarate dallo Stato e dagli enti chiamati a soddisfarlo come diritto sociale concesso dal welfare pubblico.
Nel quadro della funzione giuridica offensiva e della piena destinazione dei beni comuni, esso può, invece, soddisfarsi tramite occupazione acquisitiva legittimata dalla pubblica necessità di spazi socialmente percepiti come abbandonati.
Il diritto anche in questo caso sgorga dalla fisicità del conflitto e non può essere generato dalla riflessione astratta di chicchessia».
È la chiusa di un articolo del Manifesto, il cui autore è ordinario di Diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, che confonde un appartamento col Palazzo d’Inverno.
L’articolista ha il diritto di dire e scrivere quello che gli pare e sarebbe sbagliato negarglielo solo perché la sua opinione non collima con la democrazia liberale.
Ma che senso ha – in un Paese di democrazia liberale – sostenere che «la pubblica necessità» legittima l’«occupazione acquisitiva» di «spazi socialmente percepiti come abbandonati»?
Idee come queste sono qualcosa di più di convinzioni opinabili come altre.
• Primo: siamo oltre lo stesso dettato costituzionale, che pur già non è benevolo nei confronti della proprietà privata «riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti» (art. 42).
• Secondo: siamo oltre il welfare, le «condizioni economiche dichiarate dallo Stato e dagli enti chiamati a soddisfarlo come diritto sociale».
• Terzo: siamo oltre la realtà effettuale e in una realtà di «spazi socialmente percepiti come abbandonati».
• Quarto: siamo oltre il formalismo giuridico – la «riflessione astratta», che è poi storicamente il moderno Stato di diritto – negato dalla «fisicità del conflitto»; siamo, bensì, «nel quadro della funzione giuridica offensiva e della piena destinazione dei beni comuni» che, detto più pianamente, è la Rivoluzione.
Se chi impedisce ai cantieri della Tav di operare e persino un ragazzo che sfascia vetrine e brucia auto sono convinti che quella «sia la democrazia», la responsabilità – culturale, politica, morale, non giuridica – di tali castronerie è di questi cattivi maestri; che perpetuano la «guerra civile» che insanguinò l’Italia nell’immediato dopoguerra e ne impediscono la modernizzazione.
La nostra democrazia rappresentativa non è un referendum popolare permanente e di piazza, ma è la delega che il popolo conferisce ai propri rappresentanti di esercitare la sovranità di cui è titolare.
Sarebbe ora che anche certi docenti universitari – se non vogliono apparire ridicoli, per non dire complici della violenza – la smettessero di predicare improbabili rivoluzioni in nome della «socialità»; che è, poi, sotto falso nome, il comunismo sconfitto dalle «dure repliche della storia».
PIERO OSTELLINO
postellino@corriere.it
(29 ottobre 2011) – Corriere della Sera
Spero non mi capiti mai una situazione simile. Ma se dovesse accadere, non mi rivolgerò a nessuna Autorità o Tribunale, provvederò da solo a “sgombrare” la mia (non la loro) casa. Con qualsiasi mezzo, lecito o no. Poi mi facciano anche causa, querela, quello che vogliono, io, da dentro la mia (non la loro) casa, riderò all’infinito.
Dite alla signora di occupare la casa di un politico, possibilmente uno di quelli che difendono i diritti dei “deboli”.
Poi rideremo!!!!!!!!!!!!
Mi sembra ovvio, e legittimo, a quel punto entrare con la forza in casa mia, prendere gli occupanti abusivi, tagliare loro la gola e far sparire i corpi senza chiamare le forze dell’ordine.
Non vedo altra soluzione: alla violenza e all’ingiustizia devo rispondere con una forza maggiore. Sempre peggio questo paese…