Nucleare: bye bye regioni
La Corte costituzionale ha respinto il ricorso delle regioni contro la legge 99/2009, nelle parti in cui essa prevedeva la possibilità di esercizio di potere sostitutivo da parte del governo in caso di mancato accordo con gli enti locali sui siti per i nuovi impianti. E’ una buona notizia, che elimina una fonte di possibile confusione e restituisce vigore al percorso italiano di ritorno al(la possibilità di investire nel) nucleare. Il perché e il per come li ha illustrati, ampiamente e correttamente, Diego Menegon. A questo punto non ci resta che esprimere due modeste speranze, che temiamo verranno deluse. La prima è che, nonostante le dimissioni di Claudio Scajola, il governo si impegni a riprendere in mano il dossier atomico. Il sottosegretario Stefano Saglia lo sta seguendo come può, ma è chiaro che scelte di questo tipo richiedono l’attenzione a tempo pieno di un ministro. Quindi, se il governo crede che la vicenda meriti attenzione, si sbrighi a nominare un nuovo inquilino a Via Veneto (*). Secondo: il rigetto della posizione delle regioni fa pulizia e ordine, ma non rende perfette le norme che sono state approvate. Lo confesso sottovoce, ma penso che qualche ragione le regioni ce l’avessero. Quindi, questo è il momento per rimboccarsi le maniche e aggiustare quel che va aggiustato. Coraggio!
(*) Nel caso qualcuno non abbia colto l’allusione, la ripeto forte e chiaro: Saglia sarebbe un ottimo ministro.
effettivamente l’agenzia nucleare si sta facendo attendere un pò troppo……visto che per queste grandi opere lo stato ci spende anche moto poco e ci guadagna molto (perfettamente l’opposto del ponte sullo stretto) è molto strano che ci si metta così tanto ad approvare il tutto……