Nucleare. La tragedia e la farsa
Non c’è modo più cinico di reagire a una tragedia che buttandola in farsa. Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha superato se stessa. Confermando che non importa quanto vogliate indulgere nell’ “odio antinazionale”: l’Italia è peggio di come sembra. O almeno il suo ceto politico.
Mentre l’esito dell’incidente alla centrale nucleare di Fukushima non è ancora chiaro, tutto il mondo si sta interrogando sulle falle dei sistemi di sicurezza, e si sta chiedendo se fosse in qualche modo possibile prevenire lo scenario peggiore. Tra un po’, quando in un modo o nell’altro la vicenda si sarà chiusa, probabilmente tireremo un bilancio, e ci accorgeremo che – se pure le cose dovessero andare nel più drammatico dei modi – il tributo di vite pagato all’atomo sarà solo un tragico addendum a un numero molto più grande di vittime falciate dal terremoto e dal maremoto. Non è un modo per minimizzare: è una semplice constatazione basata su numeri che parlano da sé, ed è contemporaneamente l’auspicio e la speranza che i morti a causa delle forze della natura non siano considerati meno morti, o morti con meno dignità, di quanti – se ci saranno – dovranno essere messi in conto all’energia nucleare. Comunque, anche se questo è un elemento importante, non è di questo che voglio parlare.
Mentre l’informazione è ancora incerta e frammentaria, tutto il mondo ha ragionevolmente tirato il freno a mano sul nucleare. Realisticamente ci si può attendere, sicuramente a livello europeo e probabilmente a livello internazionale, un irrigidimento delle norme di sicurezza, con maggiore enfasi sul coordinamento e la condivisione delle informazioni. Per questa ragione, e per rispondere a un’opinione pubblica giustamente frastornata, è necessario mettere “on hold” la costruzione, nel nostro paese, di un quadro normativo che faccia dell’atomo un’opzione possibile. E’ doveroso comportarsi così, oltre che per ragioni ovvie, anche perché in caso contrario le nostre leggi rischiano di nascere già vecchie, e di dover essere cambiate immediatamente. Per la stessa ragione, e per fuggire a una discussione emozionale e – in quei termini – del tutto sbagliata e inutile, sarebbe un gesto di sensibilità se maggioranza e opposizione si mettessero d’accordo per sospendere il referendum di giugno. Nessuno di noi – credo e spero – ha voglia di tenere un plebiscito su una catasta di corpi ancora caldi. Lo abbiamo scritto in tanti: tra gli altri Chicco Testa sul Corriere, il Foglio in un editorialino, e io stesso sul medesimo quotidiano. Perfino il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, dopo un’improvvida uscita a caldo, si è posizionato in modo più ragionevole e moderato. Il minimo che si possa fare, e contemporaneamente il massimo, è fermarsi, aspettare e riflettere: a chi mi chiede se ho cambiato idea sul nucleare, in questi giorni rispondo ostinatamente che no, non l’ho fatto, per la semplice ragione che non ho gli elementi per comprendere cosa è successo, quanto è grande il danno (umano anzitutto, e per ora è limitato: nessun morto direttamente imputabile al nucleare, nel momento in cui scrivo), perché le cose sono andate così e se tutto ciò cambia in modo significativo il bilancio dell’atomo, in merito alla sicurezza. I motivi per cui non bisogna decidere in preda alla paura, ma attendere per poter valutare alla luce di fatti e dati che ancora non ci sono, li ha brillantemente e persuasivamente illustrati Angelo Panebianco.
Tutta questa lunga premessa mi serviva per arrivare a una conversazione, catturata da un cronista, tra il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e il responsabile dell’Economia, Giulio Tremonti. Ha detto Prestigiacomo:
«Niente cazzate, progetto nucleare finito»
Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, considera invece finito il progetto del nucleare in Italia dopo l’emergenza scoppiata in Giappone. «È finita. Non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate», è stato lo sfogo del ministro con il titolare dell’Economia, Giulio Tremonti, nella sala del governo di Montecitorio al termine della cerimonia per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Alla conversazione, svoltasi a pochi passi da alcuni giornalisti e durata circa dieci minuti, erano presenti anche il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti, e per qualche istante il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani: «Dobbiamo uscirne – ha esortato Prestigiacomo – ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente, decidiamo tra un mese».
Confesso che la tentazione di commentare con “l’avevo detto, io” si alterna, nella mia testa, a un senso di stupore. Pur col beneficio d’inventario concesso a chi, in una conversazione privata, si esprime in modo diverso da come farebbe in pubblico, credo che queste poche battute forniscano la dimostrazione migliore (a) dell’inettitudine del nostro ceto politico; (b) delle ragioni per cui il nucleare era utopico anche prima del Giappone; (c) del fatto che, contrariamente a quanto vuole un luogo comune per me inspiegabile e incomprensibile, non è il mercato, ma la politica, a vederci “corto”.
Molto semplicemente: è lecito cambiare idea dopo un evento come quello a cui stiamo assistendo, anche se sarebbe meglio capire prima cosa è successo. Se però sentiamo dire che bisogna abbandonare i propositi nuclearisti perché altrimenti “perdiamo le elezioni”, viene da pensare, anzitutto, che la cazzata non sia insistere con l’atomo, ma sia stata iniziare. Viene da pensare che, in fondo, la cosa non era stata presa sul serio fin dall’inizio. Viene da pensare che, quando predichiamo sull’importanza della certezza del diritto, pur con tutti i pregiudizi sulla nostra classe politica non ci avviciniamo neppure un po’ all’infinitesimale livello di comprensione che loro hanno di come funzionano le cose, e di come in particolare funzionano le industrie ad alta intensità di capitale quali quella energetica in generale e quella nucleare in particolare.
Se il contesto non fosse tragico, verrebbe quasi da ridere. Come si può anche solo lontanamente illudersi che un’impresa investa (cioè rischi) qualche miliardo di euro, se poi si è disposti a far saltare il banco perché altrimenti “perdiamo le elezioni”? Come si può chiedere di essere presi sul serio, se si affrontano con tanta leggerezza questioni di una tale serietà? Come si può chiedere la fiducia gli elettori, se poi si dimostra con atteggiamenti, parole e fatti di non avere alcun rispetto non solo per il mandato elettorale ricevuto, ma anche per i soldi che al settore privato si chiede di rischiare? Come si può essere considerati interlocutori credibili da chi ha scelto di combattere questa battaglia (come Confindustria, imprese italiane come Enel e straniere come Edf, e addirittura partner internazionali come la Francia e gli Stati Uniti coi quali si sono assunti degli impegni)? Come si può ottenere il rispetto di chi la pensa diversamente, se si venderebbero la mamma e il papà per uno strapuntino parlamentare?
L’ironia è resa irresistibile dal linguaggio scelto da Prestigiacomo: non si può “uscire” dal nucleare se non si è mai “entrati”; e se davvero la ministro crede che ci siamo entrati, la sua posizione è ancor più irresponsabile. Comunque, se non altro, a differenza del 1987, questa volta possiamo “uscire” dal nucleare senza quel fastidioso e costoso intermezzo di costruire le centrali, farle funzionare per un po’, e poi improvvisamente chiuderle e smantellarle. Ma, almeno, risparmiateci il referendum.
Capisco l’incazzatura, ma ormai è una battaglia persa su tutta la linea …
Beh, Stagnaro, Benvenuto nel mondo reale!
Qualcuno potrebbe anche pensare di elogiare il Ministro Prestigiacomo per avere dimostrato come le donne facciano politica con il cuore, comprendendo lo spirito del tempo meglio degli aridi maschi …
Vale la pena andare a leggere cosa aveva detto non più di tre giorni fa, in conferenza stampa: “La linea italiana rispetto al programma nucleare chiaramente non cambia”.
Ipocrisia e incompetenza ai massimi livelli.
La Prestigiacomo in questi anni ha minacciato le dimissioni svariate volte, dire che è giunto il momento di mantenere le promesse.
Se questa è la risposta ai problemi ambientali del PdL allora temo che ci terremo gli ambientalisti per un bel po’ di tempo 🙁
Complimenti alla Ministra, riprova che dx o sx le poltrone hanno la priorità su tutto anche innanzi alle tragedie.
(e come si vede le quote rosa non garantiscono automaticamente politici migliori solo perchè donne)
Comunque – adesso il nucleare andrà accantonato perchè al picco di impopolarità dal 1986?
Ed i benefici enormi tanto strombazzati? La sicurezza delle centrali di 4^ generazione?
Tutta fuffa?
Invece di fare uno sforzo per informare i cittadini contro panico incondizionato sul nucleare, meglio una ritirata strategica sull’argomento per tenersi i seggi stretti? Lasciando spazio ai Grillo e co.?
Evidentemente tutte le risorse di comunicazione del governo sono concentrate nel rispondere ai casi Ruby e simili… mentre le opposizioni, pur prive di idee, hanno fiato su tutti gli argomenti pur di attaccare l’esecutivo… che dimostra solo debolezza e pavidità.
“.. il tributo di vite pagato all’atomo sarà solo un tragico addendum a un numero molto più grande di vittime falciate dal terremoto e dal maremoto..”
peccato che la sua addizione non tiene conto dei cibi contaminati che arriveranno sulle nostre tavole, dei malati di cancro e dei nati malformati che potrebbero esserci nei decenni a seguire.
io non voglio che il mio paese arretri. lavoro per una di quelle ditte che aspetta di qualificarsi per il nucleare. senza nucleare siamo MORTI! un paese che vive di gas naturale e olio combustibile. anche Formigoni l’ha detto stasera che l’aria e’ irrespirabile. ma allora dai basta con le auto a benzina obbliga tutti ad andare con le auto elettriche!
GIUSTO!!!!
Posso dire una cosa? La vera farsa viene fatta ogni santo giorno dalla confindustria della Marcegaglia. Il balletto ipocrita di un’associazione che si schiera da una parte o dall’altra a seconda di chi offre di più è ridicolo. Ridicolo.
A questo punto che la confindustria si faccia le pippe assieme ai sindacati fino alla fine della legislatura. A questo proposito ho trovato edificante che Gianni Letta abbia spernacchiato i presenti a Unindustria. Bravo Gianni.
Se in questo paese buffoni quali i sindacalisti e i baroni confindustriali credono di fare i loro comodi a spese dei contribuenti, allora che crepino nei loro escrementi.
Se il nucleare affonda, non piangerò certo per ipocriti come la Marcegaglia. Preferisco di gran lunga una politica come la Prestigiacomo.
E tengo a precisare che io sono sempre stato per il nucleare; contrario alle idiozie ecologiste e quant’altro. E quindi la Prestigiacomo potrebbe anche starmi sulle balle.
Ma confindustria mi fa proprio, proprio schifo.
Perciò, Stagnaro, prima di puntare il dito contro una povera pulzella che pensa coerentemente a salvare il suo (bel) culo da politico, pensa anche al contesto. E ti accorgerei che sul marciapiede c’è un osceno viados che si chiama Marcegaglia. La confindustria pianga se stessa.
Sono daccordo, pausa di rivlessione sia. La tragedia ci deve far rifettere sui costi del nucleare. Dagli economisti ci aspettiamo una rivalutazione (nel senso di una nuova valutazione) della convenienza del nucleare. Sarà possibile ottenerne una, anche su queste pagine, completamente `unbiased` e di orientamento squisitamente liberale?
Ottimo Stagnaro. Sulla classe politica, a partire dalla Prestigiacomo, credo attendendersi un minimo di capacità analitica, lungimiranza e capacità di articolazione di pensiero, ma un minimo, sia come attendersi che Antonio Cassano nei moemnti di tempo libero si legga Socrate, Spinoza e Popper
Cito Carlo Stagnaro : “Tra un po’, quando in un modo o nell’altro la vicenda si sarà chiusa, probabilmente tireremo un bilancio, e ci accorgeremo che – se pure le cose dovessero andare nel più drammatico dei modi – il tributo di vite pagato all’atomo sarà solo un tragico addendum a un numero molto più grande di vittime falciate dal terremoto e dal maremoto”……
……………………………………………………………
caro Carlo il tuo paragone è “logicamente” errato :
1) il TERREMOTO è evento Naturale che accade indipendentemente dalla Volontà umana, l’uomo può solo gestirlo quando arriva più o meno bene
2) il NUCLEARE è frutto della Volontà umana, volontà che è combattuta tra 2 opposte pulsioni spesso inconscie :
2.a) ottica di BREVE PERIODO (qualche decina di anni.. la nostra generazione).. pensa che anche se le Scorie (“oltre” al rischio Esplosioni) durano 30.000 anni e c’è una Probabilità Cumulata nel Tempo di incidenti Altissima… sia meglio cmq fare il nucleare xrchè intanto Noi che Ora decidiamo nel Lungo Periodo saremo tutti già morti (parafrasando Keynes).. che se ne frega dei nostri nipoti… o dei nipoti dei nostri nipoti…
2.b) ottica di LUNGO PERIODO… anche se sappiamo che nel Breve le Probabilità Cumulate nel Tempo sono “forse” Basse… decidiamo cmq di rinunciare al nucleare ed ai suoi Vantaggi di Breve (minori costi dell’energia.. anche se molti avanzano dubbi pure su questo.. la centrale francese che vorremmo stà costando il doppio di tempo costruzione e danaro preventivati) pensando alle Enormi Probabilità Cumulate di danno x le generazioni Future e x la terra in generale…
in sintesi…
ottica di BREVE è EGOISMO INDIVIDUALISTA (Liberista?)…
ottica di LUNGO è SOLIDARIETA’ INTERGENERAZIONALE (Liberale?)…
concludo con Claude Lévi-Strauss : “la terra è nata senza l’uomo e finirà senza l’uomo”
Ricito Carlo stagnaro “Ma, almeno, risparmiateci il referendum.”
………………………
potresti aggiungere: ma almenocaro Governo fai fare l ‘Election Day x evitare di aggiungere un Danno da 100 milioni di euro al nostro Debito Pubblico.. senza contare che spostare le date x sperare di far mancare il quorum (invece di battersi xrchè vincano i No) è da vigliacchi poco democratici..
Benvenuto nel mondo reale sig. Stagnaro. Ma perchè non si era accorto che i politici, berlusconi docet, vivono di sondaggi? Pronti a fare giravolte e tripli salti carpiati lessicali appena si rendono conto che quanto detto 5 minuti prima è diventato impopolare.
Non facciamo finta di essere stupiti o sdegnati, almeno questo.
PS10.. PS20..
Ivanpah..
Roberto: sì, sto parlando al lordo di tutte le vittime del disastro, sia quelle dirette sia indirette (statistiche). A questo proposito, due precisazioni: (1) cibi “infetti” tenderei a escludere che ne arriveranno sulle nostre tavole. (2) Per avere un po’ di sensibilità coi numeri, vale la pena ricordare quale fu il reale impatto di Chernobyl, non prima però di aver enfatizzato che l’esplosione ucraina fu incredibilmente più grave di quello che è successo o potrebbe succedere a Fukushima. Nella centrale ucraina le esplosioni all’idrogeno avvennero all’intero del reattore e lo “scoperchiarono”, lanciando materiale radioattivo in atomosfera. In Giappone, invece, le esplosioni hanno scoperchiato solo gli edifici esterni, che non hanno alcuna funzione di contenimento delle radiazioni. Comunque, a Chernobyl le vittime dirette dell’esplosione furono 57, a cui si aggiungono coloro che hanno perso la vita negli anni a causa di tumori e altre malattie letali sviluppate a causa dell’esposizione alle radiazioni. Le stime iniziali parlarono di 4.000 vittime, un numero che gli ultimi aggiornamenti dell’indagine delle Nazioni unite hanno considerato come sovrastimato. Si legge nelle conclusioni dello studio:
“Among the residents of Belaruss 09, the Russian Federation and Ukraine there had been, up to 2002, about 4,000 cases of thyroid cancer reported in children and adolescents who were exposed at the time of the accident, and more cases are to be expected during the next decades. Notwithstanding problems associated with screening, many of those cancers were most likely caused by radiation exposures shortly after the accident. Apart from this increase, there is no evidence of a major public health impact attributable to radiation exposure 20 years after the accident. There is no scientific evidence of increases in overall cancer incidence or mortality rates or in rates of non-malignant disorders that could be related to radiation exposure. The risk of leukaemia in the general population, one of the main concerns owing to its short latency time, does not appear to be elevated. Although those most highly exposed individuals are at an increased risk of radiation-associated effects, the great majority of the population is not likely to experience serious health consequences as a result of radiation from the Chernobyl accident. Many other health problems have been noted in the populations that are not related to radiation exposure”.
Per info: http://www.unscear.org/unscear/en/chernobyl.html
@Carlo Stagnaro
è quello che ho pensato io, l’altro giorno, cercando informazioni e report su internet appena successo il problema in Giappone.
Come al solito, però, è difficile capire quale sia la vera portata del disastro di Chernobyl. Se dovesse essere come quello riportato dallo studio delle nazioni unite, sarebbe “limitato”, soprattutto rispetto alla quantità di morti che le altre fonti energetiche tradizionali.
Quello che mi fa specie, è che, come al solito, la nostra classe politica (non solo la nostra, anche all’estero, anche se in forma minore) parlano per schieramenti, sentito dire e in base a dove tira l’opinione pubblica. Peccato che non si utilizzino mai dati, numeri e fonti, ma solo interessi, schieramenti e paura….
per quanto riguarda il giappone, segnalo un intervento di un blogger italiano che vive in giappone che smentisce gran parte delle notizie intrise di paura che abbiamo sentito sui media nostrani, che appariva oggi sul quotiano libero
http://buroggu.iobloggo.com/518/un-po–di-chiarezza-su-quel-che-succede-in-giappone
Chissà quale sarà la verita…mah ! 🙂
@riccardo
c’è un paper dell’IBL che ne parla
http://brunoleonimedia.servingfreedom.net/BP/IBL_BP_95_Nucleare.pdf
@Carlo Stagnaro
Stagnaro, come ho scritto altrove, non mi sembra il caso di sbandierare il rapporto UNSCEAR come la prova provata che Chernobyl fu una simpatica scampagnata: non si tratta nè dell’unico nè del più recente report sull’argomento.
Esistono altri report che trattano il tema e che arrivano a conclusioni molto differenti, cosa peraltro inevitabile quando si affrontano temi mai affrontati in precedenza su una scala simile.
Basta andare su wikipedia e si ottiene una panoramica.
Tanto per dire, l’ultima pubblicazione in ordine di tempo (2010), a cura del Center for Russian Environmental Policy in Mosca e dell’Institute of Radiation Safety, di Minsk, Bielorussia, pubblicato dalla New York Academy of Sciences, stabilisce il conto della mortalità totale a 1 milione di persone, worldwide. (http://goo.gl/ZyPiX)
Ricordo anche che i decessi non sono le uniche conseguenze di un incidente radioattivo.
Si potrebbe parlare per esempio dei tassi di mutazione genetica nei nuovi nati, dei deficit polmonari, etc etc etc…
E chi ha lo stomaco forte, può andare su google e dare un’occhiata alle foto bambini deformi nati dopo l’incidente.
57 vittime da esplosione contro…
4,000 cases of thyroid cancer reported in children and adolescents…ovvero bambini.
Parlare di tragico addendum è agghiacciante e vergognoso.
Caro Carlo,
parafrasando McLuhan si può dire che “la comunicazione E’ la politica”, questo è vero dalla notte dei tempi, ma oggi ormai la politica è SOLO comunicazione finalizzata al tornaconto economico e di potere.
Questi del governo, al di là del business che ne potrebbero ricavare, del nucleare ne sanno ben poco e parlano per slogan, coordinati da un marketing centrale che suggerisce i messaggi.
Provi a guardare la successione delle dichiarazioni su cui si sono prontamente allineati tutti gli esponenti governativi del filone berlusconiano (PDL e assimilati, la Lega no, quelli sono più astuti):
Fase 1: minimizzare quanto è successo, “fiducia totale nella tecnologia”.
Fase 2: demonizzare chi esprime dubbi, usando parole come “sciacallaggio” degne di querela per diffamazione.
Fase 3: visto che l’opinione pubblica è contraria, visto che sul tema non c’è una meditata convinzione propria, e visto, soprattutto, che si corre il rischio di perdere la sedia, si comincia a ragionare in modo più pacato di “ripensamenti” e “valutazioni”. In questo modo si ha anche il vantaggio di mettere un po’ in difficoltà la Lega che sul tema sta soffrendo.
Fase 4: (me la sto inventando, ma ci scommetto) quando sarà passata la buriana e i sondaggi diranno che la gente se la sta dimenticando, si ricomincerà a parlare di “nucleare sicuro” così non si perderà l’appoggio di Confindustria per le prossime elezioni. E poi si vedrà …
E lei vorrebbe mettere nelle mani di costoro oggetti complessi e pericolosi come le centrali nucleari?
Caro Oscar,
considerando questa classe politica come posso sperare che gli appalti ed i lavori possano essere garanti di salute e qualità?
Con il nucleare non si scerza, sono considerazioni tristi che faccio, ma nessuno al momento mi ha detto quanto effettivamente verremmo a risparmiare in termini di bolletta energetica, al netto del costo di costruzione e ammortamento delle opere .
Poi fare 10 anni di zone militarilizzate con siti no global o comitati val di qua… e val di là…generando poi una bagaree politica che si francamente no.
E poi te la vedi l’emergenza uranio in Italia verrebbe richiamato Bertolaso … non siamo in grado di risolvere l’emergenza rifiuti e percolato in alcune zone figuriamoci le scorie o le centrali nucleari..
Con stima
Gionata Belcaro
Ma veramente, non lo so, veramente!
leggi
http://www.guardian.co.uk/commentisfree/michaeltomasky/2011/mar/15/usdomesticpolicy-why-we-still-need-nuclear-power
Carlo siccome tu ne sai molto più di me volevo farti una domanda.
Come si fa a progettare una centrale vicino al mare in un paese ad alto rischio sismico,e a non prevedere l’ipotesi di un maremoto.
PRESTIGIACOMO Socia onoraria del “WWF” prima che Ministro:
“il WWF è l’associazione ambientalista per eccellenza»
Ecco “FINCOE”, polo petrolchimico di Prestigiacomo, Lavoratori con concentrazioni di mercurio molto al di sopra del limite massimo.
Ma si è battuta per la realizzazione, proprio ad Augusta, di un TERMOVALORIZZATORE e di un RIGASSIFICATORE a Melilli.
Venerdì 29 Ottobre 2010, La Prestigiacomo dà l’ok: “sì” alla megacentrale a carbone di Saline ..
(il carbone è RADIOATTIVO INFORMATEVI..)
NON BASTA?: Pericolo far-west per il trasporto dei rifiuti pericolosi: fino a giugno sospese le sanzioni!
Potrebbe prendere la Presidenza del “WWF” :
Di cui ricordo: Tre direttori e 7 membri del Consiglio Nazionale del Wwf figuravano anche come direttori in dieci compagnie che comparivano in Toxic 500, l’elenco delle industrie più inquinanti del Paese elencate dal governo americano nel 1997.
BOPHAL 30’000 MORTI in India
Russel Train,Cofondatore nel 1961 del Wwf, Train si è più volte pronunciato a favore della riduzione della popolazione dei Paesi in via di Sviluppo. Intervistato sul disastro di Bhopal, Russel Train rispose che: «la Union Carbide ha un programma ambientale ottimo»
SEVESO DIOSSINA
Il vice presidente Emerito del Wwf International Luc Hoffman, già direttore della ditta farmaceutica svizzera Hoffman-La Roche, la multinazionale proprietaria dell’impianto chimico dell’Icmesa di Seveso, nel quale il 10 luglio del 1970 un’esplosione produsse una nube di diossina che investì la zona circostante.
Exxon Valdez PETROLIERA
Il peggiore disastro ambientale prima del Golfo del Messico. Eugene Mc Brayer, anch’egli presidente del Wwf America statunitense e della Exxon Chemical, proprietaria della nave Exxon Valdez, che nel 1990 riversò in mare 40 milioni di tonnellate di greggio, che avvelenarono 36000 uccelli migratori e contaminarono 1600 chilometri di costa.
Qui i link per quanto sopra:http://www.pieroiannelli.com/?p=8
Ogni popolo ha il governo che si merita..
Io spero di meritarmi una nuova patria.. una casa magari davanti una centrale nucleare, dove le aziende non sono costrette a licenziare e delocalizzare per i costi DEMENZIALI delle inesistenti energie alternative..
Eco-truffe fallite ovunque con tragedie prima sociali che economiche.
Cordialmente.
Piero Iannelli
@Luciano Pontiroli
Se quello che è scritto è vero, la Prestigiacomo non fa politica con il cuore, ma con un organo prettamente femminile.
Poi ci si chiede perché le donne non vengono elette oppure non riescono ad ottenere posti di responsabilità nelle imprese: se non sono in grado di reggere lo stress di essere impopolari, meglio che stiano a casa.
Credo che sia difficile paragonare quello che è successo a Chernobil, ovvero che una centrale fatta per tirare fuori plutonio per le armi nucleari sovietiche sia saltata in aria spargendo grafite radioattiva nei dintorni e una nube tossica fino nella stratosfera perchè qualcuno voleva fare un esperimento forzato andando oltre i limiti di progetto. Hanno fatto tutto da soli con un perfetto di mix di pessima progettazione,inesistente training e leggerezza.
Nel caso giapponese è successo quasi il peggio che poteva capitare ad una centrale dall’esterno, e dopo 7 giorni non c’è ancora una vittima umana. A tuttoggi ha fatto più vittime l’idroelettrico, con la diga crollata, che il nucleare in Giappone. Io trovo che l’informazione stia raggiungendo il suo minimo.
@Frank77
L’avevano previsto, solo che la barriera era alta 6 metri e lo tsunami lo è stato un po’ di più, essendo stato oltre ad ogni previsione.
Cosa costasse esagerare un po’ con l’altezza della protezione però, non so…
@tutti coloro che – anche se fossero solo qualche centinaio di morti, la cosa è comunque inaccettabile -, ecco, a tutti questi, chiedo se sono disposti a sostenermi nella fondazione di un movimento di opinione che costringa il governo a intervenire con l’esercito e i carri armati, se dovessero servire, e magari se non sono impegnati in Puglia a combattere contro Vendola, per sgombrare con la ‘forza’ le decine di migliaia di persone che si sono fatte la casetta abusiva sotto la bocca eruttiva del Vesuvio.
Sono convinto che i preoccupati della salute pubblica si uniranno a me numerosissimi. Siete brave persone e per voi anche una sola vita conta, si parli di terremoti, tsunami o morti nucleari. Ci state?
@gimmi81
La barriera anti ona era di 6 metri. L’onda dello tsunami era di 9 metri.
Il problema è che l’onda di uno tsunami non è profonda come quella di una tempesta (che è profonda quanto alta), è profonda centinaia di metri. Dimensionare un muro per resistere a una simile onda sarebbe molti più costoso. Si può fare, solo succede una volta ogni 1.000 anni o forse più.
La Prestigiacomo ha reagito come fanno tutti i politici : ha pensato alle elezioni cioè al suo futuro politico . Come hanno reagito i politici sinistri ? si sono buttati some sciacalli e avvoltoi sul dramma nucleare giapponese – le cui conseguenze sono ancora poco chiare – per fare una battaglia politica interna contro l’odiato governo Berlusconi. Hanno usato e usano – da buoni avvoltoi e sciacalli – le migliaia e migliaia di morti causati dal terremoto e dal maremoto e del disastro generale che ne è seguito.
Non mi è piaciuta la mancanza di coraggio del governo .
Proporrei di sospendere le importazioni di energia elettrica dalle centrali nucleari dei paesi che ce le forniscono lasciando gli italiani con meno energia .
Peccato che non sia possibile ma se lo fosse lascerei senza l’energia prodotta dall’odiato petrolio, gas , i verdi e gli ambientalisti lasciandoli usare solo energia alternativa a tariffe che coprano i costi normali senza i soldi dei contribuenti ( pudicamente chiamati incentivi )
Possiamo aprire una lunga discussione sui dati scientifici del nucleare a valutare se conveniente o meno. Mi limito ad osservare che fino alla settimana scorsa il Giappone era un modello per l’efficienza e la sicurezza (presunta) delle sue centrali nucleari, appunto presunta e il nocciolo della discussione sul nucleare è tutta qui: fino a quando non si verifica un incidente è sicuro, dopo si contano i morti se va bene, i danni per decenni nell’ipotesi peggiore. Il nostro paese è migliore del Giappone, non ci sono dubbi, abbiamo una classe politica seria, le cose vengono fatte nell’eslcusivo interesse dei cittadini e i sistemi di sicurezza saranno sicuramente in grado di garantire la popolzione di fronte a qualsiasi tragedia. Il rischio che l’uranio si esaurisca è un obiezione debole, possiamo sempre sostituirlo con i nuovo mix di combustibile fatto dalla nostra vicina Francia e utilizzare il Plutonio certamente più sicuro e in grado di fare la sua parte senza particolari problemi. Quanto alla classe politica italiana che bada ai suoi interessi di casta che dire, non ne farei una dramma, tutto sommato è il male minore ormai cronicizzato per noi italiani, perfettamente incapaci di leggere i nostri rappresentanti. In ogni caso abbiamo una pletora di saggi che a cominciare dall’illustre Panebianco è in grado di indicarci la strada per la nostra salvezza consigliandoci di usare la testa e non la pancia e nella denegata ipotesi che ci fosse un incidente nucleare nel nostro paese, magari per l’ennesimo dissesto idrogeologico o per un terremoto, potremmo sempre spiegare ai nostri figli o nipoti e pronipoti, che la colpa è stata di quelli che ci hanno detto che l’emotivià è pessima consigliera e che la soluzione del nucleare è l’unica possibile perchè risparmiare energia non conviene, utilizzare il sole non è possibile in Italia, perchè anche il sole prima o poi esaurirà la sua carica di energia, perchè non conviene a chi l’energia la deve vendere a che le centrali le deve costruire, perchè il risparmio rischia di arrichire tutti anzichè i soliti noti, perchè in città ci si deve andare in auto e nelle nostre case si deve stare come a ferragosto anche quando fuori nevica. Perchè noi pensiamo tanto ai nostri figli, ma tanto tanto, che non solo gli lasciamo in eredità il nostro debito pubblico, ma anche i rifiuti nelle discariche. Allora aventi tutta con centrali e inceneritori e vedrete che riusciremo ad essere energeticamente parlando, perfettamente autonomi, nell’energia come nell’idiozia, accelerando la nostra fine e anche quella dei nostri figli, ma la colpa sarebbe solo di un tragico destino tipico di un paese di maghi e giullari.
Non sono contro il nucleare ma di certo contro il nucleare in Italia. Immagino che ci siano in Italia persone ed imprese con le competenze e la serietà necessaria, ma l’Italia come sistema non è in grado di gestire tali complessità, e i politici sono solo una parte – per quanto rilevante – di questo sistema. Si può attribuire la colpa all’uno o all’altro operatore, ma rimane il fatto che non “sappiamo” (=nessuno tra chi è coinvolto vuole veramente) fare cose molto (molto!) più semplici, dalla raccolta differenziata alle strade senza buche. Facciamoci pace. Al dibattito sulla sicurezza del nucleare si può contribuire per amor di scienza, ma la cura per le centrali e lo smaltimento lasciamolo ad altri, anche se proprio a chi non so più.
@Mirco Romanato
certo, trattandosi però di una centrale nucleare (molto pericoloso) io moltiplicherei per 3 tutte le ipotesi peggiori prevedibili, se dovessi costruirmela in casa mia … o no? 🙂
Prendo spunto dal bell’articolo di Carlo Stagnaro per fare qualche considerazione e per sviluppare un parallelo con la Francia, paese in cui vivo, e che ha fatto la scelta nucleare trent’anni fa. Mi scuso se non saro’ brevissimo
Il governo francese ha annunciato che l’ASN (autorità per la sicurezza nucleare) intensificherà nelle prossime settimane i controlli in ciascuno dei 58 reattori nucleari francesi e che i risultati saranno resi pubblici per un dovere di trasparenza verso la popolazione.
Secondo le stime degli esperti dell’IRSN (istituto di radio-protezione e della sicurezza nucleare) le centrali francesi sono in grado di resistere a sismi di magnitudine tra 6 e 8. I francesi non sembrano spaventati dagli avvenimenti giapponesi e nessuno pensa di fermare le centrali nucleari.
La Francia ha consumi elettrici annui pro capite di quasi 7772 kwh/abitante contro i quasi 5713 dell’Italia (+30%), con una popolazione di circa 61 milioni contro i 59 milioni dell’Italia. La Francia produce l’ 82.9% di energia elettrica da fonte nucleare, il 7.8% da combustibili fossili, il 9.3% da fonti rinnovabili ed è esportatrice netta.
l’Italia produce circa l’80% di energia elettrica da combustibili fossili, il 20% da fonti rinnovabili e altre fonti, non ha nucleare ed è dipendente dall’importazione di energia elettrica ,dall’estero, per circa il 12% dell’energia richiesta. In Italia il costo di un Kwh (senza tasse ed iva) con le offerte di Enel Energia per un consumo di 2700 kwh é di 0.14 € contro 0.0817 € della Francia. (+41.64%)
Nel 2008 la produzione totale netta di elettricità in Francia si elevava a 544 Twh; il consumo interno é stato di 487 Twa e sono stati esportati 57 Twa. In Italia, nello stesso periodo, la domanda di energia elettrica è stata di 339,5 Twh di cui 261 prodotti a partire da combustibili fossili.
Secondo previsioni di Terna, formulate nel settembre 2009, si prevede che la domanda di energia elettrica dovrebbe crescere nel decennio 2009-2019 con tassi medi annui ponderati variabili dallo 0,5% (scenario base) al 1,6% (scenario di sviluppo); ne consegue, a seconda degli scenari di riferimento, che al 2019 la domanda dovrebbe attestarsi tra 360 e 405 Twh.
L’Italia è impegnata a livello europeo a ridurre entro il 2020 del 14% le emissioni complessive di CO2 che, secondo dati della Banca Mondiale, sarebbero state nel 2008 pari a 7.68 tonnellate per abitante contro le 6 tonnellate pro-capite della Francia.
Questo obiettivo potrebbe essere conseguito mediante sia la sostituzione di parte obsoleta della capacità di produzione termoelettrica esistente sia la copertura dei nuovi fabbisogni facendo esclusivo ricorso a fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico e in prospettiva solare termodinamico) e parzialmente al nucleare.
La eventuale scelta nucleare deve rispondere comunque ad esigenze di natura strategica ed economica e solo in subordine all’esigenza di contenimento di emissioni a cui concorre in modo significativo ma non risolutivo.
Secondo dati di letteratura (World Energy Council, 2007), ai prezzi correnti dei combustibili fossili, il nucleare di terza generazione avrebbe raggiunto condizioni di competitività economica rispetto al ciclo a gas combinato oltre che livelli di sicurezza che gli esperti del settore ritengono statisticamente accettabili.
I problemi di smaltimento delle scorie radioattive e del decommissioning degli impianti dismessi sono stati fortemente ridimensionati, ancorché non interamente risolti, come ci si attende possa avvenire con i reattori di quarta generazione.
Sotto il profilo economico si prospetta, secondo stime condotte a valori correnti, che il costo di produzione unitario di Energia Elettrica sia di 79 Euro/Mwh per il ciclo combinato (gas e petrolio), 56 per il nucleare, 390 per il fotovoltaico e 137 per l’eolico.
E’ importante osservare che mentre al costo totale remunerato del Mwh da ciclo gas combinato concorrono in prevalenza costi di combustibile, gravanti sulla bolletta energetica, negli altri casi sono preponderanti gli oneri trainati dal capitale, che non creano dipendenza dall’estero ma che comunque, in modo particolare nel caso del fotovoltaico, risultano particolarmente rilevanti, mobilitando peraltro ingenti risorse finanziarie sotto forma di incentivazione pubblica.
Dal contesto di considerazioni di cui sopra emergono alcune linee guida di politica industriale da valutare ai fini della definizione di una strategia di intervento:
1. Predisporre un Piano energetico di indirizzo nazionale con gittata temporale almeno decennale che, svincolato da pregiudizi ideologici, fornisca un quadro di orientamento strutturato per gli investimenti che gli operatori economici pubblici e privati potranno realizzare in tempi certi solo dopo avere ricevuto garanzie da Stato e Regioni circa gli aspetti autorizzativi e la scelta dei siti. In tal senso andrebbero ripercorsi e rafforzati i meccanismi della Legge Obiettivo;
2. Stante il contributo marginale che è ragionevole attendersi a breve termine dallo sviluppo di fonti rinnovabili e i tempi lunghi di una possibile scelta nucleare (circa dieci anni), accelerare l’iter autorizzativo relativo alla costruzione di rigasificatori costieri di gas naturale liquefatto, eventualmente ricorrendo anche a incentivazioni alle Regioni che ne favoriscono l’installazione, e promuovere il potenziamento della capacità di stoccaggio gas in caverna;
3. Perseguire in maniera determinata una politica di incentivazione del risparmio energetico e di sfruttamento del potenziale energetico dei rifiuti solidi urbani attraverso l’utilizzo di termovalorizzatori, realizzati con tecnologie ambientalmente compatibili ed energeticamente efficienti;
4. Promuovere scambi commerciali e iniziative bilaterali che tengano in dovuta considerazione le esigenze del Paese in termini di approvvigionamento di fonti energetiche primarie;
5. Partecipare attivamente a progetti internazionali di cooperazione scientifica e tecnologica nel settore energetico, con particolare riferimento allo sviluppo di tecnologie per il nucleare di quarta generazione;
6. Mantenere una partecipazione strategica del Ministero dell’Economia e delle Finanze negli assetti proprietari di alcune società energetiche importanti (Eni ed Enel in particolare) anche a costo di sacrificarne parzialmente la contendibilità sul mercato azionario.
Questi sono i politici del cdx che ci governa.
Per questo io (sempre stato pro nucleare) votero’ al referendum.
Non gli si puo’ lasciare in mano niente di serio.
Ops dimenticavo la doverosa citazione
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/viva-le-centrali-purche-altrove/2147202
@Luca Barba
infatti alla fine ci ridurremo a comprare il nucleare dalla Francia e continueremo ad essere dipendenti dagli altri e a pagare l’energia piu’ cara……
L’intervento di Andrea Verde dovrebbe essere letto dalle belle anime dell’ecologismo italiano, quelle per intenderci che continuano credere e a divulgare la certezza che il solare potrà sostituire il nucleare e anche il petrolio.
Invito tutti a leggere con attenzione l’intervento del Prof. Spena dell’Università di Roma che nel bolg precedente a questo, spiega perfettamente perchè le rinnovabili non saranno il nostro fururo.
Lo consiglio a tutte le persone che sbandierano la loro qualifica come garanzia di competenza e scrivono su questo e d altri blog che i nuclearisti sono dei venduti reazionari.
Siamo una nazione di pavidi e lo dimostriamo in ogni occasione.
Io me ne farei una ragione: abbiamo esattamente i politici che ci competono; improvvisatori, pressappochisti, uterini (anche i maschi), superficiali, profittatori, “buoni a nulla, ma capaci di tutto”, esatatmente come il 95% degli italiani. Un paese dove viene chiamata a parlare di centrali gente che non sa come funziona una pentola a pressione e che fa le statistiche solo in base ad un caso raccontatole dal cognato. Un esempio: in nessun caso si parla di teleriscaldamento, cioè delle centrali che vendono il calore parassita di trasformatori ed alternatori: un favore per i loro impianti e case bollenti senza CO2 aggiuntiva; una centrale da 800 Mw elettrici produce almeno 188 Mw di calore, anche se è idroelettrica, con cui si strariscaldano e si dotano di docce calde circa 6270 case da 120 mq, anche malamente coibentate. Anche mentre gli apostoli del solare dormono con la papalina, visto che è notte e fa freddo.
Condivido la valutazione negativa dell’incompetenza e del cinismo dimostrati dal ministro Prestigiacomo e dal suo collega Romani.
Se non altro però seppur tardivamente hanno compreso, almeno loro, la gravità dell’accaduto e di quanto poteva e purtroppo può ancora accadere.
Vorrei chiedere al dottor Stagnaro se condivide che l’emergenza nucleare ha rallentato i soccorsi nella zona di evacuazione, causando l’impossibilità di salvare vittime che altrimenti sarebbero state salvate.
Quante persone sono già state uccise da questo “incidente” e quante lo saranno nel tempo ?
Visto che il dottor Stagnaro appare così fiducioso sul ridotto tributo di vite umane che la mostruosa centrale reclamerà approfitterei per chiedergli cosa pensa della tragica contabilità delle vittime di Chernobyl.
Per fortuna Fukushima non è ancora Chernobyl e spero davvero non lo diventi, ma forse qualcuno sembra ignorare che in una sola di quelle maledetta vasche c’è più materiale radioattivo che all’interno del sarcofago di Chernobyl.
Dal sito Newnotizie:”Berlino – Svolta epocale in Germania. Alle elezioni amministrative nella ricca regione del Baden-Wuerttemberg il partito dei Verdi, guidato da Claudia Roth, ha ricevuto il maggior numero di consensi, sconfiggendo anche la coalizione facente riferimento al cancelliere tedesco Angela Merkel. I conservatori perdono così la possibilità di governare dopo ben 58 anni. Secondo i maggiori analisti politici del Paese, a pesare sul risultato finale è stata la situazione giapponese dove da più di quindici giorni si cerca di evitare una catastrofe nucleare che potrebbe riproporre a distanza di venticinque anni l’incubo vissuto a Chernobyl.”
Visto quanto sopra mi domando come si possa dare torto alla ministra Prestigiacomo: la scelta che il governo italiano si trova davanti è semplice: proseguire sulla strada nucleare e perdere le prossime elezioni oppure interrompere il suddetto programma per cercare di vincerle. Punto.