Mercati efficienti: contro Lucas
Oscar Giannino ha segnalato su queste pagine un magnifico articolo di Robert Lucas apparso sull’Economist della settimana scorsa. E’ un articolo molto interessante, sia per l’autore (un grande economista dei nostri tempi, ma anche “the a-historical problem solver”, per usare un’espressione un po’ abrasiva di McCloskey, se non ricordo male), sia per la tesi. Lucas propone una visione “laica” dell’ipotesi dei mercati efficienti, che si basa sulla superiore capacita’ dei mercati di incorporare tutte le informazioni disponibili nei prezzi. Di qui viene piu’ facile difendere la tesi di Eugene Fama, ma anche accendere i lumi sulla presunta “eta’ oscura” della macroeconomia in cui ci troveremmo. L’autore risponde un po’ allo speciale dell’Economist sul tema, e un po’ alle tesi di autori come Nassim Taleb sulla hybris di certa teoria economica.
A mio modestissimo parere, nel secondo paragrafo ci sono le affermazioni piu’ interessante. Una banalita’, se si vuole, ma del genere che andrebbe scolpito nella testa di chiunque scriva a vario titolo d’economia, e’ la seguente:
The term “efficient” as used here means that individuals use information in their own private interest. It has nothing to do with socially desirable pricing; people often confuse the two.
Affermazione piu’ forte e molto interessante e’ quella che immediatamente la precede:
If an economist had a formula that could reliably forecast crises a week in advance, say, then that formula would become part of generally available information and prices would fall a week earlier.
Si esercita sul tema anche Mario Rizzo. Sia il commento di Rizzo a Lucas sia le risposte al suo articolo (da parte di personaggini vivaci, nella sparuta pattuglia degli austriaci, come Jerry O’Driscoll, Pete Boettke, e Roger Koppl) sono illuminanti.