Missed news: la crisi ci è già costata 12 trilioni $
Il FMI ha aggiornato la propria valutazione dei costi della crisi, in termini di mero stanziamento di risorse pubbliche aggiuntive per i programmi d’emergenza a sostegno del settore finanziario, della domanda e dell’offerta. A fine giugno 2009, la cifra ammonta a 11,95 trilioni di dollari, praticamente qualcosa più di 2 mila dollari a testa per ogni abitante del pianeta Terra. I media italiani non hanno praticamente dato alcuna eco al report, è più importante dire ogni giorno che la ripresa sta arrivando, anzi è già arrivata. Sono i Paesi Ocse ad aver dovuto allargare di brutto i cordoni della spesa pubblica, ben 10,2 trilioni di dollari si devono solo a loro. Dalle tabelle annesse all’aggiornamento della stima del FMI emerge che il Paese che sta peggio di tutti è il Regno Unito, che ha dovuto mobilitare risorse pari a un mostruoso 82% del proprio Pil, di cui il 20% è già stato speso. Ciò comporterà un deficit pubblico per i Paesi del G20 superiore al 10% del Pil nel 2009, con le peggiori posizioni detenute dagli Usa con il 13,5% di deficit sul Gdp, UK a quota 11,6%, Giappone al 10,3%. Che cosa tale massiccia sostituzione di debito pubblico per debito privato comporti a cominciare dagli Usa sul resto dell’economia planetaria, nel prossimo post. Qui mette conto solo rilevare come i media italiani restino nella media su una posizione di totale indifferenza, quando si tratta di monitorare le dimensioni del massiccio accumulo di debito pubblico e deficit spending in atto nei Paesi avanzati. Ignorarlo e minimizzarlo, è di solito la miglior premessa per non parlare delle sue conseguenze: terribili per il contribuente attuale, e in prospettiva per quelli futuri, per molti anni a venire.
Dati davvero impressionanti che sono fatti passare allegramente in sordina. Resta il sospetto che la strategia di minimizzazione globalizzata sia stata decisa durante uno dei numerosi G7/8 tanto si è manifestata con sincronia…
Certo è che, tolte le piagnucolanti promesse da marinaio dello scorso autunno, nessuno abbia poi per davvero rivisto le regole che hanno portato al disastro. E’ più che evidente che a quei signori sta bene così.
in effetti i dati della spesa pubblica degli altri paesi non sono poi così diffusi nel noostro, ho provato a cercarli con google, e purtroppo trovo spesso solo stime di gennaio o marzo 09. Provo allora a domandare: ma è vera la voce che vede l’italia spendere molto meno degli altri? perchè questo giustificherebbe il maggiore calo del pil e ci avvicinerebbe ad una codizione condivisa dagli altri. E se non si può dire mel comune mezzo gaudio, si può però dire che se tutti hanno lo stesso grosso probllema è più facile si cerchino soluzioni comuni per lo stesso.
Come condivido questo articolo!!! Mannaggia!!!
Informazioni sull’andamento dei paesi dell’OCSE sono reperibili negli outolook dell’OCSE stessa ed inqueli del FMI. Non farei raffronti tra l’Italia ed altri paesi date le diverse condizioni di partenza e di stato della finanza pubblica pre-crisi. E’ verissimo che i temi della crisi non sono stati oggetto di dibattito come sarebbe stato opportuno né hanno troavto copertura mediatica come sarebbe stato doveroso. Ma questa, come è noto, è stata una scelta neppure politica, ma di ottimismo diciamo così ‘forzato’
luigi zoppoli