No allo sciopero dei magistrati per gli aumenti automatici
Questa opinione è solo mia personale, e non impegna alcun altro di coloro che scrivono per Chicago-blog. Sono assolutamente senza parole, di fronte allo sciopero dei magistrati a difesa del portafoglio. “A pensare male si fa peccato, ma forse c’è da leggere nella manovra una particolare volontà di punire i magistrati italiani”. Lo ha detto Giuseppe Cascini, segretario dell’Anm, annunciando che i magistrati italiani si apprestano allo sciopero, contro le misure annunciate dal governo. I magistrati “vogliono fare la loro parte in un momento così difficile per il Paese”, dicono, ma denunciano il contenimento degli aumenti retributivi disposto ai loro danni come discriminatorio e, dunque, punitivo. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, Cascini ha aggiunto di ritenere che deve trattarsi di una rappresaglia per l’opposizione che i magistrati riservano alle riforme dell’ordinamento e delle procedure sostenute dal governo. A me il ragionamento politico non interessa e sembra ancor più improprio, ciò che conta sono i numeri.
Come stanno davvero le cose? Se c’è un tema che in tanti anni di roventi polemiche si impara obbligatoriamente a maneggiare con cura, è quello della magistratura. Comunque la pensi e comunque ti muovi, ti si appioppa addosso il sospetto che tu lo faccia per secondi fini. Ed è poi inutile parlare di fini al plurale, perché tanto il fine osceno di cui vieni accusato è sempre lo stesso: dare una mano a quel famigerato bandito – ritiene chi ti accusa – incidentalmente premier – aggiungi tu, tuo malgrado – che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Eppure a mio avviso questa volta Berlusconi non c’entra un beneamato piffero, con la questione che spinge i magistrati a scioperare.
L’associazionismo magistratuale lamenta che il governo abbia disposto che chi guadagna di più paghi di meno, mentre chi ha minori paghe è più colpito. Consiste in questo, l’iniquità intollerabile – e, naturalmente , “incostituzionale”, come ti sbagli – per i magistrati, che per il resto si presterebbero volentieri a dare il loro contributo. Senonché non l’ha disposto il governo: è il meccanismo di retribuzione dei magistrati e solo dei magistrati, a determinare la conseguenza che un blocco pluriennale degli aumenti abbia conseguenze di quel tipo. Perché, cerchiamo di non dimenticarlo, i signori magistrati godono dell’aumento automatico delle retribuzioni – nonché delle qualifiche, a prescindere dalle funzioni concretamente svolte per le quali, da tre anni a questa parte, è stata tra mille resistente reintrodotto un vaglio autoesercitato da colleghi che, per altro, è tanto severo da concludersi al 96% naturalmente con uno scontato assenso alla promozione.
Il più della progressione automatica retributiva per i magistrati avviene in due tranche. Nei cinque anni successivi ai primi tre dall’assegnazione in ruolo, e poi una decina d’anni dopo. Sono i due “gradoni” di avvicinamento alla retribuzione di magistrato di Cassazione che comunque spetta a tutti i signori magistrati. Ed è per questa gaurentigia che spetta ai soli magistrati, nel pubblico impiego, che la sospensione degli aumenti implica per la classe di magistrati giovani prossima a maturare il primo gradone ciò che essi considerano un indebito scippo.
In altre parole, secondo i capi dell’ANM, una misura ben fatta dovrebbe invece prevedere: primo, naturalmente, che solo ai signori magistrati resti la prerogativa del progresso retributivo automatico, che non vale né per il resto del pubblico impiego, né tanto meno ovviamente per quello privato; secondo che lo stop agli aumenti – per solidarietà verso il resto dell’impiego pubblico, che ha avuto aumenti maggiori di quello privato negli ultimi anni – venga scritto con una norma ad hoc che tenga conto della retribuzione ad hoc, e dunque salvando dal congelamento proprio coloro che per tutela di casta più avranno di aumento nel biennio avanti a noi.
A me pare una logica quanto meno parecchio singolare. Non esattamente la prova di condivisione e di responsabilità istituzionale che è legittimo attendersi da chi non fa altro che ripeterci di svolgere una funzione delicatissima. Che cosa dovrebbero fare allora militari e poliziotti, carabinieri e finanzieri? Puntarci le armi addosso, per come li trattiamo? Ma dimenticavo: non sono essi, in prima fila nella lotta contro il male. Quello è un ruolo riservato ai soli magistrati. Deve essere per questo, che pensano il loro portafoglio sia l’unico tutelato dalla Costituzione. Se poi, come immagino, il governo alla fine tratterà e accetterà questa impostazione – magari, puta caso, per non lasciare i magistratui troppo vicini al solo onorevole Fini, mi scapperà tristemente ancor più da ridere.
Il ragionamento non fa una piega. Oltretutto, i magistrati sono, in valore assoluto, tra i dipendenti pubblici più pagati.
Con questo sciopero non faranno altro che rendersi “antipatici” ad un maggior numero di persone (il cui stipendio, giustamente, non gode di scatti automatici); paradossalmente, un’azione che si prefigge di difendere la loro indipendenza finirà, a mio parere, col ridurla: con che coraggio e con che autorevolezza potranno difendere eventuali reali attacchi alla loro indipendenza quando gli si potrà (giustamente) rinfacciare di non avere partecipato ai comuni sacrifici per contenere la spesa pubblica?
Il magistrato dell’ordine giudiziario inserito nella pubblica amministrazione è alla radice dei mali della giustizia italiana;una funzione così delicata non può essere svolta da un comune vincitore di concorso pubblico! in aggiunta costoro si associano a fini di autotutela che , per potersi estrinsecare, deve investire la politica.Avviene così che tutti questi vincitori di concorso ,ancorchè associati, coprono una spazio politico con in più il potere di applicare la legge nel caso singolo e poter disporre della forza pubblica.
In questo modo il potere dei giudici associati diventa fortissimo ed inattaccabile;potrebbero anche fare a meno di scioperare,tanto i loro scopi li potrbbero raggiungere ugualmente, scioperano perchè intravedono nella pubblica opinione un pericolo;molti di loro partecipano da eroi in pubblici dibattiti controla mafia, contro la corruzione ecc.chi li porta sono i laudatores dello stato forte e paterno che vede nel magistrato il ministro del bene pubblico.
Sarà difficilissimo scalfire questi poteri dopo 60 anni dalla costituzione, che ne prevedeva la riforma, nulla è cambiato e anzi sono diventati i paladini della lotta al malaffare:Loro stanno bene nel loro ordinamento ,chi deve lavorare per mantenerli sono glia ltri, questo ,ovviamente, non è un malaffare perseguibile.
parole sante, dott. Giannino. Io svolgo la professione di avvocato e mi occupo anche di ricerche giuridiche in campo universitario. Devo dire che purtroppo negli ultimi venti anni una parte della magistratura requirente ha assunto il ruolo di unica ” forza salvifica ” della società e questo ruolo, assunto anche grazie alla debolezza di tanti altri attori sociali in primis la politica e la Cultura ( con la C maiuscola ). Questo attegiamento la sovraespone, le fa assumere posizioni esclusivamente politicizzate e corporativiste,la conduce a posizioni giurisprudenziali e dottrinali antitetiche a quelle di un moderno Stato di diritto liberale. Per fortuna, però, esiste anche un’altra parte dell’ordine giudiziario ( la magistratura non è l’intero ordine giudiziario) fatto di giudici equilibrati, studiosi, volenterosi e capaci di eserctare con saggezza la funzione che la Costituzione assegna loro. Mi riferisco, per esempio, a tutti quei giudici che con le ordinanze di rimessione alla COrte Costituzionale svolgono la funzione di tutela e garanzia delle libertà fondamentali, a quei giudici che hanno avuto bisogno di aspettare che l’ordinamento italiano recepisse ” forzosamente” le conquiste giuridiche liberali dell’ordinamento comunitario e della Corte Europea dei diritti dell’uomo. Mi piacerebbe che ogni tanto fossero questi ultimi a parlare ed a ricordarci la nobiltà della funzione giudiziaria. Condivido, per il resto, tutto quello che LEi ha espresso. Saluti
A corollario di quanto sopra, non trova SBALORDITIVA l’ azione della magistratura de L’Aquila nei confronti del vertice della commissione grandi rischi per “mancato allarme” relativamente al sisma del 6 aprile 2009?
Nuove opportunità di carriera?
condivido in pieno. Complimenti.
L’articolo è ( ovviamente) ben redatto e come da copione colpisce un nervo scoperto della nostra cara Italia(etta). Innanzitutto i complimenti al dott Oscar (che come ci rammenta ogni volta in radio trova superflui eheh), credo fortemente che l’ ANM debba fare un buon esame di coscienza ( della quale. mi rendo sempre più conto , i cari magistrati sono sprovvisti). L’errore è in cima l’errore è nella costituzione ed è lì che andrebbe corretto, ma ovviamente si parla di fanta-politica, che a mio avviso si eleva su vette superiori a quelle della metafisca.
Dal basso dei miei 24 anni sinceramente non vedo il motivo di rimanere in questo paese oramai in preda a deliri vari da troppo tempo..ma tanto come vuole il calendario liturgico, quest’anno si celebreranno i Sacri Mondiali FIFA e per tanto ogni problema REALE sarà messo in penombra, perchè alla fine (ed anche giustamente mi sentirei di dire) è meglio una partita di calcio che vedere un politicante di turno sotto i riflettori fare il più selvaggio sfoggio di dialettica condita da demagogia alla Totò ( e mi perdoni dall’alto Totò per averlo messo vicino a tal tristume).
Saluti
Di solito io sn dalla parte della Magistratura nelle sue lotte politiche di indipendenza come Organo dello Stato e di libertà di pensiero, MA se qui le questioni stanno come dice l’esimio e sempre informato Prof Giannino: qui hanno torto. Aggiungo anke k probabilmente lo si fa’ p colpire una categoria k è scomoda come minimo all’attuale Governo…MA
nella questione specifica godono d un privilegio k nn sapevo, k nn è n’è giustificabile, nè meritocratico… direzione vs cui INsperatamente spererei k s andasse p aumentare l’efficienza CAD lavoratore in Italia, dato su cui mi pare siamo STRAcarenti. E avrei sperato ke la Magistratura e i suoi rappresentanti (Organo in cui RIPETO credo e k appoggio solitamente…) avesse dato il buon esempio. Sarei FELICE di ricevere replike dell’altra campana…
I magistrati intendono contribuire al pari di tutti i pubblici dipendenti – i soli ai quali è richiesto il sacrificio – con le stesse misure previste per la generalità. Quindi nessun adeguamento al costo della vita per i prossimi tre anni e prelievo supplementare dai redditi più alti (ma come si fa a non chiamarle tasse?).
Tuttavia, nei loro confronti, il Governo ha colto l’occasione per esercitare la sua “vendetta”, avendo previsto ben più di questo. E cioè il blocco della progressione economica collegata all’avanzamento della qualifica (rispettivamente dopo 4, 13, 20 e 28 anni di servizio). E’ come se al maggiore si desse solo il grado, lasciandolo con lo stipendio da capitano.
Sfido a trovare qualsiasi categoria di lavoratori con un minimo di dignità disposta a tollerare una simile angheria. Lascio ai lettori di valutare la correttezza di un sistema che consente al Governo di intervenire unilateralmente sul trattamento economico di un ordine che la Costituzione vuole “indipendente” da ogni altro potere.
Se ne discute anche qui:
http://toghe.blogspot.com/2010/06/come-ti-ammaestro-larbitro-il-perche-di.html
Nicola Saracino
Sebbene sia consapevole che non vi è peggior sordo di chi non vuol sentire,ma poichè sono tutto sommato fiduciosa nel buon senso e nella buona fede ,Le allego le tabelle delle retribuzioni di alcune categorie di dirigenti pubblici , pubblicate dalla ANM, specificando che si tratta di retribuzioni al lordo, che i diplomatici, gli alti dirigenti dalla P.A ed i Prefetti usufruiscono di numerosi benefit ( telefono , abitazione ,auto e varie ) di cui i magistrati non usufruiscono dovendo anche pagarsi i libri e le riviste di aggiornamento .
Professione Durante il tirocinio Dopo 5 anni Dopo 20 anni Dopo 28 anni
Magistrati ordinari 41.419 72.075 122.178 150.051
Diplomatici 46.371 77.034 176.314 224.395
Alti Dirigenti Pubblica Ammin.43.356 80.509 144.127 166.131
Prefetti 40.407 75.653 125.137 151.392
Magistrati amminist.
(TAR e Consiglio di Stato)===== 95.406 157.147 172.034
Ciò detto, la contestazione della nostra , ma non solo nostra ,categoria alle misure economiche deriva non tanto dalla riduzione delle retribuzioni ma dalle misure connesse ( eliminazioni agli adeguamenti e degli scatti di carriera frazionamento del trattamento di buonuscita e altro) che vengono ad incidere anche sul trattamento pensionistico .
Ora , tutto è possibile ma lo Stato pare avere come unica fonte di prelievo il pubblico impiego come se non bastasse la riduzione delle spese generali per la Giustizia da cui inevitabilmente conseguirà un peggioramento del servizio in generale : è Crono che divora i suoi figli, cioè l’apparato senza il quale non può esistere , non tenendo conto che il Governatore della Banca di Italia ha rilevato il danno innominabile derivante dalla evasione fiscale; e quale maggior evasore dei corrotti e corruttori ?
Inoltre i magistrati non sono contrattualizzati ma la loro retribuzione dipende dalla legge e in sostanza dal Parlamento i cui membri percepisco circa 20.000 euro mensili oltre a innumerevoli benefit oltre a compensi aggiuntivi per i servizi di “portaborse” e segreteria ; ( palestra parrucchiere viaggi e quant’altro ecc ) e pare che nessuno si scandalizzi alla previsione di un idromassaggio per parlamentari .
Aurelia Del Gaudio P:S:T Bergamo
Caro Giannino, è un peccato che una persona ben informata come lei segua la scia innescata dalla campagna pluriennale contro la magistratura. È tutto in una delle sue ultime frasi: carabinieri, militari, finanzieri, polizia. Ecco, vede, come tutti i pubblici impiegati quelli del suo attento elenco, peraltro come tutto il comparto sicurezza e difesa protetti a differenza di altri dai tagli come sa chi ha letto il decreto legge, non hanno una delle caratteristiche della magistratura: non sono indipendenti dal potere esecutivo e dagli altri poteri. E non hanno questa indipendenza nella Costiuzione. E tutto lì, la spesa pubblica è una scusa, perché con i magistrati si risparmiano 4 soldi. L’idea è quella di un magistrato economicamente impaurito e avvicinabile, alla fine meglio se eletto, espressione locale, padano, quella della manovra. Non mi sei piaciuto, ti impoverisco. Mi fa poi particolarmente specie leggere qui di avvocati e altri liberi professionisti, magari milionari, che non mettono un centesimo per difendere l’economia e l’euro di tutti, pontificare contro chi difende la sua indipendenza che in primo luogo deve essere economica. Ci vorrebbe un po’ di decenza, ma le campagne disinformative la cancellano, Paolo
Mi spiace leggere tante inesattezze: i magistrati protestano solo per il “taglio” delle progressioni in carriera non AUTOMATICHE. Infatti dal 2007, i magistrati sono sottoposti a valutazioni quadriennali: chi le supera procede nella carriera e chi non le supera rimane nella “classe” di provenienza. In caso di due valutazioni negative, si viene estromessi dalla magistratura.
Dal 2007 si sono già espresse numerose valutazioni negative, ed il dato del 96% di valutazioni positive deve essere contestualizzato nel numero delle valutazioni svolte. Che ovviamente sono ancora molto poche, ed in “corso”. Adesso avremo il paradosso che i risultati delle valutazioni saranno “di facciata”, non ci sarà nessuna differenza tra il magistrato che ottiene una valutazione positiva circa la qualità ed la quantità del lavoro svolto, e quello che ne riceve una valutazione negativa, con la mortificazione della meritocrazia che finalmente nel 2007 è stata applicata al personale di magistratura, dopo che alcune parti della magistratura la invocavano da molti anni.
Nessuna protesta fanno i magistrati per il prelievo comune a tutti i pubblici dipendenti e soprattutto al prelievo per gli stipendi sopra ai 90 mila euro, e neanche per il taglio agli scatti “automatici”.
Protestano perchè solo per i magistrati, si prevede anche un prelievo di circa 30 mila euro nell’arco di tre anni per coloro che hanno uno stipendio annuo di 40 mila euro.
Protestano perchè si tagliano le risorse, già ridicole, per la giustizia.
Forse bisogna informarsi meglio anche sugli stipendi dei magistrati che non sono ricchi come si vuol far credere. Non si capisce perchè lo stesso taglio non sia imposto a tutti gli stipendi di dirigenti pubblici, dei dipendenti del parlamento (i commessi hanno uno stipendio di circa 115 mila euro annui).
Non si capisce neanche perchè, all’interno della magistratura chi ha gli stipendi più bassi deve subire un taglio di dieci volte superiore a coloro che hanno lo stipendio più alto, perchè molto più anziano.
Tale effetto contrasta con ogni principio di equità e di solidarietà sociale.
Senza parlare delle condizioni nelle quali si è ormai costretti a lavorare: siamo aule sufficienti, facciamo troppe udienze, ed il Ministero non aumenta le aule utili, siamo senza personale, siamo senza stanze – a Firenze in corte d’ Appello nessun giudice ha una stanza ed un pc per lavorare!
Troppo lungo sarebbe il cahier de doleance, ma è evidente che non si vuole far altro che ingessare la giustizia. Ci tenevo a precisare che le informazioni ricavabili dall’articolo sono inesatte.
Ornella Galeotti
Devo purtroppo constatare che l’articolo e i commenti che seguono contengono parecchi errori ed imprecisioni. Sperando solo che siano commessi in buona fede (e non con il deliberato intento di disinformare), vorrei fare alcuni appunti.
i signori magistrati godono dell’aumento automatico delle retribuzioni
Il rapporto di pubblico impiego – ad eccezioni di magistrati, forze dell’ordine, avvocati dello Stato e prefetti – è oggetto di contrattazione collettiva dal 1993: in pratica, i sindacati e gli enti governativi preposti si siedono periodicamente al tavolo delle trattative per discutere del trattamento retributivo e normativo dei lavoratori (in pratica, è ciò che avviene anche nel settore privato).
Per le categorie non contrattualizzate – e segnatamente per i magistrati – il trattamento non è oggetto di trattative: una legge (e la legge non la fanno i magistrati ma i parlamentari) prevede che i magistrati percepiscano aumenti retributivi pari a quelli percepiti nel pubblico impiego (ad eccezione dei dirigenti ministeriali … quelli guadagnano molto di più!) nel trienno successivo.
Ad esempio: se nel triennio 2008-2010 la retribuzione media del pubblico impiego contrattualizzato è cresciuta del 5,1%, nel 2011-2013 i magistrati percepiranno un aumento del 5,1% (l’1,7% ogni anno). In pratica, riscuoteranno lo stesso aumento degli altri statali ma con 3 anni di ritardo!
Il decreto-legge con cui è stata varata la manovra prevede che la contrattazione nel pubblico impiego sia bloccata per 3 anni e che gli aumenti spettanti ai magistrati nel triennio siano definitivamente risparmiati dall’Erario (che non li corrisponderà).
È come se un datore di lavoro privato dicesse ai propri dipendenti; ogni 3 anni vi aumenterò lo stipendio di una percentuale x (comunque in misura inferiore al tasso d’inflazione!) e poi, alla scadenza del triennio, dicesse agli stessi dipendenti che ha scherzato!
Rammento che lo stesso meccanismo di mancato adeguamento è stato applicato agli stipendi dei magistrati nel 2006 e nel 2008.
un vaglio autoesercitato da colleghi che, per altro, è tanto severo da concludersi al 96% naturalmente con uno scontato assenso alla promozione
Ogni magistrato è sottoposto a valutazione di professionalità ogni 4 anni (nessun altro dipendente pubblico o privato subisce un simile controllo con tanta frequenza).
La valutazione di professionalità non è “domestica” come si sostiene nell’articolo ma esercitata dal Consiglio Superiore della Magistratura, organo a rilevanza costituzionale, presieduto dal Capo dello Stato e composto anche da esperti in materie giuridiche nominati dal Parlamento.
La valutazione consiste nell’acquisizione di pareri dei dirigenti degli uffici sui parametri di capacità, equilibrio, preparazione, ecc., nell’esame delle statistiche di produttività del singolo magistrato, nell’analisi di provvedimenti a campione (e il campione viene individuato con riferimento a periodi sorteggiati: le prime tre sentenze del maggio 2006, del gennaio 2007, di ottobre 2008, ecc.; i verbali delle udienze del settembre 2008, del giugno 2009; le ordinanze e i decreti di febbraio 2007, di dicembre 2008, ecc.).
In questo modo lo scrutinio si svolge non soltanto sulla quantità del lavoro svolto ma anche sulla qualità del lavoro svolto: se ci si prende la briga di leggere le delibere del C.S.M. che riconoscono positivamente la professionalità e, soprattutto, quelle che la negano, ci si può avvedere che la verifica non è affatto scontata!
Se il magistrato non supera la valutazione di professionalità, c’è un successivo breve periodo di tempo di osservazione e si riprocede a valutazione: se non la supera viene licenziato (anzi, destituito!).
Del resto, il fatto che la valutazione sia in gran parte positiva dovrebbe dimostrare che i magistrati italiani sono professionali: se il 50% non superasse le valutazioni di professionalità … come cittadino sarei molto preoccupato!
Provate a fare un raffronto ipotetico con altre categorie: se vi dicessero che il 96% dei medici ospedalieri è capace e professionale e che il restante 4% viene sottoposto a nuova valutazione dopo un breve periodo per valutare se licenziarlo … vi sentireste più o meno tutelati?!?
Il dato è in linea, tra l’altro, col rapporto europeo CEPEJ sulla giustizia (redatto da organismi comunitari e, quindi, imparziali): i magistrati italiani si collocano al 2° posto per produttività e capacità nei paesi dell’Europa unita.
è per questa guarentigia che spetta ai soli magistrati, nel pubblico impiego, che la sospensione degli aumenti implica per la classe di magistrati giovani prossima a maturare il primo gradone ciò che essi considerano un indebito scippo.
Ad alcune valutazioni di professionalità (non ogni quadriennio ma ai passaggi di carriera che corrispondono al conseguimento di quelli che una volta si chiamavano gradi di tribunale, di appello e di cassazione) corrispondono degli aumenti stipendiali (sono veri e propri aumenti di stipendio e non adeguamenti come quelli di cui ho parlato prima).
La manovra prevede che tutti gli aumenti siano differiti di 36 mesi.
Tornando all’esempio di prima: il vostro datore di lavoro vi mette nero su bianco che dopo 13 anni di carriera (è il tempo che occorre per diventare magistrato d’appello) vi darà un significativo aumento di stipendio; dopo avervi assunto e in corso di rapporto, cambia idea e decide che vi darà l’aumento dopo 16 anni di carriera!!!
Che cosa dovrebbero fare allora militari e poliziotti, carabinieri e finanzieri?
La manovra finanziaria non si applica a militari, poliziotti, carabinieri e finanzieri … e non si applica neanche agli evasori fiscali (i pubblici impiegati non possono certo evadere le tasse!), a chi si compra (in piena crisi) yacht da 18 mln. di Euro (come il figlio del Presidente del Consiglio), a chi ha fatto rientrare dall’estero 100 mld. di Euro evasi dal Fisco pagando la modica commissione del 5%, ai parlamentari (che nonostante le promesse non si sono ridotti gli emolumenti – circa 15.000 Euro al mese – nemmeno di un cent!).
Si applica invece ai ministri che si sono ridotti lo stipendio del 10% … ma solo se non rivestono il ruolo di parlamentari: in pratica 8 persone tra ministri e sottosegretari ci faranno risparmiare (dal 2011) ben 72 mila Euro (avete letto bene: 72.000 Euro a fronte di una manovra di quasi 25.000.000 di Euro!).
Deve essere per questo, che pensano il loro portafoglio sia l’unico tutelato dalla Costituzione
Non voglio fare una lezione spicciola di diritto costituzionale. Mi limito a richiamare due principi.
Secondo la Costituzione a retribuzione del lavoratore è proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e i magistrati devono essere indipendenti.
In base al primo principio – e in contrasto con quanto sosteneva Marx (il quale affermava che tutti i lavoratori devono guadagnare nello stesso modo e che se ci devono essere differenze quelli manuali devono guadagnare più dei lavoratori intellettuali) – occorre tenere presente che per diventare magistrato occorre studiare per parecchi (davvero parecchi) anni e che non si smette mai di farlo, che il lavoro svolto è complesso e delicato, che il lavoro è tanto (quando Brunetta aveva proposto i tornelli per i magistrati, proprio i magistrati si erano detti favorevoli … provate a chiedere al ministro perché non li ha introdotti!).
Oltretutto, i magistrati sono, in valore assoluto, tra i dipendenti pubblici più pagati.
Su questo c’è una disinformazione pazzesca.
Si dice che i magistrati percepiscono lo stesso stipendio dei parlamentari.
In primo luogo è necessario capire qual è lo stipendio dei parlamentari, perché costoro percepiscono – oltre allo stipendio – varie indennità in denaro (rimborsi, indennità portaborse, ecc.) e vari benefit (non pagano treni e aerei).
In realtà, solo 2 magistrati su 8.000 hanno lo stesso stipendio-base dei parlamentari: il Primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione (entrambi ultrasettantenni e con più di 40 anni di carriera alle spalle!).
Gli altri magistrati guadagnano molto meno.
I magistrati attualmente in tirocinio e che entreranno in servizio (spediti in tutta Italia, da Gorizia a Gela) nel 2011 percepiscono (e percepiranno sino al 2014) meno di Euro 2.300 mensili netti. Non esistono premi di produzione, indennità aggiuntive, ecc. I magistrati non possono svolgere attività extra se non incarichi stragiudiziali che devono essere preventivamente autorizzati dal Consiglio Superiore della Magistratura (gli incarichi sono pubblici: li trovate sul sito http://www.csm.it e potete controllare che si tratta – in genere – di docenze della durata media di 4 ore annue!).
Anzi: dato che il Ministero della Giustizia non fornisce matite, penne, carta, codici, libri, riviste giuridiche, ecc., dovranno (come fanno tutti i magistrati) comprarsi gli “attrezzi” per lavorare.
È come se un datore di lavoro vi assumesse per fare gli impiegati e vi dicesse che però le penne, la carta, i fascicoli, ecc. ve li dovete portare da casa!!!
C’è anche un’altra chicca: una legge del 1981 prevede che l’indennità giudiziaria (compresa nello stipendio!) viene decurtata in caso di assenza per malattia o licenza matrimoniale: l’anno scorso mi sono fratturato un ginocchio e, dopo essere stato assente per un mese (i relativi fascicoli li ho ritrovati tutti sulla scrivania!), mi sono anche ritrovato con una decurtazione di Euro 1.118.
Tanto per dimostrare che – contrariamente a quanto si pensa – i magistrati non sono dei nababbi, dichiaro che percepisco Euro 3.600 netti mensili in busta-paga dopo quasi 10 anni di carriera.
Se volete fare un raffronto con gli emolumenti dei dirigenti ministeriali o comunali o provinciali, la Legge 69/2009 obbliga le amministrazioni pubbliche a pubblicare sui siti Internet gli emolumenti corrisposti: l’altra sera ho verificato che alla Presidenza del Consiglio non esistono dirigenti (che hanno una laurea uguale alla mia, non hanno passato un concorso altrettanto difficile e lavorano molto, molto meno e in condizioni più agevoli) che guadagnino meno di me!
una funzione così delicata non può essere svolta da un comune vincitore di concorso pubblico!
Mi scusi: e da chi dovrebbe essere svolta?
Le piacerebbe che il primario ospedaliero a cui affida la sua vita fosse designato dal politico di turno o eletto dai suoi concittadini in base a meriti politici? O preferisce che abbia superato un concorso?
Le piacerebbe che l’insegnante a cui affida l’educazione dei suoi figli fosse designato dal politico di turno o eletto dai suoi concittadini in base a meriti politici? O preferisce che abbia superato un concorso?
Le piacerebbe che il tecnico comunale o statale che verifica la stabilità del suo fabbricato o la funzionalità del depuratore fosse designato dal politico di turno o eletto dai suoi concittadini in base a meriti politici? O preferisce che abbia superato un concorso?
Basta guardare un paio di telefilm americani per vedere cosa succede nei paesi dove i giudici sono eletti (scegliendo tra diverse fazioni politiche) e le cause sono affidate all’arbitrio della giuria (che non ha l’obbligo di motivare la propria decisione, come invece accade in Italia in base all’art. 111 della Costituzione).
Nuove opportunità di carriera?
Anche su questo occorre un po’ di chiarezza: i magistrati non fanno carriera in base alle indagini svolte, alle condanne, alle assoluzioni, ecc.
Del resto, se le dicessi che la mia carriera procede se condanno più persone (come accade per i procuratori americani) e lei incappasse in un illegittimo arresto compiuto dalla polizia … si sentirebbe tranquillo?!?
Quanto alla manovra, vorrei fare un paio di considerazioni finali.
Perché non si è previsto che tutti – pubblici e privati – coloro che percepiscono più di Euro X all’anno (che so, facciamo 100.000 Euro?) subiscano un aumento dell’aliquota Irpef? Tutti i ricchi sarebbero stati colpiti nello stesso modo lasciando indenni i dipendenti pubblici sotto a quella soglia ma anche tutti i dipendenti o autonomi che non raggiungono la soglia (non è uguaglianza questa?).
Perché in Italia abbiamo più di 626.000 auto blu che ci costano più di 21 mld. di Euro all’anno e in Gran Bretagna sono state ridotte a meno di 10? Se la manovra è di 24 mld. di Euro e rotti, il taglio delle auto blu avrebbe recuperato quasi tutto!
Perché i nostri parlamentari impongono sacrifici a tutti gli altri ma non si riducono le loro laute prebende (e le innumerevoli spese che ogni anno affrontano la Camera e il Senato) … peraltro dopo aver promesso di farlo?!? Sostengono che questo lederebbe la dignità della funzione legislativa! … mah…
Trovo davvero triste la disinformazione contenuta in alcune tesi. Non solo si citano, a paragone della magistratura i pubblici dipndenti più protetti quali quelli del c.d comparto sicurezza che sono stati espressamente esclusi dai tagli su gentile richiesta degli onorevoli La Russa e Gasparri, ma addirittura li si paragona a un potere costituzionale diffuso e indipendente come la magistratura. Come se il carabiniere o, mettiamo pure, il prefetto, che sono agli ordini del Governo, stessero sullo stesso piano del magistrato che non è il salvifico zorro che per metterlo in cattiva luce si dipinge, ma che assicura i cittadini sul rispetto della legalità e delle garanzie anche nei confronti della parte pubblica, come nei confronti di qualunque parte. Evidentemente l’Italia ha dimenticato, anche grazie alla disinformazione, cosa succede quando non c’è più un potere di controllo. E lo hanno dimenticato anche gli avvocati, che si sentono protetti quali privati da una manovra che colpisce solo l’elettorato presumibilmente opposto a quello del governo, concentrato nel pubblico impiego (e nel sud), in un modo iniquo e parziale senza precedenti nella storia. Come tutti sanno. Come la questione dei tagli: tagliamo non solo i magistrati e non solo i pubblici dipendenti, ma, visto lo stato di necessità, tutti quelli oltre i 90.000 o 150.000 euro di reddito dichiarato. No ? E perché ? per non far vedere che mettiamo le mani nelle tasche degli italiani che così ci votano ? Ho capito, la maggioranza vuol dire punire la minoranza, così come i magistrati scomodi. In nessun Paese europeo i tagli al settore pubblico non sono stati accompagnati da manovra di fiscalità generale, nei confronti di tutti, checché ne dica Tremonti contando sulla mancata informazione dei più. L’odio sociale immesso, al prossimo giro, sarà una rendita. Sonia.
Immaginiamo un contratto collettivo di lavoro di sei anni, che preveda una retribuzione iniziale e un adeguamento programmato ogni biennio. Se alla scadenza dei due anni, il datore di lavoro si rifiutasse unilateralmente di corrispondere l’aumento, il lavoratore avrebbe buon diritto di lamentarsi: pacta sunt servanda, infatti.
Ora, i magistrati rientrano nella categoria dei dipendenti c.d. non contrattualizzati. Il loro stipendio e le loro progressioni economiche sono fissati dalla legge. Questo è fatto per evitare che la categoria dei magistrati sia impegnata in una trattativa periodica che metterebbe in pericolo la loro indipendenza:il Governo potrebbe infatti concedere l’aumento in cambio di una maggiore docilità della categoria. E’ per questo che in tutti gli Stati le retribuzioni dei magistrati non possono essere abbassate unilateralmente dal Governo. Addirittura in alcuni Stati (Stati Uniti, Irlanda) il principio è fissato dalla Costituzione. Ed è un principio liberale, fondato sulla divisione dei poteri.
Le progressioni economiche che Giannino definisce automatiche non sono altro che gli aggiornamenti che la legge prevede al posto del contratto. Se lo Stato unilateralmente le blocca viola il patto e mette in pericolo l’indipendenza.
Lo stesso vale per le altre categorie non contrattualizzate (prefetti, diplomatici, militari). Se non scioperano è perché la loro indipendenza è stata già compromessa molto tempo fa.
Quello che dice Giovanni Armone è ovviamente vero. Tu, giovane magistrato che sta per andare dalla Sicilia al Veneto o viceversa (più difficile), con 2.400 euro al mese, tieniti lo stipendio fermo fino al 2014 e paga l’inflazione, mentre i suv e le barche di quelli che dichiarano 12.000 euro annui sfrecciano. Certo, se diventi più tranquillo.. Ma di quale casta stiamo parlando ? Abbiamo capito tutti il messaggio. Sonia.
Consiglio al prof. Giannino la illuminante lettura dei lavori dell’Assemblea Costituente sul trattamento economico dei magistrati, che potrà trovare su http://www.nascitacostituzione.it
Per la cronaca, nonostante la manovra, è domenica mattina e ho incontrato in tribunale già altri due colleghi che come me sono venuti a lavorare…
A.Crema
La posizione dei magistrati non è quella di una “casta” (al dott. Giannino si potrebbe rammentare che ben più formidabile, sotto ogni profilo, è la casta dei giornalisti !) chiusa ed insensibile alla emergenza mondiale ma è quella di una categoria colpita in modo “punitivo” anche rispetto allo stesso pubblico impiego, sul quale è stato riversato il perso di circa il 50% dell’intera manovra finanziaria.
Noi magistrati (è la mia opinione personale) abbiamo sensibilità assoluta verso la società chiamata ad uno sforzo straordinario ma riteniamo iniqua una manovra parziale, settoriale e faziosa, che tutela ancora una volta sprechi, sperperi e spese inutili se non parassitarie, e a gran voce diciamo:
1) sacrifici sì ma per tutti con prelievo fiscale proporzionato al reddito mediante l’introduzione di ulteriori aliquote fiscali progressive verso l’alto –
2) protezione assoluta di tutte le fasce deboli mediante la riduzione dell’IRPEF per i redditi annui lordi sino a 30.000 EURO –
3) eliminazione di tutti i blocchi stipendiali per magistrati e pubblico impiego –
4) eliminazione di tutte le consulenze in tutti gli enti pubblici o con partecipazione pubblica –
5) eliminazione dei rimborsi elettorali ai partiti –
6) eliminazione di tutti gli enti inutili e parassitari.
Ritengo iniquo continuare a tassare con l’aliquota massima del 43% lo stipendio del magistrato, del dipendente, del piccolo professionista, del piccolo artigiano, del piccolo imprenditore senza introdurre aliquote fiscali ulteriori verso l’alto anche sino al 70% a carico di chi (come Berlusconi e altri hanno i redditi annui più elevati d’Italia).
A proposito, quanto guadagna il dott. Giannino e che “tagli” subirà dalla manovra ?
In un Paese civile devono esserci: sacrifici in misura equa non solo per magistrati e pubblico impiego ma anche per tutti gli altri con redditi di livello pari e superiore e in misura proporzionale al reddito di ciascuno !
E’ quello che sostanzialmente ha detto, inascoltato, il Presidente Napolitano.
Salvatore Cantaro
Sostituto Procuratore Generale Corte Appello Roma
Ritengo assolutamente illuminanti i commenti espressi da numerosi magistrati, alcuni dei quali si spingono a illustrare programmi politici con aumento della pogressione fiscale fino ad aliquote del 70%, che ben illustrano la loro preparazione economica in materia di fisco comparato… (per la cronaca, alla perentoria richiesta di sapere quante tasse pago, rispondo sprezzante: sommando partita IVA e due società con relativi carivchi d’imposta, poiché sono libero professionista e imprenditore, quest’anno verso allo Stato il 66% del reddito lodo realizzato, cari miei signori giacobini in carrozza e col tiro a quattro: prima di fare certe domande bisognerebbe avere un’idea, di che cosa sia il fisco su autonomi e professionisti..).
In ogni caso, ringrazio tutti e ci mancherebbe, perché il tono generale – tranne alcuni che mi accusano di “stare in scia” al governo , accusa che respingo in toto e con gli interessi, mi pare che sia il ministro Alano ad aver sposato ora le posizioni ANM – è quello di confronto assoluamente civile e pacato.
Resta il dissenso, per quello che mi riguarda: che è totale.
Enumero alcuni punti a titolo di esempio, perché altrimenti a svilupparli ne derivano trattati – dai quali intenderei col sorriso sulle labbra diffidare chi scrive accusandomi di ignoranza di leggi e ordinamenti, non sono i sgnori magistrati i soli a conoscerli e compulsarli- ….:
a – si ripete a raffica in molti commenti che il governo nei soli confronti dei magistrati non avrebbe il potere di intervenire su trattamnenti retributivi, in quanto altrimenti la conseguenza è di volerli impauriti e soggiogati… è esattamente questa l’interpretazione talebana dell’autonomia non di un potere ma di un ordine , secondo la lettera della Costituzione, con la quale mai un vero liberale potrà concordare, poché essa comporta che siano solo i magistrati, in maggioranza nel CSM, a poter disporre di ogni pootere di veto su tutto ciò che li riguardae toca, dalle norme dlel’ordinamento a quelle d’inquadramento e progressione in carriera , retribuzioni e pensioni. e’ esattament sui questo, che il dissenso resta pieno e inegrale
b- conosco bene il dibattito alla Costituente: faccio ispettosamente presente che i riferimenti allora erano inquadrati in tutt’altra disciplina del progredire delle carriere e funzioni. è esattament questo ciò che i non addetti ai lavori – cioè i lettori di giornali e gli ascoltatori di radio e tv – naturalmnte quasi sempre gnorano,e cioè che rispetto alle guarentigie costituzionali e ordinamentali è avvenuta tra gli anni 70 e 80 una rivoluzione legislativa che ha integralmente mutato il quadro NOn degli aumentidi cui si parla oggi, ma dell’automaticità di qualifica e retribuzione a prescindere dalla funzione. Recentemente in un’intervista Francesco Saverio Borrelli – a differenza del sottoscritto voglio sperare per molti di voi immune da ogni sospetto di “intelligenza col nemico – ha riconosciuto che su tali guarentigie improprie è venuto il momento di fare un passo indietro. ma vedo che non ha fatto molti poseliti. Anche su questo il dissenso resta dunque integrale, e non avevo alcuna pretesa certo di indurre qualche magistrato a cambiare idea sulla blindatezza del proprio trattamento, rispetto a quello degli altri funzionari pubblici
c- mi fermo a questo terzo punto, perchè invito tutti a riflettree sul fatto che – come puntualmente ricordato in uno dei commenti critici sopra riportati – la retribuzione del magistrato è già oggi, dal gradino successivo alla prima assegnazione quando si matura il diritto automatico agli aumenti che oggi tante reazioni scatenano, superiore a tutti gli effetti a quella del prefetto….
Paragonarsi a vittime di discriminatorie vessazioni, in queste condizioni, non mi pare abbisogni di altri lumi. E se poi molti di voi vorranno continuare a pensare che vi critica lo fa perché pagato e ispirato dall’oscura cricca dei sostenitori del premier, vi compiango perchè con tale cieco tribalismo confondete la comprensibile difesa del vostro portafoglio con una campagna di intossicazione nazionale.
caro dott. Giannino, non mi pare che gli interventi di chi non la condivide siano solo per questo meritevoli di accusa ditalebanismo, a meno di non pensare che sia una lesa maestà.
Lei non risponde sui temi di fondo e questa è la migliore conferma del disegno sotteso alla
manovra che non è certo quello di recuperare due lire dai magistrati: 1) perché si colpisce solo il pubblico impiego in una condizione di geneale difficoltà? perché un notaio milionario non mette un centesimo e un maestro elementare pagherà l’inflazione sono al 2014? perché il magistrato indipendente deve essere equiparato ai dipendenti pubblici che tale garanzia costiuzionale, per tutti i cittadini non hanno? come fa un magistrato a essere indipendente se può essere impoverito, unilateralmente e senza parità con gli altri contribuenti, dal governo e quindi a seconda degli orientamenti politici? perché, volendo fare davvero della cultura comparata, negli altri Paesi le manovre sono state di fiscalità generale e non parziale? perché in Paesi come gli Usa il governo non può incidere unilateralmente sui compensi dei magistrati?
E infine, perché, invece di aumentare le tasse, non tagliamo le provincie sotto i 400.000 abitanti invece che sanità e giustizia per poi lamentarsene? Per caso le clientele delle provincie, padane o meno, sono liberali ?
Paolo
Dott. Giannino, non se la prenda troppo. Lei deve ancora vederli i magistrati “talebani”: sarebbero quelli che farebbero quel lavoro anche gratis. Per cui dovrebbe sentirsi sollevato nel constatare, invece, che i magistrati italiani lavorano – anche – per lo stipendio.
Si è mai chiesto chi entrerebbe in magistratura se lo stipendio fosse quello di un impiegato, neppure di concetto?
Probabilmente soltanto le persone mosse da soggettive convinzioni “ideali” da far valere proprio strumentalizzando la funzione giudiziaria.
Oppure, semplicemente, entrerebbero quelli che non trovano di meglio.
La invito ad un esercizio astratto, che prescinda per un momento dall’entità della retribuzione dei magistrati: ma davvero a lei sembra accettabile che il potere politico possa intervenire a piacimento sulla loro retribuzione?
Lei è un giornalista indipendente, nessuno ne dubita. Ma se il suo Editore le aumentasse o calasse il compenso a seconda di ciò che scrive, mi permetta, sarebbe lecito il sospetto che ciò influisca sulla luicidtà del Suo pensiero.
Nicola Saracino
Confesso la mia scarsa preparazione economica in materia di fisco comparato, che condivido con altri grandi Paesi Europei (come la Germania), i quali proprio all’aumento della pressione fiscale stanno facendo ricorso in gran parte per affrontare le difficoltà.
Ricordo che il Ministro Tremonti appena un anno fa aveva solennemente dichiarato che era ora di far pagare adeguatamente anche le banche; lo affermano ora anche gli USA e l’Unione Europea.
Il Ministro Tremonti, smentendo sé stesso e l’UE, fa pagare il reddito fisso pubblico.
Il dott. Giannino sa quanto guadagno io (le tabelle sono pubbliche e io non ho altri redditi se non lo stipendio), ci ha detto quanto paga di tasse ma non quanto gli resta al netto ogni mese.
Ribadisco che quando ci sono sacrifici in un Paese civile, come ha auspicato il Presidente Napolitano, si ripartiscono in modo equo tra TUTTI i percettori di reddito
e non si riversano in gran parte sul reddito fisso pubblico da lavoro.
Salvatore Cantaro
Sostituto Procuratore Generale Corte Appello Roma
Sulle incongruenze e sulle imprecisioni presenti nello scritto dell’articolo del dott. Giannino hanno già risposto molti miei colleghi.
Per parte mia mi limito a constatare lo “strano spirito” di coloro, tra i quali il dott. Giannino, che ora, e cioè in attesa della manovra fiscale, parlano o scrivono sulla “responsabilità istituzionale” dei magistrati italiani (ultimo capoverso).
Non ricordo alcuna formale e chiara presa di posizione del dott. Giannino quando, negli ultimi anni, sono state pronunciate nei confronti di questi soggetti aventi “responsabilità istutuzionali” parole e frasi gravissime, ingiustificate, inaccettabili, con l’esposizione, senza alcuna prova specifica, al dicredito dell’opinione pubblica.
Non mi pare che altre istituzioni della Repubblica abbiano ricevuto un simile trattamento e un simile silenzio negli ultimi decenni.
E la cosa appare ancor più ingiusta quando basterebbe una conoscenza anche superficiale di quanto viene quotidianamente dato con GRATUITA supplenza da parte dei magistrati italiani per capire che se il sistema GIUSTIZIA ancora non è sprofondato, malgrado i colpi durissimi che gli sono stati inferti, lo si deve ancora una volta allo sprito di abnegazione della stragrande maggioranza dei magistrati e del personale amministrativo.
Francesco Messina, Giudice Tribunale Trani
Preg.mo Dr. Giannino, sono andato a cercare sul sito della Prefettura di Reggio Emilia gli emolumenti riconosciuti ai Prefetti (può andare anche Lei sui siti delle Amministrazioni del Min. Interno e controllare personalmente).
Ci sono varie fasce alle quali corrispondono diversi redditi annui:
– Prefetto A di part. rilievo (capo di gabinetto del ministro, capo dipartimento, prefetti di Roma, Milano, Napoli, ecc.):
Euro 151.887,44
– Prefetto A (prefetti di Bologna, Genova, Firenze, ecc.):
Euro 148.276,44
– Prefetto B di part. rilievo (titolari di alcune prefetture, vice-capi dipartimento, ecc.):
Euro 145.721,04
– Prefetto B (titolari delle altre prefetture UTG, commissari di Trento e Bolzano, ecc.):
Euro 142.596,04
– Prefetto C (ispettori generali di ammministrazione, prefetti non ricompresi nelle fasce precedenti):
Euro 135.529,64
– Vice-Prefetto D di part. rilievo (vice-prefetti di Milano, Roma, Napoli, Bologna, Genova, Firenze, Torino, ecc.):
Euro 90.531,00
– Vice-Prefetto D (vice-prefetti vicari in certi uffici, ecc):
Euro 88.382,00
– Vice-Prefetto E di part. rilievo (vice-prefetti capi di gabinetto in altre prefetture):
Euro 85.197,70
– Vice-Prefetto E (vice-prefetti con incarichi non ricompresi nelle fasce precedenti):
Euro 83.446,70
Per quanto mi riguarda, sono magistrato ordinario, nominato con Decreto del gennaio 2002, sono stato assegnato in sede dall’ottobre 2003 e ho già conseguito il primo scatto di anzianità (sono magistrato di tribunale) e vari adeguamenti ai quali fa riferimento nel suo testo.
Il mio CUD per i redditi percepiti nel 2009 (se mi dà un indirizzo di posta elettronica glielo mando) indica che
– il reddito complessivo lordo è di Euro 73.369,65 e
– l’imposta lorda ammonta a 24.751,65
Faccia Lei i conti e provi a confermare che guadagno più di un viceprefetto!!!
Dott. Giannino, rispondere al proprio interlocutore con qualche stereotipia lessicale come “talebano” o “cieco tribalismo” non l’aiuta certo a essere più persuaivo o convincente.
Sentir di dover attaccare il proprio contraddittore con quel tipo di espressioni verbali che prima Le ho indicato, senza entrare nel merito del ragionamento altrui, dimostra solo quanto il proprio sia debole.
E d’altra parte ho studiato quel minimo per capire che il suo è solo un “argumentum ad hominem”, e cioè non una seria argomentazione ma, come dicono gli esperti di comunicazione, una mera “fallacia” argomentativa.
Lei, in sostanza, sfugge al merito del dialogo: i magistrati italiani che fanno il proprio dovere (al netto delle eccezioni negative dei colleghi neghittosi di cui siamo ben consci), lavorano un numero di ore superiore a quello di qualsiasi altra categoria professionale.
Se Lei o non sa o, peggio, finge di non saperlo, non è problema nostro.
Verifichi i dati ufficiali della produttività dei magistrati italiani con quella dei colleghi europei in rapporto al numero di processi trattati daglu uni e dagli altri, e sarà costretto a confrontarsi con dati inequivocabili!
Sia ben chiaro, poi, che il rispetto che nutro verso tutti, e quindi anche verso la Sua persona, non mi impedirà di scrivere che la sua idea secondo cui oggi i magistrati stanno facendo una “difesa per il portafoglio” è INGIUSTA e lontanissima dalla realtà dei fatti.
Se avessi avuto a cuore il contenuto del mio portafoglio:
a) non avrei sarei stato, come tantissimi altri colleghi, a lavorare sino a notte fonda o nei giorni festivi;
b) non avrei portato a singola udienza n.25 – 35 processi penali per istruirli o deciderli;
c) mi sarei rifiutato di percorrere, a mie spese perchè il mio Ufficio non ha l’auto di servizio, sino a 150 chilometri al giorno per andare a svolgere attività giurisdizionali urgenti e di impatto per l’ordine pubblico (convalida di arresti e conseguenti direttissime);
d) non avrei speso per la mia preparazione professionale, di cui fruiscono tutti i cittadini (e quindi anche Lei), somme ingenti per codici, computer, date base cd.rom, carta per le sentenze;
e) non avrei trascorso i giorni, quando ero formalmente in “ferie”, a scrivere sentenze e provvedimenti per i quali NON è previsto il termine di sospensione feriale;
e) non mi sarei trovato a spiegare ai miei parenti più stretti l’assurdità di essere stato indicato come un “tumore”, un “cancro”, un “mentalmente disturbato”, un “eversore”;
Non chiedo medaglie, ma non voglio essere denigrato, umanamente ed economicamente.
E visto che il mio sforzo fatto in 20 anni di professione viene sostanzialemente irriso, da Lei come da tanti altri, sarà il caso di pesare con i fatti se della GRATUITA’ del nostro impegno sia indifferente per la comunità di anche Lei è parte.
Francesco Messina, giudice Tribunale Trani
“Ritengo assolutamente illuminanti i commenti espressi da numerosi magistrati, alcuni dei quali si spingono a illustrare programmi politici con aumento della pogressione fiscale fino ad aliquote del 70%, che ben illustrano la loro preparazione economica in materia di fisco comparato… (per la cronaca, alla perentoria richiesta di sapere quante tasse pago, rispondo sprezzante: sommando partita IVA e due società con relativi carivchi d’imposta, poiché sono libero professionista e imprenditore, quest’anno verso allo Stato il 66% del reddito lodo realizzato.”.
Mi perdoni.
Ma Lei ha appena tacciato di eresia chi ha proposto di tassare i redditi più alti (come il Suo) con aliquote fino al 70% e poi ci informa di pagare il 66%?
Un’aliquota come quella non la paga nemmeno il Primo Presidente della Cassazione (ce n’è uno solo in Italia, ed è proprio a quello, guarda un po’, che i parlamentari rapportano i loro emolumenti, al netto delle svariate “indennità”, per poi sbandierare che guadagnano come i magistrati!).
Ma su, dottor Giannino, faccia un ulteriore piccolo sforzo ed arrivi al 70%, Lei che può … 🙂
Nicola Saracino
Nel 2008 Rai spa ha speso 902 milioni per il personale (11.700 dipendenti tra cui 270 manager e 1.650 giornalisti) e 147 milioni per le prestazioni di lavoro autonomo; ha incassato 1,6 miliardi di canone versato dai contribuenti.
Stipendi:
presidente Garimberti – 448mila euro
dg Masi – 715mila euro –
Caprarica attende e continua a percepire 450mila euro lordi –
Giovanni Floris – 400mila –
Michele Santoro, che da poco ha rifiutato uno scivolo da 2,7 milioni più un’altra decina per le docu-fiction. 750mila –
Serena Dandini si avvicina al milione –
Fabio Fazio circa 2 milioni di euro lordi annui –
Bruno Vespa – 1,6 milioni –
Simona Ventura – 1,2 milioni più bonus –
Antonella Clerici – 1,5 milioni di euro il vecchio contratto, ritoccato dopo Sanremo
Sono solo alcuni esempi !
La Rai è pubblica ma niente “tagli”.
E gli stipendi d’oro sarebbero quelli dei magistrati, il cui più alto grado dopo 50 anni di servizio prende meno di 200.000 euro annui lordi, la metà del minimo di Floris per rendere un servizio costituzionale ben più essenziale di quello di Floris ?
Salvatore Cantaro
Sostituto Procuratore Generale Corte Appello Roma
io credo che in una società liberale fondata sulla primazia dell’individuo e delle libertà fondamentali non esistono tabù ed argomenti intoccabili! complimenti Oscar…..so che non ne ha bisogno, ma Le voglio esprimere vicinanza culturale e solidarietà!
caro sig. Rocco Todero, tutte qui le sue argomentazioni? vede, solo nelle società illiberali il governo può impoverire la magistratura unilateralmente e parzialmente, senza toccare in egual misura tutti i cittadini che guadagnano altrettanto, e solo nelle società illiberali si può tassare, chiamandoli tagli, solo i redditi i una parte del Paese, e infatti nelle democrazie liberali come gli Usa quello che fa qui il governo è espressamente vietato dalla Costituzione, e mi auguro anche la Corte costituzionale italiana applicherà, se del caso, in eguale misura l’art. 53 della nostra Costituzione
vede, il governo può predere ovviamente dai magistrati, ma solo se fa altrettanto con tutti quelli con lo stesso reddito, oppure taglia spese inutili a cominciare da tutte le provincie; mentre quello che non può fare, se vuole essere liberale, è prendere solo da alcuni a scelta discrezionale, perché liberale non vuol dire liberi di fare quello che si vuole, ma vuol dire garantire eguale libertà a tutti
Paolo
Caro Rocco Tadero, a mio avviso le società in tanto sono libere in quanto sono fondate sulla capacità e sul coraggio a ragionare dei cittadini.
Il ragionamento, la capacità di argomentare, la predisposizione al confronto rispettoso ma serio sono tutti elementi che permettono, poi, di “pesare” le diverse opionioni.
Che sono cosa differente dai semplici complimenti.
@Oscar Giannino
Giusto per ricordare per interezza la lettera della Costituzione: art. 104 Cost: <> (art. 104 Cost.).
Ordine sì, ma autonomo ed indipendente da ogni “altro” potere e, quindi,necessariamente potere dello Stato.
Mi chiedo, però, ma perché essere liberali dovrebbe (necessariamente) implicare che la magistratura non sia un potere dello Stato, quando la tripartizione dei poteri è teorizzata (e regolata) per motivi esattamente contrari, proprio a garanzia della libertà individuale dal potere politico (giudiziario e legislativo), allo scopo di evitarne l’interferenza?
Le due parentesi hanno portato ad eliminare il testo dell’art. 104 Cost.:
La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere.
“Nel 2008 Rai spa ha speso 902 milioni per il personale (11.700 dipendenti tra cui 270 manager e 1.650 giornalisti) e 147 milioni per le prestazioni di lavoro autonomo; ha incassato 1,6 miliardi di canone versato dai contribuenti.
Stipendi:
presidente Garimberti – 448mila euro
dg Masi – 715mila euro –
Caprarica attende e continua a percepire 450mila euro lordi –
Giovanni Floris – 400mila –
Michele Santoro, che da poco ha rifiutato uno scivolo da 2,7 milioni più un’altra decina per le docu-fiction. 750mila –
Serena Dandini si avvicina al milione –
Fabio Fazio circa 2 milioni di euro lordi annui –
Bruno Vespa – 1,6 milioni –
Simona Ventura – 1,2 milioni più bonus –
Antonella Clerici – 1,5 milioni di euro il vecchio contratto, ritoccato dopo Sanremo
Sono solo alcuni esempi !
La Rai è pubblica ma niente “tagli”.
E gli stipendi d’oro sarebbero quelli dei magistrati, il cui più alto grado dopo 50 anni di servizio prende meno di 200.000 euro annui lordi, la metà del minimo di Floris per rendere un servizio costituzionale ben più essenziale di quello di Floris ?
Salvatore Cantaro
Sostituto Procuratore Generale Corte Appello Roma
Il problema è alla radice: l’ambigua natura pubblico-privata della RAI. Io faccio fatica a considerare Pupo un pubblico ufficiale ed un programma come “i raccomandati” una funzione dello Stato.
appunto Massimo, a prescindere dal fatto che Pupo svolga servizio pubblico (più che essere pubblico ufficiale come il pagatissimo notaio che ogni tanto ho avuto modo di vedere che affianca), è possibile sapere perché chi guadagna centinaia i migliaia di euro l’anno, Pupo e notaio inclusi, non debbano fare i tanto fiamigerati sacrifici, richiesti invece al maestro elementare e al magistrato che, a differenza di altri, hanno sempre pagato tutte le tasse fino all’ultimo centesimo?
Paolo
effettivamente, un’occasione troppo ghiotta per predere solo da chi è antipatico no ?
e facendoci pure i liberali! davvero molto elegante
Paolo
Il mio stipendio netto é di euro 4.671,00 al mese e sono in magistratura da 16 anni.
Lo stipendio é onnicomprensivo e non sono previsti benefits di nessun genere e neppure detrazioni fiscali per l’acquisto di codici e (costose) riviste giuridiche.
L’adeguamento triennale alla media degli aumenti dei dipendenti statali é uno strumento che vige , fino ad oggi, per i magistrati, gli avvocati dello stato, i diplomatici, i professori universitari, i militari e le forze di Polizia. La ragione di questo sistema é ovvia per chiunque non abbia gli occhi ottenebrati dal pregiudizio: si tratta di categorie professionali che se dovessero contrattare la propria retribuzione metterebbero a repentaglio la propria autonomia e potrebbero abusare delle loro funzioni.
Lo stipendio dei magistrati fu elevato negli anni ’70 (qualcuno un po’ attempato come me ricorderà la terribile foto del collega ucciso dai terroristi con le suole delle scarpe bucate) e ciò ha consentito di intraprendere questa professione a tutti i meritevoli e capaci e non solo ai figli dei ricchi e dei latifondisti.
Accusare noi magistrati di essere dei ricchi viziati é ridicolo e, sovente, questa accusa proviene da chi guadagna davvero uno sproposito.
Roberto Camilleri magistrato
il Governo, il Parlamento in verità, prendono sempre da dove vogliono e purchè rispettino il canone della ragionevolezza ( a proposito di Corte Costituzionale e di cultura giuridica italiana ed europea !!!! ) sono stati sempre legittimati ad esercitare una certa qual dose di discrezionalità; o no? bhe, allora ridiscutiamo i limiti del potere legislativo, affrontiamo la questione di una lettura non originalista ( nel senso di originaria ) della Costituzione, affrontiamo il tema della compatibilità costituzionale della pressione fiscale, riparliamo delle soglie di accettabilità costituzionale degli inderogabili doveri di solidarietà economica e via discutendo. E poi parliamo anche edegli stipendi dei magistrati! Buona ” pesatura “!
Rocco, Lei dice cose sensate.
Temo che l’ANM debba mettersi seriamente a fare “sindacato” col principale obiettivo di sottrarre la disciplina delle retribuzioni dei magistrati agli schiribizzi del governo di turno.
Ciò prescinde dal loro ammontare e riguarda solo una questione di metodo. Non vado lontano dal vero se affermo che l’indipendenza dei magistrati postula che i riflessi economici sui loro stipendi non debbano mai essere effetto “diretto” della volontà politica, ma soltanto la conseguenza “mediata e indiretta” della politica economica in materia di pubblico impiego. In altre parole non dovrà mai più accadere che un Ministro si svegli e dica: “riduciamo lo stipendio ai magistrati”. Potrà, invece, dire: riduciamo lo stipendio o eleviamo la pressione fiscale su tutto il pubblico impiego; i magistrati saranno necessariamente – ma indirettamente – coinvolti.
rocco, messa così è corretta, e dunque non si può parlare solo degli stipendi dei magistrati o del pubblico impiego ma di tutti, e se un manager privato, AL RINNOVO contrattuale, può vedersi ridotto lo stipendio, DURANTE il contratto nessun datore di lavoro può incidere sui patti facendo del contratto ciò che vuole: dunque, nuove regole per nuovi dipendenti o nuovi contratti, ma le regole pattuite restano ferme per quanto stabilito, e se allo Stato non bastano i soldi vanno presi da tutti. Questa è la ragionevolezza costituzionale. Il resto è arbitrio. Ed è violazione del principio di parità e progressività fiscale. Come vede ragionando ci si trova.
Detto questo le auguro di non vivere mai in un Paese dove il governo a suo piacimento può ridurre i redditi a chi vuole, senza parità, specie se quel “chi vuole” è uno dei poteri di controllo e garanzia dei cittadini. La prossima volta potrebbe capitare al suo reddito, al suo contratto, a suoi patti. E potrebbe avere davanti un giudice che per assecondare i poteri che lo pagano e di cui è quindi diventato dipendente, la “scarica” e scarica i suoi diritti. Ci pensi.
paolo
Paolo, sono d’accordo con Lei, ci siamo trovati! spero di non sembrarLe di quelli che vogliono avere l’ultima parola ma non posso trattenermi dal dirLe quanto segue. Non so se Lei è un Giudice, ma è importante avere consapevolezza che il ruolo dell’ordine giudiziario dovrebbe essere proprio quello di coltivare un’idea del diritto che non deve essere esclusivamente quello legislativo ( posto, positivo, positum ). Lo so, questo è un altro discorso e non c’entra nulla, con gli stipendi dei magistrati; però vorrei che fosse utile per una riflessione comune occasionata da quanto fatto dal Governo per deciderci di fare insieme vere battaglie civili e liberali,ed in questa strada non possiamo non riconoscere come apri pista il dott. Giannino. Saluti!
@paolo
Ragionamento corretto e condivisibile.
Solo un appunto però: se per “manager privato” si intende un dirigente d’azienda (vero, non uno “pseudo-dirigente”) questi, DURANTE il contratto, può essere licenziato (a fronte del ricevimento di una indennità)
Rispetto il dr. Giannino, ma in questa occasione non lo ritengo imparziale, nè liberale. Parlare del sacrificio di tutti è un frase comica. Tutti chi? Elencare per favore. Grazie.
Parafrasando un vecchio divertente film ” Io stò coi Magistrati” !
Vedo con piacere che i molti magistrati che ti scrivono (caro Giannino), sono così pieni e zelanti nelle loro argomentazioni, specialmente, quando si tocca il loro portafoglio: magari lo fossero quando svolgono il loro dicastero; potrebbero sembrare anche più simpatici e sopratutto credibili! E allora, non si parlerebbe più di riforma di giustizia in Italia.
@liberal
Caro dante Shanti, sono davvero incuriosita dalla Sua mail (13 giugno h. 14.18)..
Le confesso, infatti, che mi piacerebbe molto sapere a cosa pensa Lei quando accenna ad una “riforma della giustizia in Italia”: a parte il desiderio di una magistratura “più simpatica” (non ho capito bene, invero, se si riferisce ad un maggiore senso dell’umorismo del magistrato oppure a qualcosa di ancora più pregnante..) mi chiedo se, a Suo parere, un rimodernamento del sistema giustizia – sulla cui necessità si può ben convenire – implichi necessariamente l’impoverimento del portafoglio di chi lavora, spesso in condizioni ambientali estremamente difficili, per garantire i diritti di tutti oppure se, anche secondo Lei, si possa pensare ad altri interventi per garantire efficacemente gli interessi di chi si aspetta tutela da un Giudice terzo ed indipendente. In attesa di un Suo cenno chiarificatore Le porgo i miei più cordiali saluti. Sonia.
per Rocco: d’accordo su tutto; per Carlo: Lei pensa che si possa licenziare un magistrato come un dirigente a seconda che non piaccia la sua interpretazione della professione ? sa chi lo faceva sì ? almeno lo intuisce credo.., e intuisce cos’è successo..; per Dante: vedo che non ha argomentazioni tranne una: riformare la giustizia significa per lei depauperare i magistrati, è stato chiarissimo.
Oh, visto che è il momento dei sacrifici, che ne dite di fare pagare tutti quelli che guadagnano più di 90.000 e 150.000 euro ? troppo difficile ? e che ne dite di far pagare più un milionario di un bidello ? troppo complicato ? ragazzi, quando uno vuole fare la destra muscolare convinta del darwinismo sociale, convinta che aiutare ed essere giusti significhi essere deboli e sbagliare, lo dica, non sia ipocrita. Tutto qui, Tremonti lo sa benissimo. Cosa c’entrano il pubblico e il privato ? nulla. Cosa c’entra la magistratura ? nulla. Lo sanno tutti. Né c’entrano i salari privati, perché non è vero che sono cresciuti meno dei pubblici, basta vedere non il valore percentuale come abilmente si fa per ingannare, ma quello assoluto di un insegnante, neppure un bidello. E perché si salvano gli stipendi dei dirigenti della Banca d’Italia o delle Authority ? Perché sono amici ? E che c’entrano i professionisti privati che hanno sempre aggiornato all’inflazione le loro tariffe, con i salari ? Ma basta con le bugie, si abbia il coraggio della verità. L’importante è essere chiari. Colpisco una parte del Paese, mi voterà l’altra. Auguri per il Paese che lo statista Tremonti immagina.
Preg.mo Dr. Giannino,
ho letto su Panorama.it la replica che Lei ha ritenuto di dare alle informazioni che io e altri colleghi abbiamo fornito sul blog.
In primo luogo vorrei precisare che non le ho mai dato, nemmeno metaforicamente, del “somaro” come afferma nell’articolo.
Semplicemente, ho voluto correggere alcuni dati – su emolumenti, carriera, tagli, ecc. – che (riconoscendole assoluta buona fede) aveva inserito nel suo articolo iniziale.
Dall’articolo su panorama.it apprendo che delle mie lunghe mail (con dati, spiegazioni e anche raffronti con gli stipendi della carriera prefettizia) Le è rimasta impressa soltanto l’attribuzione al CSM delle valutazioni di professionalità.
In particolare, Lei stigmatizza che i controlli sui magistrati li faccia un organo composto per 2/3 da magistrati (e per 1/3 da membri designati dal Parlamento, come prevede la Costituzione … ma questo Lei non lo dice!).
Mi perdoni, ma – proprio perché Lei è un “uomo d’onore” (nel significato shakespeariano del termine) e in perfetta buona fede – proprio non comprendo la critica: anche a non voler considerare che i magistrati sono l’unica categoria del pubblico impiego (e forse anche di quello privato) ad essere sottoposta a controlli di professionalità ogni 4 anni, chi dovrebbe esercitare questi controlli?
La commissione medica ospedaliera che si occupa delle responsabilità dei medici è forse composta da ingegneri?
Le commissioni disciplinari degli ordini professionali da chi sono composte? non sono gli avvocati che giudicano gli avvocati? i giornalisti che sanzionano (quando?) i giornalisti, ecc.?
O forse preferisce che il giudice che deve decidere una sua causa (separazione, divorzio, recupero crediti, lavoro, appalto, ecc.) o della sua libertà sia sottoposto a valutazione periodica da parte di organismi politici? o forse è meglio che la professionalità dei magistati sia controllata da chi non sa nemmeno cos’è un codice?
Se così è, perché non istituiamo controlli incrociati?
Ad esempio, un’apposita commissione della Coldiretti potrebbe valutare la professionalità dei medici dell’ospedale, mentre la commissione medica ospedaliera potrebbe sindacare le responsabilità dei commercialisti e così via!
Sono certo che sarebbe un buon sistema … assolutamente imparziale!
Dottor Giannino, complimenti, non c’è che dire.
Anziché confrontarsi qui, scrive una “opinione” su Panorama su questa discussione e, dopo aver tacciato di ogni nefandezza chi l’ha contraddetta con argomenti, ha l’arroganza di darsi ragione da sé.
Ora comprendo perché per quelli come Lei la magistratura non serve, è parassitaria: chi può la ragione se la prende da solo. Come nella giungla. Nella quale evidentemente Lei prospera …
caro nicola ma il dott. Giannino è un liberale, cosa dici mai ? non ti basta la parola liberale ? non significa che lui può fare ciò che vuole ? la giungla era molto liberale, e come vedi lo è ancora, devi essere proprio un comunista sai, anzi, visto che non mi piaci e che con le tue insistenti lettere e argomentazioni cui non sono in grado di rispondere mi innervosisci, ti dimezzo lo stipendio! c’è la crisi e non posso essere depressivo con i liberali, quindi lo sarò con te, anzi, guarda, mi aspetto che tu lavorerai gratis per difendere i liberali come il dott. Giannino, come fanno i prefetti, i funzionari più amati dai liberali
Ho letto il suo “pezzo” sui commenti a questo articolo. Cita anche il mio contributo. Ma lei semplificando, tradisce la complessità del tema. Lei continua a non voler comprendere il funzionamento della nostar progressione in carriera. Quantunque io dubiti fortemente della sua volontà di confrontarsi, le faccio presente che:
dal 2007 le valutazioni di professionalità sono quadriennali;
fino ad allora erano previste più raramente(dopo 3, 13, 20, 28 anni di servizio);
il dato percentale del 96% va riferito a coloro che sono stati valutati (è un dato relativo) e non a tutti i magistrati in servizio, per il semplice fatto che non tutti sono stati ancora valutati;
lei sembra disturbato dal fatto che i magistrati sono valutati dai magistrati del CSM (insieme ai membri laici, of course): bene, mi sa dire perchè non la disturba che altre carriere prevedano la valutazione di colleghi dei valutati? penso ai medici, ai prefetti, ai funzionari di polizia, ai carabinieri, agli Avvocati dello STATO.
Preferirebbe forse che i funzionari di polizia fossero valutati da ingegneri? Infine non comprendo perchè paragona la nostra carriera e la nostra retribuzione ai prefetti: ci paragoni, se proprio deve, ad una carriera più vicina alla nostra: agli avvocati dello stato. vada a controllare le loro retribuzioni. La nostra carriera, è nell’ambito della giurisdizione, ha caratteristiche assai diverse da quelle di un prefetto. Non le sembra che il “terzo potere” – come si chiamava una volta – e l’esercizio della funzione giurisdizionale meriti una diversificazione dalla carriera prefettizia? Se proprio vuol continuare a scrivere di questo tema, la prego: si informi di più e meglio.
Ah, dimenticavo: in questi giorni mi sono trasferita alla Procura di Firenze. Se scriverà un altro pezzo su questa discussione citandomi, potrà almeno scrivere un dato esatto.
cara Ornella, ma perché il disciplinare dei giornalisti da chi è fatto ? dagli idraulici o dai lettori ?
@paolo
mi perdoni Paolo, credo ci sia stato un malinteso. Il paragone tra magistrato e dirigente privato lo ha inizialmente proposto lei. Quello che volevo dire è che mi sembrava un paragone improprio, anche per le ragioni che lei ha giustamente ricordato.
Rileggo oggi questo scambio di opinioni dopo quasi tre anni.
Ne è passato di tempo.
La Corte Costituzionale ha riconosciuto quanto era stato scritto: la manovrina del governo Berlusconi era iniqua (nel senso che non rispettava i principi costituzionali di eguaglianza … anche nelle imposte a parità di reddito!) e penalizzante per una sola categoria (la magistratura).
La stessa Corte (composta da pericolosi comunisti, ovviamente!) ha spiegato al legislatore di turno che se si vuole costringere i cittadini a uno sforzo economico per situazione di crisi … Tale sforzo deve riguardare tutti e non soltanto alcuni (su questo blog lo avevamo scritto, ma anche le mie bimbe – a pochi anni di vita – c’erano arrivate prima del legislatore di allora!).
Nel frattempo, il moralizzatore dei costumi altrui, il fustigatore delle legittime pretese economiche di chi – conseguita la laurea e superato un difficile concorso – chiedeva solo equità, il più volte appellato Dottore o Dr. o Dott. (anche in questi post) … ha perso un master e un paio di lauree!
NEMESI STORICA!