No eurobond, tre cose servono all’Italia
Dunque come previsto all’Ecofin la Germania ha detto no. No sia al rafforzamento dell’EFSF: tradotto, significa non c’è capienza per salvare Portogallo e Spagna. Sia alla proposta Tremonti-Juncker di eurobond avanzata ieri sul FT. Il ministro italiano dell’Economia ha dichiarato di essere ottimista, anche l’EFSF l’Italia lo propose a fine 2008 e molti risero, poi la Grecia in panne nella primavera 2010 obbligò a vararlo. Lo stesso avverrà per gli eurobond, pensa Tremonti. Vedremo al Conmsiglio Europeo e al summit dei capi di Stato e di governo che lo segue. A me non pare probabile che le cose si smuovgano, e oltretutto la proposta di un’Agenzia del Debito Europeo che rilevi debito dei membri eurozona fino al 40% del Pil comune e cioè di ciascun membro, mantiene due punti che non mi sono affatto chiari e che anzi mi appaiono temibili. Continuo a pensarla come Roberto Perotti oggi sul Sole. Era meglio ristrutturare il debito greco a febbraio, avviare cioè un semidefault che avrebbe scoraggiato a insistere tutti gli altri membri “eurodeboli”. Congiuntamente credo che il problema irrisolto sia quello delle banche innanzitutto tedesche e francesi, come ho scritto ieri. E che comunque l’Italian dovrebbe fare tre cose, subito e di suo, senza confidare negli eurobond.
I due punti non chiari – a me almeno – della proposta Tremonti-Juncker riguardano: i tassi ai quali si praticherebbe lo swap tra debito nazionale e debito dell’EDA; il premio ai più deboli. I tassi d imercato cioè spread compresi sono esclusi, naturalmente, in sede ci conversione. I proponenti hanno parlato di conversione “alla pari”, e hanno aggiunto che anzi andrebbe assicurato un premio ai Paesi sotto stress. E’ come dire che aboliamo dal 50 al 100%b il potere del mercato di esprimere un giudizio sui diversi premi di rischio Paese: non si tratta di essere tedeschi, per respingere un’idea di questo tipo. E’ evidente che incoraggia comportamenti irresponsabili, da parte della politica fiscale e di bilancio a livello nazionale. La seconda proposta non chiara riguarda il proposto meccanismo di sostegno da parte dell’EDA al finanziamento di almeno il 50% dei nuovi titoli che sarebbero emessi dagli Stati membri, e anche qui si propone di giungere fino al 100% dui finanziamento in caso di stress. Un secondo e temibile premio all’azzardo morale dei governi.
Veniamo all’Italia. Tremonti, tra manovra pluriennale estiva e correzioni nella legge di stabilità per il 2011, ha frenato il deficit tendenziale dello 0,9% di Pil per il 2011, e dell’1,5% sia nel 2012 che nel 2013. Altri hanno dovuto fare sforzi multipli di tali grandezze. La spiegazione del perché siano stati “costretti” a fare più dell’Italia si chiama avanzo primario. Il saldo primario è la differenza tra uscite e entrate, al netto della spesa per interessi sul debito. Tra i 16 paesi dell’eurozona l’Italia è in testa. Positivo nel 2008 (+2,5% del Pil) il saldo primario italiano ha girato, causa recessione, per la prima volta dal 1991 in territorio negativo nel 2009 (-0,6%). Per il 2010, si dovrebbe chiudere di poco sotto lo zero. Per tornare ad avanzo primario positivo nel 2011. Livelli nettamente migliori della media dell’eurozona, pari a -3,6% nel 2010 e a -2,9% nel 2011. Tra i big, la Germania registrerà disavanzi primari nel 2010 e 2011 del -2,3% e -2%, la Francia del -5,4% e -4,5%. Terribili gli andamenti dell’Irlanda (-8,8% e -7,6%), Spagna (-7,6% e -7,2%). Meglio la Grecia post massicci tagli primaverili(-4,0% e -4,1%).
Ma il premio di rischio dei titoli pubblici dipende da altre due cose: dalla crescita, dall’ammontare di interessi da pagare sul debito. Eccoli, i talloni d’Achille del nostro Paese. L’aumento del Pil italiano è dell’1,1% quest’anno e l’anno prossimo, previsto in lieve miglioramento nel 2012 all’1,4%. La serie tedesca è 3,7%, 2,2% e 2%. Quella francese +1,6% in 2010 e 2011, 1,8% nel 2012. Quando la crescita di un Paese è inferiore agli oneri sul debito, o l’avanzo primario compensa la differenza oppure il debito pubblico sale ancora. Noi siamo su quella via: ma tutti quelli che gridano contro Tremonti, al centro e a sinistra, vogliono più spesa pubblica.
Infine, gli interessi sul debito. Siamo più esposti alle oscillazioni degli spread di altri che hanno avanzi primari peggiori. Per diluire il più possibile gli interessi del debito ed accrescere la durata media dei titoli emessi noi teniamo in media quattro aste al mese, due di titoli a breve e due a durata medio-lunga. L’ammontare è minore delle maxi aste concentrate in pochi mesi adottate dai più nell’eurozona. Una strategia ottima quando è basso lo spread, come nel primo decennio dell’euro. Quando il mercato balla, più emissioni si traducono in più occasioni per il mercato di premere il doppio pedale tra basso prezzo nominale di acquisto e alto rendimento. Per questo siamo finiti sopra i 200 punti base, la settimana scorsa.
In conclusione: la finanza pubblica italiana è apparentemente più sotto controllo che tra i nostri partner, come pura dinamica di spesa comparata. Ma la bassa crescita e l’esposizione alla volatilità consigliano tre cose. Non abbassare la guardia, cioè spendere meno e non di più. Molto meno, per abbattere le tasse. E, se possibile, una manovra di rientro straordinario del debito. Il patrimonio immobiliare liquidabile pubblico – escluso tutto ciò che è vincolato, non parliamo di Colosseo e Pompei – vale circa 500 miliardi. Cederne anche solo due terzi, con veicoli e procedure di mercato, abbassa il debito pubblico di 20 punti di Pil, al di sotto della media dell’eurozona l’anno prossimo. Sarebbe la fine dell’eccezione italiana, la premessa per concentrarsi sulla vera sfida: crescere di più.
eniamo all’Italia.
proviamo a vedere se sei in grado di accettare la verità :
1) Silviuccio se ne deve andare non x i conflitti di interessi gravemente privati che da due anni non sono solo più in campo nazionale ma pure internazionale
2) un Papa Straniero deve guidare un Governo Tecnico col 70% dei partiti zitti e muti…
diciamocelo pure… un COMMISSARIAMENTO di fatto del paese come con Tangentopoli
e l’entrata nell’euro che, inflazione a parte, ci ha OGGETTIVAMENTE salvato dal default
3) questo Governo dovrà fare cose impopolarissime (taglio spesa corrente selettivamente = non lineare.. recupero senza guardare in faccia nessuno dell’evasione fiscale 2° solo alla Grecia.. e quando i conti saranno a posto fra un pò di anni detassazione degli utili di impresa “reali” e del lavoro dipendente… aumento della tassazione sulle rendite da capitali al 20% come altrove… reintroduzione di una patrimoniali sugli immobili come sottovoce dice pure la lega che pure vinse grazie alla sua abolizione)
4) queste cose NESSUN polo/partito/colalizione DA SOLO sarebbe in grado di farle perchè perderebbe le elezioni x i prossimi 30 anni consecutivi…
solo questa amarissima medicina interna potrà evitare il peggio… altro che eurobond e fondi di elemosine pelose… non ce ne facciamo niente di qualche pesce.. dobbiamo sudare ed imparare a pescare con le buone o con le cattive..
Caro Giannino,
Le sua proposta sulle tre cose da fare, mi sembra molto interessante soprattutto quella relativa ai 500 miliardi disponibili in immobili.
Ma cosa si aspetta a farlo.
Lo gridi a voce alta a tutti…
Alessandro
Oscar, temo che la vendita del patrimonio pubblico non sia possibile nei due terzi. Una notte di Valpurga per i conti correnti?
Non si e’ capito ancora bene quanto valga il mercato delle escort in Italia. Ma a sentire quanto paga qualcuno, penso che ci sia un bel pò da lucrare a vantaggio di tutti. Non si è capito quanto costino alla sanità pubblica le cure per le malettie trasmesse per via sessuale. Ma forse anche qui c’è da risparmiare qualcosina.
Mr. Giannino, Lei e’ un Mercatista convinto… ci pensi Lei a far riflettere qualcuno, perchè a quanto pare… questo per lo Stato è un Mercato Ancora Vergine… :))
Cercasi compratori a prezzo politico per svendita patrimonio pubblico immobiliare e non. Operazione finalizzata alla trasformazione dei profitti fasulli e della carta straccia circolante anche nelle equity, in profitti reali. Verso un mondo del debito pubblico da cui tecnicamente non si può più rientrare e di una finanza a profitto garantito dagli Stati e senza rischi di mercato. Il nuovo Cittadino Globale è nato: lo Schiavo-Debitore a Vita. Basta parlar chiaro, a me può anche andar bene, non so agli altri.
Caro Dott. Giannino,
in Italia non riusciremo MAI a spendere meno. Se lo stato cedesse parte del patrimonio immobiliare non solo non si ridurrebbe il debito, ma ci sarebbe anche l’assalto alla diligenza per spartirsi il denaro incassato. Finiti quei soldi si tornerebbe al punto di prima, però con meno patrimonio pubblico.
Nella scuola elementare di Clavesana (CN) vi sono 11 insegnanti per 37 allievi (1 insegnante ogni 3,364 allievi).
PRIMA occorre dire alla gente che si trovi dei lavori veri, POI si potranno fare delle dismissioni.
Caro Dott. Giannino,
concordo in parte con Lei. Aggiungerei che in Italia bisogna lasciar libertà di creare impresa, di fare impresa togliendo tutti o gran parte di quei vincoli che bloccano l’entrata in ogni mercato a partire da quello dei servizi.
Anche io sarei a favore di un intervento drastico riguardo il taglio del debito pubblico. Quello della vendita del patrimonio immobiliare è un’ ipotesi che ho già sentito e, credo, percorribile, ma una domanda mi sorge spontanea (scusate l’ingenuità): Ci sarebbero sufficienti soggetti privati o pubblici, italiani o stranieri pronti a spendere 400 miliardi in acquisto di beni immobili in Italia? Comprendo il valore aggiunto rappresentato dalla dismissione di edifici posti in luoghi dal valore catastale enorme, ma la cifra totale da raggiungere sarebbe comunque sempre di dimensioni astronomiche. Se ciò, invece, fosse praticabile, non aspetterei un minuto ad attuare un provvedimento del genere che, unito ad una coraggiosa riforma fiscale (le due soglie al 23 % ed al 33% che fine hanno fatto?), permetterebbe al nostro paese di cogliere due piccioni con una fava (risanamento e crescita).
Forse ho delle allucinazioni, sara’ l’eta’, ma questa sera, acceso il televisore, mi sembra di aver visto il ‘giornalista” Floris vestito da donna, ohibo’, mi son detto, sto guardando Ballaro’ o che altro; poi ho controllato, era Exit.
Ieri a Ballaro’ mi e’ sembrato di vedere Lord Byron poi, guardando meglio ho riconosciuto Della Valle, il restauratore.
L’ IMPORTANTE E’ RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO, non ” mandare a casa Berlusconi” anche perche’ in quale delle sue case lo vorrebbero mandare?
Per ridurre il DEBITO PUBBLICO leggete: ” Se Gesu’ fosse Tremonti…”
sul blog: http://www.segesufossetremonti.blogspot.com
Buon Avvento, buon Natale e sereno Anno Nuovo.
Anton
Non potendo più fare debiti come stati singoli, adsso pretendono di farli come Europa.
La malattia del debito non ha limiti
Da ignorante direi che la proposta Tremonti dovrebbe essere portata avanti con decisione dal governo italiano con la modifica seguente:
va bene euro-bond in sostituzione del debito irlandese…anche al 100% accompagnato dall’impossibilità per il gov.irlandese di emettere bonds propri per tre-cinque anni… o anche di più e con obbligo di rientro entro parametri più “normali” in quel numero di anni.
Se ci fosse bisogno di “emissioni” sarebbe l’autorità emettitrice a farlo,valutato il caso e l’effettiva necessità dell’Irlanda.
Nessuna necessità di delta-premio perchè l’autorità emettitrice emetterebbe a un suo proprio premio,fatto uguale a quello del paese che ne paga meno,mi pare la germania.
Il baricentro del sistema è sempre vicino a quello dell’elemento più pesante…o no?
L’acquirente sarebbe garantito dal sistema europa,ovviamente.
questo lo farebbe sicuro sia di essere pagato nel premio e nel rimborso…dieci anni,per esempio.
Se Irlanda non accetta,esclusa subito dall’euro,con parallela emissione a livello europeo di euro-bonds atti a coprire il default irlandese,ma in casa nostra,senza più il peso irlandese.Esso pagherebbe il danno subito dalle banche (stupidamente ) prestatrici,da mettere immediatamente e forzosamente (fino a ristabilimento dell’ordine finanziario) sotto diretto controllo dell’autorità emettitrice….
questo significherebbe..europa…unico governo,di fatto.
sennò…minacciare lo sfracello immediato dell’euro!
venda la germania a prezzi = +15-20 % in più se ci riesce !
nessun problema se l’autorityà emettitrice fosse diretta per i primi 5 anni da un Deutsch…
Idea pazza o no ?
Da ignorante direi che la proposta Tremonti dovrebbe essere portata avanti con decisione dal governo italiano con la modifica seguente:
va bene euro-bond in sostituzione del debito irlandese…anche al 100% accompagnato dall’impossibilità per il gov.irlandese di emettere bonds propri per tre-cinque anni… o anche di più e con obbligo di rientro entro parametri più “normali” in quel numero di anni.
Se ci fosse bisogno di “emissioni” sarebbe l’autorità emettitrice a farlo,valutato il caso e l’effettiva necessità dell’Irlanda.
Nessuna necessità di delta-premio perchè l’autorità emettitrice emetterebbe a un suo proprio premio,fatto uguale a quello del paese che ne paga meno,mi pare la germania.
Il baricentro del sistema è sempre vicino a quello dell’elemento più pesante…o no?
L’acquirente sarebbe garantito dal sistema europa,ovviamente.
questo lo farebbe sicuro sia di essere pagato nel premio e nel rimborso…dieci anni,per esempio.
Se Irlanda non accetta,esclusa subito dall’euro,con parallela emissione a livello europeo di euro-bonds atti a coprire il default irlandese,ma in casa nostra,senza più il peso irlandese.Esso pagherebbe il danno subito dalle banche (stupidamente ) prestatrici,da mettere immediatamente e forzosamente (fino a ristabilimento dell’ordine finanziario) sotto diretto controllo dell’autorità emettitrice….
questo significherebbe..europa…unico governo,di fatto.
sennò…minacciare lo sfracello immediato dell’euro!
venda la germania a prezzi = +15-20 % in più se ci riesce !
nessun problema se l’autorità emettitrice fosse diretta per i primi 5 anni da un Deutsch…
Idea pazza o no ?
Sono d’accordo sulla necessità di ridurre parte del debito pubblico mediante cessioni del patrimonio pubblico, magari regolate con maggior rigore e finalizzate senza ambiguità, anche mediante legge ad hoc, alla riduzione del debito.
Sarei ancor più d’accordo nella privatizzazione “coatta” di tutte le società di “servizio” a controllo pubblico, RAI compresa.
Sono ancor più d’accordo nella riduzione della spesa pubblica in maniera più incisiva: è scandalosa la distribuzione a pioggia di prebende e “contributi” a mezza Italia!