Matteoli non va in rete
Errore di mira per il ministro Matteoli. Bastava una dichiarazione pubblica per prendere posizione a favore delle liberalizzazioni. Invece l’azione e le parole espresse da membri del governo rimangono lontane da propositi di rinnovamento del nostro assetto economico e infrastrutturale. In questo caso, il punto non segnato dal ministro riguarda il suo secco “no” alla separazione della rete ferroviaria da FS. Naturalmente, le frasi di Matteoli non possono non avere fatto piacere all’a.d. Moretti.
Da diverse settimane, l’imminente entrata di un nuovo operatore come la NTV di Montezemolo ha riacceso le polemiche su una situazione ingessata, che avrebbe bisogno di voltare pagina per garantire un sistema ferroviario libero da legami impropri (in primis, quello fra Trenitalia e RFI). Il punto è semplice, Trenitalia e RFI appartengono alla stessa azienda: Ferrovie dello Stato Holding. Da tale assetto nascono i problemi. Montezemolo si è lamentato per la difficoltà di operare all’interno di una rete ferroviaria che sostanzialmente fa tutt’uno con Trenitalia (ovvero il principale concorrente di NTV sulla linea alta velocità). Non servirebbe dire altro per spiegare le possibili conseguenze di tale situazione. Anche la più ingenua delle persone può immaginare come tale assetto abbia qualcosa di distorto e iniquo. In più, come ha spiegato Andrea Giuricin in un Focus IBL, occorre tenere conto dei sussidi pubblici che FS riceve. Il che falsa qualsiasi forma di concorrenza.
Se poi vogliamo mettere in numeri tale realtà, basta prendere in mano l’Indice delle liberalizzazioni 2010 dell’IBL per capire come, rispetto alle situazioni più virtuose a livello europeo (ovvero, Gran Bretagna e Svezia), l’Italia faccia registrare in termini di liberalizzazione un punteggio pari a 41 (essendo 100 il punteggio dei paesi benchmark). I nodi critici che si mettono in evidenza nell’Indice sono proprio i due menzionati poc’anzi: “La separazione reale tra RFI, Trenitalia e lo Stato Italiano finanziatore dovrebbe diventare uno degli obiettivi prioritari del governo al fine di migliorare la situazione concorrenziale italiana. I contributi pubblici a Ferrovie dello Stato continuano ad aumentare nonostante un’offerta sostanzialmente stabile”.
Peccato, quindi, per le esternazioni del ministro Matteoli. I binari da prendere sono altri, e portano verso una separazione della rete (non al mantenimento dello status quo).
Separare Trenitalia da RFI sarebbe probabilmente corretto, come separare le carriere della magistratura, se ne parla ma non succede.
Voglio rilevare peraltro che quando si parla di liberalizzare o privatizzare servizi pubblici fondamentali bisognerebbe far si’ che il privato non possa scegliere fior da fiore prendendo il buono e lasciando il marcio allo Stato. Nel caso di specie l’ Alta velocita’ e’ la gallina dalle uova d’oro; chi si tiene i treni pendolari?
Grazie
http://www.segesufossetremonti.blogspot.com
in treni pendolari vanno ad altri privati
(vedi Arenaways)
peccato che nè trenitalia nè le regioni vogliano farli entrare nel mercato…