28
Mar
2012

Né privatizzatori né tagliatori di spesa. Allora, ristrutturazione straordinaria del debito

“Il peggio deve ancora  venire”. Così si è espresso lo scorso 22 marzo, parlando dell’eurocrisi, non proprio l’ultimo degli sprovveduti. E’ infati l’opinione di Willem Buiter, chief economist di Citigroup. Ma soprattutto economista, visto che per anni ha servito Bank of England nel suo Monetary Commitee,  e non proprio un banchiere d’assalto, visto che pochi mesi prima di assumere l’incarico in Citi a fine 209 nel suo blog l’aveva descritto come “un conglomerato dedito alle peggiori pratiche lungo l’intero spettro dell’intermediazione finaziaria”. Perché Buiter ha questa opinione, mentre gli spread sono scesi di centiniaia di punti rispetto al picco della crisi, tre mesi fa? Perché stiamo tirando il fiato illudendoci di esser tornati a guardar le stelle, ma in realtà non stiamo traendo la giusta lezione dalla crisi greca.

Penso che Buiter abbia ragione. E aggiungo: la lezione greca dovrebbe valere proprio per i Paesi non tripla A, ad altissimo debito, bassa crescita, altissima spesa pubblica e tasse. In altre parole: de te Ausonia loquitur. Sono due, le considerazioni essenziali di uno scenario che non va considerato pessimista, ma al contrario prettamente realista. La prima è che risulta evidente proprio in queste settimane post controlled default greco, che le tensioni di finanza pubblica degli euromembri restano forti. Non è escluso che Atene non ce la faccia comunque e abbia bisogno di nuovi aiuti. Si è aggiunta la nuova crisi spagnola, troppo lontana dagli obiettivi di rientro dichiarati, e a serio rischio di diventare assai presto a propria volta un Trojka country. Poi il Portogallo. L’Irlanda. Persino l’Olanda, alle prese con tagli assai superiori alle sue attese, se vuole stare negli obiettivi del fiscal compact.

La seconda è quella strettamente collegata al default controllato greco. Non è saltata nessuna banca né alcun hedge fund. Non c’è stato alcun effetto contagio. Anzi, si è diffuso un eccessivo ottimismo malgrado 160 miliardi di haircut ai detentori di titoli pubblici greci, in grazioso cambio di circa 60 miliardi di carta a bassissimo rendimento e a lunghissima scadenza.

Se però questo effetto si è prodotto, tanto varrebbe approfittarne. Degli oltre 500 miliardi di eurotitoli pubblici in scadenza per Paesi non tripla A nei tre trimestri residui del 2012, oltre 300 miliardi è costituita da titoli italiani. Il 50% dei quasi due trilioni di euro di debito pubblico italiano va in scadenza nei prossimi due anni. Ora è vero che negli ultimi tre mesi il rendimento del  Btp decennale è sceso  di 250 punti base sino a sotto la soglia del 5%, prima di risalire ora verso quota 320. E che al Tesoro, la direzione preposta al debito pubblico guidata da Maria Cannata sta esaminando tutte le possibili strategie per tornare ad allungare la duration del nostro debito pubblico senza chiamare i bondholders ad alcuna perdita di valore.

Tuttavia, per l’Italia sarebbe il caso di fare di più. La penso in questo come Georges Ugeux, CEO di Galileo Global Advisors, che ne ha scritto il 25 marzo sull’Huffington Post. L’Italia  potrebbe – meglio: dovrebbe  – pensare a una vera e propria ristrutturazione straordinaria del proprio debito pubblico. Certo, con un haircut assai inferiore al quasi 70% inflitto ai bondholder greci. Ma comunque di una notevole consistenza.

Si comprende al volo che anche solo ventilare la remota ipotesi di una ristrutturazione straordinaria del debito di un Paese sovrano provochi reazioni di immediato e sdegnato rigetto da parte del suo governo. Ne va del prestigio nazionale, inevitabilmente legato alla piena garanzia di solvibilità. Purtuttavia, seguitemi nel ragionamento.

Primo: il governo Monti è quello più adatto a potersi sobbarcare una simile operazione, stante la sua natura tecnica e d’emergenza. So bene che è nato sulla base di un’idea diversa, che bastasse cioè a garantire la piena e ordinaria solvibilità il fare i compiti a casa raccomandatici dall’Europa e da troppi anni smentiti e denegati da una politica inetta e imbelle. Ma nell’emergenza è un governo d’emergenza meglio che politico, a poter trattare le migliori condizioni con mercati e Trojka.

Secondo: il governo Monti sinora si è mosso sulla stessa linea che l’Italia segue da vent’anni a questa parte quando la sua finanza pubblica finisce alle corde e nei guai. Avanzi primari di 5-6 punti di Pil, realizzati per la più gran parte con nuovi aggravi fiscali. Senza nessuna cessione di asset per abbattere più rapidamente e non recessivamente il debito. E senza toccare la spesa corrente che continua inerzialmente a crescere, anche se a un tasso meno rapido dopo le quattro manovre assunte nel 2011 e dopo l’unica vera riforma salvifica – quanto a finanza pubblica – sin qui assunta: quella delle pensioni.

Terzo: la conseguenza è che famiglie e imprese italiane, alla luce del peggioramento del Pil figlio sia dell’eurocrisi sia della quindicennale e pre esistente tendenza italiana alla bassa crescita, continueranno a trovarsi esposti a nuovi gravi fiscali ulteriori, visto che le ipotesi macro assunte a base del salva-Italia nel dicembre scorso non sono più coerenti con l’azzeramento del deficit, a cui siamo comunque tenuti nel 2013.

Quarto e conclusione: almeno, se ristrutturiamo volontariamente e con la debita assistenza internazionale la montagna di debito pubblico in scadenza, ancoriamo a un beneficio certo e quantificabile il salasso a cui stiamo sottoponendo l’Italia legale e produttiva. Altrimenti, lo Stato si piglierà per sé sempre di più ma il debito continuerà a crescere, l’Europa e i mercati a sospettarci e tenerci nel mirino. Chi la pensa come me farebbe diversamente. Cederebbe i 500 miliardi di mattoni di Stato per l’abbattimento del debito in conto patrimoniale. E in conto economico ridurrebbe perimetro e piante organiche pubbliche a ogni livello, aprendo a colpi d’ariete punti e punti di Pil a meno tasse e più crescita. Ma se fare tutto ciò  è davvero così impensabile e impossibile anche a un governo dei tecnici, se è vero come è vero che in consiglio dei ministri  Giarda ha accusato Grilli di tenersi la delega fiscale in tasca e Grilli ha replicato di aspettarsi poco o nulla dalla spending review di Giarda, allora almeno si ristrutturi il debito pubblico. Altrimenti, l’Italia legale sarà sempre più condannata all’anossia.

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122 Responses

  1. Andrea

    Possibile che nessun media italiano, ha parlato del più grande evento keynesiano dal dopo guerra?Sto parlando del Summit MMT di Rimini-del 24-26 Febbraio.

  2. Marco Tizzi

    Caro Oscar,

    solo alcune cose:
    – apprezzo tantissimo che lei arrivi a dire “serve un default”, cosa che Roubini consigliò all’Italia già in autunno: so quanto le costa e capisco che sia un senso di disperazione che la porta a dirlo. Ma questa è un’analisi lucidissima ed è una proposta concreta e possibile, come raramente le ho sentito fare.

    Però:
    – ci stiamo dimenticando del debito privato che è, imho, più insostenbile del debito pubblico. Che si fa, si lascia partire un domino di bancarotte? Perché ci siamo, Oscar, ormai ci siamo. Soprattutto nel resto d’Europa, l’Italia è messa bene in questo senso. Ma l’Olanda, per seguirla, è messa malissimo a debito privato. La Spagna non ne parliamo. E se parte il domino la Germania non sarà esente.

    – imprenditori continuano a togliersi la vita. Lei e Grillo, mi scuso se non le piace l’associazione, siete gli unici che fanno da cassa a queste urla silenziose. Un default li aiuterebbe?

    Per questo le dico: invece che ristrutturare ‘sto maledetto debito, monetizziamolo in parte, condizionando la monetizzazione a qualcosa.
    Possono essere riforme, può essere una riduzione della pressione fiscale sul lavoro, può essere qualunque cosa di sensato che aiuti l’economia reale a rimettersi un attimo in sesto.

    Altrimenti “il peggio deve ancora venire” comunque, perché finché i soldi restano nella finanza qualsiasi azione è inutile.

  3. AndreaB

    Premetto che non sono esperto di economia, ma cerco di capire e quindi chiedo a chi stimo come esperto della materia.
    Nella totale condivisione del suo articolo, soprattutto per quanto riguarda le cessioni di beni dello stato e conseguente monetizzazione, vorrei conoscere la sua opinione autorevole riguardo questa “provocazione”: perche’ non pensare di abbassare l’Iva, progressivamente al … 12%? Perche’ non abbassare le accise sui carburanti fino a portare il prezzo a 1 Euro al litro? Due cose semplici, comprensibili a tutti, trasversali, stimolanti per investimenti etc etc; basterebbe il solo annuncio dell’intenzione di farlo, magari progressivamente, pochi punti alla volta e ci sarebbero effetti positivi.
    A questo andrebbe accompagnata anche una seria lotta all’evasione, ed una ricerca, come suggerito nell’articolo, di risorse “dall’interno” dell’apparato statale e non sempre e solo a scapito dell’Italia “legale” 🙂

  4. Toni

    materiaprima+nettoinbusta+profittonetto=100
    impostedirette+oneri=100
    IVA=21% – Prezzo di vendita: 242
    Buttiamo via tutte le dirette e gli oneri e mettiamoli nell’IVA:
    diventerà forse 100%? :100+100%=200
    I prodotti cinesi oggi: 100+21% in vendita a 121 contro i nostri 242
    domani 100+100% = 200. Chi comprerà più cinese?

  5. magnini

    ci vorrebbe un prestito forzoso per vendere parte del patrimonio pubblico, ma i partiti non ci sentono e andrà a finire con una patrimoniale

  6. andrea

    A mio avviso un default controllato sarebbe la fine dell’Italia senza tagli pesanti della spesa e riforme che riportino il Paese ad un livello di civiltà accettabile. Il default porterebbe sicuramente benefici nel breve, ma visto che la spesa improduttiva continua a crescere (e mi pare non vi sia nessunissima volontà nè politica nè sociale di modificare questo andamento) in futuro avremo di nuovo bisogno dei mercati per finanziarla, mercati che ci faranno pagare un prezzo salatissimo. Ciò che mi ha insegnato mio padre è che i debiti si onorano con il sudore e i sacrifici, il sudore Monti lo sta già spremendo a suon di tasse, mi pare ora che si comincino a fare sacrifici rinunciando a parte della ricchezza statale e ai privilegi sociali che molte categorie di persone fanno pagare a tutte le altre.

  7. Lucas

    Però, vendere gli asset quando il mercato è in crisi non è un errore strategico?
    Non sarebbe meglio tenerli per venderli quando ( e se) il mercato si sarà ripreso?

  8. Vincenzo

    @Lucas
    E in virtù di quale magia, visto lo stato attuale, si riprenderebbe il mercat? Piuttosto, se non si vendono oggi si corre il rischio di svenderli domani.
    Magari quello che si potebbe pensare è una qualche forma di conversione incentivata-obbligatoria dei titoli del debito pubblico in quote del patrimonio dismesso. Ma non sono certo competente per dire io come e cosa fare.
    C’è anche da dire che la vastità del patrimonio pubblico fa sì che sia difficilissimo gestirlo in modo redditizio.
    Un’idea che mi viene in mente, e che forse sarebbe di facile realizzazione sarebbe quella di cedere in appalto al miglior offerente la gestione (non la proprietà) dei musei. Libero poi l’appaltatore di fare pagare il biglietto di ingresso quanto vuole.

  9. Marco Tizzi

    @Vincenzo
    Mettere in vendita oggi il patrimonio immobiliare pubblico è pericolosissimo: il mercato immobiliare sta già vacillando, una botta di offerta improvvisa potrebbe farlo crollare definitivamente.

    E se crolla bisogna stare attenti che si tira dietro tutto, a partire dal sistema bancario.
    Che, per legge, dobbiamo salvare con soldi pubblici.

    Quindi rischiamo di farci male sul serio.

    Ripeto: per me l’unica soluzione sensata è la monetizzazione.
    Il default è sicuramente una possibilità, ma tra due anni siamo da capo, come succederà alal Grecia.

  10. Caro Giannino, oltre a concordare spessore volentieri – purtroppo – con le sue tesi, le faccio un ragionamento semplice e da non tecnico:
    Se l’immenso patrimonio dello stato viene conferito in un fondo, le quote del fondo saranno garantite dal patrimonio del fondo stesso. Pertanto 500 miliardi di euro sarebbero garantiti ed il debito non garantito (o meglio, garantito dal sistema italia) sarebbe circa di 1.500.000.000 di €. Non e’ il massimo, ma sicuramente un bel passo avanti.
    Almeno la meta’ potrebbero metterla le banche italiane ricevendo 250 miliardi dalla BCE al tasso dell’1,5 % annuo per 5 anni, il resto potrebbe venire da investitori stranieri. Immagino che con un buon gestore il fondo possa rendere il 3/3,5%, forse anche di piu’; pertanto per le banche non sarebbe un sacrificio così pesante. I 30 miliardi risparmiati potrebbero ridare un bel fiato al nostro sistema economico. Si stanno aprendo scenari molto interessanti nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica. Se le banche non favoriscono le. PMI, il mercato solo dividono i soliti noti: ENEL Green power, sorgenia ecc. Con buona pace dei posti di lavoro per i giovani imprenditori e per i giovani in cerca di occupazione.

  11. matteo

    @Marco Tizzi
    oh andiamo, tanto il patrimonio statale cadrà tutto a pezzi, se i privati lo comprano a poco e le aziende edili si specializzano in ristrutturazioni magari a sopravvivere ce la faranno.
    Se poi si semplifica anche la legge per l’uso di questi immobili sarebbe una bella roba

  12. giuseppe

    La cosa che più mi preoccupa è che in questo “programma” del Governo non viene mai menzionato il fattore tempo, quasi fosse una variabile indipendente. Quanto tempo ci vuole per vedere un pò di luce? Comincio a temere che si tratti di decenni. E’ un periodo di tempo che non desta eccessive preoccupazioni a chi viaggia sui cinquecentomila euro l’anno o giù di lì. Forse è sopportabile anche per chi ha ancora un lavoro decente. Per tutti gli altri temo che siano troppi anche sei mesi.

  13. Marco Tizzi

    @matteo
    Io non sto dicendo che sia sbagliato farlo, dico che è sbagliato il momento, perché il mercato immobiliare è in crisi già oggi per un eccesso di offerta: le aziende edili possono ristrutturare quello che vogliono, ma tanto nessuno li compra quegli immobili.

    Se si fa va fatto quando ci sono soldi che girano, oggi è già difficile che la gente riesca a mantenere gli immobili che hanno, soprattutto dopo le nuove tasse, figuriamoci comprarne di nuovi.

  14. Nicola

    Mi dispiace dirlo, ma io mi auguro che salta il banco, io preferisco morire che sopravvivere, io sono una micro partita iva che oggi si traduce “evasore”. Con “nobili propositi” il sig monti ci sta facedo annaspare pagando quasi 2 euro 1 lt di gasolio, pagando tasse su tasse, obbligando pensionati ad avere a che fare con i veri colpevoli di questa infinita crisi, tanto poi alla fine i conti non torneranno mai perchè semplicemente il debito è impagabile, la matematica non fa sconti, i numeri non ci stanno, siamo in recessione sarà necessaria un’altra “nobile manovra” per “salvare l’italia”. Tantovale fallire e rincominciare da capo senza aggravare ulterirmente il morale e le tasche della gente. Rimboccarmi le maniche per risolvere definitivamente i problemi di questa nazione non mi spaventa. Mi dispiace anche dire che l’italiano è un popolo rassegnato che si mette sempre in fila muto a pagare, questa è la vera forza di questo sistema, e per sistema intendo finanza e politica.

  15. Corrado

    Caro Oscar ti ascolto da parecchio tempo sono un libero professionista una volta operante nel settore pubblico, ormai chiuso e mi sono rapidamente riconvertito come attività nei servizi al privato.Ti voglio segnalare il mio caso, ovvero un ipoteca sulla mia unica casa effettuata con azione di di circa 185.000,00, se Equitalia mi avesse comunicato una ipoteca per 20/30.000 €. potevo anche organizzarmi e provvedere ad una rateizzazione, in prima istanza la Comm.ne tributaria è stata a mio favore, ma sono ricorsi in estremo all’appello che gli è stato accolto e quindi andrò in cassazione chissà come finirà. L’erario si comporta come la mafia o gli strozzini ti fanno crescere il debito che poi no riesci in alcun modo a pagare è questo il senso della mia comunicazione e mi rallegro per la tua battagliera protesta anche e soprattutto sul debito pubblico spesa corrente etc. e i dipendenti pubblici che non capiscono o non vogliono capire, ciao Oscar

  16. adriano

    Il default può essere una opzione obbligata ma con il debito in euro i problemi restano chiusi in un forziere di cui non abbiamo le chiavi.Da solo non basta,come non basterà alla Grecia.Con la lira non saremmo costretti perchè l’insolvenza non dipenderebbe dall’eccentricità o dalla benevolenza pelosa degli altri sovrani.Quando c’era,le questioni erano serie ma non disperate perchè il limite teorico era infinito e non limitato.Preferirei che ogni tanto si ragionasse anche su soluzioni meno traumatiche giapponesi.A volte,come altri,mi chiedo:qual’è il confine insuperabile per un debito interno che si risolve in una partita di giro?Chi può dirlo.Confini potrebbero non esistere,senza la necessità dell’ estinzione.L’inflazione potrebbe far danni ma come per l’aids meglio la ricerca della cronicizzazione che l’esito mortale.Senza il ritorno alle monete nazionali la soluzione non c’è e dato che l’errore commesso non lo si vuole eliminare e neppure ammettere,affascinati dall’Europa di Barroso (Carneade…ma chi era costui?),qualunque essa sia sposta il problema ma non lo rimuove.

  17. Cris

    Buona serata a tutti.
    Sono pienamente d’accordo con Giannino sulla necessità di vendere il patrimonio pubblico immediatamente e senza dilazioni.
    Anche con un mercato immobiliare in affanno penso proprio che si troverebbero senza eccessive difficoltà investitori nazionali ed internazionali disposti ad investire e le quotazioni attuali aiutano in questo caso.
    Con il ricavato si dovrebbe poi ridurre il debito pubblico dimostrando la reale volontà dell’italia di onorare gli impegni, ciò a mio avviso non farebbe altro che ridurre ancora di più gli spread.
    La questione di una ristrutturazione del nd. debito pubblico la capisco ma non l’accetto in quanto non farebbe altro che rimandare il problema perché darebbe ossigeno ai politici spendaccioni che non inizierebbero una seria attività di riduzione delle spese ma anzi tornerebbero a spendere e regalare più di prima.
    La necessità dell’Italia è quella di avere una classe politica che sia in grado effettivamente di ridurre le spese pubbliche in ogni ordine e grado, cedere gran parte delle proprietà mobiliari ed immobiliari (non sarebbe ora di vendere anche le quote pubbliche residue di Enel, Eni, Terna, Snam, Finmeccanica, Poste Italiane, FS…. per non parlare delle controllate locali come A2A, Acea, Acegas…), faccia una seria lotta all’evasione fiscale ma non rendendo il fisco ancora più asfissiante di come già sia.
    Dulcis in fundo il taglio delle tasse è es-sse-nn-zi-al—eeee!!!!
    L’italia ha un elevato grado di sopportazione ma sta arrivando al limite, il taglio delle spese e delle tasse deve arrivare prima possibile altrimenti altro che ristrutturazione del debito, il debito evapora da solo quando chi deve pagare le tasse è costretto a dover scegliere tra queste ed il pagare i lavoratori o le spese domestiche!
    Io son positivo di natura e penso che che l’italia ce la possa fare ma serve un impegno serio per i prossimi 20 anni!!! Il governo attuale nel bene e nel male che fa e che farà ha una durata di un anno circa e poi???
    “Io speriamo che ma la cavo”

  18. bruno

    Il costo della P.A., delle istituzioni, della politica, “deve” essere ridotto e ridotto “drasticamente” e ridotto “al più presto”. Prima di qualsiasi altra manovra e prima di un eventuale default controllato. Questo è ciò che serve, questo è ciò che va richiesto senza esaminare alternative che non esistono. La riforma delle pensioni si è fatta, l’aumento delle tasse è avvenuto e pesantemente, la parte di Paese che produce ha sul groppone la soma di quella parte che se ne sta sotto lo scudo di un sistema pubblico protettivo che tuttavia non è basato su una verità divina ma sulla impudenza di coloro che fottendosene del resto lo vogliono mantenere intatto. Per questo il default controllato “non deve” essere preso in considerazione o si commetterebbe un grave errore di debolezza.

  19. Alberto Mag

    Ma vi rendete conto che, purtroppo, non esiste volontà politica per abbattere il costo della PA? Altrimenti al sud dove trovano occupazione? Che ci piaccia o meno per parte vasta del territorio la PA è un ammortizzatore sociale effettivo, ma pericolosissimo, perchè non prevede l’obbligo di ricerca di collocamento alternativo.
    Un cliente straniero ci ha chiesto alcune indicazioni per investire in Italia. La prima cosa che ha detto è : non al sud, che c’è la mafia. Che devo rispondergli, che non è vero? Sono questi i reali disastri del paese. Tutto il resto, in relazione, è aria fritta

  20. Augluc

    Salve, condivido il commento di Oscar, tranne questo punto: “…..ipotesi di una ristrutturazione straordinaria del debito di un Paese sovrano provochi reazioni…..”; ecco, questo aspetto è veramente centrale. L’ltalia non è più un paese sovrano da quando ha lasciato la posizione di currency issuer per diventare currency user. Per capire bene la differenza e la posizione “infernale” in cui ci hanno cacciati con l’Euro (o meglio per come è strutturata la moneta unica oggi) vi consiglio di guardare i video di questa conferenza:

    http://www.netrootsmass.net/fiscal-sustainability-teach-in-and-counter-conference/stephanie-kelton-are-there-spending-constraints-on-governments-sovereign-in-their-currency/

    Trova i video al fondo della pagina linkata.
    Se avete in iPod e durante la passeggiata mattutina volete ascoltare qualcosa di interessante vi segnalo di scaricare i podcast di questa conferenza:

    http://feeds.feedburner.com/MMT-podcast

    Ci vorrebbe che Oscar facesse un po più di informazione su questo tema assolutamente centrale.

    Saluti a tutti.

  21. carlo

    Dr Oscar se la notizia da lei riportata ” ministro Giarda ha accusato Grilli di tenersi la delega fiscale in tasca e Grilli ha replicato di aspettarsi poco o nulla dalla spending review di Giarda” siamo privi di alcuna speranza di effettivo risanamento a breve o lungo termine! Ci resta solo che scappare dall’Italia.

  22. giuseppe

    @Marco Tizzi
    Lei purtroppo ha ragione. La gragnuola di tasse abbattutasi sugli immobili rende impercorribile anche questa estrema risorsa. Intanto i canoni di locazione vengono onorati sempre meno, anche da parte dello Stato.
    Gli immobili non locati sono un autentico problema per i proprietari, ma cominciano ad esserlo anche quelli affittati.

  23. Guglielmo Novaglio

    L’Italia è letteralmente con le spalle al muro.
    Al solito le ricette per reagire verranno prese sull’onda di un’emotività creata da qualche allarme che nel breve tornerà a scattare.
    E’ il nostro destino lo é da sempre. Stante l’attuale condizione non bisogna essere particolarmente geniali per capire che tutto puó succedere. Se arriveremo seriamente a rischio default allora e solo allora con solito colpevole ritardo metteremo in atto scelte di riduzione della spesa e dismissione di patrimonio pubblico. E siccome sarà troppo tardi poi non resterà che ristrutturare il debito…ma ci racconteranno che non è un defoult! Se per un attimo smettiamo di guardare alla crisi in chiave esclusivamente economica non è difficile vedere che il rapporto tra stato è cittadino lavoratore è assolutamente compromesso. E qui sta il problema. Accordi siglati che cambiano improvvisamente, imprenditori relegati al ruolo di evasori (invito a leggere editoriale sul la Stampa di Michele Brambilla) e dipendenti trattati come bancomat. D’altro canto le visto in concetto alla rovescia pure imprenditori e dipendenti sembrano preda della sindrome di stoccolma. Insomma se in questo momento non ci fosse la figura di Napolitano credo che la situazione sarebbe definitivamente compromessa.

  24. paolo silvi

    Azione detta, ridetta, condivisa, stracondivisa da molti. Lei ed il dott. Panerai teorizzate su un’operazione forte straordinaria ed a parer mio necessaria (l’unica!) sul debito. Cosa si può fare per passare dalla teoria alla prassi ???? Ma soprattutto come possiamo contribuire noi oltre a commentare ipotesi di tal fatta ??? Per quanto mi riguarda attendo istruzioni ripeto istruzioni !

  25. lorrat

    Sono daccordo con la proposta del Dr Giannino di rassegnarci a prendere misure drastiche, mettendo da parte l’orgoglio di Paese, e riconoscere che siamo in stato pre fallimentare. Ciò significa che il fallimento o lo dichiariamo noi in anticipo e ce lo gestiamo oppure viene da sè e sarà caotico. Tutte le altre misure parziali, e lo si riscontra in quasi tutti i commenti, sono escamotage per prolungare l’agonia. Vendere immobili in un momento di crisi dell’edilizia è da autolesionisti e vendere altri asset produttivi sarebbe decretare la definitiva decadenza dell’Italia.
    Allora, riferendomi anche al primo intervento che parla della MMT. di cui so ben poco, ma so che richiede la sovranità monetaria che mi sembra la conditio sine qua non per padroneggiare i flussi monetari nei cui gorghi stiamo affondando, perché gli economisti, liberisti o Keynesiani, non affrontano alla radice questo aspetto del problema?
    Perché non porre con forza il problema dell’anomalia BCE in mano a speculatori finanziari? Non credo che sia impossibile uscire “bene” dalla BCE. Anche questo passo bisognerebbe impostarlo prima che gli eventi ci travolgano. A me, come a molti altri, una moneta egemonizzata da uno stato, Germania, che pensa ai suoi interessi, giustamente?, non piace.

  26. Ermes

    la mia idea? cessaione delle emissioni di titoli di stato come oggi visti ed avvio dell’emissione, fino a coprire quanto in portafoglio, di titoli di stato convertibili in quote di un fondo per le privatizzazioni in cui fare conferire tutto il patrimonio pubblico cedibile: immobili, partecipazioni, ecc. Per incrementare il patrimonio dismettibile proporrei anche la trasformazione per legge delle Fondazioni Bancarie in SpA con conferimento obbligatorio delle relative azioni da parte del Tesoro e successivo apporto al fondo sopra citato… così già che ci siamo… finalmente toglieremo la politica dalle Banche.

  27. Ezio

    Purtroppo questa provocazione (sensata) è frutto di una capacità d’agire del nostro governo tecnico che sembra sempre più limitarsi. L’ideale sarebbe ridurre le spese (vedasi PA, politica compresa) e vendere il vendibile (per non svendere e non deprezzare lo stesso mercato). La BCE che diventi una vera banca centrale. Nella lotta all’evasione pensare anche alla Svizzera come ha fatto la Germania e con quei circa 20/26 miliardi ridurre la pressione fiscale, ecc. Avrei tanto da dire, frutto di quanto detto in questi giorni, settimane, mesi, anni… le ricette esistono ma si tratta di fare. Il vero problema è che la politica (purtroppo è vero, si tratta di una casta che non vuole capire e forse è ignorante nel porre rimedio, diamogli il beneficio del dubbio) è sorda e risponde solo a uno stato grasso e opulento che è garanzia di voti. Abbiamo un sistema politico malato e ho paura che tanta brava gente continuerà a morire per queste situazioni, e tante non sono sui giornali, sono quelli che colpiti da malori e infarti muoiono ogni giorno per la preoccupazione. Sono quelli che non sono capaci di trasmettere futuro ai giovani, si respira un’aria malata… questa è la mia tristezza, vedere un presente dove non puoi fare niente. Tutto dipende dalla classe dirigente, dalla politica. Continuo a dirmi che in mille hanno fatto l’Italia (Garibaldi docet) ma altri mille la distruggono ogni giorno. Non si tratta di anti-politica, non generalizziamo, ma ci sono mille nomi nel Parlamento che hanno disonorato il loro impegno alto e civile, morale e di guida, dialettico e circostanziale, per il bene dell’elettorato e del paese. Eppure, da notare, nessuno ha bruciato un parlamentare ma ci si auto-lesiona perché tutti noi abbiamo un sospetto: che la stessa politica sia ostaggio della PA e viceversa. Che oramai non siamo in termini di malattia da cui guarire ma da cronicità da mantenere in vita per non morire. Ecco allora che preferiamo morire? Vogliamo abbattare il debito pubblico del 30%? Vogliamo vendere il patrimonio immobiliare pubblico adesso? Ecc. ecc.? Sono tutte forme di sconfitta del Paese, di morte del nostro sistema per un futuro molto pericoloso e a effetto domino, marea e radioattivo. No. Bella la provocazione ma sarebbe il baratro. Non esiste solo il problema contingente, dobbiamo pensare a cosa è servita una Europa quasi-unita. Basta guerre, dittature, oppressioni. Basta!

  28. marziano

    IL corriere della sera online è talmente schifoso da mettere le notizie in questo modo:

    “BOLOGNA
    Troppe tasse, si dà fuoco di fronte all’Agenzia delle Entrate|Video-Foto

    CRONACHE Aveva pendenze tributarie e ha lasciato tre lettere. L’uomo, 58 anni, è stato soccorso da un extracomunitario. Ora è ricoverato nel centro Grandi ustionati di Parma”

    e poi una riga sotto sempre per alimentare l’odio sociale e come per dire che forse se lo meritano ci mette questa:

    “Treviso: libri contabili in stanze segrete, evasi 100 milioni”

    è tutto sulla home page. che schifo.

  29. andrea

    Perdonate la mia provocazione (che probabilmente sarà inattuabile a livello giuridico ed economico), ma tempo addietro avevo sentito di una proposta di questo tipo: emissione di bond italiani (durata decennale), garantiti dai cento miliardi di riserve auree del Paese, tasso d’interesse ovviamente molto basso (2% ?) vista la garanzia reale, coi risparmi sul costo degli interessi si abbassano le tasse. Contemporaneamente occorre tagliare la spesa pubblica (ma servono politici nuovi con idee nuove che rompano le scatole in Parlamento, Giannino?) e vendere tutto il vendibile. Se non si riesce a vendere il mattone di Stato lo si inserisca in un fondo e si faccia una gara per la gestione (almeno così rende qualcosa).

    Marziano, ieri mi ha assalito una tristezza per quest’uomo e una rabbia incredibile per come i giornalisti trattano le persone e le loro vite.

  30. PaoloG

    Tante belle parole, ma la sostanza e’ che questo Paese aveva la possibilita’ di cambiare, diventare prospero e influente sulla scena internazionale. Questa chance si chiamava Silvio Berlusconi ma gli italioti si sono fatti condizionare dai partigiani rossi e antiitaliani che, insieme ai poteri forti lo hanno sempre combattuto con tutti i mezzi (vedi magistratura politicizzata e media schierati militarmente) e anche lei, caro Giannino ha contribuito con il suo antiberlusconismo colto e raffinato a farci perdere una grande occasione. Ormai il destino dell’Italia e’ segnato un destino di fallimento, grazie compagni, grazie Giannino.

  31. luca

    intanto vendiamo tutti i bot, btp cct e via dicendo posseduti
    investiamo in altro (non obbligazione euro evidentemente) e poi vediamo cosa succede
    bisogna pensare a strategie di sopravvivenza personale dando per scontato che incidere su quella sistema è pressochè impossibile.

  32. Gianluca

    “Ma se fare tutto ciò è davvero così impensabile e impossibile anche a un governo dei tecnici”

    Impossibile è un po troppo pessimistico, difficile nell’immediato sicuramente. Piccoli passi si stanno cominciando a fare, bisogna sempre ricordarsi che questo governo è sostenuto dalla politica, quella dell’ultimo parlamento, ed ho detto tutto.

    Basta vedere cosa sta succedendo in questi giorni con la riforma del lavoro, e cosa potrà succedere a dx con la riforma della giustizia.
    I ns politici non si vergognano di nulla, sanno che stanno alla canna del ga s e si stanno giocando le ultime disperate carte.

    Attendersi che i responsabili del fallimento di 20 anni di seconda repubblica oggi votino riforme vere, come pensiamo noi in molti in questo blog, mi sembra un po utopistico.

    Questo governo sta facendo quel che vede possibile, sono certo che parte del governo ci si ripresenterà sotto forma di nuovo partito o qualcosa di simile, starà a noi cittadini elettori mettere chi realmente al potere chi pensa al paese senza ideologie, interessi privati o pubblici, ecc. ecc. e fra poco più di un anno si voterà.

    Si sta aprendo una strada, oggi è una stradina, starà a noi farla diventare un autostrada a 4 corsie, non dimetichiamolo mai. I primi responsabili di 30 anni di nulla (trasversalmente senza eccezioni), siamo noi Italiani.

    Gianluca

  33. Giovanni

    Io credo che Giannino abbia ragionissima. Il senso del suo scritto sta in questo assunto: sarebbe bello non doverlo fare, ma stante una classe politica – e una società civile – che da destra a sinistra non intende mettere mano alla spesa pubblica, l’unica cosa da fare resta un deafult controllato, per poi continuare come prima per altri vent’anni e via così.

  34. Nick Deloite

    Un buon Padre di famiglia quando c’e crisi guarda due cose
    (A) portare a casa piu’ denari possibile
    (B) taglia i COSTI

    ora il sig. Monti molto diligente nel portare a casa piu soldi possibile ha eseguito
    con successo e tempisto l operazione, anche troppo.

    Il punto (B) pero’ nn ha FRUTTATO 1 EURO DICO 1 EURO di risparmio. Mai possibile che su costi politici quanitficati in 60 (sessanta) miliardi nn si sia trovato da taglierne almeno il 15- 20% ?????????

    Fin tanto che nn si tagliano le spese I NS SUDORI varranno ZERO tanto si fara’ default tanto presto (alcuni prevedono il2013)…..

    Ho dimenticato il punto (C) creazione di LAVORO RICCHEZZA PROFITTO BASE IMPONIBILE + TASSE (circolo perfetto) : Mr Monti has done ZERO ….. il capo nn ha fatto NULLA…… E DOPO 120 GG DI GOVERNO (12 Voti di fiducia alla faccia del Cav.Nero) NN SI SENTE PARLARE DI LAVORO.

    Termino con il recente viaggio a Seoul ..cosa avra’ prospetto Supermario ai Cinesi e ai Koreani per venire ad invesire in Italia ?????? facciamo una ipotesi ? tax-break x 10 anni sulle imposte e agevolazioni fiscali (QUALCOSA DEL GENRE DEVE AVER PROPPOSTO) MA ALLORA PERCHE’ NN FARLO AI PRIVATI ITALIANI INDUSTRIALI MEDI ? CHE PORTANO MOLTA + TECNOLOGIA DEI GIALLI ?????????????? WHY MR MONTY WHY????

  35. Nick Deloite

    Un nota del tutto personale. Ho come la sensazione che questo governo tecnico (sic) voglia portare a termine una paradigma semplice.

    Abbiamo debito Statale? SI
    gli italiani (che hanno fatto il debito ..?????) hanno risparmi ? SI

    bene ….. a voi la risposta……… ricordo che il risparmio PRIVATO copre 2 volte il debito ….. ma io NN HO fatto questa massa di debito e perche’ dovrei pagarlo con i RISPARMI E LE RINUNCE DI 37 ANNI DI LAVORO ????? e poi la GRECIA cicala notoria (ha gia’ fallito dal 1850 ad oggi BEN 6 VOLTE quindi c ha pure questo vizietto) si e’ vista ridurre il debito statale del 50% e in alcunbi casi del 75% perche’ noi dovremmo pagare il 100% ??????? e io nn sono proprio tra il 60% degli italioti che applaude il “capo”… nope.

  36. Ezio

    @ Gianluca ha scritto: “Si sta aprendo una strada, oggi è una stradina, starà a noi farla diventare un autostrada a 4 corsie, non dimetichiamolo mai. I primi responsabili di 30 anni di nulla (trasversalmente senza eccezioni), siamo noi Italiani.”
    Va bene ma solo in teoria. Per mentalità, bassa istruzione (e certe volte anche la Laurea non dimostra nulla), demagogie, propagande, plagio, qualunquismo, relativismo, clientelismo, senso di impotenza, disprezzo dei diritti di voto, individualismo, pressapochismo, basso senso sociale, ecc. ecc. ecc. non è così! L’uomo italicus in questa società liquida, multi-tribale e da social network dipendente non avendo la certezza del diritto (la Giustizia colonna portante della Democrazia) non acquisirà mai la certezza del voto a fini di Res Publica. E poi chi votiamo se non possiamo scegliere i candidati e soprattutto se l’accesso alla politica da parte di chiunque di noi che abbia delle buone idee necessita di soldi a non finire? Per cambiare e votare in meglio non devono esserci sbarramenti alla buona politica altrimenti i nuovi nomi saranno tutti parte di una dinastia di politici. Niente da ridire se bravi e buoni ma cosa aspettarsi da questa ennesima reincarnazione di coloro che non conoscono i sacrifici (intendo quelli veri)?

  37. Tony

    “Cederebbe i 500 miliardi di mattoni di Stato per l’abbattimento del debito in conto patrimoniale.”

    Caro Oscar, essendo io per definizione un democratico, ma anche se fossi un liberista convinto come te che tutela la proprietà privata, sempre e comunque, chiederei ai cittadini, quali da legittimi proprietari dovrebbero decidere nel merito.

    Se la matematica non è un opinione allora il debito pubblico, più privato, è UGUALE al risparmio privato storico (più/meno lo storico della bilancia dei pagamenti).

    Attualmente sui conti correnti italiani giacciono 1800.000.000.000€ che non saranno mai spesi e mai reinvestiti: basterebbe girarne la metà per due volte ed estinguere completamente tutto il debito pubblico; questi soldi sì che sono di proprietà dello “Stato” e non dei cittadini e non necessita di referendum e di democrazia perché è una cosa puramente tecnica.

    Più coerente di così…si muore!!!

    Su Mario Monti e le sue “manovre” avevo già scritto:

    http://coscienza-di-classe.blogspot.it/2012/02/cosa-sta-facendo-mario-monti-e-cosa.html

    Sul problema dell’accumulazione in assenza di crescita vi rinvio a un “bocconiano”:

    http://www.linkiesta.it/amato-la-fine-della-finanza

    saluti

  38. Marco Tizzi

    @Gianluca
    Non sono d’accordo:
    1- se ha un senso sospendere la democrazia, e per me non ce l’ha, è per fare riforme radicali. Aumentare le tasse, abbassare le pensioni e implementare un paio di riformette inutili serve a prendere gli elogi dall’Econosmist, ma nell’economia reale italiana fa solo danni ulteriori.
    Purtroppo, però, ai professori universitari importa sicuramente di più il titolo dell’Economist che le sorti reali del Paese.

    2- Passera sicuramente si presenterà alle prossime elezioni. E’ la stessa persona che si sta chiedendo da due mesi come mai siamo in recessione e perché peggiora.
    Lo voti lei, io ho raggiunto il limite del masochismo possibile. Piuttosto voto alla cieca il primo che si presenta e che non so come si chiama: voglio avere meno sensi di colpa possibili, non voglio contribuire al suicidio di un Paese che ha risorse umane pari a pochissimi altri al mondo.

    3- Che colpa hanno gli italiani? Hanno votato in alternanza ogni volta che hanno potuto. Negli ultimi 20 anni hanno cambiato la classe dirigente ogni volta che hanno potuto.
    Ma purtroppo la scelta era sempre tra “peggio” e “più peggio”. Che si può fare?
    Una mia amica tedesca che ha vissuto tanto in Italia mi chiedeva perché nel nostro Paese i politici sono così tanto peggio del popolo. Mi chiedeva perché mai nessuno davvero onesto e in gamba si proponga alla guida del Paese.
    Le ho ricordato che loro le bombe non le vedono da 60 anni, noi da 20: ed erano lì per far saltare in aria persone “oneste e in gamba”.
    Qui, non prendiamoci in giro, chi ci prova rischia la pelle.

    Quindi una soluzione democratica non esiste.
    Come dicevo commentando l’altro post stampare moneta resta l’unica soluzione vagamente possibile, non violenta che possa alleviare la situazione anche in prospettiva.

  39. Marco Trabucchi

    Tanto per ragionare terra terra: ha visto che fine ha fatto la richiesta del ministro Di Paola di poter ridurre il personale delle FFAA di circa 30.000 persone?
    Lui ricevuto il compito lo ha svolto. Correttamente come sanno tutti quelli che frequentano anche un solo un po’ le FFAA operative. (80% della spesa in stipendi al personale giovane ma senza incarichi). Che risposta ha avuto? Patroni Griffi dovrebbe fare altrettanto per la sua parte. Sapremmo almeno per mantenere chi stamo andando in malora. Ma ce la farà? E una volta avuto l’elenco trattandosi di ridurre il personale e quindi di toccare i futuri votanti cosa diranno i partiti e il parlamento?
    Qui stanno i problemi cari amici. Ridurre le spese e prima di tutto ridurre quelli che pesano e non producono. Nell’industria si chiama ristrutturazione. Poi si possono fare soldi vendendo i gioielli di famiglia. Altrimenti é tutto buttato via.
    Marco Un vecchio marinaio

  40. Caro Oscar,
    giusto oggi passavo di fianco al circolo ufficiali dell’esercito in pieno centro di Milano (poco dopo l’accademia di Brera camminando verso il centro in una stradina laterale)… Zona prestigiosissima e tranquilla, palazzo magnifico molto appetibile per il mercato immobiliare milanese…

    E ho pensato a lei…e al patrimonio immobiliare dello stato con relativa sequela di improperi…non a lei, ma allo stato vorace e sprecone!

    Temo che non se ne uscirà mai.

    Mi permetto, se per caso mi legge, di suggerirle un’operazione simile a quella di http://www.learnliberty.org ma rivolta agli Italiani.

    Fanno dei magnifici video didattici di 2 o 3 minuti per spiegare chiaramente e semplicemente i concetti del liberismo e dell’economia di mercato. Come ad esempio questo: http://www.learnliberty.org/videos/what-if-national-debt-were-your-debt

    Noi italiani senza una formazione Economica specifica (ma visto Monti anche quelli con…) siamo discretamente ignoranti.
    Pillole come quelle, calate sulla realtà e i numeri italiani potrebbero fare molto per aprire gli occhi alla gente.

    Go big, Oscar! 🙂

    Giampaolo Ongaro

  41. Massimo74

    @Marco Tizzi

    Io generalmente sono contrario al money printing, perchè l’inflazione che si crea con la stampa di moneta và a penalizzare fortemente i risparmiatori e le categorie a reddito fisso.Devo dire , però, che se contestualmente alla stampa di moneta si accompagnasse anche una radicale riduzione della spesa pubblica con tetto costituzionale alla stessa (non più del 40% del PIL), allora anche la svalutazione del debito a mezzo inflazione potrebbe essere un ipotesi accettabile (seppur estremamente dolorosa)…. diversamente se si inflaziona e basta lasciando tutto così come è oggi, cioè senza intaccare lo status quo, significherebbe solo spostare in avanti i problemi e tra qualche anno ci ritroveremo esattamente dove siamo oggi, solo con una situazione ancora più pesante di quella odierna.Non funzionerebbe…

  42. @Toni

    L’hai detto in un modo un po’ grossolano (tanto per rendere l’idea) e hai fatto bene: la strada maestra è proprio quella che hai indicato per raggiungere l’efficienza economica; è da tempo che anche i sindacati (con tutti i limiti degli stessi) chiedono le imposte si spostino più su quelle indirette (iva, patrimoniale…) e tolgano il pesantore inefficiente dalle dirette.

    Anche io me lo sono chiesto, ma Monti perché non lo fa??? E guardate che non ci credo che queste cose non le sappia; penso invece che Monti, come anche B e altri prima di loro abbiano le mani ideologicamente legate.

    Per chi non crede alla lotta di classe, dovrà ricredersi per forza di cose, visti i disastri di inefficienza anche di questo governo. Diceva bene Buffet, ma lo diceva soltanto… che tristezza…

    aloha

  43. Massimo74

    @Tony

    Monti dice di voler spostare la tassazione dai redditi ai consumi.La stessa cosa che ha detto per anni Tremonti.Alla fine ci siamo ritrovati con l’aumento dell’IVA ma nessuna riduzione dell’irpef (o delle altre imposte dirette).Vedrai che anche questa volta ci ritroveremo a pagare maggiori imposte indirette (l’aumento dell’IVA al 23% ad ottobre è già un dato certo) ma non ci sarà alcuna riduzione delle imposte dirette (così come non ci sarà alcuna riduzione della spesa pubblica).
    Come vedi abbiamo solo ridotto il numero dei monti (da tre a uno) al ministero dell’economia, ma la musica rimane sempre la stessa.

  44. Vincenzo

    “Il peggio deve ancora venire”
    esatto, ma siccome tutti pensano che il traguardo siano le elelzioni americane, nel senso che il disastro avverrà dopo la conferma di OB, allora prepariamoci in fretta perché significa che invece il disastro è dietro l’angolo, imminente, giacché è ormai dato per scontato, e l’unica sorpresa potrà venire da un anticipo dei tempi previsti.
    E’ solo la paura a tenere le bocce ferme, perché non si sa che volto avrà il mostro e la strada che prenderà, il pericolo è infatti che a prevalere nel breve siano ancora una volta i beneficiari di diritti che ci hanno salassato fino ad ora, i più testardi nel non volere riconoscere le bugie di questi decenni. Ma un sisetma marcio e corrotto non si autoriforma e si conferma talmente lontano dalla realtà da non avere nemmeno il senso del pudore, è troppo tardi Giannino, questi qui non sono interessati a risolvere la situazione perché nessuno si castra da solo se continua a illudersi di poterla far pagare agli altri. Il destino dell’Italia è nelle mani degli strozzini che ci hanno mandato questo governo a tutela dei loro investimenti e delle loro prospettive d’affari, e non molleranno la presa tanto presto. Peraltro è del tutto evidente che anche i tecnici si sono subito adeguati ai trucchetti della politica perché comunque ne sono i figli. NO, non è qualunquismo questo, semplicemente la cura in atto ucciderà il malato, ma ne salverà gli organi pezzo per pezzo al fine di poter effettuare una serie di trapianti nei modi e nei tempi giusti.
    Amen.

  45. Mario45

    Monti dice che il suo governo ha consenso : penso si riferisca a quello delle lobbies finanziarie, dato non mi pare sia stato votato ne’ che la maggioranza del paese apprezzi le riformette fin qui attuate.
    Un suo ministro, Catricala’ , dice di essere vicino al sentire della gente, perché ” anche noi siamo stati cittadini “. In qualsiasi paese civile avrebbe dovuto dimettersi dopo una simile affermazione. Monti e’ il re e i ministri sono principi che non regalano caramelle; noi i loro sudditi. Tiriamo un vel pietoso sul Befera televisivo attorniato dai reggicoda dell’informazione televisiva pubblica. Se avessi solo cinquant’anni mi sarei già organizzato per andarmene: ormai anche l’ultima dea e’ andata a farsi fo..ere.

  46. Il problema del debito pubblico è dovuto alla perdita di sovranità monetaria dello stato a favore delle banche centrali private. La situazione italiana paradossalmente è congiunturale ( in una visione ampia anche 40anni possono essere una grande e multiforme congiuntura ) Mi spiego: gli altri stati hanno lo stesso problema con l’emissione monetaria ma grazie a congiunture migliori possono attenuarne le ripercussioni ). Questa provocazione per dire l’unica verità inoppugnabile: la vera riforma strutturale efficace è l’applicazione di una norma gia’ vigente. cioe’ l’art. 42 della costituzione, l’articolo piu’ calpestato e di cui meno si parla. Forse perche’ è palesemente il piu’ importante?
    Se lo Stato non riprende la sovranità monetaria ( che legislativamente è già sua… ) tutte le manovre fatte con le migliori intenzioni ( che siano tecniche, finanziarie, economiche, politiche… ) sono destinate a fallire. L’unica variabile è il tempo che ci metteranno a farlo ( quello dipende dalle congiunture!). Concludo: ci sara’ una nuova Bretton Woods prima o poi, nessun dubbio. Il dubbio è: lo chiederanno le Nazioni con l’ultimo soffio vitale che avranno della propria lacerata identità e quindi forti di una nuova coscienza negoziatrice, o ci verrà imposta ancora dall’alto un nuova e definitiva forma di schiavitù generazionale mascherata da unica soluzione (“finale”) possibile? L’introduzione della moneta elettronica e la progressiva volontà di far sparire il contante vanno in una chiara direzione… Chiudo con una battuta… Rimarranno le monete? forse si, ma solo quelle da 5, 10 e 20 centesimi !( il cui costo, circa 30cents, non copre nemmeno il valore facciale ). A proposito, per chi non lo sapesse, le moneta metallica è l’unica che lo Stato emette…. Emanuele Bordoni

  47. Nicola

    @Marco Tizzi
    Condivido pienamente questo pensiero, aggiungo un po di colore: anche mia nonna di 93 anni sarebbe stata in grado di fare ciò che ha fatto Monti… Monti è un servitore dell’Europa che significa Germania il che significa Tasse, Sacrifici, e Tanto Rigore cioè Depressione Fallimento… (non solo per l’Italia) ma se ci sarà mai una via d’uscita, Qual’è sarà il premio finale? Oggi la realtà è che la parola Euro o Marco significa la stessa cosa.

  48. Alberto

    Intanto lo spread, sta inesorabilmente avendo una tendenza a risalire e si sta riducendo la differenza tra Spagna ed Italia, oggi siamo a 340 punti, circa 50 punti in più in pochi gg.
    Ma qui io continuo a ritenere che l’ Italia deve uscire dall’ Europa, perchè la nostra capacità e qualità produttiva è diversa da quella della Germania e della Francia e la nostra economia, deve necessariamente, in questa fase trovare una strategia di doppio corso, nella linea di quanto sostenuto da Barro, perchè in alternativa e con la rigidità insostenibile della moneta comune e della mancanza di compensazioni tra le varie economie siamo costretti all’ anossia progressiva ed alla soccombenza alla Germania che fagocità da un decennio quote di nostra bilancia commerciale.
    La ristrutturazione del nostro debito, potendo svalutare, sarebbe così automatica e meno traumatica, senza per questo che non si debba continuare su un percorso virtuoso di riduzione di spesa pubblica improduttiva (costi standard, eliminazione degli aiuti a pioggia etc. vedi Baldassarri) , di rigido blocco delle assunzioni nel pubblico con contestuale ridistribuzione ed efficientizzazione del personale, di politiche di vera e finalizzata azione per il riassetto del sistema fiscale in modo equo e basato solo sull’ effettivo guadagno (cosa oggi impossibile per l’ inefficienza dell’ AE nella conoscenza effettiva dei redditi), nelle liberalizzazioni che eliminino una volta per tutte le situazioni di favore, prima fra tutte quella dei monopoli televisivi ed editoriali, ma senza trascurare ogni altra situazioni di grande privilegio, nel campo energetico etc. e poi una volta per tutte occorre trovare un sistema che impedisca il blocco da parte di piccole ed agguerrite minoranze, delle grandi opere e delle infrastrutture soprattutto nel settore energetico che ci vede molto handicappati.
    L’ Italia ha grandi potenzialità, grandissime, ma è un paese individualista e con gravi ritardi che non possono essere sanati nel breve termine e che mal si adatta a competere, ingabbiata in una comunità come quella europea, dove pochi altri nostri competitors, hanno molte minori problematiche nei campi che ho appena sopra esposti; è follia continuare a pensare che ne possiamo uscire, qualsiasi siano le misure tecnocratiche e cervellotiche che si sono e si intendono ancora mettere in campo, senza una vera unità politica ed economica comune e d’ altronde non mi sembra che ci sia la minima disponibilità da parte della Germania a volerla non realizzare ma neanche lontanamente ipotizzare.

  49. Giovanni Russo

    Ormai siamo molto al di la’ della bancarotta economica. Siamo alla bancarotta civile e morale. Tutti i giorni diriitti fondamentali vengono calpestati (e non parlo del diriitto al posto di lavoro che non e’ un diriitto) e il governo inneggia in coro con i giornali facendone anche spot televisivi. Siamo tutti colpevoli a prescindere, siamo tutti evasori, siamo tutti sfruttatori dei poveri laboratori dipendendenti, ringraziamo gli integerrimi servitori dello Stato che si sacrificano per noi. Monti sta rapidamente sovietizzando il
    Paese faticosamente costruito dai nostri padri e noi stiamo a guardare…Tra un po’ ci sara’ solo miseria e repressione…

  50. Alberto

    Dobbiamo smetterla di pensare che si possa continuare a mettere nelle mani di chiunque, tecnici o politici, le sorti del Paese, la situazione è talmente grave che passata inutilmente e purtroppo malamente, l’ esperienza ulteriormente negativa di Monti occorre come prima cosa proporre un referendum sulla permanenza o meno nella comunità, con tutte le gravi conseguenze negative, ma anche a mio avviso potenzialmente positive. Ognuno dei Paesi, è purtroppo assolutamente solo davanti alla crisi e da solo deve cercare la strada per salvarsi, costi quel che costi.
    Questo perchè già oggi, da noi la situazione appare definitivamente compromessa, nonostante le 4 mavre del 2011 e nonostante ancora non si siano dispiegati nei loro effetti fortemente destabilizzanti e francamente ancora non completamente definiti quantitativamente, i parametri dell’ aumento del debito, del deficit, del tasso di recessione, della contrazione del gettito, dell’ aumento del tasso di disoccupazione, del tasso di contrazione dei consumi e della produzione industriale, dell’ aumento della turbolenza sociale, che potranno produrre anzi a breve produrranno contraccolpi disastrosi sul fronte dello spread, e quindi sulla fiducia degli investitori, cosa che produrrà l’ avvitamento della crisi verso il precipizio.

  51. Rodolfo

    Dopo che l’Argentina ha ristrutturato il suo debito, qualcosa e’ cambiato?Assolutamente nulla.
    Oggi “The Economist” affermava che anche se la riforma del lavoro di Monti andasse a buon fine entro breve tempo, sarebbe assolutamente non sufficiente per spingere
    la ripresa in Italia. L’Italia continuerebbe ad avere i medesimi problemi come:
    alta corruzione, cronica inefficenza della pubblica amministrazione e alta criminalita’
    organizzata in alcune regioni italiane. Quando Monti dovra’ spingere per le vere riforme come: Giustizia e pubblica amministrazione, chi sara’ disposto a sostenerlo?
    Distinti saluti

  52. marco

    Sensato dedicare un road show per sensibilizzare alla fedeltà contributiva, con questa esperienza abbastanza riuscita passino a ristrutturare la pubblica amministrazione coi tagli NECESSARI ed alle dismissioni, mi sembra giusto che dagli insegnamenti accademici passino a quelli ai contribuenti ed alla loro rigorosa pratica. O sono solo puntigliosi solo come oratori??

  53. Alberto

    Non capisco la frase:

    Dopo che l’Argentina ha ristrutturato il suo debito, qualcosa e’ cambiato?Assolutamente nulla.

    Dopo la ristrutturazione qualcosa mi sembra cambiato, in realtà.

    @Rodolfo

  54. carlo capuzzo

    Il problema non è la ristrutturazione del debito, ma la revisione della spesa. Senza questa è impossibile parlare non solo di crescita, ma anche solamente mantenere gli attuali livelli. Dopo avere criticato Tremonti perchè faceva poco per la crescita, mi sembra che questo governo stia facendo assai peggio. L’unica cosa che è cambiata è l’atteggiamento degli organi di informazione: elogi anche a fronte dei dati economici sempre più preoccupanti.

  55. Massimo74

    @Alberto

    Nota che in Argentina il tasso di inflazione oscilla tra il 20 e il 25% annuo (benchè le stime governative parlino di un tasso del 5-10%, ma sono tutt’altro che affidabili tanto che perfino una testata prestigiosa come l’economist ha deciso che d’ora in poi farà affidamento solo sui dati forniti da Pricestats per il rilevamento delle stime sull’inflazione), quindi non si può escludere che buona parte della crescita economica registrata in questi anni possa essere fittizia, in quanto drogata dalla crescita degli aggregati monetari.

  56. Alberto

    Può darsi, ed anch’ io temo che sia più alta dell’ ufficiale, ma da noi sei sicuro che l’ inflazione sia quella ufficiale e cioèintorno al 2/3%?@Massimo74

  57. Fabio

    … E in conto economico ridurrebbe perimetro e piante organiche pubbliche a ogni livello, aprendo a colpi d’ariete punti e punti di Pil a meno tasse e più crescita…

    Io continuo a pensare che una soluzione come questa sarebbe molto più depressiva dell’infausta patrimoniale (che fortunatamente non si è fatta).

  58. Ecate

    @giuseppe
    Il 45% del patrimonio italiano è in mano al 10% delle famiglie italiane, le quali, oltre al 45% in Italia, detengono ingenti patrimoni anche all’estero (fonte relazione Banca d’Italia)

    Forse la patrimoniale che intendeva Fabio era intesa a chiedere a quel 10% delle famiglie di pagare qualcosa di più dell’IMU. In fin dei conti se un operaio/impiegato retribuito con 1.400 € netti al mese e ne deve pagare 700 € di IMU per lui significa metà stipendio (50%) e quel mese deve vivere con 700 €. Se uno ricco che al mese guadagna 50.000 € netti e di IMU ne paga es. 10.000, dopo gliene rimangono 40.000 per arrivare a fine mese.

  59. Mario45

    @ Alberto e Tizzi
    Per poter mettere in funzione le stampanti occorre ritornare alla lira; i tedeschi ne ostacoleranno sempre l’uso, qualora interessasse il loro euro. La svalutazione e’ possibile solo con un ritorno alla lira.
    Personalmente credo che, allo stato attuale delle cose, mollare l’euro sarebbe devastante e ci ritroveremmo pari pari in un’economia postbellica, con rovine ovunque. Ciò detto, non sarebbe meglio che fosse la Germania ad uscire dall’euro ?

  60. paolo

    purtroppo il problema ” originale ” è quello di non affrontare il “grande mostro ” ovvero una organizzazione statale che non produce servizi per i cittadini ma che si autoalimenta solamente. Qualcuno ha sentito da Barisoni il Sig Benvenuti ? Personalmente mi sono commosso! Ecco come siamo stati ridotti da una classe politica ( tutti) debosciata!

  61. Alberto

    Io credo che in definitiva ci sia una situazione imbarazzante nel sistema dell’ euro come ben descritta da questo articolo, ovviamente ne parlo da tempo e mi sembra che il problema sia trovare rapidamente una exit strategy; parlavo di Barro proprio per questo e se si procede di concerto si possono creare le condizioni per una uscita non traumatica ed ovviamente la Germania deve fare la sua parte, perchè questa situazione a lungo andare nuoce molto anche a loro.
    Quando si tratta l’ attuale crisi, bisogna avere a mio avviso, ben presente il concetto fondamentale che i lunghi tempi per un risanamento ed una completa trasformazione e riorganizzazione del nostro paese, confliggono in modo radicale con la rigidità del sistema della moneta unica e le nostre criticità, ma anche le nostre potenzialità debbono trovare altre strade e rapidamente per essere risolutive, altrimenti l’ abisso è garantito per noi e per molti altri.
    @Mario45

  62. marco

    bisogna assolutamente tagliare la spesa corrente in maniera drastica, cominciare dalle province ed enti inutili per abbattere tutti i carrozzoni mangiasoldi che si sono creati ed accavallati negli anni. proseguendo con una severa riforma del sistema istituzionale a cominciare dal parlamento di cui ci vorrebbe una consistente riduzione del numero dei suoi membri ed una differenziazione dei compiti se non addirittura la completa cancellazione del senato. c’è assoluta necessita dello snellimento dell’apparato legislativo e burocratico in modo che si possano prendere decisioni in modo rapido e renderle immediatamente efficaci. non come oggi in cui viviamo nel totale immobilismo, tranne che per mettere nuove tasse, si sceglie sempre di non decidere e poi alla fine quando, dopo anni, si arriva ad una qualche decisione questa si traduce in una legge nebbiosa ed oscura la cui comprensione è aperta a qualsiasi interpretazione, molto utile per i furbi che sanno e possono aggirarla, quasi sempre nemica del cittadino medio ed onesto. ma abbiamo le mani legate perchè la nostra classe dirigente non vuole cambiare e noi non abbiamo armi per liberarci di loro perchè alle prossime elezioni si ripresenteranno i soliti noti con le loro bugie e ad urne chiuse torneranno a pasteggiare alle nostre spalle. 2.000.000 milioni di politici a tutti i livelli abbiamo in Italia se si tagliassero 1000 euro a testa di stipendio mensile si risparmierebbero DUE MILIARDI di euro ogni mese 24 MILIARDI DI EURO L’ANNO QUESTO È UN FATTO NON DEMAGOGIA.

  63. Marco Tizzi

    @Mario45
    Sono d’accordo con lei, soprattutto sul fatto che sia la Germania non adatta al resto d’Europa, per mentalità, per storia, per tanti motivi e non ultimo il fatto che sia l’unico Stato, probabilmente al mondo, che ha più paura dell’inflazione che della morte.

    Però non è vero che serva una propria moneta per monetizzare il debito, basterebbe coniare degli “abbuoni di tasse” con cui pagare, in parte, lavori pubblici e stipendi pubblici.

    Insomma: i tedeschi si possono fregare senza tante scene.
    D’altra parte il loro governo frega il loro popolo e il resto d’europa, quindi non c’è nemmeno da sentirsi in colpa.

  64. Abbiamo vissuto per anni in una situazione di equilibrio. Ora abbiamo scoperto che questa situazione è insostenibile (era un pelo troppo a debito). TUTTI abbiamo vissuto, certo chi più chi meno, al di sopra delle nostre possibilità. Ora non possiamo più fare trucchetti e piano piano dovremo ritornare ad uno stile di vita sostenibile. Il difficile è farlo tutti insieme, in modo “equo”. Diciamo pure che è impossibile. Qualcuno lo prenderà in quel posto, altri si salveranno. Parlare di crescita a me fa ridere. Ormai è chiaro che l’Europa è in lento declino economico, un declino strutturale che probabilmente durerà anni. Se riusciamo a capire che di ricchezza ce n’è ancora tanta e ridistribuendola in modo intelligente si può tutti vivere bene, possiamo farcela a vivere felici ancora qualche decennio, ma se continuiamo a pretendere per diritto il SUV e l’Iphone, beh, andremo a finire male perché prima o poi i poveri faranno un casino. Perché da noi non c’è il sogno americano, che oltremare rappresenta la droga dei poveri e li fa stare buoni sotto ai ponti.

  65. mark

    Chiaramente la posizione espressa è interessante. Dubito che il Monti abbia la benchè minima intenzione di attuarla, e per le ragioni che esprimerò sotto basate di fatto su una sudditanza prima di tutto economica con il dominus continentale. In relazione alla seconda parte dell’anno, attenzione al redditometro, che sta considerando non in regola il 50% degli italiani (!mi sembra una presa per i fondelli ma non mi fa ridere!. Il salasso continuerà.
    Relativamente ad un aspetto più strategico, nessuno disquisisce sul perchè capita tutto questo. La verità è che la Germania ha vinto la guerra con 70 anni di ritardo, principalmente contro gli storici imperi coloniali [leggasi UK], che sono letteralmente in ginocchio e soprattutto senza colonie.
    Bisognerebbe domandarsi perchè il trattato di Roma venga invocato solo quando in ballo c’è da aprire e rendere accessibile un mercato e non quanto ci sia da collaborare in caso di emergenze. Ma lo si vuol capire che stiamo facendo gli interessi della Germania, la quale abilmente impedisce una soluzione definitiva dei problemi anche quando lo potrebbe fare visto l’astronomico bilancio dello Stato e delle imprese – vedasi il trade balance tedesco, altro che la Cina -. La verità è che l’euro come è oggi è destinato a uccidere i Paesi dell’Europa periferica e la Germania sta “pulendo” i continenti da competitors mantenendo la base di consumo potenziale. Un po’ come gli USA dopo la seconda guerra mondiale, la quale imperversò per assenza di competitors per i 50 anni successivi. Il fatto che non si veda questa ben pianificata inedia tedesca – perfettamente giustificata dai propri interessi nazionali – per me risulta davvero incredibile. Dunque la proposta di cui sopra dovrebbe essere declinata diversamente, ossia che gli italiani facciano un prestito allo Stato a tassi tedeschi per tre anni, questo denaro venga usato per comprare a mercato aperto il debito estero in euro e successivamente si restituisca al 100% agli italiani quanto dovuto ma nella nuova moneta svalutata: la perdita di capitale tecnicamente non ci sarebbe ma l’effetto sarebbe uguale visto che l’attesa svalutazione della nuova moneta è stata calcolata da eminenti banche di affare attorno il 30%, circa lo stesso ammontare di haircut da lei implicitamente previsto. Ma questo dovrebbe far ripartire l’economia. Pubblicizzando dovutamente le intenzioni dietro a tale ipotetica strategia, la Germania interverrà con gli eurobond ne sono certo [per convincere i tedeschi bisogna avere le palle, altrimenti ti asfaltano] e la crisi europea assumerebbe contorni differenti. Ma questo deve essere fatto ora! Se la crisi continua si rischia di distruggere la base industriale ed imprenditoriale italiana – secondo me alienare piuttosto che distruggere, la Germania tramite le sue aziende nel giro di due anni comprerà tutto il possibile nei paesi in crisi che glielo permetteranno, memento legge aggiornata golden share italiana -.
    Giannino che si batta, onere al merito per questo, ma che si prepari anche anche a considerare un altrettanto onorevole “abbandaare la nave” se il il Monti chiaramente filotedesco resterà….

    Un saluto

  66. giovanni

    Ho una semplice idea da sottoporLe, certamente non
    ho i mezzi cognitivi e nemmeno tecnici per affrontare
    un simile problema e non vorrei peccare di
    presunzione, ma a volte le idee possono essere
    vincenti anche se vengono dal basso.
    Attualmente lo Stato italiano ha un fortissima
    difficoltà a ricollocare il proprio debito.i titoli vengono
    venduti a tassi di rendimento altissimi , che
    provocano grandi problemi di liquidità a banche
    imprese e cittadini.
    Da una veloce ricerca effettuata ho visto che il tfr di
    21,5 milioni di lavoratori autonomi italiani(non è
    considerato il pubblico impiego) si aggira intorno ai
    20 miliardi di euro all’anno, cifre che vengono per il
    76% lasciate alle aziende per un rendimento del
    1,7% e per il 24% investite in polizze integrative che
    mediamente rendono al lavoratore un 4,5% annuo.
    La mia idea è la seguente,perché non proporre agli
    Italiani un nuovo patto di solidarietà, impegnare il tfr
    dei prossimi 10 anni nell’acquisto di titoli di stato ad
    un interesse fissato per legge al 3%. Il massimo
    sarebbe di poter utilizzare anche i 10 anni
    precedenti.Si arriverebbe intorno ad una cifra di 400
    miliardi di euro pari ad un quinto del totale del
    debito pubblico. considerato che attualmente gran
    parte dei possessori del nostro debito sovrano siamo
    sempre noi italiani , riusciremmo a diventare i
    maggiori azionisti del nostro paese e subire meno
    attacchi esterni.
    .Credo che aumenterebbe la liquidità delle banche, e
    quindi piu soldi alle imprese e mutui ai cittadini per
    l’acquisto delle case.
    Magari avremmo risorse in più da investire per il
    rilancio dell’economia,più soldi in busta paga ai
    lavoratori senza incidere al costo per l’azienda.
    Per farlo però bisogna dare garanzie reali al cittadino
    pareggio del deficit pubblico da effettuarsi con tagli
    alla spesa e pubblicazione semestrale online del
    bilancio.
    Le Democrazie stanno cambiando da sovranità
    popolare ad azionariato popolare, potremmo
    ridiventare proprietari del nostro Bel Paese

  67. Alberto

    Sarebbe solo una soluzione temporanea e che sposterebbe di poco nel tempo la necessità di una soluzione radicale e forse aggraverebbe i problemi. A questo punto della situazione e con le altre situazioni di crisi in altri paesi in fase acuta, la soluzione è la exit strategy concordata.@Marco Tizzi

  68. Alberto

    Sostanzialmente concordo, anzi temo che questo lavoro sporco che sta facendo Monti, sia funzionale non a salvare il Paese ma a prendere un po’ di tempo per salvare parzialmente qualcosa di altro.@carlo capuzzo

  69. Giuseppe Pizzino

    Riflessione costruttiva: imprese nella crisi.
    Lo stato di fatto: I consumi delle famiglie Italiane sono tornati ai livelli di quindici anni fa e le imprese non crescono ormai da più di cinque anni. A fronte di una stagnazione, o meglio di una decrescita, i costi fissi per personale, trasporti, servizi, a cui si aggiungono le insolvenze dei propri clienti, sono aumentati a livelli insostenibili, le banche hanno contratto il credito e la PP.AA ha allungato i tempi di pagamento delle forniture.
    Ipotizziamo (migliore casistica) che due imprese gestite da due imprenditori onesti, rispettosi delle norme e di tutte le leggi, hanno entrambe ricavi annui per due milioni di euro e che il loro bilancio di fine anno segni un sostanziale pareggio. Chiarisco, nessun utile, nessuna perdita.
    Le due aziende, storiche, sono state entrambe sufficientemente capitalizzate e sono ben assistite dal sistema bancario, nel rispetto di tutti i parametri di Basilea.
    La prima impresa ha quaranta dipendenti che costano un milione di euro, mentre la seconda non ha dipendenti, giacché ha scelto di far eseguire i propri lavori conto terzi.
    La prima impresa per effetto dell’Irap, sebbene in pareggio, deve pagare una tassa di cinquantamila euro, la seconda invece non deve pagare alcuna tassa aggiuntiva.
    Primo punto di domanda che sorge spontaneo all’imprenditore, ma chi me l’ha fatto fare di tenere dei dipendenti se questo deve rappresentare una penalizzazione rispetto al mio collega?
    Secondo aspetto non trascurabile ma, caratteristico in un momento di congiuntura sfavorevole è, se per l’imprenditore che non ha dipendenti a parità di ricavi e utile/perdita cambia sostanzialmente poco o nulla, discorso completamente diverso sia dal punto di vista economico che finanziario e sociale riguarda l’imprenditore che occupa i quaranta dipendenti, perché deve coprire un deficit di cassa che riguarda non solo l’anno in corso ma anche l’anticipo del 99% dell’anno successivo.
    L’imprenditore quindi va in banca, dove è molto apprezzato e stimato, e chiede al responsabile un nuovo fido di cinquantamila euro, per pagare l’Irap, continuare a fare impresa in attesa di tempi migliori, poter rimborsare la maggiore esposizione nei confronti della banca amica, ma molto responsabilmente avverte che in caso di stagnazione, di sicuro avrà bisogno di altri cinquantamila euro per pagare l’anticipo dell’Irap dell’anno successivo.
    Il responsabile inserisce tutti i dati di bilancio nel suo computer e si accende la famosa lucina che sostiene che in virtù delle rigide norme di Basilea non è possibile concedere nuovo credito.
    L’imprenditore incredulo parla con il direttore della filiale, amico, con il quale aveva sempre giocato a tennis, che gli dice: mi dispiace ma abbiamo direttive precise che non ci consentono concedere nuovo credito a imprese che non guadagnano, rischio il mio posto di lavoro. Addio.
    L’imprenditore a questo punto può solo decidere di liquidare la sua impresa o fare come il collega chiedendo ai propri dipendenti di aprirsi una partita iva, per poter continuare a lavorare, tutti.
    Questo è l’esempio più plastico in grado di rappresentare il buon connubio tra banca e impresa.
    Questo è l’esempio migliore che può capitare senza alcuna degenerazione del sistema.
    Le regole oggi in vigore non consentono di superare la crisi alle imprese sane, in pareggio, figurarsi le aziende, com’è logico siano in recessione, che sono in perdita o non sono assistite adeguatamente dal sistema creditizio.
    Che si voglia credere o meno questo può determinare quanto oggi stiamo vivendo.
    Vorrei riportare la rappresentazione dello stato d’animo, avendolo già vissuto, di quegli imprenditori che si trovano nella situazione di cui sopra, in prestito da un post letto sui blog:
    “Vivere col nodo in gola, col capo chino per il peso dell’angoscia, smettere i sorrisi, sussultare ogni volta che arriva una lettera o una telefonata, perdere la fiducia e sentirsi umiliato perché la posizione è “debitoria” o c’è una “esposizione” eccessiva o perché si deve “rientrare”.
    E intanto le tue mani che hanno sempre lavorato si stringono in pugni sempre più deboli.
    Poi non ce la fai più. Per davvero…”
    Volendo invece essere non pessimisti e credendo che sia ancora possibile fare impresa in Italia, creare occupazione e nuove opportunità per le generazioni che seguiranno, penso, molto modestamente, che in effetti, per le capacità che sono sempre stati in grado di esprimere i piccoli e medi imprenditori Italiani anche nei momenti di grave crisi, non sarebbe impossibile rimuovere gli ostacoli che determinano” la fuga” dall’impresa. Basterebbero solo buona volontà e credibilità verso pmi, che malgrado tutto rappresentano i due terzi dell’economia reale Italiana.

    La soluzione è più semplice del problema
    Bloccare il fenomeno di uscita dalle PMI dei dipendenti stabilizzati e innescare un processo di crescita e di nuova occupazione, dando valore al lavoro stabile e alle nuove occupazioni.
    Un posto di lavoro stabilizzato (tempo indeterminato) ha un valore di circa € 25.000 lordi l’anno.
    Ogni azienda deve valere per il numero dei dipendenti stabili (norma di buon senso).
    • L’azienda che ha cento dipendenti stabili da oltre cinque anni deve avere il diritto, a prescindere da tutto, a vedersi riconosciuto credito dalle banche per almeno un anno di lavoro per il numero dei propri dipendenti.
    • Un’azienda il cui numero medio dei dipendenti, a tempo indeterminato, degli ultimi cinque (meglio tre) anni è stato cento deve avere diritto, sacrosanto, di credito per € 2.500.000,00.
    Tale somma dovrà essere disponibile su un conto, vincolato, che dovrà servire per il pagamento solo dei salari, dei relativi contributi, agevolazioni, TFR, verso i propri dipendenti.
    Tale norma permetterà, in primis, di bloccare immediatamente il fenomeno dei licenziamenti e della cigs, perché gli imprenditori che in questo momento, lasciati soli, sono costretti a chiudere solo perché non ottengono credito dalle banche riprenderebbero a lavorare senza soluzione di continuità, sarebbero rivalutati socialmente ed economicamente, e rilancerebbero le loro produzioni.
    Altre aziende che nella crisi hanno resistito a fatica, ma hanno dovuto bloccare gli investimenti strutturali, potrebbero utilizzare il credito quale volano per nuovi investimenti e nuova occupazione.
    Infine, le aziende che nella crisi hanno avuto maggiore fortuna potranno utilizzare tale disponibilità per agevolare i propri dipendenti concedendo anticipi su TFR, che rilancerebbero i consumi.
    Creare questo nuovo elemento di valutazione del merito creditizio per le PMI, ha degli aspetti positivi incredibilmente sottovalutati.
    1. Riduce il costo verso la collettività per cigs per tutte quelle aziende che sono costrette a ricorrervi per impossibilità/discrezionalità di accesso al credito.
    2. Stimola le aziende ad assumere i propri dipendenti a tempo indeterminato.
    3. Elimina il fenomeno del lavoro nero e del sotto salariato.
    4. Da affidabilità, fiducia, e prospettiva agli imprenditori che possono dedicarsi al proprio lavoro senza bisogno di perder tempo per elemosinare credito presso bancari incompetenti, maldisposti, e discriminanti.
    5. Rilancia il valore della piccola impresa e delle start up dei giovani che potranno contare su norme democratiche, certe e non discrezionali.
    6. Elimina il fenomeno delle partite iva create per raggirare l’assunzione diretta.
    7. Limita la nascita delle aziende che gestiscono lavori conto terzi (sfruttando i lavoratori).
    8. Rilancia il valore del lavoro stabile.
    9. Interviene con una sola norma (consorzio fidi, pagato da imprese) democratica, a costo zero, abolendo qualsiasi altra forma di aiuti (discriminatori) ad appannaggio solo di una parte bene introdotta nei meccanismi burocratici e organizzativi.
    10. Combatte contemporaneamente l’evasione fiscale, il lavoro nero, il sotto salariato, la disoccupazione, la discriminazione creditizia territoriale, la discrezionalità bancaria, le agevolazioni legislative non produttive, la mancanza di stimoli per la ripresa, infine limita lo strapotere esercitato indiscriminatamente dalla finanza e dalle banche nei confronti dell’economia reale, rivalutando la produzione (people) rispetto alle swap.
    Il costo di questo nuovo strumento non solo è inesistente ma addirittura crea reddito, perché lo Stato sarebbe chiamato a intervenire solo come co-garante nei confronti delle Istituzioni bancarie, che a fronte di un consorzio fidi, pagato dalle imprese, dovranno concedere questo strumento creditizio, per sostenere il quale dovranno essere utilizzate tutte quelle somme che lo Stato impegna ogni anno per agevolazione e contributi vari, inutili e dannose. Termino facendo rilevare che per le personalità che oggi sono al Governo, diverse rispetto a chi li ha preceduti, invisi al sistema bancario, sarebbe esercizio facile, sarebbe un’intuizione brillante e originale, che non richiederebbe una riforma ma solo un tavolo al quale convocare i vertici delle Istituzioni bancarie. Una vera iniziativa per la crescita e lo sviluppo, troppo facile. Cordialità. Giuseppe Pizzino.

  70. adriano

    Non capisco chi giudica devastante il ritorno alla lira e contemporaneamente propone come alternativa l’uscita di Berlino dall’euro.A me pare siano la stessa cosa.Meglio sarebbe il reset generale e tornare tutti alle proprie monete.Ognuno si confronterebbe solo con i propri problemi senza aggravanti improprie.Per la ristrutturazione del debito lo preferirei solo temporale e rivolto al mercato interno rendendo non rimborsabili il 50% dei titoli o facendo la stessa cosa fingendo solo di allungarne i termini di scadenza ma garantendone comunque un rendimento non inferiore all’inflazione.Magari potrebbero mantenere anche un mercato che,per essere alla moda,si potrebbe chiamare dei “titoli sfigati”.

  71. Mario45

    @Adriano
    A me non pare la stessa cosa essere indebitati in un euro forte piuttosto che in un euro fortemente indebolito dall’uscita di Berlino. Mi pare invece che una ns uscita unilaterale sarebbe devastante. Altro sarebbe un ritorno contemporaneo di TUTTI i paesi alle proprie monete originarie; si aprirebbero montagne di problemi, ma essenzialmente tecnici.

  72. Mario45

    @Marco Tizzi
    Mi riesce difficile pensare al funzionamento di una moneta parallela, perché mi pare di questo si tratti: se si pagano i dipendenti pubblici con questi “buoni”” , come pensa che potranno questi ultimi convincere l’ortolano ad accettarli in pagamento ? A che cambio ? Le società appaltatrici dei lavori pubblici pagheranno in buoni il cemento ai loro fornitori ? Come calcoleremo il PIL e il debito ? Faremo la somma o terremo conto solo delle parti regolate in euro ? I mercati la prenderanno bene ? Boh, sinceramente mi pare un casino.
    P.S. Detto per inciso, sono d’accordo che la Regierung frega il suo popolo e il resto d’Europa, ma che dire dei ns governi ?

  73. Marco Tizzi

    @Mario45
    Non voglio più commentare sui nostri governi, divento cafone.

    L’abbuono tasse è ovviamente un trucco per stampare moneta in maniera “”legale””.
    E’ una cosa che possono fare anche i privati con io buoni sconto.

    In pratica si tratterebbe di emettere buoni tramite la spesa pubblica, pagando una percentuale della stessa con questi buoni, che vengono poi accettati per qualsiasi tassa, inclusa l’IVA.
    Quindi un pensionato potrebbe, per esempio, ricevere la tredicesima in “buoni” e usarli per pagare l’IVA al supermercato.
    Che ovviamente dovrebbe essere obbligato ad accettarli.
    E’ un modo per stimolare i consumi senza fare arrabbiare la buba, anche perché un’eventuale inflazione sarebbe comunque limitata al territorio italiano che accetta gli abbuoni.

  74. alberto avanzo

    mi scusi dottor Giannino, chi comprerebbe i 500mld di immobili pubblici secondo Lei? a chi fanno capo? quale valutazione ha utilizzato? quanto rendono? chi finanzierebbe tale operazione?
    ma lei Sto arrivando! di cosa sta parlando si? conosce i mercati finanziari lo stato corrente dell’overhang di real estate su banche! fondi etc etc
    non diciamo sciocchezze per cortesia ed informiamoci prima di gettare cifre al vento
    saluti

  75. Fr@ncesco

    Gentilissimo Giannino,

    Le scrivo per presentare alla Sua attenzione un proposta economica che mi ha stupefatto per la sua genialità.

    Tale proposta è stata ideata da Warren Mosler, ( http://en.wikipedia.org/wiki/Warren_Mosler ), uno dei principali autori della Teoria Monetaria Moderna ( http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_Monetaria_Moderna ).

    Sebbene io sappia che Lei propende di più per un altra corrente di pensiero economico, ho l’ardire di sottoporLe comunque questa idea di Mosler:

    http://www.scribd.com/webber3292/d/87105577-Pilkington-Mosler-Tax-Backed-Bonds

    La proposta è contenuta nel paper ma è molto breve: tutto ciò che deve fare il governo italiano è aggiungere una clausola alle nuove emissioni di titoli di stato e cioè dichiarare che questi nuovi bonds possono essere usati per pagare le tasse in Italia. Fine.

    Chiunque li abbia comprati saprà che possono essere usati invece degli euro per pagare IVA,IRPEF,IMU,IRAP o qualunque altro tributo dovuto allo stato italiano. Così si risolve il problema della “spread” e di come finanziare il debito pubblico italiano ed è perciò possibile smettere di spremere gli italiani per “risanare il bilancio” dello stato.

    Da notare che per l’investitore si tratta di una garanzia in più.

    Oggi se lo stato non riesce a ripagare il bond c’è il rischio default stile Grecia e, nel caso, l’investitore viene fregato. Invece con la proposta Mosler si ha la garanzia di non perdere il capitale in ogni caso, e non mi sembra una garanzia da poco, cioè si tratta sempre di una garanzia superiore a quella esistente oggi.

    Con questa proposta non si deve uscire dall’euro, non si deve svalutare, non si deve fare nulla più che aggiungere una semplice e chiara clausola sui titoli pubblici che lo stato italiano emette. E’ stupefacente nella sua semplicità e genialità.

    Warren Mosler ha sfruttato un principio cardine della Teoria, è cioè che il valore della moneta moderna è garantito dall’esazione delle tasse, e lo ha traslato in una soluzione semplicissima e che a mio avviso sarebbe efficacissima per l’Italia.

    Grazie per l’attenzione.

  76. Alberto

    Io mi asterrei da questi continui richiami ad una situazione che invece a me sembra molto simile, come percorso, sia per noi che per altri paesi come la Spagna.
    Comunque dato che questo Governo sembra che abbia molto successo e vox populi è vox Dei, significa che ha ragione!

  77. carlo grezio

    ogni tanto si deve ricordare che il debito pubblico non è la “causa” dei problemi, ma l'”effetto” della malagestio di chi ha amministrato la cosa pubblica italiana.
    Mai un bilancio chiuso in pareggio, spesa pubblica fuori controllo, quote enormi di sommerso, in parte giustificata dalla esosità di un fisco gestito da politici pessimi eletti da un popolo pessimo.
    Arrivati a questo punto disastroso che tutti conosciamo non c’e’ altra strada che ridurre in modo sostanziale e definitivo la spesa pubblica che non può significare “solo” ridurre gli sprechi,diminuire il costo della politica etc…tutte cose giuste ma non sostanziali.
    Bisogna ridurre stabillmente e definitivamente il perimetro della pubblica amministrazione improduttiva di servizi effettivi (cioè non sanità o istruzione, campi nei quali bisognerebbe aumentare efficienza ed efficacia) ma in quella dedita, quasi sempre inutilmente, alla gestione ed all’interferenza nella vita e nell’iniziativa dei cittadini.
    Passata la sbornia federalista-leghista che ha semplicemente incrementato in modo incontrollato il costo della pubblica amministrazione con regioni voraci e malgestite da formigoni a vendola a lombardo, bisogna tornare sulla terra e definire un sistema di pubblica amministrazione economicamente tollerabile per un piccolo paese di 50 milioni di abitanti, che non può avere 4-5 livelli di pubblica amministrazione.
    E quindi :
    – abolire definitivamente le regioni, licenziando i loro dipendenti con tutti gli ammortizzatori previsti (fino alla mobilità triennale) ;
    – abolire le province delle grandi città;
    – istituire le città metropolitane (licenziando i dipendenti di quelle amministrazioni provinciali con tutti gli ammortizzatori previsti;
    – trasferire le deleghe regionali alle province e riprendere quelle economiche a livello centrale;
    – eliminare almeno il 50% degli oltre 8000 comuni italiani, portandoli ad una dimensione media, attraverso fusioni successive, di almeno 15.000 abitanti;
    – abolire comunità montane e strutture simili (licenziando i dipendenti di quelle amministrazioni con tutti gli ammortizzatori previsti) ;
    – procedere ad una razionalizzazione delle oltre 14.000 società miste attivate da regioni, province e comuni con la complicità di banche e privati quasi sempre inutili ed inefficienti.
    – eliminare ogni forma di amministrazione “speciale” quindi azzerando le regioni a statuto speciale che se vogliono restare italiane devono diventare ordinarie, se no, con i loro debiti possono tranquillamente diventare staterelli indipendenti e provare a pagarseli.
    Con queste misure si potrebbero risparmiare almeno 100 miliardi anno di spesa pubblica, si libererebbero enormi risorse per ottimizzare le residue strutture pubbliche, ma soprattutto si potrebbe ridurre la tassazione, in particolare quella indiretta che sta uccidendo l’economia di questo paese, dove iva e accise a qualsiasi titolo stanno rendendo impossibile l’attività di milioni di persone,(con la complicità di centinaia di mentecatti che pensano che sostituire imposizione diretta con imposizione indiretta sia virtuoso…veri analfabeti economici).
    Certo ci vorrebbe gente intelligente e preparata al governo, che ovviamente gli italiani non eleggeranno mai, perchè infondo … e non bisognerebbe mai dimenticarlo… questa situazione è l’esatta conseguenza delle scelte politiche degli italiani che questo volevano (botte piena e moglie ubriaca…poveri coglioni).

  78. Andrea

    Tra socialdemocratici e cristianosociali (tutti statalisti), i quattro gatti liberali (italiani ed europei) finiranno come quelli del Colosseo: a sopravvivere, miagolando alla Luna, tra le vestigia di un grande edificio diroccato, simbolo di un’illusione grandiosa che fu (lo stato sociale/socialista).
    E se la nostra vita futura dipenderà, ancora una volta, dall’esito delle presidenziali USA… stiamo freschi per almeno altri 4 anni!
    THE ROAD TO SERFDOM, di nuovo.

  79. alberto avanzo :
    mi scusi dottor Giannino, chi comprerebbe i 500mld di immobili pubblici secondo Lei? a chi fanno capo? quale valutazione ha utilizzato? quanto rendono? chi finanzierebbe tale operazione?
    ma lei Sto arrivando! di cosa sta parlando si? conosce i mercati finanziari lo stato corrente dell’overhang di real estate su banche! fondi etc etc
    non diciamo sciocchezze per cortesia ed informiamoci prima di gettare cifre al vento
    saluti

    Le cifre sono certamente al vento. Ciò non toglie che bisognerebbe iniziare a vendere. Ad esempio, a Roma – Quartiere Prati: recupero urbanistico delle caserme, ora inutilizzate.

  80. Mario45

    @ Carlo Grezio
    Ad onor del vero bisogna anche dire che agli italiani le scelte politiche proposte negli ultimi sessant’anni non sono state certo granché. Questo se za togliere un grammo alle ns responsabilità, che sono comunque pesantissime.

  81. adriano

    @Mario45Lei ha ragione.Sono talmente immedesimato nella necessità del ripristino della sovranità sulla moneta che ne immaginavo la conclusione,pensando al valore che avrebbe nei due casi,dando per scontato premesse che non lo sono,come la definizione dei rapporti finanziari.Ritenendo comunque pregiudiziale l’autonomia,considero indispensabile,euro o non euro,il rientro del debito all’estero,anche rinunciando momentaneamente all’accesso ai mercati,se conservarlo significa subire ricatti o imposizioni inaccettabili.

  82. Gianluca

    Ho letto con interesse tutti i commenti, più o meno tutti hanno la ricetta magica ed attaccano Monti, L’europa, la Germania, la ricchezza, ognuno ha il suo principale obiettivo un po tutti concordano nell’attaccare questo governo.

    Sulla carta sembra tutto semplice, anche io concordo con Giannino sulle dismissioni e sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, sui tagli alle spese, sulla diminuzione delle tasse, sulla riforma della giustizia e su maggiori investimenti su sviluppo e ricerca.

    Maggiori investimenti con una razionalizzazione delle spese. Ammettiamo che per le tasse da ridurre dobbiamo aspettare un paio d’anni, vista l’evidente crisi attuale, tutte le altre cose sembrano alla portata, ma non arrivano. Perchè?

    Credo che le ricette magiche non esistano e per fare qualsiasi cosa bisogna farla con i tempi ed i modi giusti. L’Italia negli ultimi 20 anni è il paese o tra i paesi che meno è cresciuto al mondo, stessa cosa in Europa.

    A nessuno viene in mente, invece di trovare formule magiche, che se un paese per 20 anni NON FA NULLA di significativo, anzi le poche cose fatte sono state peggiorative, (vedi porcellum e riforme della giustizia tra le quali per fortuna non è passata quella del csx della Finocchiaro), che stiamo pagando per 20 anni di nulla?

    Ora non è il momento di contestare ma di fare sacrifici, l’Italia è fatta da milioni di cittadini, insultare i politici o immaginare manovre che non peggiorino il ns livello di vita è demenziale, serve a poco.

    In ogni cosa, dalla politica, allo sport, nella vita di tutti i giorni e nel lavoro, se sbagli paghi. Se abbiamo dato le chiavi del’Italia per 20 anni ad un accozzaglia di politici interesati alle loro beghe personali ed alle loro leadership, oggi raccogliamo quanto seminato. Risparmiamo la fatica d’insultarli, i risultati del loro lavoro sono sotto la luce del sole.

    Sperare che tutto sia superabile con dismissioni e risparmi di spesa e che la ns qualità di vita non è destinata a peggiorare dopo 20 anni di errori è un po troppo ottimistico.

    Ciò non toglie che bisogna andare in quella direzione, ma dobbiamo comprendere che c’è bisogno di pazienza, governare un paese non è come giocare a monopoli.

    Incominciamo a mangiarci le mani per aver dato credito nell’ultimo ventennio a personaggi (trasversalmente senza distinzioni alcuna) per la maggiorparte poco interessati al paese e molto a restare al potere.

    Preso atto di questa situazione drammatica in cui ci troviamo, frutto di 20 anni di nulla, in un mondo che sta cambiando alla velocità della luce, critichiamo pure ma chiedo un po più di lucidità che spesso mi pare manchi privilegiando la corsa a contestare sempre e troppo perdendo il bandolo della matassa.

    Siamo noi che nel prossimo ventennio daremo le chiavi ai prossimi amministratori del paese e se continuiamo a non fare analisi lucide ho paura che anche questa lezione non servirà, e noi andremo sempre peggio.

    Gianluca

  83. carlo

    Ho visto in questi giorni le facce dei personaggi cui Monti stringeva la mano, a dir poco, per non dire peggio, mi sembravano “poco convinti”
    a conferma di quanto leggo ogni giorno qui…
    Per ma tornerà con le pive nel sacco, ma non potrà mai ammetterlo…
    davvero qualcuno crede che i Cinesi vengano ad investire qui ? o a comprare il nostro debito pubblico?
    E in cambio cosa gli diamo?
    abbiamo solo una cosa : il silenzio sui diritti civili violati in Tibet e sulle minoranze Yuiguri(non so se scrive cosi,vado a memoria)

  84. Alberto

    Carlo sarei già soddisfatto se si riuscisse ad azzerare le nuove assunzioni, bloccando il turn-over ed accorpando servizi e mansioni ed eventualmente terziarizzando interi settori di attività di servizio, con un meccanismo tipo vendita di ramo d’ azienda, in cui ci sia nelle nuove strutture una partecipazione dello stato minoritaria; scusami ma debbo dirtelo, il tuo mi sembra un dream program.
    Dai dati della RGS, relativi agli anni 2007-2009, risulta che circa il 12% del personale fisso ha cessato il rapporto e circa l’ 11% sono state le nuove assunzioni, cioè circa 420.000 unità sono cessate e circa 385.000 assunte con un taglio di sole 35.000 unità. Se tutte le 420.000 cessazioni non fossero state coperte, il risparmio sarebbe stato di circa 12 MLD annui, al 3° anno, quindi nel giro di 10 anni io credo che si potrebbero recuperare almeno 40 MLD solo di stipendi ed altre componenti accessorie. Il personale potrebbe essere ridotto senza traumi di circa 1.300.000 unità in 10 anni. La terziarizzazione, permetterebbe di applicare metodi aziendali di efficientizzazione, io credo che sia l’ unica strada possibile, perchè altrimenti i 3,5 milioni di dipendenti del settore pubblico, che non sono soli, ma con le loro famiglie rappresentano almeno 6/7 milioni di cittadini potrebbero rappresentare un problema insormontabile.
    @carlo grezio

  85. Marco Tizzi

    Gianluca :
    Siamo noi che nel prossimo ventennio daremo le chiavi ai prossimi amministratori del paese e se continuiamo a non fare analisi lucide ho paura che anche questa lezione non servirà, e noi andremo sempre peggio.
    Gianluca

    Mi dice cortesemente chi, tra quelli che si presenteranno alle prossime elezioni, potrò votare come “degno amministratore” di questo Paese in modo che cambino le cose?

    Non ho la tv, l’unico programma che guardo è report, dal sito della rai.
    Ho sentito negli ultimi 2 minuti l’anticipazione della puntata del 15 aprile in cui Mario Monti mi diceva che, storicamente, la causa di tutti i mali italiani è l’evasione fiscale.

    Che sia uno dei mali è vero.
    Che sia il più importante, con sincerità, per me lo può pensare solo un demente.

  86. Ecate

    @Marco Tizzi
    Ritengo tutto una farsa. Quanti dipendenti statali come le guardie forestali in Sicilia, come il call center che fornisce informazioni sulla raccolta differenziata di Napoli si girano i pollici; adetti del genio militare, medici, del catasto (solo per citarne alcuni) che svolgono attività in proprio con i mezzi dello stato e durante l’orario di lavoro, altri che percepiscono lo stipendio come insegnante e il pomeriggio svolgono un’altra attività in proprio (ingegneri, architetti, avvocati…) o impartiscono lezioni in nero e con 4 mesi di vacanze retribuite l’anno. L’elenco sembra non finire mai ma nessuno ne parla, è più facile indottrinare dipingendo chi non emette lo scontrino come il parassita per antonomasia. Chi è senza peccato scagli per primo la pietra.

    In un rapporto della CGIA di Mestre, Bortolussi elencava 4 tipi di evasione : lavoro in nero oltre 200 miliardi di €, criminalità oltre 140 miliardi di €, grandi aziende 50 miliardi di €, mancanza di scontrini e fatture 6 miliardi di €. C’è qualcuno che sta mentendo o è un problema semantico.

    Sta diventando sempre più come il racconto di Orwel “la fattoria degli animali”

  87. Alberto

    Chi riuscirà a ridurre la seconda voce, che secondo me insieme a quella della mala giustizia, civile e tributaria, sono fra i maggiori ostacoli per gli investimenti stranieri? Sembra che il futuro sarà molto triste e francamente non modificabile per noi.@Ecate

  88. Massimo74

    @Ecate

    C’è qualcosa che non mi torna nei tuoi dati.A me risulta che la CGIA di mestre quantifica il sommerso nell’ordine dei 275 miliardi all’anno (sostanzialmente le stesse statistiche fornite dall’istat) mentre facendo la somma dei dati da te postati si arriverebbe alla cifra di 400 miliardi all’anno.Sicuro che non hai capito male?

  89. Marco Tizzi

    @Ecate
    Secondo me abbiamo i seguenti problemi:
    – le più importanti organizzazioni criminali del mondo;
    – una giustizia completamente malfunzionante anche a causa di leggi assurde, nella quantità e nella qualità;
    – una spesa pubblica improduttiva, asociale, antimercatistica e completamente fuori controllo;
    – un sistema bancario che non fa il sistema bancario, ma vive di se stesso, attento solo ai suoi amichetti;
    – livelli di corruzione da terzo mondo;
    – carenze infrastrutturale;
    – pressione fiscale senza logica;
    – burocrazia degna del lasciapassare A38 di Asterix;
    – pochi servizi pubblici di pessima qualità;

    Ed evasione fiscale.

    Metteteli voi nell’ordine di importanza.

    A me sembra chela fattoria degli animali ci sia da sempre.
    Ora ci si sta avvicinando a 1984…

  90. Mario

    @ Adriano
    Anche senza entrare nel merito dell’uscita “solo momentanea” dai mercati finanziari, cosa che non riesco nemmeno ad immaginare – come compreremmo l’energia ? come potremmo continuare a finanziare il debito ? ecc – guardi che un paese che detiene il quarto debito mondiale in valore assoluto non è poi così debole. Se il debito è quello di un piccolo paese come la Grecia, il problema è sostanzialmente dei greci, ma il nostro ha dimensioni tali che che assurge automaticamente problema di tutti. La possibilità di ricatto l’abbiamo anche noi. Certo che il timone non può essere affidato a un vecchio rettore gentleman che sproloquia sull’evasione come causa principale della situazione fallimentare che si è creata in Italia; occorre un pirata a gestire una situazione piratesca, qualcuno che dica fuori dai denti a tedeschi & companies che non è disposto a strozzare i suoi CONCITTADINI – non sudditi – adottando politiche che ne decreterebbero la morte certa per asfissia. ” Noi NON ridurremo il ns debito con aumenti di tasse ed accise varie; ridurremo la spesa pubblica in uno spazio temporale accettabile, questo possiamo garantire. Se per voi è OK allora andiamo avanti; in caso contrario sbatteteci fuori dall’euro, fateci fallire, fate quel cavolo che volete.” Questo, a mio avviso, potrebbe essere fatto da un pokerista come un Gardini, certo da nessuno degli attuali politici, pseudotecnici e mercanzia varia offerta dal belpaese.

  91. adriano

    @MarioLa compreremmo come facevamo prima del 2002.Il debito deve essere solo interno con una moneta di cui si abbia la sovranità.L’adesione all’euro è stato un errore.Con l’esplosione dei debiti sovrani non possiamo permetterci le sue anomalie.Il problema reale è il nostro disordine finanziario.Se riuscissimo a rimediarvi tutto sarebbe possibile ma così non è e non sarà.Con la lira avremmo qualche possibilità di manovra in più potendo stampare moneta.In ogni modo ci si deve rassegnare a dover vivere con minori risorse qualsiasi sistema si scelga.Invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia ma almeno potremmo tentare di essere padroni in casa nostra.Non mi consola sapere che il nostro debito è un problema di tutti se questa condivisione non serve a risolverlo ma forse solo a procastinarlo.

  92. Alberto

    Caro Giuseppe, se molti avessero il suo coraggio e la sua onestà intellettuale, saremmo un paese in grado di salvarsi, ma purtroppo, a partire delle banche, e poi giù fino al sindacato, siamo un paese che pensa solo ai cavoli propri, a partire dalla politica, che invece di trovare davvero gli accordi che servono al paese, pensa solo a ciò che fa più comodo. @Giuseppe Pizzino

  93. bruno

    La lotta gli sprechi e la presa per i fondelli. Dove sta il collegamento? Nell’elenco degli sprechi redatto dopo l’indagine commissionata dal Ministro ci sono voci di spese comunali curiose; per esempio 4500 € per lo studio del bramito del cervo in trentino o altra regione che non ricordo ora. Il TG dà la notizia, il Ministro immaginiamo sarà soddisfatto di questa attenzione “nuova” agli sprechi e…. il cittadino? Beh se non capisce che lo stanno prendendo per i fondelli si merita che questo avvenga, soprattutto se il cittadino non è un dipendente della Pubblica Amministrazione, un politico, un amministratore pubblico, un Amministratore di azienda a partecipazione pubblica, un funzionario o un dirigente di Enti ed Istituzioni. Quello della notizia sarà pure uno spreco facile da risolvere ma non conta nulla…è tutto ciò di cui non si parla, che non si affronta e non si ha neppure nell’anticamera del cervello di voler risolvere quel che davvero è importante e da cui si cerca di sviare l’attenzione.

  94. Alberto

    Io, come molti altri, ho sempre ritenuto che l’ Euro abbia avuto effetti positivi, ma non avevo mai analizzato a fondo alcuni elementi che invece mi si sono evidenziati con tanta chiarezza e crudezza solo da qualche mese e che sostanzialmente riassumo in questi successivi numeri, ma sono mesi che ne parlo qui eed altrove.
    Ad esempio, se è vero che abbiamo avuto relativamente bassa inflazione (ma solo ufficialmente,perchè quella realmente agente sui prezzi è molto più alta, come tutti sappiamo), la crescita cumulata è stata pari a zero contro una media di + 1,6% media nel prec.te decennio ed il debito è passato dal 103% sul PIL quando entrammo all’ attuale 122,5% sul PIL (esattamente l’ inverso di quanto accaduto nel prec.te decennio) che sappiamo sarà decrementato almeno del 2,3%, (ma già c’ è chi dice che arriveremo al – 3% ed io concordo con queste stime ancor più pessimistiche), secondo dati FMI. Inoltre tra il 1997 ed il 2001 abbiamo avuto una inflazione media del 2,14% contro 2,12 sempre ufficiale nel decennio 2001-2010; non mi pare che prima dell’ euro stessimo peggio, ma non solo riuscimmo a portare il debito al 103% sul PIL, come detto prima.
    Per il resto, ho già dato molti dati ed informazioni, su questo blog, per giustificare le mie idee sulla necessità di una exit strategy, parlo della storia economica e produttiva che hanno accompagnato questi 10 anni di moneta unica e della necessità, oggi, di trovare una exit strategy meglio concertata e soft, ma assolutamente improcrastinabile ed inderogabile.
    In ogni caso, e lo dico a Mario, occorre mettere questo problema nelle mani degli elettori, come avevo già detto, perchè è chiaro che Monti non lo farebbe mai; ma arriverà credo presto a maturazione, questo momento, quando si capirà che andando avanti di questo passo faremo la fine delle economie già fallite o praticamente alla canna del gas.

    @Mario

    @Alberto

  95. andrea iotti

    Petizione!!

    Ho notato che il Carissimo Oscar è stanco.
    Pressioni dell’editore, pressioni della pubblica opinione.
    Non ci deve mollare!!
    Bombardiamolo di mail di sostegno!!
    Forza Oscar!!!

  96. roby milano

    ma l’ag delle entrate la finisce di leggere/interpretare i dati a suo piacimento ?
    gli imprenditori più poveri dei dipendenti !!
    io sono un piccolo imprenditore e sono sicuramente meno ricco di tanti dipendenti pubblici / statali; e ci vuol poco visto i compensi dichiarati qualche tempo fà sui giornali
    il bello che ho mille rischi e responsabilità lavoro il doppio per che cosa ?
    vedete ultimamente me lo sono chiesto sempre di più e sono arrivato a una conclusione in Italia non ha più senso lavorare in regola come libero professionista
    o mi assumono nello stato o pubblica amministrazione o lavoro in nero.
    ci sono dirigenti pubblici che non hanno grosse competenze che guadagnano più di 200.000 euro al mese senza rischi di sorta e senza produrre la minima ricchezza
    e io per giunta passo pure per il furbetto la p.iva che evade !!
    andate a cagare cari i miei politici e tecnici
    l’unico problema è il p.i.l. ascoltate Latouche
    li sta gran parte della verità
    basta vivere per consumare
    le palle neo liberiste non stanno più in piedi tutto ha fine e questo sistema è molto vicino quanto credete si possa ancora crescere dai fate i seri
    io posso vivere di poco con la soddisfazione (per quanto misera)di non far parte più di questa gabbia (il lavoro) che alimenta solo la corruzione e il malcostume di pochi a discapito di molti
    Credo fermamente che sia inutile questo governo Monti e non ha minimamente toccato le tasche che doveva toccare

  97. Mario

    @ Adriano
    Caro sig Adriano, il 2002 è lontano e nel frattempo è cambiato il mondo e le sue regole e, non meno importante, sono cambiate la struttura e la grandezza del nostro debito e la capacità produttiva delle nostre aziende che devono confrontarsi sui mercati con competitors che non esistevano vent’anni fa. Nulla è più come prima; non avremmo mai dovuto entrare nell’euro, cosa che già era evidente quando Ciampi ha fatto carte false per farci accettare. Che si dovrà accettare un tipo di sviluppo più sobrio non c’è dubbio; temo però che per arrivare alla sobrietà dovremo passare per l’indigenza, perchè, nel caso di default o di ritorno alla nostra moneta (con conseguente pesantissima svalutazione sui mercati, assolutamente inevitabile) impiegheremo anni a ricostruici un’immagine di serietà che ci permetta di accedere al credito, senza il quale non ci si sviluppa. Il credito si ottiene con anni di comportamenti seri e coerenti, ma si può perdere in un attimo. Tornare alla sovranità sulla moneta sarà forse una necessità, ma il problema vero è da chi e come verrà poi gestita: sempre da questi che ci hanno condotto al punto in cui siamo ?

  98. Marco Tizzi

    Adesso il signor Shauble vuole dei commissari, ovviamente non eletti e di derivazione “accademica” (??????????????) che controllino le politiche fiscali della zona euro.

    Eccoci qua: la fine della democrazia scritta nero su bianco.

    Fate vobis.

    spiegel.de/international/europe/0,1518,825208,00.html

  99. Mario Carlo Ferrario

    Una situazione di sostanziale insolvenza finanziaria, quale quella dell’Italia, non può che essere affrontata con misure straordinarie. Un haircut del 30% cioè di 600mld, fdata l’attuale distribuzione della proprietà del debito italiano significa un taglio di circa 300 mld per gli investitori stranieri e altrettatnti per i risparmiatori italiani. Sull’estero tale importo potrebbe essere sostenibile ( al di là della credibilità futura ) ma all’interno impatterrebbe massiciamente sia in termini materiali che psicologici sui consumi con un forte aggravamente della spirale depressiva.
    Un risultato analogo si può a mio avviso raggiungere in tempi brevi per altra via. Il conferimento di patrimonio dello stato, immobili, partecipazioni anche non quotate come Poste, Ferrovie, Rai ecc. nonchè di licenze e concessioni per circa 600 mld in Fondi chiusi. In tal modo non si dovrebbe svendere il patrimonio che verrebbe conferito a valori di perizia, rimarrebbe in mani italiane in quanto i gestori sarebbero italiani, si privatizzerebbe in quanto la proprietà e la gestione non sarebbe più statale.
    Lo stato dovrebbe poi fare una Offerta Pubblica di Scambio tra le quote di questi fondi e i titoli di stato magari offrendo un la garanzia di un rendimento minimo per esempio del 3%. Credo che molti investitori preferirebbero questi Fondi con beni reali a un titolo di debito pubblico con un possibile rischio di default. I Fondi potrebbero avere una durata lunga, es. 30 anni, dando tutto il tempo ai gestori per valorizzare e realizzare un significativo upside sul valore di conferimento. La plusvalenza così ottenuta potrebbe ancora essere divisa al 50/50 tra risparmiatori e stato per un ulteriore abbattimento di debito.
    Infine un beneficio secondario ma non di poco conto sarebbe la riduzione per 6oo mld del potenziale di corruzione, avendo tolto ai politici la materia prima su cui “lavorare”.

  100. Dario Negri

    Sono anch’io convinto, il peggio deve ancoara venire. Le nostre aziende dovranno presto chiudere dato che la gente non ha piu’ soldi da spendere. Ci stanno anche togliendo la liberta’. Presto saremo tutti degli schiavi sottomessi al Principe Giovanni e allo Sceriffo di Nottingham

  101. adriano

    Francamente la lettura di tutti i vs. post è istruttiva e divertente ma anche disarmante. Intrigante la teoria citata da Francesco (post n 31) quella di Pilkington-Mosler ; intrigante e facile da introdurre , salvo qualche problema di …sincronia. Ciascuno dovrebbe avere altrettanti Bot (per semplicità) quanto debiti di imposta gli gravino; cmq è una intuzione certamente molto intelligente ma che non verrà presa in consderazione da nessuno. Quindi ha scarso realismo , come del resto ha scarso realismo la reiterata proposta di Giannino circa la dismissione di beni ..immobili ..per 500MD di €. Proposta che andrebbe a pennello in una soluzione da eserciziario di economia neppure troppo avazato!.
    Tutti abbiamo ragionamenti con punti di forza e punti di debolezza. Ciascuno che qui scrive ha punti di vista, osservazioni interessanti. Molti sono confliggenti ma nell’ insieme compongono un profilo della complessa realtà italiana.
    Ciò che dobiamo dire però tutti, alto e forte, che precondizione per un risanamaneto del paese è una sorta di purga “giacobina” della c.d. classe politica. Non se ne può davvero più : i problemi sono inequivocabilmente : Corruzione , falsa rappresentanza politica (quindi falsa democazia), molta furbizia ma scarsa intelligenza …. Nord e Sud . a questa stregua o salta il Paese nella sua unità fragile o si compatta una volta per tutte.Bisogna dire con semplicità che chi si appropria della cosa pubblica è UN MASCALZONE E COME TALE ANDRA’ TRATTATO

    Meditate gente , meditate! Ma n on dimentichiamoci mai : Cartago delenda est e Cartago qui è quel che ho detto prima : Senza di che non ci sarà teoria economica : liberale , keynesiana o cos’ altro che salverà questo Paese dalla sua condizione di debitore ….insolvente!

  102. adriano

    Francamente la lettura di tutti i vs. post è istruttiva e divertente ma anche disarmante. Intrigante la teoria citata da Francesco (post n 31) quella di Pilkington-Mosler ; intrigante e facile da introdurre , salvo qualche problema di …sincronia. Ciascuno dovrebbe avere altrettanti Bot (per semplicità) quanto debiti di imposta gli gravino; cmq è una intuzione certamente molto intelligente ma che non verrà presa in consI

    derazione da nessuno. Quindi ha scarso realismo , come del resto ha scarso realismo la reiterata proposta di Giannino circa la dismissione di beni ..immobili ..per 500MD di €. Proposta che andrebbe a pennello in una soluzione da eserciziario di economia neppure troppo avazato!.
    Tutti abbiamo ragionamenti con punti di forza e punti di debolezza. Ciascuno che qui scrive ha punti di vista, osservazioni interessanti. Molti sono confliggenti ma nell’ insieme compongono un profilo della complessa realtà italiana.
    Ciò che dobiamo dire però tutti, alto e forte, che precondizione per un risanamaneto del paese è una sorta di purga “giacobina” della c.d. classe politica. Non se ne può davvero più : i problemi sono inequivocabilmente : Corruzione , falsa rappresentanza politica (quindi falsa democazia), molta furbizia ma scarsa intelligenza …. Nord e Sud . a questa stregua o salta il Paese nella sua unità fragile o si compatta una volta per tutte.Bisogna dire con semplicità che chi si appropria della cosa pubblica è UN MASCALZONE E COME TALE ANDRA’ TRATTATO

    Meditate gente , meditate! Ma n on dimentichiamoci mai : Cartago delenda est e Cartago qui è quel che ho detto prima : Senza di che non ci sarà teoria economica : liberale , keynesiana o cos’ altro che salverà questo Paese dalla sua condizione di debitore ….insolvente!

  103. Stefano

    …. tra le cause “…l’ignoranza di politici ed economisti con un perseguimento ossessivo del pareggio di bilancio…”.
    Galbraith già prima degli anni ’70 e parlando della crisi del ’29 evidenziava questa ottusa politica tra le cause del passaggio dalla crisi alla depressione.
    Il problema NON è solo Italiano, oltre il 10% di disoccupazione in Europa, PIL quasi tutti negativi ….

    Errare humanum

  104. Alberto

    Ragazzi ne abbiamo già parlato, cosa vogliamo rispondere alla domanda di Marlowe?

    Sempre più disoccupati, sempre più tassati. Benvenuti nell’Italia che magari ha evitato il destino della Grecia, ma non quello del declino e della recessione, oltre che il giusto rigore, imposti da Frau Merkel. Destino al quale il governo dei tecnici ed il Parlamento dei politici sembrano in grado di opporre ben poco. L’Istat ha pubblicato i dati di febbraio sulla disoccupazione: siamo al 9,3 per cento. Per i giovani, il 31,9. Nel quarto trimestre 2011 la disoccupazione nazionale sale al 9,6: un anno fa eravamo all’8,1. Quella giovanile al 32,6, con punte del 50 per cento nel Mezzogiorno. Due milioni e mezzo di persone senza lavoro; e con scarse possibilità di trovarne uno in questo 2012 che, per ammissione del ministro dello Sviluppo (l’ironia è involontaria) Corrado Passera, sarà tutto in recessione. Salvo miracoli a fine anno avremo il 10 per cento di disoccupati, e ci avvieremo verso il 40 per i giovani: percentuali che ci avvicinano alla Spagna. Al tempo stesso si fa sempre più drammatica la questione fiscale. A dichiarazioni dei redditi da fame si contrappone una stangata – dalle addizionali locali alla casa, dal carburante alle bollette – che (come ha certificato la Banca d’Italia) sta erodendo il potere d’acquisto ed i risparmi delle famiglie. Gli immobili ed i piccoli patrimoni, i due tradizionali paracadute dell’Italia, sono colpiti sia direttamente sia indirettamente. Direttamente attraverso la super-Imu e le tasse sui depositi; indirettamente perché le famiglie attingono al gruzzolo domestico per far quadrare i conti e mantenere un figlio precario o a spasso. A tutto ciò si aggiunge il caos prodotto dalle norme governative, specie sull’Imu, che ha indotto i Caf a chiedere il rinvio. Al disagio sociale si somma quindi l’incertezza: sappiamo soltanto che pagheremo di più, e parecchio, ma non quanto, come e quando. E non è neppure tutto: ad autunno dovrebbe scattare il nuovo aumento Iva, ma anche qui non ci viene detto se di un punto, due punti, e su quali aliquote. Avanti di questo passo e quel disagio si trasformerà in qualcosa di più profondo, di più duro, e temiamo anche di violento. Un Paese può permettersi il rigore, ma non l’incertezza totale sul proprio avvenire. Ed è incomprensibile che il governo, dopo avere con un tratto di penna portato al 45 per cento la pressione fiscale, con effetti recessivi ampiamente previsti, stia ancora a cincischiare con le norme molto ottimisticamente definite Cresci-Italia. Noi, che abbiamo fin dall’inizio considerato questo esecutivo come l’ultima spiaggia anche di fronte all’ignavia della politica, non riusciamo a capacitarci di come le “meglio intelligenze” del Paese insistano a sottostimare la situazione. Esemplare è l’«agenda Passera»: non manca niente, dal rilancio delle infrastrutture al piano casa, alla mitica abolizione della burocrazia per l’imprenditoria giovanile. Dalla revisione dei bonus a pioggia alle imprese e alle energie verdi (pagati dalle bollette di tutti noi) alla riduzione del digital divide. Domanda: scusi ministro, quando cominciamo? Domani? Dopodomani? E perché finora ci siamo occupati di taxi e panettieri? I tavoli di crisi per aziende a rischio sono ben 200, ai quali se ne aggiungono altri 100 per ristrutturazioni. Soldi in cassa, neppure un euro. La crescita, è vero, non si fa per decreto. Le tasse invece sì. Ma in questo modo si conferma che oltre all’Italia stiamo soprattutto salvando l’Europa. Anzi: la Germania. Alcuni dati: la disoccupazione tedesca è scesa al 6,7 per cento: se noi siamo ai massimi dal Duemila, loro sono ai minimi dalla dal 1990. Aumentano gli stipendi pubblici e privati: il governo ha appena concesso a due milioni di dipendenti federali e municipali un aumento del 6,3 per cento da qui a fine 2013. Nel settore privato si è subito mossa la Ig Metall, il sindacato dei metalmeccanici, che ha chiesto gli stessi benefici. Hanno buone probabilità: la Volkswagen ha erogato ai dipendenti un bonus medio di 7.500 euro. Questo quadro, assieme a una crescita economica del 3 per cento nel 2011, fa prevedere una notevole ripresa dei consumi. Nonostante la flessione stimata quest’anno, la Germania se la passa quindi molto bene. Merito della saggezza dei suoi governanti, ed alla lungimiranza delle forze politiche e sindacali; ma anche di una straordinaria serie di fattori che hanno tutti contribuito a portare acqua al mulino di Angela Merkel, delle aziende tedesche, delle banche renane. Ne elenchiamo qualcuno: l’enfasi sul rischio-debito degli altri ha scatenato un’ondata di acquisti sui Bund consentendo di finanziare il pur cospicuo debito tedesco a tassi prossimi allo zero; secondo, la svalutazione dell’euro, anch’essa legata all’allarme debito, ha dato una spinta formidabile all’export, che ha raggiunto i mille miliardi di attivo; terzo, i due dati combinati hanno prodotto un boom di entrate fiscali, che pur con una pressione inferiore all’Italia fa promettere alla Merkel un calo di imposte (nel 2013 ci sono le elezioni); quarto, l’indice di fiducia delle aziende è aumentato a marzo a 109,8 punti, un dato superiore alle attese; quinto, gli investimenti: soprattutto nella spesa pubblica, che li ha aumentati di 42 miliardi mentre in Italia si riducevano di 400 milioni; sesto, agli investimenti interni si aggiungono quelli stranieri: nel solo terzo trimestre 2011 mentre se ne andavano 48 miliardi dall’Italia, 20,2 dalla Francia, 16,5 dalla Spagna, ne arrivavano in Germania per 18,3 miliardi che si aggiungevano ai 119,3 da inizio annoi. Infine il boom del mattone, con i prezzi cresciuti del 10 per cento tra fine 2011 e inizio 2012. Alla Germania sta insomma riuscendo tutto ciò che va di traverso all’Italia. E non solo a noi, visto che perfino Olanda e Austria sono entrati in area rischio. Domanda: ma è davvero questa l’Europa che vogliamo? O è quella che svuota le nostre tasche di contribuenti e costa lavoro ai nostri giovani? E soprattutto: qualcuno ha intenzione di chiederci che cosa ne pensiamo?

    Io qualche risposta l’ avrei, ma rischierei di esagerare su qualche personaggio che invece di battere i pugni sul tavolo di Francoforte, ci racconta un sacco di balle.

  105. Massimo74

    Ecate :
    @Massimo74
    Scusami i dati della CGIA di Mestre riportati sono diversi:
    200 miliardi lavoro in nero
    100 miliardi criminalità
    10 miliardi grandi imprese
    6 miliardi lavoratori con P.IVA
    Totale 316 miliardi
    Però da un’altra parte il fatturato della criminalità era indicato con 140 miliardi poi mancano i 70 miliardi citati dalla corte dei conti per la concussione nella P.A.
    fonte
    http://www.mrfinanza.com/2008/05/12/evasione-fiscale-316-miliardi-allanno/

    I dati che hai postato si riferiscono all’imponibile evaso (o presunto tale) mentre io facevo riferimento al mancato gettito per le casse dell’erario, da qui nasce il mio fraintendimento.Comunque in quel link che hai postato leggo che le società di capitali evaderebbero le tasse perchè il 50% di esse chiude con i bilanci in perdita ogni anno.Sinceramente rimango basito nel leggere certe assurdità. Possibile che il Sig.Bortolussi non sappia nemmeno che i soci nelle srl (quelle non soggette agli studi di settore) percepiscono uno stipendio tutti i mesi (spesso sono dipendenti della loro stessa azienda) su cui pagano tasse e contributi e che questi stipendi essendo spesso molto alti contribuiscono a mandare in perdita il bilancio delle società alla fine dell’anno?Io ho lavorato per anni come contabile in una società di capitali e so benissimo come funziona la contabilità in queste aziende.
    I soci percepiscono alti stipendi e la società chiude il bilancio in pareggio o in pedita e non paga le imposte.Questo non significa affatto che la società evade le tasse, queste ultime vengono infatti pagate direttamente sulle retribuzioni percepite dai soci dell’azienda tutti i mesi (come accennato sopra questo non vale per le aziende soggette agli studi di settore).
    Pensare che un’ associazione come la CGIA di mestre che dovrebbe difendere la categorie degli artigiani e delle PMI non sappia una cosa del genere non può che lasciare esterefatti.Se questi sono i rappresentanti delle partite IVA siamo messi proprio bene…

  106. Alberto

    Marco interessante link, volevo dirtelo da tempo, quando linki qualche qualcosa dal web, vai sulla parte alta della pagina, dove c’è la riga http://… vacci sopra con la freccetta clicca sopra e si illumina in blu, poi fai tasto destro copia e poi incolla sul post che stai scrivendo, separandolo dal resto del tuo testo usando il tasto invio(a capo) 2 volte. Scusami ma altrimenti diventa a volte complicato andare a leggersi ciò che proponi, invece così diventa tutto più facile. @Marco Tizzi

  107. adriano

    @MarioLe sembrerà strano ma concordo con lei.Soprattutto nel finale.Purtroppo se prima mancavano gli uomini ora manca anche la politica per cui le prospettive sono grigie.Anch’io ritengo non sia facile guadagnarsi la fiducia e che lo si possa fare soltanto dando credibilità al sistema paese con politiche coerenti,cosa che con la premessa precedente è alquanto difficile.Certo il ritorno alla lira sarebbe traumatico,come sarà non farlo.Una svalutazione immediata del 30%-40% sarebbe inevitabile ma gli effetti depressivi che si avranno insistendo a voler mantenere il marco non credo saranno meno nefasti.Senza parlare che personalmente ritengo il ritorno alla lira l’unico sistema per avere speranza di crescita,se accompagnata dai comportamenti virtuosi comunque necessari per continuare a sopravvivere.

  108. anna

    Si Gattaccio Lei ha proprio ragione al 100 x 100 e non si lasci troppo influenzare dalle voci che racchiano nella sua rubrica radiofonica e che la insultano: i deficienti (nel senso proprio del termine) ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Purtroppo.

  109. anna

    Il problema fondamentale è che noi commerciantiartigianipiccoliprofessionisti non siamo in grado di UNIRCI. Dovremmo essere solidali con chi viene “attaccato” dall’ ufficio delle entrate e cercare di risolvere positivamente i problemi che si pongono. Ma come accertarci che non si infiltrino i veri “ladri”??

  110. Claudio

    E no caro Giannino troppo facile dire ristrutturiamo il debito. Per fare cosa. Un 30 40 % in meno di debito da restituire cosa cambierebbe per una economia che produce 1500 miliardi e ne deve ripagare 2000. Per piacere siamo seri o si azzera il debito e si riparte da capo o niente. Se poi c’è qualcuno che ha scommesso milioni sul nostro default e ha qualcosa da guadagnarci è cosa ben diversa. L’Europa ha bisava di una banca centrale più aggressiva. Che inietti altro denaro. Un’altra ltro. Come ha fatto la fed in America. Sono le banche e gli hedge found americani che stanno vendendo il nostro debito al fine di salvare il loro dollaro. È una guerra del debito e di valuta. Noi siamo la loro arma migliore. La gracia il loro cavallo di Troia. Questo lo hanno capito anche i bambini delle medie. Dire ristrutturiamo che é meglio significa fare il gioco di chi vuole la nostra distruzione. Vedi Grecia. La ristrutturazione lì ha lasciato un paese distrutto economicamente e sputtanato per decenni. Il giorno dopo già si parlava (in America sempre) di bisogno di nuovi aiuti e di nuova ristrutturazione necessaria per la Grecia. Ma siamo seri e non prendiamo in giro la gente per fare le veci di chissà quali interessi.

  111. Lenny

    L’Italia degli schettino, di chi guarda il suo piccolo e punta a campare con un posto statale con assenteismo, prolungando le ferie con malattie per stare un po’ piu’ con la famiglia, del che mi importa tanto lo fanno tutti quindi se posso evado o deduco il possibile e anche oltre… Questi se lo meritano, il problema sono le persone che hanno dato tanto hanno rischiato del loro hanno fatto le cose per bene perche’ obbligate o perche’ pensavano e volevano essere un paese civile. Tutti siamo sulla stessa nave che sta affondando e le scialuppe, lo vediamo gia, saranno solo per pochi. Tu che leggi che contributo hai dato e vuoi dare in futuro oltre a parlare?

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