30
Mar
2012

Nessun tram è gratis

Il Comune di Torino dichiara di voler offrire gratuitamente il trasporto su bus e tram nell’area Ztl. L’aumento della benzina e il caro sosta hanno già fatto aumentare il numero di passeggeri nonostante il rincaro delle tariffe, ma con tale provvedimento si cerca di incentivare ulteriormente la domanda.

Buone notizie, quindi, per gli utenti del servizio pubblico locale? Per alcuni – quelli che viaggiano nella zona a traffico limitato – certamente sì, ma non per gli altri, né per i contribuenti torinesi. Come ricordava Milton Friedman, “nessun pasto è gratis”. Lo stesso vale anche per bus e tram: quello che non si paga con i biglietti all’interno della Ztl, sarà finanziato tramite le imposte comunali o il gettito (magari l’incremento) dei biglietti nelle aree escluse. In questi casi, non finanzierà il servizio chi lo utilizza, ma rispettivamente la collettività e gli utenti che non hanno la fortuna di viaggiare, vivere, lavorare e muoversi nella zona franca. In alternativa l’azienda – nello specifico Gtt – che non fornisce il servizio solo a Torino, potrebbe usare gli introiti ottenuti in altre città per coprire le perdite subite nel capoluogo regionale. Oppure potrebbe decidere di ricorrere, ad esempio, all’incremento del costo dei parcheggi a pagamento.

Gtt è oggi un’azienda pubblica che vanta un bilancio in attivo, ma sarà sottoposta ai pesanti tagli decisi dalla Regione e al forte aumento della benzina. Aggiungere l’obbligo di non far pagare il biglietto in centro potrebbe costarle caro.

Quello che insomma viene spacciato per un possibile servizio gratuito, non lo è per nulla. Semplicemente non si fa pagare chi usufruisce direttamente di tram e bus, ma la collettività. Eppure questa opportunità è stata presa in considerazione proprio in vista dell’aumento della domanda, che vede i mezzi sempre più affollati: piuttosto che raccontare di regalare il servizio, dovrebbero invece aumentare i mezzi in circolazione. Se poi i veicoli continueranno ad essere sempre più affollati, ossia risponderanno a una reale esigenza degli utenti, allora sarà possibile ridurre le tariffe in tale zona, continuando però a far contribuire solo chi effettivamente ne fa uso. In caso contrario si rischia che, non dovendo pagare, molta gente che non ne avrebbe usufruito deciderà di farlo comunque (a volte è più conveniente fare poche fermate a piedi che salire sul bus), contribuendo all’affollamento dei mezzi e, quindi, al peggioramento del servizio, disincentivandone l’utilizzo. O, in alternativa, potrebbe rendere necessaria la circolazione di veicoli aggiuntivi, senza che sia possibile coprire le spese, se non alzando le tariffe sulle altre tratte. La zona gratuita sarà poi automaticamente ed inevitabilmente ampliata dai free-riders: quanti devono fare solo una o due fermate prima di entrare nella Ztl, cercheranno di evitare di pagare.

Torino non è certo l’unica città ad aver pensato a un simile provvedimento. Anche a Tallinn, capitale dell’Estonia, vogliono offrire il servizio gratuitamente, ma sono più onesti nel dichiarare le loro intenzioni: sanno infatti che in qualche modo dovranno trovare i 20 milioni di euro necessari a finanziare il progetto. C’è poi l’esempio di Bologna, la prima città italiana ad aver implementato tale programma, che però fu costretta a rinunciarvi dopo tre anni, dato che i ricavi non coprivano le spese e Atc si trovò in perdita. Gli esperimenti in alcune città americane, inoltre, mostrano che autobus e treni sono usati in modo crescente dai senzatetto e non funziona neppure come incentivo ad utilizzare meno l’auto. A tal proposito, non dimentichiamo che in Italia metro e treni viaggiano vuoti per quattro quinti e la domanda ha mostrato un trend in calo del 30% negli ultimi vent’anni nonostante le basse tariffe (che sono insufficienti a coprire i costi).

Se l’intento è invece quello di ridurre la congestione in centro e diminuire l’inquinamento, allora la strada è quella di incentivare l’uso dei mezzi pubblici assicurandone una migliore offerta, che passa attraverso le gare per l’assegnazione del servizio in modo da favorire l’ingresso di nuovi operatori ed eventualmente tramite l’introduzione di schemi di road pricing.

Al di là dei legittimi dubbi sulla possibilità di raggiungere tali obiettivi con un simile provvedimento, non ci si deve illudere che si possa davvero usufruire di tram e bus gratuitamente, né tanto meno che questa sia una strada percorribile per offrire una prestazione migliore, che rappresenta il vero stimolo per un aumento della domanda.

 

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18 Responses

  1. Francesco P

    Io temo che l’intento sia solo propagandistico. Le tasse aumentano? L’economia va male? Ho, che bello, facciamo una sparata demagogica per cercare di recuperare consenso. Tanto poi i debiti li pagheranno i cittadini con nuove e salate tasse. Un provvedimento del genere è profondamente iniquo nei confronti di chi vive e/o lavora fuori dalla ZTL.

    Finora i partiti hanno potuto mantenere un ampio consenso grazie anche a idee strampalate ed il ricorso all’indebitamento. Purtroppo siamo colpevoli anche noi, perché magari abbiamo dato il nostro voto a queste macchine mangiasoldi più per senso civico che per convinzione e non abbiamo saputo costruire delle alternative più serie.

  2. “Gospodin,” he said presently, “you used an odd word earlier–odd to me, I mean…”

    “Oh, ‘tanstaafl.’ Means ~There ain’t no such thing as a free lunch.’ And isn’t,” I added, pointing to a FREE LUNCH sign across room, “or these drinks would cost half as much. Was reminding her that anything free costs twice as much in long run or turns out worthless.”

    “An interesting philosophy.”

    “Not philosophy, fact. One way or other, what you get, you pay for.”
    From The Moon is a Harsh Mistress, by Robert Heinlein.

  3. daniele

    al giorno d’oggi i dipendenti guadagnano di + degli imprenditori ?che notizia !!!
    probabile!!!!
    non sanno che ci facciamo un culo tanto noi artigani-imprenditori,noi evasori.

  4. La classe dirigente è sempre quella che ci ha portato al disastro, cosa vuoi che cavino dal cilindro se non le solite trovate demagogiche? Spero che alle amministrative becchino la prima mazzata, anche se è più probabile che tra due anni ce li ritroveremo tutti lì come è successo 20 anni fa…

  5. Roba da comunisti… Torino fa rima con Fassino (rigorosamente “italiani”… perchè gli altri Paesi, vedi Germania, i comunisti, peraltro veri non come le nostre ridicole macchiette, ce li hanno ma sono gente seria): far qualcosa di buono per qualcuno facendone pagare il prezzo ad altri… in Italia c’è un detto che esprime bene il concetto ma è un po’ volgarotto.

  6. Stefano

    Ma intanto il popolo bue sta già applaudendo. Come dice un grandissimo (Mario Seminerio): “Ce lo meritiamo tutto, il default”.

  7. andrea

    Tram gratis, H2O gratis, treni quasi gratis, ospedali praticamente gratis, pensioni molto gratis, scuola gratis, sagre gratis, mondezza quasi gratis, posti pubblici molto gratis….cosa volete di più dalla vita?

  8. Stefano

    ….prendiamo il tram come esempio: se il gestore della rete e la guida politica, sono in grado di emettere (cosa che il comune non può certo fare) la moneta con la quale gasolio e stipendi possono essere pagati ==> se il servizio si configura come una crescita, una ricchezza per la società, anche se non monetizzata, anche se di una categoria diversa rispetto alla ricchezza puramente monetaria (l’unica che ora sembrerebbe essere considerata dai “ragionieri” tedeschi – i ragionieri veri, quelli che sanno che la loro è una tecnica e non una filosofia mi perdonino – o dalla versione nazionale) allora genera un beneficio per la società nel suo complesso e – se è realizzata in modo efficace ed efficiente – aumenta il bene generale, e quindi, secondo me, è accettabile.
    Se invece lo Stato aumenta le tasse, peggiora la situazione dei cittadini, riduce le tutele, anche se alla fine incassa più denaro di quanto spende, ma “impoverisce” in senso lato la Nazione, allora opera male.
    NON ESISTE IL SOLO ASPETTO ECONOMICO delle cose !!!!!
    Grazie al cielo la società è ben più complessa di un mondo unidimensionale nel quale esiste solo la dimensione economica delle cose: certe spese non si bilanciano con delle entrate monetarie, ma con una crescita culturale, della qualità di vita, della serenità che garantiscono ai cittadini.
    Proprio il contrario di quella disperazione che ha provocato i drammatici fatti di questi giorni e che la tremenda, miope ed ottusa tendenza a guardare la vita delle persone solo con gli occhiali polarizzati del monetarismo temo non possa fare altro che acuire.

  9. L’iniziativa del Comune di Torino non produrrà, a nostro parere, alcun vantaggio per chi accede alla Città dalle periferie. Ed anzi, con l’aumento del prezzo del biglietto intervenuto lo scorso febbraio, circolare per Torino con i mezzi pubblici risulta più costoso. Ne trarranno vantaggio, invece, coloro che vivono all’interno della ZTL, i quali potranno utilizzare gratuitamente i mezzi pubblici per tutte le tratte entro la Zona a Traffico Limitato.
    Insomma, potrebbe prodursi l’effetto per il quale chi vive fuori dalla ZTL “finanzia” il privilegio (mezzi pubblici gratuiti) che spetta a chi vive entro i limiti della Zona a Traffico Limitato.
    Non vi pare un pò iniquo?

  10. Francesco

    Io direi invece di ripensare a come sono gestiti gli abbonamenti.
    Oggi in qualunque grande città italiana per giustificare il prezzo dell’abbonamento bisogna viaggiare almeno 5 giorni alla settimana e 11 mesi su 12.
    All’estero bastano due o tre corse per giustificare un giornaliero, tre giornalieri per far convenire un settimanale e così via.

    Insomma, mezzi non gratis ma abbonamenti annuali a prezzi molto convenienti: finanziamento e libertà di utilizzo.
    Io pagherei subito.

  11. rccs

    Mi sembra di capire che la maggior parte dei commentatori e degli estensori di questo articolo non abbiano mai fatto un giro a piedi della ZTL di Torino.

  12. Davide Gionco

    Qui in Svizzzera è possibile acquistare degli abbonamenti generali per tutti i mezzi pubblici (treni e bus).

    http://www.ffs.ch/abbonamenti-e-biglietti/abbonamenti/abbonamento-generale.html
    validi per tutti i mezzi pubblici.

    La tariffa base è circa 3500 franchi (2916 €) per un singolo, con agevolazioni per le famiglie.
    I costi sono certamente inferiori a quelli di un’auto privata, tenendo conto di ammortamenti, manutenzione, assicurazioni, tasse, benzina.
    I servizi pubblici sono efficienti.
    Molte persone che vivono in città non hanno l’auto, non gli conviene.
    Nel caso eccezionale in cui davvero servisse l’auto, esistono delle auto in affitto (Mobilitis) a prezzi ragionevoli.

    Al di là dei vantaggi personali, il tutto rappresennta una economia d’insieme, dato che i cittadini, non avendo l’auto, spendono di meno e possono spendere quei risparmi in altro modo, facendo girare l’economia

  13. Claudio Di Croce

    Da una inchiesta del Sole 24 Ore di qualche mese fa è risultato che Torino è la città che ha il più alto debito procapite d’Italia. Il tutto come frutto di decenni di gestione sinistra e delle pazze spese per le Olimpiadi invernali del 2006. Ma i miei concittadini invece di punire il PD di Chiamparino , hanno eletto il successore ,sempre del PD , tal Fassino , quello della frase ” allora abbiamo una banca ” per anni segretario del PDS. Appena eletto Fassino ha aumentato il costo dei biglietti del servizio pubblico di trasporto del cinquantapercento . Cosa che se lo avesse fatto un sindaco di centro destra sarebbe scoppiata la rivolta . Invece niente , è passato tutto sotto silenzio.Forse perchè il Comune è il più importante distributore di buste paga e i giovani torinesi , laureati in scienza delle comunicazioni, sociologia, filosofia, scienze politiche e altre amenità del genere , sperano di arrivare al posto fisso pubblico , dove la busta paga è garantita e il lavoro è un opzional . L’iniziativa annunciata fa parte della demagogia tipica della cultura cattocomunista molto presente nella mia città.

  14. Consumatore Informato

    @Roberto
    Noi infatti evidenziamo proprio questa anomalia: uffici/negozi/abitazione “non popolari” potrebbero trarre vantaggio da questa misura.

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