Una nuova legge per la concorrenza? Maratona su LeoniBlog
C’è una nuova legge “annuale” per la concorrenza, nel futuro prossimo del nostro paese? L’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato ha inviato al Governo la segnalazione richiesta dal premier Mario Draghi nel suo discorso della fiducia. Questo è il primo di una serie di articoli che ne commenteranno i contenuti, realizzati da collaboratori e amici dell’Istituto Bruno Leoni.
Gli altri articoli sono qui di seguito:
Giuseppe Portonera: Liberare il commercio al dettaglio
Vitalba Azzollini, Sospendere il codice degli appalti?
Sergio Boccadutri: Più competizione e più infrastrutture di TLC
Silvio Boccalatte: Pubblico, privato e competizione nella sanità
Andrea Giuricin: L’eterno ritorno dei servizi pubblici locali
Carlo Stagnaro: Dare energia alle liberalizzazioni
Carlo Stagnaro: Tutto il potere all’Antitrust?
Luigi Ceffalo: Aprire i porti
Luigi Ceffalo: Liberare le spiagge
Luigi Ceffalo e Carlo Stagnaro: Quello che l’Antitrust non dice
Prima di entrare nel merito, alcune informazioni di contesto. La legge 99/2009 prevede che, ogni anno, il Garante della concorrenza invii all’esecutivo una relazione contenente proposte di riforma al fine di “rimuovere gli ostacoli regolatori, di carattere normativo o amministrativo, all’apertura dei mercati, di promuovere lo sviluppo della concorrenza e di garantire la tutela dei consumatori”. Sulla base di queste proposte, il Governo dovrebbe adottare, su iniziativa del Ministro dello Sviluppo economico, un provvedimento annuale volto a promuovere la concorrenza. In realtà le cose sono andate un po’ diversamente da come immaginava il legislatore del 2009: l’Antitrust ha inviato solo quattro segnalazioni (nel 2010, 2012, 2013 e 2014), oltre a quella di martedì scorso. Di queste, due hanno avuto conseguenze pratiche: la segnalazione 2012 costituisce la base del Decreto Cresci Italia del Governo Monti (Ministro Corrado Passera); la segnalazione 2014 rappresenta il punto di partenza della Legge annuale per la concorrenza del Governo Renzi (Ministra Federica Guidi) (disclosure: ho fatto parte del gruppo di lavoro che se ne è occupato). In entrambi i casi, la genesi dei provvedimenti è stata tormentata e i passaggi parlamentari ne hanno depotenziato alcune parti qualificanti.
Anche per questo, la segnalazione 2021 – firmata dal presidente dell’Agcm Roberto Rustichelli – in buona parte ripropone idee già sollevate nel passato, e che avevano avuto scarso (o nessun) seguito. La segnalazione si articola in otto parti, dedicate rispettivamente alle infrastrutture, agli appalti pubblici, ai servizi pubblici, alle barriere all’entrata, alla sostenibilità ambientale, alla tutela della salute e ai poteri dell’Autorità. Un’ottava sezione fornisce i riferimenti di problematiche emerse nel passato e ancora inevase. Per una ricostruzione sommaria dei contenuti, mi permetto di rimandare a un articolo scritto con Sergio Boccadutri sul Foglio. Nei prossimi giorni, Leoni Blog ospiterà una serie di contributi che verranno raccolti sotto il tag concorrenza2021.
La segnalazione prende le mosse da un’analisi della situazione attuale, che merita di essere esplicitata perché estremamente lucida e, soprattutto, perché colloca gli interventi pro-concorrenziali nel panorama post-Covid. La stessa efficacia delle misure di aiuto – tra cui gli investimenti di Next Generation EU – può essere amplificata se i mercati sono aperti e competitivi. I benefici della concorrenza derivano dai seguenti fattori:
“regolazioni più leggere facilitano la riallocazione delle risorse verso imprese più produttive, anche favorendo la concorrenza e riducendo le rendite monopolistiche; ii) regolazioni più pesanti, invece, riducono gli investimenti in capitale basati sulla conoscenza e quindi la produttività totale dei fattori; iii) le frizioni normative nei settori a monte, che forniscono beni e servizi impiegati dalle imprese attive nei settori a valle, hanno un impatto negativo sulla performance di questi ultimi”.
Pertanto, occorre eliminare le barriere all’ingresso sui mercati. Ma non basta: in una fase storica di profonda riallocazione dei fattori bisogna intervenire anche sulle barriere all’uscita:
la ripresa economica sarà estremamente lenta fintanto che le imprese che erano improduttive già prima della pandemia (le cosiddette imprese zombie) possono restare sul mercato in quanto ‘protette’ dalla concorrenza di imprese più efficienti o perché la loro uscita non è socialmente accettabile.
Questa consapevolezza induce il Garante a dedicare grande attenzione proprio alla (onni)presenza della proprietà pubblica, che non solo rischia di falsare la competizione, ma rende anche non contendibile il controllo delle aziende e, spesso, le sottrae al fallimento. In quest’ottica, non si capisce perché non vi siano passaggi espliciti su due partite fondamentali che si stanno giocando proprio in questi giorni nell’agone politico: il salvataggio di Alitalia (un caso da manuale di impresa zombie) e la nazionalizzazione di Autostrade. Un altro clamoroso silenzio è quello sui servizi professionali, su cui pure l’Antitrust si è ampiamente esercitata nel passato, anche per rintuzzare i tentativi degli ordini professionali di aggirare le norme coi codici di autodisciplina. Mentre altre proposte sono discutibili – a partire dai superpoteri che l’Autorità chiede per sé. Nel complesso, però, la segnalazione appare innovativa, coraggiosa e ben organizzata. Il Governo dovrà in qualche modo darvi seguito, avendo sollecitato esso stesso il rapporto. Adesso il dossier passa al Ministro Giancarlo Giorgetti.
Nei prossimi giorni, Leoni Blog continuerà nell’esame delle proposte dell’Antitrust.