Meno tasse, l’idea del banchiere centrale (ad Auckland però)
La politica italiana faccia pure quel che che crede, alterni pure rotture e armistizi nel centrodestra che s’inabissa davanti ai suoi elettori, la sinistra apra al papa straniero Montezemolo come si legge sul Riformista, si sogni pure come rimedio il ritorno al proporzionale e alla frammentazione così che ciascuno comandi nella casetta sua ritenendosi indispensabile. Intanto nel mondo vivo e vero c’è chi pensa a cose serie per crescere. Per esempio nella mia amata Nuova Zelanda, in testa di lista insieme alla Svizzera come Paese dove esercitare l’exit dall’Italia per chi non ne potesse più dello statalismo corrotto e corruttore e di politici autistici. Ne è un buon esempio la proposta del presidente della Banca Centrale neozelandese, l’economista Arthur Grimes, (in Nuova Zelanda non è il governatore che Alan Bollard, in carica dal 2002).
Con la legge sulla banca centrale del 1989, la Nuova Zelanda si era messa alla testa dei sistemi più avanzati per ancorare a parametri diretti la responsabilità dei banchieri centrali in ordine all’inflation targeting e alla stabilità: comprese sanzioni personali in caso di mancato ottenimento dei risultati, argomento tabù quando sui trratta di FED, BCE e Bank of Japan (Israele ha qualcosa di analogo, chissà perché si tratta di Paesi che reggono megluio alle crisi….), La scorsa settimana il governatore Bollard aveva dovuto ammonire il governo, che sta pensando a tagli fiscali per la crescita, a non assumerli in deficit perché in quel caso la banca cengtrale avrebbe dovuto riconsoderare la sua politica di tassi bassi: ed è così che deve essere un banchiere centrale, indipendente davvero, non assecondare i deficit e i debiti pubblici avalanda come capita oggi nel resto del mondo con la scusa della crisi e del neokeynesismo imperante, scavalcato in statalismo dal krugmanismo che ne è la più tarda variante irresponsabile ma con neodiscepoli purtroppo anche nell’ex campo monetarista.
Lanciato il suo ammonimento, la banca centrale però crede nella linea del meno tasse per crescere, purché assunte nella stabuilità finanziaria complessiva del Paese cioè senza accrescere strutturalmente il deficit. Così ha avanzato una sua controproposta. Non il governatore, ma il presidente, più defilato, Grimes appunto. La proposta è di abbattere la progressività del sistema fiscale che attualmente rpevede un’aliquota marginale sui redditi al 39%, con un sistema di flat tax imperniato su zero tasse fino a 9.500 dollari nz di reddito annuo, 10% di aliquota fino a 38.500$, e 205 alioquota massima per chi ha reddito suoperiore. Il 20% diventerebbe aliquota di convergenza anche per la tassazioen del reddito d’impresa. Ma per impedire che il deficit pubblico salga per minor gettito iniziale, prima che si manifesti cioè quello da emersione di evasione e da crescita aggiuntiva attraverso l’inmcentivo a maggior offerta e domanda di lavoro e consumo, Grimes propone di affiancare alla flat tax una patrimoniale straordinaria pari all’1% del valore delle proprietà. E’ uno dei tre casi proposti dai liberali classici per la patrimoniale, quello di misura di accompagnamento allo shift strutturale verso un sistema a minor prelievo sui redditi (gli altri due sono in caso di sconfitta bellica per livellare i profitti di guerra, o all’indomani di un default sovrano e monetario quando si tratta di ripartire da zero in termini di fiducia pubblica internazionale). Come si capisce bene, non ha niente a che vedere con lla patrimoniale redistributiva da sempre in testa ai marxisti e socialisti, che la fanno coesistere con la progressività tributiva e contributiva sui redditi e ammazza crescita.
Queste sono proposte serie, questo è il modo vero di dare risposte alla crisi stando con gli occhi aperti e i piedi ben saldi nel mondo che cambia.
E’ troppo pensare anche da noi a una campagna elettorale con proposte così? Perché non aggiungere a questo un doppio testo costituzionale alla spesa pubblica e al prelievo, alla tedesca?perché bisogna rassegnarsi a questa immondizia intellettuale quotidiana? Non era questo, ciò che da 16 anni chiede chi vota centrodestra in Italia, al di là gli stia più simpatico Berlusconi, Fini o Bossi? E non la pensa così anche la maggioranza più ampia degli italiani, anche tra chi vota o ha votato centrosinistra? Io penso di sì. Io non penso affatto, che l’Italia possa crescere senza misure energiche di questo tipo o analoghe, assunte con occhio attentissimo al deficit e agli spread dei nostri titoli. Io ne ho le scatole piene, di chi racconta ogni giorno che è tutto impossibile, sconsiderato, avventurista. E poi di fatto ci lascia col culo appoggiato ai talloni, dicendo che la colpa è sempre di qualcun altro.
Io, per un partito così e per leader capaci di questo e con qualche almeno superficiale congnizione di economia, mercato e produttività comparata, sarei disposto pressoché a tutto.
Ottimo articolo!
Anch’io, per un partito così e per leader capaci di questo, sarei disposto pressoché a tutto. Ma temo che si debba essere solo disposti a trasferirsi in Nuova Zelanda.
Finalmente l’ho saputo!!!
in vari post le ho domandato dove si sarebbe trasferito lei in caso di “gemelli pieni”…e finalmente l’ho saputo.
beh,nuova Zelanda(Auckland),australia(melbourne),canada(victoria)svezia(stoccolma)norvegia(bergen)sono in cima alle mie preferenze.
da dire che giá vivo fuori dall’italia,vivo in Spagna e qui ZP ci sta affondando.
un saludo….ci si vede a Auckland…….
Ma se Giannino è pronto a tutto per un partito e un leader così perchè non prepara una discesa in campo?
Di certo è una persona preparatissima e con un’ottima reputation.
Il mio voto lo otterrebbe subito.
La prima reazione istintiva è no,non si puo’ proporre di diminuire le tasse aumentandole.
Poi,riflettendo,la giustificazione della patrimoniale può reggere.Si’,va bene,proviamo.
Dato che l’ipotesi è semplice,priva di tecnicismi astrusi,facilmente comprensibile e spiegabile con
pochi numeri,si potrebbe (tanto per cambiare) invece di diluirla in programmi,sottoporla con detta-
gli chiari e vincolanti al gradimento degli italiani con un referendum consultivo che ne preveda
l’applicazione per un periodo congruo (ad esempio 5 anni).Alla fine ognuno ne valuterà i risultati,
le convenienze generali e particolari e qualora un ulteriore referendum confermativo lo avvalli,
il provvedimento diventerebbe definitivo.Questo per cercare di evitare fregature,furbizie e soliti
trucchi con cui normalmente si gabba il popolo (forse) sovrano.
@ adriano
la soluzione proposta in italia sarebbe impossibile.
vincolo legale: per costituzione le leggi tributarie e di bilancio non possono essere sottoposte a referendum
vincolo politico: in italia i referendum abrogativi valgono più o meno come la carta straccia, che valore avrebbe mai un referendum consultivo?
“……, sarei disposto pressoché a tutto.”
Caro Giannino, capisco che stiamo andando inesorabilmente verso un default e che se non creiamo efficienza e produttività con regole anche economiche sarà sempre peggio.
Ciò nonostante sono talmente nauseato dal velo culturale del buonismo che ormai, facendo un esempio stupido di tutti i giorni (anzi di tutte le ore) impedisce due persone a farsi una tranquilla chiaccherata.
Io non riesco più a parlare in un bar, un ristorante, lungo strada, in macchina al semaforo, in un parcheggio di un ospedale/market/…. senza essere interrotti ed assillati da qualcuno che è più sfigato di noi.
Per non parlare della maleducazione diffusa e il senso di impunità percepita che la alimenta.
Dulcis in fundo i cattolici credenti e quelli ipocriti che riescono a fare una legge che impedirà ad un Englaro di morire come gli pare e piace.
Ti rendi conto che con tutta la varietà di partiti che abbiamo in Italia non ne abbiamo uno con “sane” politiche economiche/liberiste, sufficientemente laico e non buonista?
Mi dispiace ma io non sono disposto a “tutto” e “soprattutto” farò di “tutto” perchè mio figlio non ci rimanga (tra le altre cose basto già io a pagare i furti acquisiti di tutte le pensione elargite allegramente).
P.S. basto
Un partito che mettesse in programma la tassazione dei beni immobili non prenderebbe un voto dal 90% e passa di italiani che ha una o più case. Basti vedere l’abolizione dell’ICI. Hai voglia dire che poi però ti faccio pagare meno tasse sul reddito da lavoro. Questa è la realtà, il resto sono fantasie e dubito che anche in Nuova Zelanda facciano sul serio. Magari tireranno fuori il discorso buonista del povero maori che ci ha messo una vita per farsi la casa e così via. La realtà è che il voto in democrazia è fatto da persone che pensano al proprio particolare e di questo fatto occorre convincersene e farsene una ragione. Personalmente, la proposta mi piace ma la ricetta della consultazione popolare non mi sembra percorribile per i motivi sopraesposti.
Faccio un discorso terra-terra da non esperta. Chiedo scusa ma l’ICI non è già una patrimoniale seppur calcolata su valori non di mercato? Sorvoliamo sull’uso sprecone che, impuniti, gli enti locali e centrali fanno delle risorse non indifferenti che incamerano a vario titolo. L’introduzione di un’ulteriore imposta sui beni non sarebbe gradita da coloro che, per esempio, hanno fatto rinunce e sacrifici negli anni più giovani e destinato gran parte del loro reddito ( tassato) per crearsi un piccolo patrimonio nella prospettiva di ottenere a fine lavoro una rendita per compensare la pensione miserevole non sufficiente per vivere in vecchiaia con dignità e autonomia. E’ reale che questa rendita aggiuntiva è falcidiata dalle tasse per effetto della malvagia progressività delle aliquote , ben poco resta da godere e un correttivo in diminuzione del prelievo sarebbe auspicabile e utile all’economia per il fatto che resterebbe in tasca un gruzzoletto da poter spendere nei consumi. Ma chi si può fidare di governanti non illuminati come quelli che ci toccano in sorte, siano di una fazione o dell’altra? Ti mettiamo una patrimoniale, direbbero, per un certo periodo di tempo, poi in seguito per contropartita ti aggiustiamo favorevolmente le aliquote sul reddito. Ammesso di avere i denari per affrontare un nuovo esborso sulla fiducia, aspetta e spera il beneficio compensantivo, c’è sempre un motivo, una crisi internazionale vera o finta, una catastrofe nazionale, un terremoto ecc… per rimangiarsi la parola, tanto pantalone è costretto a pagare, magari indebitandosi, perchè se non lo fa, il patrimonio sudato che crede suo è a disposizione del Signor Stato. La Nuova Zelanda ha circa 5milioni di abitanti, più o meno come, per esempio, il Veneto e l’Emilia-Romagna, noi italiani siamo oltre 50milioni e forse certe problematiche sono più affrontabili colà che da noi. Cordiali saluti.
Caro Giannino. Quelle che lei chiede sono riforme che in Italia verranno fatte solo DOPO il crack economico, DOPO la guerra civile, SOLO QUANDO la politica sarà costretta.
La politica non può essere liberale. Un doppio testo costituzionale su tasse e spesa pubblica?
E perché dovrebbero tagliarsi le gambe da soli? Non è meglio se sono loro a decidere quanto tassare e quanto spendere? Eddai.
Ci manca solo che tutti quanti ci mettiamo ad invocare Babbo Natale.
@Caber
Ha ragione.E’ impossibile.Anche la realizzazione delle promesse e dei programmi lo sono:non c’è vincolo di mandato.Le mie fantasie si riferivano ad un altro mondo.Articolo 1:”…..La sovranità appartiene al popolo.”Punto.Altrimenti che sovranità è?Aggiungere nell’articolo 75 il referendum propositivo,aumentan
do le firme necessarie e togliendo il quorum.E senza divieti di argomento.Altrimenti che sovranità è?
Per finire l’inizio,una piccola modifica al ribaltonesco articolo 67:”….ed esercita le sue funzioni con vincolo di mandato.”Altrimenti che sovranità è?
@libertyfighter
quoto, anche se più che un crak penso che sprofonderemo in una lenta agonia. Sulla guerra civile, invece, nessun dubbio.
@stefano
Condivido l’ipotesi della lenta agonia di questo Paese ormai largamente NECROTICO !
La CASTA di politicanti che appesta l’Italia fara’ di tutto pur di non privarsi delle prebende che le derivano dall’Erario come tassare al 25% le rendite finanziarie o strangolare sempre di piu i redditi in nero.
Non hanno ancora capito che il “nero” rappresenta l’unica via di uscita per avere redditi dignitosi dal proprio lavoro.
Quando il “nero” fosse definitivamente stroncato, allora avremmo la recessione irreversibile e l’agonia si tramuterebbe in morte.
Chi sarebbe disposto a lavorare ancora, vedendosi tassato all’ 80% o piu’ (tra imposte dirette, indirette e IVA non deducibile).
Ultima riflessione: vorrei che negli animi e nelle coscienze degli agenti della GF o dei funzionari dell ADE cominciasse a insinuarsi il dubbio di operare per conto della CASTA cosi’ come i picciotti operano per conto dei BOSS mafiosi.
@Claudio Tolomeo
Dubito fortemente che si possa estinguere il nero credo proprio che non esista paese sul globo che abbia tutti i redditi “fair” e se esiste allora imbroglia.
@Adriano
Ma onestamente chi ci crede ai programmi? Sono 60 anni che si vota uno schieramento per “impedire” all’altro di governare: Chi votava DC lo faceva per impedire al PCI di salire al potere (e vice versa), Chi vota PDL lo fa per impedire al PD di governare (e vice versa), parlando con alcuni politici e vedendoli dal vivo ti rendi conto davvero di quanto siano stupidi e ingannevoli i programmi ; si parla solo di come accaparrarsi più voti, di come danneggiare gli avversari, di come recuperare i soldi spesi nelle campagne elettorali di come favorire determinati progetti a scapito di altri al di la del fatto che siano giusti o sbagliati, meritevoli o dannosi. La logica del “Tifo Politico” è il più grosso male che questa nazione sconta.